Oltre 800 euro l’anno, per un totale di 1.637 euro: è la cifra che ha recuperato dal Tribunale del lavoro di Livorno una insegnante precaria che ha svolto, all’interno di istituti scolastici statali, a seguito della stipula di contratti di durata breve. La docente si era infatti resa conto che nel suo cedolino stipendiale mancava la ‘voce’ della ‘Retribuzione Professionale Docenti’, invece presente nelle buste paga dei colleghi di ruolo. Per questo si è rivolta ad Anief e ha ottenuto giustizia. Dopo avere esaminato la normativa e i precedenti giudiziari, il Tribunale ha concluso, anche sulla base “del principio di non discriminazione di derivazione comunitaria”, che “il contratto a termine è comparabile a quello prestato dai docenti della medesima classe di concorso immessi in ruolo, per cui non è dato riscontrare alcuna ragione oggettiva che giustifichi il mancato riconoscimento ai docenti a tempo determinato dalla retribuzione professionale docenti per il servizio effettivamente svolto”.