Gli impiegati di segreteria che intraprendono la carriera come Direttori dei servizi generali e amministrativi della scuola continuano ad essere penalizzati. A livello di carriera, con una stabilizzazione che non arriva, addirittura vedendosi sollevati dall’incarico in corso d’anno, ma anche economicamente. Siamo di fronte ad un grande sfruttamento da parte dal Ministero, non solo perché questo personale è stato pagato poco e male. E per i neo assunti ora c’è pure l’assurdo vincolo di 5 anni sui trasferimenti.
Marcello Pacifico (Anief): “Se da una parte è giusto che chi ha vinto un concorso entri in ruolo immediatamente, dall’altra non si può pensare che a chi ha contribuito a gestire le nostre scuole in piena pandemia possa essere revocato l'incarico prima della naturale scadenza. I facenti funzione Dsga, inoltre, percepiscono un'indennità di funzioni superiore che diminuisce in base al livello stipendiale goduto dal dipendente nel profilo di appartenenza: è evidente, a nostro avviso, come la normativa non rispetti in pieno il principio della retribuzione proporzionale e sufficiente ex art. 36 della Costituzione. Siamo pronti ad agire per vie legali, anche per dire no al blocco di 5 anni a trasferimenti e assegnazioni annuali”.
Lunedì 1° marzo prendono il via le prove Invalsi, ma a causa della pandemia vi sono delle modifiche di calendario e permangono delle incertezze: in particolare, lo stesso istituto di valutazione nazionale, poche ore fa ha annunciato che ancora non sono state prese decisioni definitive per il grado 10, ossia la classe seconda delle scuole secondarie di II grado. “Per le Prove del grado 10 saranno fornite informazioni in base all’evoluzione della pandemia”, ha precisato l’Invalsi. Per quanto riguarda le date per gli altri segmenti che svolgeranno la prova, l’istituto fa sapere che la “finestra” per lo svolgimento delle prove per le quinte superiori e per la terza media è stato allargata di alcune settimane rispetto alla programmazione iniziale. I test da svolgere nelle scuole primarie, invece, vengono posticipati a maggio.
Anief si dice d’accordo con la decisione di non utilizzare gli esiti delle prove Invalsi come requisito d’accesso agli Esami di Stato 2021. Ma proprio alla luce delle difficoltà derivanti dai contagi da Covid19, il giovane sindacato sostiene che è necessario cancellare del tutto le prove Invalsi per quest’anno e rimandarle al prossimo, quando si spera che la pandemia sia ormai dietro le spalle. “Mantenere le prove Invalsi – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – significa appesantire ulteriormente le già difficili condizioni di lavoro nelle scuole. Il fatto stesso che le date vengano cambiate in continuazione e che al secondo anno delle superiori siano pure in dubbio, la dice lunga sull’incompatibilità dello svolgimento delle prove con l’organizzazione didattica già complessa e mutevole degli istituti in presenza di contagi ancora decisamente alti”.
Sulla vaccinazione anti Covid19 dei docenti e del personale scolastico si stanno verificando delle differenziazioni incomprensibili: se vi sono delle Regioni, come il Piemonte, la Campania, il Lazio, la Puglia, l’Emilia Romagna, la Toscana e anche Bolzano, dove la somministrazione delle dosi dei vaccini è stata già avviata (per definite fasce d’età partendo da quelle più avanzate) e programmata per le prossime settimane, vi sono dei territori dove si riscontrano ritardi ed in alcuni casi un silenzio imbarazzante. Inoltre, la stampa specializzata ricorda che “trattandosi di una procedura ad adesione volontaria, il Ministero ad oggi non ha previsto un permesso “speciale” che sia al di fuori delle tipologie di permesso previsto nel Contratto”. È una decisione che il sindacato contesta: la vaccinazione non può essere un atto a mero carico del dipendente, costretto a perdere soldi di tasca propria e permessi da recuperare quando tornerà in servizio. Anief ritiene che il personale della scuola, particolarmente esposto ai contagi, debba invece avere indistintamente la possibilità di vaccinarsi volontariamente e il prima possibile.
“Riteniamo inaccettabile la differenziazione di trattamento del personale scolastico – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, aggravata dal fatto che la platea dei beneficiari delle vaccinazioni è legata ad un accordo tra le Regioni che obbliga docenti e Ata in servizio a raggiungere la Regione dove si è residenti. Si tratta di una decisione incomprensibile, prodotta da una precisa scelta della Conferenza delle Regioni, che penalizza diverse decine di migliaia di docenti Ata che lavorano in istituti scolastici lontani dalla propria residenza. Non possiamo permettercelo: quello della somministrazione repentina del vaccino anti Covid19 è un passaggio troppo importante per conciliare la salute di tutti e per mantenere in vita il diritto allo studio”.
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