Sale la delusione tra il personale scolastico neo assunto per la mancata cancellazione nel Decreto Legge “Sostegni” del vincolo quinquennale che continua a costringere migliaia di docenti e immessi in ruolo nel 2020 Ata a lavorare lontano da casa pur in presenza di posti molti più vicini: “è una storia che nasconde storie di delusione e di stanchezza, di rabbia e di demotivazione”, si legge oggi in una inchiesta realizzata dalla Orizzonte Scuola. Lo scoramento tra il personale interessato è notevole e ben rappresentato dall’inchiesta odierna della stessa rivista specializzata. Una maestra ricorda che “migliaia di docenti si trovano impossibilitati nel chiedere mobilità, assegnazione provvisoria, utilizzazione, art. 36. Addirittura non è concesso alcun movimento neppure per madri con figli minori di 3 anni o titolari di legge 104. In questo ultimo caso è possibile concedere la mobilità solo se lo stato di invalidità si è presentato dopo la pubblicazione del bando concorsuale che si è espletato”. Anche la motivazione di fondo che ha portato al vincolo, la supposta continuità didattica che garantirebbe, è stato dimostrato che si realizza solo in teoria.
Secondo Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief, “si tratterebbe di una disposizione di buon senso e a costo zero. Quindi, si avrebbero solo vantaggi: per i diretti interessati, per la sua salute e quella di tutti. Cosa aspettiamo? La speranza, per salvare la situazione in vista dell’inizio del prossimo anno scolastica, è far passare un emendamento in questa direzione nella conversione in legge del decreto Sostegni. Altrimenti – conclude Pacifico -, come da noi annunciato nei giorni scorsi, la questione passerà direttamente in tribunale”.