Anche laddove aumentano gli alunni, come in Sicilia. Appello al Ministro Francesco Profumo: inverta questa tendenza, altrimenti il Governo Monti si rivelerà come gli altri.

L’Anief reputa ingiustificati i tagli che colpiscono la scuola, specie del Centro-Sud, attraverso le disposizioni contenute nel decreto ministeriale riguardante la formazione degli organici del personale docente per l’anno scolastico 2012/2013, i cui dettagli sui vari ordini e gradi di scuola e sul sostegno sono stati resi pubblici nelle ultime ore. “Questa politica salva-spese – commenta il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico  – dimostra che anche da parte dell’attuale Governo non si vuole comprendere che la riduzione del tempo scuola e della quantità di personale conduce inevitabilmente verso una pericolosa deriva dalla cultura”.

L’Anief si chiede, in particolare, come mai verso le scuole del Meridione continuano a concentrarsi i tagli più consistenti. Dal Miur si giustifica tale scelta presentando tabelle e calcoli ragionieristici. Dimenticando clamorosamente quanto l’arretratezza sociale e le difficoltà economiche dell’utenza scolastica abbiano un peso specifico che supera nettamente tutte le altre variabili.

Soprattutto – sostiene il Presidente Pacifico – non si comprende perché in queste aree del Paese, in primis quelle dove sono collocate le scuole siciliane, anche a fronte di un aumento di iscritti si continui a ridurre il numero dei docenti e di tutto il personale scolastico. Tutto questo è davvero triste, ancora di più se si pensa che il dibattito a cui anche le istituzioni sembrano più tenere continua a riguardare tematiche a dir poco marginali. Come la necessità di dispensare gli studenti dallo studio pomeridiano o di ridurre il numero di ore passate sui banchi per migliorare (?) l’apprendimento dei contenuti delle materie studiate”.

Per questi motivi il sindacato chiede al Ministro Francesco Profumo di invertire questa ingiusta tendenza: “è giunto il tempo – spiega il Presidente dell’Anief – di investire seriamente in tutte quelle zone che necessitano di una maggiore presenza e attenzione dello Stato. Questa scelta, tra l’altro, rilancerebbe di sicuro il capitale umano di tutto il Paese. Quindi basta con i proclami e i dibattiti su come dovrebbe essere la scuola moderna: la pedagogia e il buon senso – conclude Pacifico – ci dicono che l’istruzione pubblica è prima di tutto una continua palestra di vita. E non un luogo da cui sfuggire per evitare di assumersi le responsabilità educative”.

Come l’intenzione del Governo di cancellare uno dei punti fermi della nostra Costituzione che regola il reclutamento del personale del pubblico impiego.

Secondo l’Anief le notizie pubblicate oggi dalla stampa a proposito della scarsa validità scientifica della consultazione avviata via internet dal Ministero dell’Istruzione on line sul valore legale del titolo di studio, a cui per partecipare basta inserire un qualsiasi codice fiscale, conferma la mancanza di serietà e progettualità dell’intero progetto. “Come si fa a reputare valido un sistema – si chiede Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief – che annovera tra i suoi partecipanti Elvis Presley e persino Napoleone? La verità è che non si è mai visto chiedere agli studenti se il titolo rilasciato dai luoghi d’istruzione pubblica debba essere considerato legale o meno. Oppure se il voto conseguito sia giusto, sbagliato o valido”.

Per il Presidente dell’Anief la verità è una sola: “procedendo in questo modo, si esprime sicuramente un forte senso di incapacità di governare la cosa pubblica. E contemporaneamente di ignorare perfino i principi saldamente fermi della nostra Costituzione che regolano il reclutamento del personale del pubblico impiego”.

Le intenzioni del Governo di cancellare l’attuale valenza del titolo di studio non possono dunque che essere rigettate: “è paradossale – conclude Pacifico – che mentre Federico II aveva creato l’Università per formare i consiglieri del regno, oggi i rappresentanti dello Stato hanno intenzione di annullare il titolo rilasciato delle stesse università pubbliche”.

Se passa questa proposta si andrà verso lo svilimento del merito, ad iniziare nella Pubblica Amministrazione, per fare spazio alla cultura del fai da te.

Lascia pensare la decisione del Ministero dell’Istruzione di avviare una consultazione pubblica on line sul proprio portale internet per chiedere ai cittadini italiani il loro pensiero sull'abolizione del valore legale del titolo di studio: “speriamo che non votino gli analfabeti!”. La provocatoria la risposta dell’Anief si deve al fatto che mentre lo stesso Miur sembra da una parte voler potenziare i sistemi di valutazione dei risultati degli apprendimenti raggiunti dagli studenti a scuola e all’università (attraverso l’operato dell’Invalsi, dell’Anvur, del Cineca, dell’Ocse, ecc.), dall’altra parte sempre il Ministero, in coerenza con la riduzione dell’offerta formativa oraria di lezioni e delle cattedre, vorrebbe annullare il risultato certificato del successo formativo raggiunto.

Certe iniziative – sostiene il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – hanno solo un preciso obiettivo: svilire il merito, su cui si fonda anche il criterio di assunzione nella Pubblica Amministrazione. Come del resto sancito dalla nostra Costituzione”. L’Anief sostiene, dunque, che venendo meno questo criterio assisteremo ad una inevitabile ulteriore decadenza del livello di conoscenze, competenze e capacità oggi raggiunte dai nostri studenti.

D’altronde, se passa la norma della cancellazione del valore legale del titolo di studio – dichiara il Presidentedell’Anief – non si capisce per quale ragione uno studente dovrebbe ancora impegnarsi per cercare di prendere un buon voto o per essere promosso: alla fine del suo percorso formativo, infatti, non conterà più l’esito degli esami svolti e la loro valutazione, ma solo la partecipazione”.

Piuttosto che avventurarsi in sondaggi a dir poco discutibili, l’Amministrazione scolastica, in nome dello Stato italiano, farebbe bene a riprendersi il compito costituzionale di formare al meglio le generazioni del domani, al fine di prepararle al meglio alla sfida del mercato del lavoro. Anziché abbandonare la cultura al fai da te e i giovani ad un destino professionale - conclude Pacifico - legato alla fortuna di un buon incontro”.

Più attenzione agli organici, introdurre una valutazione sperimentale, aumentare le risorse per il comparto e creare due graduatorie per il reclutamento sono temi che l’Anief ha sempre rilanciato negli ultimi tre anni. Ora Profumo continui ad ascoltarci, prestando massima attenzione ai nuovi abilitati. Rimane in piedi il problema degli scatti di anzianità.

Anche se mancano ancora alcuni temi urgenti, l’agenda delle priorità del Ministro Profumo comincia a contenere argomenti vitali per migliorare la qualità della scuola italiana. Così il Presidente dell’associazione sindacale Anief, Marcello Pacifico, commenta il primo incontro tenuto ieri dal Ministro con i sindacati, finalizzato a concordare i punti principali su cui si impegnerà il Miur nei prossimi 18 mesi.

Temi come la creazione dell’organico funzionale, la valutazione sperimentale e volontaria con chiari parametri e criteri condivisibili, l’aumento di almeno l’1 per cento di PIL nel settore istruzione e dei fondi da assegnare agli istituti – ha detto il Presidente Pacifico - sono tutti già stati ampiamente messi in risalto negli ultimi tre anni dal nostro sindacato. Anche l’affidamento della procedura selettiva per i prossimi concorsi per docenti al consorzio Cineca, anziché al Formez che ha gestito in maniera a dir poco inappropriata  gli ultimi due concorsi della Scuola, è indice della bontà delle critiche mosse dall’Anief nei processi in corso per la selezione dei dirigenti scolastici, come peraltro presagito dai giudici del Consiglio di Stato”.

A proposito del doppio canale di reclutamento, cui ha fatto cenno il Ministro, frutto anch’esso del dibattito creato dall’Anief sulla diversificata e complessa composizione del precariato italiano, il sindacato può reputare condivisibile l’idea di assegnare delle percentuali superiori al 50 per cento a coloro che fanno parte delle graduatorie ad esaurimento. Secondo Pacifico “vi sono tuttavia delle condizioni da porre: nelle graduatorie devono essere inseriti tutti gli abilitati, anche quelli dell’ultimo biennio oggi incredibilmente ancora rimasti fuori; nel nuovo canale formativo dei TFA debbono essere inseriti tutti i docenti in possesso di un’analoga abilitazione universitaria (SSIS, AFAM, SFP); occorre definire sin da subito dei criteri snelli, trasparenti ed oggetti per la selezione e la nomina delle commissioni”.

L’Anief, invece, rimane perplessa riguardo l’annuncio del Ministro sul reperimento sicuro di risorse per “coprire” gli scatti automatici di stipendio dell’anno in corso: “la situazione – sostiene il Presidente dell’Anief – rimane tragica perché la legge indica chiaramente che per quattro anni la progressione di carriera del personale della scuola, come di tutto il pubblico impiego, rimane bloccata e che comunque gli scatti persi non siano più recuperabili. Con tutti gli effetti che conosciamo sulle pensioni, conseguenza dei minori contributi versati. Per questi motivi, contro questo provvedimento a gennaio presenteremo comunque ricorso: in tal modo - conclude Pacifico - il personale di ruolo, oltre a chiede di sbloccare gli stipendi fermi al 2010, potrà rivendicare l’incostituzionalità del blocco del contratto e del conseguente mancato adeguamento degli stipendi al lavoro svolto”. 

Il ministro Profumo comincia il suo primo incontro con i sindacati prospettando alcune proposte avanzate dall’Anief. Mancano, però, diversi temi urgenti da affrontare. Anief rimane aperta durante le vacanze per continuare la ricerca dei candidati RSU alle prossime elezioni. Insieme cambiamo la scuola. Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Organico funzionale

La sua creazione, come richiesto dall’Anief più di un anno fa nell’audizione parlamentare sui regolamenti attuativi della riforma Gelmini, oggi consentirebbe anche di ammortizzare la mobilità del personale soprannumerario e quindi di allontanare il pericolo della cassa-integrazione e del licenziamento.

Concorsi personale docente

L’affidamento della procedura selettiva al Cineca e non più al Formez che ha gestito in maniera inappropriata e indecente gli ultimi due concorsi per insegnare all’estero e diventare dirigente, è indice della bontà delle critiche mosse dall’Anief nei processi in corso per la selezione dei dirigenti scolastici, come peraltro presagito dai giudici del Consiglio di Stato. Lo stesso invito rivolto dall’Anief al Ministro, all’indomani delle sue prime aperture ai concorsi, per una maggiore attenzione alla diversificata composizione del precariato italiano, ha contribuito ad arricchire il dibattito, assicurando la permanenza di un doppio canale di reclutamento: ora resta da capire quali percentuali per le assunzioni superiori al 50% devono essere assegnate alle GaE - da riaprire a tutti gli abilitati - e quali percentuali agli abilitati dal canale del TFA - dove inserire i docenti in possesso di un’analoga abilitazione universitaria (SSIS, AFAM, SFP); decidere i criteri snelli di selezione e di nomina delle commissione con trasparenza e oggettività.

Scatti di stipendio

L’idea stessa di parlarne al MEF, conferma quanto denunciato dall’Anief e occultato per mesi dagli altri sindacati, per i quali il problema non esisteva e l’Anief aveva alzato un inutile polverone. La situazione, invece, è tragica proprio perché per quattro anni è bloccata la progressione di carriera del personale della scuola con effetti sulle pensioni visti anche i minori contributi versati. La legge prevede, infatti, al di là del possibile ritrovamento delle risorse, che questi scatti non sono comunque mai più recuperabili. I ricorsi che a gennaio saranno presentati per il personale di ruolo, oltre a sbloccare gli stipendi fermi al 2010, avranno anche il merito di chiarire come sia incostituzionale bloccare il contratto e non adeguare gli stipendi al lavoro svolto. Per adesioni scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per la valutazione per intero dei periodi di pre-ruolo.

Fondi per le scuole

Sarebbe necessario l’aumento dell’1% di PIL nel settore istruzione, comunque già lo sblocco dei fondi alle Scuole e il loro potenziamento mette un po’ d’ossigeno nei polmoni della nostra rete educativa, permettendo anche la programmazione di attività formative.

Valutazione

L’introduzione di un sistema di valutazione, per ora sperimentale e volontario, deve coinvolgere necessariamente la comunità educante, deve essere previsto per legge con chiari parametri e criteri condivisibili, ma non può sopprimere l’anzianità retributiva come accettato dai sindacati (Confederazioni CISL, UIL, CONFSAL, CIDA, UGL, USAE)  nell’intesa del 4 febbraio 2011 (applicazione della riforma Brunetta e sostituzione degli automatismi di anzianità retributiva con un sistema premiale che nega al 25% del personale ogni aumento e assegna al restante 75% delle quote secondo le valutazioni introdotte), e nel conseguente atto di indirizzo all’ARAN del 17 febbraio 2011. Devono essere aumentati gli stipendi in maniera tale da introdurre il nuovo sistema di carriera senza eliminare gli scatti di anzianità che coprono a malapena l’aumento del costo della vita.

Mobilità Ata

Si è solo accennato all’argomento senza, però, tenere conto che nelle attuali graduatorie d’istituto non viene valutato il servizio salva-precari, né è stato abolito il meccanismo nella mobilità che penalizza per un anno in una fascia di coda coloro che si sono trasferiti da una provincia all’altra.

Considerazioni

Il fatto che le parole pronunciate nelle aule di giustizia, parlamentari o scritte nelle pagine dei giornali, permettano all’Anief di essere ascoltata dal ministro il 22 dicembre pur non essendo convocata ufficialmente al Miur in quanto non ancora rappresentativa, dimostra la forza e il rispetto che ha acquisito il giovane sindacato, a tre anni dalla sua fondazione. Ciò non toglie che per essere più incisivi dobbiamo essere anche presenti nelle stanze ministeriali. La battaglia per le elezioni delle RSU - il cui ulteriore rinvio è stato da noi sventato per tempo anche di recente - diventa fondamentale per misurare il dato elettorale che farà media con il dato associativo, che ha superato le 10.000 unità, al fine di superare lo sbarramento del 5% previsto dalla legge per essere proclamato sindacato rappresentativo.

Se ti candiderai come RSU per la lista Anief permetterai ai colleghi di votare non soltanto la tua persona ma l’Anief e permetterai all’Anief di sedersi in quei tavoli dove oggi risuona soltanto l’eco della sua voce.

Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per ricevere le istruzioni per candidarti entro l’8 gennaio 2012. Fai un regalo al Paese, dai la possibilità al sindacalismo italiano di rinnovarsi. Dal 19 gennaio all’8 febbraio 2012 si presentano le liste. A marzo si vota.

 

La lettera del presidente dell’Anief al ministro Profumo

La nomina del ministro Profumo potrebbe cambiare la brutta aria che tira sulla scuola e sullo sviluppo del Paese a condizione che valorizzi e sproni il contributo degli educatori e dei ricercatori senza i quali il nostro sistema sociale va verso il collasso.

Per il presidente dell’Anief, prof. M. Pacifico, pochi ma mirati interventi potrebbero convincere la categoria che insiste nel comparto della conoscenza ad agire in sinergia con il Governo. Si tratta, per lo più, di interventi abrogatori della normativa introdotta durante la XVI legislatura. Al netto di un investimento di 1 punto percentuale in più di P.I.L. per l’intero comparto della scuola, dell’università e della ricerca, bisogna con urgenza:

- ripristinare la figura del ricercatore, messa ad esaurimento;

- sbloccare i concorsi per l’accesso alla docenza universitaria con una chiara tabella di valutazione dei titoli,

- consentire la frequenza del dottorato di ricerca ai dipendenti pubblici, valorizzandone il titolo nell’accesso alle procedure concorsuali direttive;

- espungere dal settore della scuola (che ha una legislazione specifica) il ricorso alla cassa integrazione e al conseguente licenziamento;

- garantire il recupero dell’anzianità contributiva bloccata e dichiarata irrecuperabile per il quadriennio 2010-2014, nel caso di reperimento futuro delle risorse, ripristinando i precedenti gradoni per i neo-assunti;

- promuovere la mobilità territoriale del personale di ruolo, abolendo il blocco quinquennale;

- stabilizzare i precari su tutti i posti vacanti e disponibili, riconoscendone gli scatti di anzianità maturati,

- ottemperare alle sentenze della magistratura;

- avviare i corsi bloccati del TFA per il conseguimento dell’abilitazione, consentendo l’iscrizione al personale in servizio per l’eventuale riconversione professionale;

- garantire l’accesso alla professione (GaE) degli insegnanti abilitati a svolgere questo mestiere;

- ripristinare la democratica scelta dei rappresentanti sindacali congelata per più di un triennio.

Sono pochi punti ma rispondono a quelle linee di intervento proprio oggi annunciate al Senato dal nuovo presidente del Consiglio, prof. Mario Monti, per ristabilire l’orgoglio per i nostri talenti, l’attenzione alla mobilità sociale e geografica, il perseguimento di più alti livelli di istruzione. Per raggiungere questi obiettivi, l’Anief è pronta a collaborare con il nuovo ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a cui va un augurio sincero di buon lavoro per l’interesse dell’Italia.

 Ufficio Scolastico Territoriale di Palermo 

Prot. n. 6330/5 Palermo, 29/9/2011 

Ai Dirigenti Scolastici di Palermo e Provincia 




Oggetto: Graduatorie d'istituto del personale docente ed educativo. 



Facendo seguito alla comunicazione inviata da quest'ufficio in data 28/9/2011 con prot. n. 6330/4, si comunica quanto segue: 

Le scuole che hanno ricevuto richieste d'inserimento di sedi con allegato modello "B", già trasmesso on line nei termini stabiliti, da docenti che non risultano inseriti nelle graduatorie d'istituto di I° fascia, dovranno verificare, seguendo il percorso di seguito specificato, che al nominativo del docente non siano stati attribuiti due codici identificativi. 

Percorso da seguire: 

- RECLUTAMENTO 

- GRADUATORIA D'ISTITUTO 

- GRADUATORIA D'ISTITUTO PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO 

- INTERROGAZIONE IN AMBITO NAZIONALE 

- RICERCA SOLO CON IL CODICE FISCALE 

Nel caso in cui risultano due numeri identificativi riferiti allo stesso docente, bisognerà  controllare quale dei due numeri quello della graduatoria ad esaurimento e sullo stesso caricare le sedi. Subito dopo si dovrà  cancellare l'altra posizione. 

Le operazioni dovranno essere concluse improrogabilmente alle ore 14,00 del giorno 30/9/2011. 

Con nota successiva sarà  comunicata la data di ripubblicazione delle graduatorie d'istituto di I° fascia. 

Si ringrazia per la collaborazione 
 

Il Direttore Coordinatore 


Maria Padalino 

 

Ridotti 56.990 posti di ruolo e 15.082 posti affidati annualmente in supplenza, nel triennio scolastico 2008-2011 in cui il ministro Gelmini ha retto il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: nel silenzio di quei sindacati che oggi protestano, aumentato in dieci anni anche il tasso di precarietà nella scuola.

Nel 2000/2001, quando le graduatorie ex-permanenti erano esaurite, nell’anno del concorsone a cattedra, del primo ciclo SSIS, dei tre corsi riservati, il tasso di precarietà nella scuola era fermo al 14,4% dell’intero personale: dopo dieci anni, al netto di pensionamenti e piani di assunzione, il tasso di precarietà nel 2010/2011 è salito al 14,9%, persino con un + 0,2 rispetto all’a. s. 2009/2010.

Invece di investire, aumentare per il settore istruzione di un punto percentuale le risorse del PIL adeguando l’Italia alla UE, il ministro Gelmini ha operato nel suo dicastero la più grande riduzione di personale effettuata mai in Italia in un comparto pubblico o privato, grazie ai pensionamenti, alla riconversione dei perdenti cattedra, al parziale blocco del turn-over. E se è vero che ancora l’Italia ha un rapporto alto tra docenti e alunni per classe rispetto alla Germania, cionondimeno è innegabile che se togliessimo dal novero della statistica i 94.000 docenti di sostegno e 26.000 docenti di religione, il nostro rapporto si capovolgerebbe divenendo uno tra i più bassi della UE. Eppure il Miur ha tagliato, lasciando la precarietà come un male endemico del nostro sistema nazionale di istruzione, coperto dalla recente normativa introdotta dal Governo in violazione della direttiva 1999/70/CE sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato.

Forse sono stati questi duri numeri a convincere, finalmente, il ministro Gelmini a chiedere nei giorni scorsi al Ministro Tremonti di fermare nuove ipotesi di tagli alla scuola. Ma l’annuncio è arrivato troppo tardi, a cose fatte, e il bilancio della gestione del suo ministero sarà valutato come il peggiore della Repubblica, non soltanto per i 56.990 tagli avvenuti, ma anche per il blocco quadriennale dei contratti nel pubblico impiego e della progressione di carriera, la cancellazione della figura del ricercatore universitario, la soccombenza nei tribunali sulla valutazione, sulla mobilità e sulla stabilizzazione del personale precario.

Nel frattempo, ancora una volta 45.000 posti vacanti e disponibili, tra personale docente e ata, sono stati affidati in supplenza annuale in disprezzo della normativa comunitaria, al netto delle ultime 65.000 immissioni effettuate, con l’accordo dei sindacati, in cambio della limitazione del diritto dei neo-immessi in ruolo a percepire prima del 2014 lo stipendio secondo gli anni di pre-ruolo maturati.

L’Anief continuerà a denunciare le improvvide scelta della politica e a richiedere un nuovo ministro che volti completamente la nera pagina scritta per la scuola e l’università nell’ultimo decennio: a partire dalla lotta alla precarietà dei rapporti di lavoro.

In attesa della nuova campagna per la scelta dei rappresentati sindacali con le elezioni RSU della primavera prossima, continueremo con la campagna dei ricorsi per il riconoscimento della professionalità del corpo docente e ata della scuola.

La sintesi del rapporto pubblicato nel sito del Miur

 

Si è tenuto lunedì 2 maggio presso il MIUR l'incontro tra una delegazione dell’ANIEF (rappresentata dai proff. Matteo De Angelis, Orazio de Giulii e Marco Giordano) ed i Dirigenti del MIUR dott. Giampaolo Pilo e dott.ssa Biancamaria Artigliere Ianniciello (Direzione generale per il personale scolastico) in merito all’informativa sul decreto di aggiornamento delle GaE di imminente pubblicazione e al contenzioso seriale avverso il precedente D.M. 42/2009.

I rappresentanti ministeriali, nell’illustrare i contenuti del provvedimento – tra tutti, il ripristino del diritto al trasferimento di provincia a pettine, richiesto con forza negli ultimi anni da ANIEF – hanno ribadito che non verranno consentiti nuovi inserimenti nelle GaE di docenti abilitandi e abilitati e hanno altresì confermato che ulteriori novità sono attese con l’emanazione del Decreto Legge sul Piano di Sviluppo, al vaglio del Parlamento: tra queste, l’impossibilità di chiedere il trasferimento per 5 anni dopo l’immissione in ruolo ed il passaggio da biennale a triennale della validità delle prossime graduatorie. Confermata, inoltre, l’intenzione del MIUR di concedere 20 giorni di tempo (e non più trenta, come in passato) dalla pubblicazione del DM per la presentazione delle domande di aggiornamento.

ANIEF, nel riservarsi di esprimere un giudizio definitivo soltanto dopo la pubblicazione rispettivamente di ciascun provvedimento (DM e DL), ha espresso la propria soddisfazione per l’avvio delle procedure di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente, con possibilità di trasferimento a pettine, e per la decisione di dar seguito alle disposizioni del commissario ad acta incaricato dal TAR Lazio per l’esecuzione delle ordinanze cautelari relative ai ricorsi pettine.

Si è, comunque, sottolineato come proprio in merito al contenzioso seriale per il pettine rimangano ad oggi ancora da definire alcuni aspetti cruciali come la necessità di procedere all’inserimento dei ricorrenti dei ruoli privi di commissariamento e quella di stabilire le necessarie determinazioni con cui l’Amministrazione dovrà provvedere al conferimento dei contratti a tempo determinato ed indeterminato ed ai relativi risarcimenti dei danni in favore dei ricorrenti aventi titolo.

In proposito, ANIEF ha prospettato l’opportunità della costituzione di un tavolo tecnico al fine di poter individuare tutti gli aventi titolo e garantire loro quanto spettante. ANIEF, nel sottolineare l’urgenza di una rapida soluzione di tali nodi ad oggi irrisolti, ha altresì ribadito come, a proprio giudizio, non possa essere reputata praticabile l’ipotesi - ventilata nei giorni scorsi – che l’Amministrazione richieda al TAR la revoca dei provvedimenti commissariali, in quanto questa strada è già stata tentata dal MIUR in passato e dichiarata inammissibile dai giudici amministrativi. Allo stesso modo, è stato evidenziato come qualsiasi ulteriore attendismo in vista dei prossimi giudizi di merito sia del tutto fuori luogo alla luce della sentenza n. 41/2011 della Corte costituzionale, come dimostrato dal recente pronunciamento definitivo in sede di appello del Consiglio di Stato sul ricorso trasferimento del 2007 in cui i giudici di Palazzo Spada hanno preso atto del parere ultimativo sulla questione espresso dal Giudice delle leggi.

L’incontro, inoltre, ha dato modo ad ANIEF di porre numerosi quesiti in ordine ad alcune possibili criticità che potrebbero verificarsi, in occasione del prossimo aggiornamento, nella gestione del punteggio spettante ai beneficiari del c.d. “Salva-precari” o di coloro che, pur non rientrandovi, hanno prestato servizio nei progetti realizzati in convenzione tra il MIUR e le regioni: per questi ultimi, il MIUR ha garantito che sarà loro consentito di poter chiedere la valutazione del servizio per il periodo di servizio effettivamente svolto.

Riguardo alle problematiche derivanti dal riordino delle classi di concorso che ha comportato la creazione di discipline definite “atipiche”, sono stati chiesti ulteriori chiarimenti in merito alla creazione delle cattedre definite “interne” da utilizzare per i docenti di ruolo perdenti posto. Inoltre, sono state evidenziate criticità sulle modalità di convocazione dei docenti inseriti in graduatorie con discipline “confluenti”, in molte situazioni, purtroppo, abbiamo dovuto riscontrare diversi casi di dubbia interpretazione anche da parte dei dirigenti durante le fasi di assegnazione dei contratti. Si è, infine, sottolineata la necessità di rispettare le pronunce della magistratura in merito alle parti della tabella di valutazione prospettata, nonché di consentire l’inserimento dei docenti specializzandi, di tutti coloro che hanno conseguito un’abilitazione, e degli iscritti in Scienze della Formazione Primaria e AFAM.

Su tutti questi aspetti problematici, ANIEF ha depositato una memoria che consentirà all’Amministrazione di poterne valutare la portata e predisporre le eventuali soluzioni, insieme a un documento che richiede l’inserimento nelle GaE dei docenti abilitandi e abilitati immatricolati dal 2007 al 2010 ai corsi autorizzati dal M.I.U.R. o in uno degli stati dell’Unione Europea, in attuazione degli articoli 3, 33 e 35 della Costituzione e del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 206.

L’Anief attenderà nei prossimi giorni la risposta del Miur in ordine ai quesiti posti, riservandosi, in caso negativo, di dare ulteriori precise istruzioni ai vecchi ricorrenti all’atto della pubblicazione del decreto di aggiornamento al fine di chiudere definitivamente il contenzioso e affinché vengano riconosciuti i diritti reclamati in merito a immissioni in ruolo, anni di servizio valutabili e mancati stipendi.

In merito al possibile intervento legislativo sulle graduatorie o sulla stabilizzazione, l’Anief come sempre chiederà audizione alle rispettive commissioni parlamentari e una viva attenzione da parte del Presidente della Repubblica al fine di rispettare la normativa comunitaria e i principi costituzionali per tutti i lavoratori precari della scuola. 

Questa volta è l’art. 2, cc. 4 e 6 del D.P.R. 89/09 che viola l’art. 117 della Costituzione e la leale collaborazione tra Stato e Regioni a cui spetta l’esclusiva competenza nel dimensionamento della rete scolastica sul territorio, attribuzione che la sentenza n. 200 del 2009 ha proprio riconosciuto spettare al legislatore regionale.

Questa è la seconda volta che il giudice delle leggi interviene sulla riforma Gelmini, dopo aver bocciato le lettere f-bis) ed f-ter) dell’art. 64, c. 4, del d.l. n. 112 del 2008, convertito nella l. 133/2008.

A nulla vale la difesa dell’avvocatura dello Stato che invoca la copertura dell’altro D.P.R. 81/09, regolamento - ricorda la Consulta – che “non ha formato oggetto di impugnazione, né può essere invocato in questa sede perché sia ritenuta immune dai vizi denunciati la disposizione oggetto di censura con i ricorsi in esame”.

All’uopo, bisogna ricordare come il Consiglio di Stato con la sentenza n. 1540/2011 abbia dichiarato inammissibile l’appello avverso la sentenza del Tar Lazio promosso da alcune associazioni in quanto non legittimate a ricorrere sul tema che poneva l’eccezione di costituzionalità dello stesso regolamento recante norme per il dimensionamento della rete scolastica, al punto da annullare la stessa sentenza n. 3291/10 del Tar Lazio.

Per la Consulta spetta alle Regioni l’istituzione di nuove scuole e di nuove sezioni nelle scuole dell’infanzia già esistenti o la loro soppressione, che devono adattare la rete scolastica alle esigenze socio-economiche di ciascun territorio, e “prevedere misure volte a ridurre, nei casi in questione, il disagio degli utenti del servizio scolastico, proprio per l’impatto che tali eventi hanno sulle comunità insediate nel territorio e con riguardo alle necessità dell’utenza delle singole realtà locali”.

La sentenza arriva dopo che lo stesso Tar Lazio con l’ordinanza n. 2227/11 ha rimesso all’attenzione della stessa corte costituzionale un altro regolamento emanato con il D.P.R. 119/09 recante norme per la definizione degli organici del personale ATA, in particolare rilevando l’eccezione di costituzionalità dell'art. 64, c. 2 e 4, lett. “e” del d.l. n. 112/2008, convertito nella l. 133/2008, per la violazione degli artt. 3, 97 e 117 della Costituzione.

Il destino sembra beffarsi di un ministero retto proprio da un avvocato, che ancora deve decidere come adeguarsi all’altra sentenza della Consulta, la n. 41/2011, che ha bocciato il trasferimento in coda nelle graduatorie del personale docente.

Il tribunale non si sostituisce al legislatore, ma certamente gli dà delle lezioni di diritto. Speriamo che tutte queste ripetizioni portino in chi ci governa una meditata e saggia promozione dello studio del diritto, specie in questo momento in cui si è prossimi all’emanazione dell’ultimo regolamento sull’accorpamento delle classi concorsuali e del decreto di aggiornamento delle graduatorie del personale docente. Sempre che anche l’ultima circolare sugli organici del personale docente (n. 21 del 14 marzo 2011) non sia bloccata dal ricorso che l’Anief promuoverà al Tar Lazio per annullare anche il decreto interministeriale collegato.

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