Si parla tanto delle classi pollaio, sopra i 25 alunni. Ma quante sono quelle davvero regolari e rispettose degli standard minimi di superficie previsti dal Decreto Ministeriale del 18 dicembre del 1975? Pochissime. L’Ufficio Studi Anief ha calcolato che su 366 mila classi, soltanto nel 15,9% dei casi si rispetta la norma sul distanziamento previsto molto prima dell’arrivo del Covid19: significa nemmeno una su cinque. Entrando nel dettaglio dello studio del giovane sindacato, appena il 12% delle 41mila classi della scuola dell’Infanzia ha meno di 15 alunni, garantendo lo spazio minimo (tra 1,80 e 1,90 metri quadrati ad allievo) che quindi nel 95,1% dei casi è disatteso. Va leggermente meglio alla primaria, dove comunque si arriva solo al 20% (28mila su 131mila) di classi con parametri accettabili. Peggio di tutte sono messe le classi delle scuole medie: su 79mila complessive, solo 7mila (appena il 9%!) rientra nei parametri che comportano una convivenza sicura in classe. Decisamente pessimo è anche lo stato degli allievi delle superiori, ammassato nella grande maggioranza dei casi: su 115mila classi totali solo 18.500 (il 16%) offre garanzie sul distanziamento minimo tra gli studenti.
“È questo il vero vulnus della scuola italiana che si appresta a vivere per il terzo anno con il terrore del Covid19 – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, come si fa a pensare che, in queste condizioni, solo introducendo un Green Pass illegittimo possiamo stare tranquilli a riprendere le lezioni nelle aule in presenza? Il problema è che il Governo e il ministro Patrizio Bianchi sono intervenuti soltanto sul 2,9% delle classi che superano i 26 alunni per classe, investendo 22 milioni di euro e tralasciando di sdoppiare anche le altre tantissime classi che non rispettano le indicazioni sull'edilizia scolastica che dal 1975 prevede uno spazio minimo da 1,80 a 1,95 metri quadri per alunno. Per questi motivi abbiamo deciso di chiedere un'informazione a tutti i dirigenti scolastici del Paese: è importante sapere da loro quali sono i criteri, se ci sono, che hanno portato alla formazione delle attuali 366mila classi e se sono state rispettate le norme sulla sicurezza durante lo stato di emergenza pandemica”.
Ultimo giorno per utilizzare il credito residuo dell’a.s. 2019/2020 della CARTA del docente. Il primo settembre l’accesso al portafoglio elettronico per la formazione e l’aggiornamento sarà disattivato per consentire il caricamento dei 500 euro per il 2021/2022. L’eventuale credito residuo del 2020/2021 sarà, invece, riaccreditato alla riapertura delle funzioni. Ancora esclusi, purtroppo, i docenti precari, compresi coloro che sono stati individuati da prima fascia GPS per gli incarichi utili all’immissione in ruolo da GPS. Niente carta nemmeno per gli immessi in ruolo da concorso straordinario con retrodatazione giuridica. ANIEF ricorre anche per loro.
Domani è il primo giorno del nuovo scolastico, ma non si realizzerà come avevamo tutti sperato: mentre imperversa l’inutile polemica sul Green Pass, la grande maggioranza di alunni si ritroverà ammassata e nelle aule di sempre, quindi non rispettando il distanziamento minimo previsto per legge e che in piena pandemia diventa un’inosservanza ancora più grave. Come diventa inspiegabile, in piena pandemia e con l’incognita della variante Delta, la decisione di ridurre di circa 33mila unità l’organico Covid di docenti e Ata e di limitarne la durata a pochi mesi. Non si comprende nemmeno, con il distanziamento fortemente raccomandato dal Cts, per quale motivo non siano venuti meno i criteri sul dimensionamento introdotti dal DPR 81/2009 e dalla legge 133/2008, che rendono plausibili anche classi di oltre 28-30 alunni. Con 250mila posti destinati a supplenza ci siamo poi permessi il lusso di assumere da Gps solo una minima parte dei docenti precari, condannando gli altri alla supplentite ancora chissà per quanto tempo. Non hanno trovato spazio i passaggi verticali per il personale Ata e di tutti i profili professionali e neanche i passaggi di ruolo per i docenti immobilizzati e l'assegnazione provvisoria annuale senza alcun vincolo. Anief non ci sta, per questo ha deciso di fermare l’attività scolastica nel primo giorno di scuola, con date diversificate a seconda del calendario scolastico regionale, chiedendo nel contempo la fine dell’obbligo del Green Pass e delle relative ingiuste sanzioni che si traducono in sospensione e multa fino a mille euro. Il sindacato ha inviato la comunicazione dello sciopero a tutte le scuole: qualora non venissero avvertiti dalla scuola stessa, i lavoratori possono segnarlo al seguente indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sulla scuola, vero tempio della vera democrazia e della crescita umana, bisogna discutere insieme. Bisogna finirla una volta per tutte con le scelte unilaterali, tra l’altro spesso irragionevoli e illegittime. Per questo abbiamo deciso di far sentire la voce della scuola nel silenzio della prima campanella”.
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È praticamente pronta la Circolare in base al nuovo Dpcm che regolerà l’accesso agli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e che Anief, qualora non passino modifiche importanti al testo, impugnerà subito in tribunale. Il sindacato anche questa volta si dichiara pronto a non sottoscrivere il nuovo accordo che ratifica scelte unilaterali e non condivise. Dopo il confronto di oggi tra ministero dell’Istruzione e sindacati, un nuovo incontro è previsto domani sera, con l’amministrazione che punta espressamente alla firma definitiva del testo.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “il sindacato è in attesa dell’evolversi della conversione in legge, prevista per la fine di settembre, del D. Lgs. 111/2021: se entro tale data non saranno introdotte correzioni agli aspetti più punitivi e lesivi delle professionalità della scuola, la cui vaccinazione dai dati aggiornati è ormai superiore al 90%, come già fatto con il protocollo scuola del 14 agosto anche il segmento 0-6 anni non vedrà la firma del sindacato”.
Il giovane sindacato Anief mette a disposizione dei lavoratori della scuola e dell’università un servizio di Help desk sul green pass. Per richiedere un parere è possibile contattare il sindacato o attraverso l’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o il numero telefonico 3440167650
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è intervenuto all’interno dello speciale organizzato da Orizzonte scuola Tv: “Tutti vogliamo la didattica in presenza, ma in sicurezza; sono necessari tamponi salivari per tutti, vaccinati e non vaccinati. Come sindacato abbiamo il dovere di proteggere la salute dei lavoratori della scuola e degli studenti e delle loro famiglie di conseguenza. Serve sdoppiare le classi e aumentare l’organico”
Per rivedere lo speciale di Orizzonte scuola tv con l’intervento del presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, cliccare qui
L’attività scolastica riprenderà, a breve, in condizioni poco rassicuranti: in due classi su tre gli studenti non sono vaccinati o non possono esserlo; su 366 mila classi, soltanto per il 15,9% si può rispettare la norma sul distanziamento, quindi nemmeno una su cinque. Ecco perché è inutile pensare che con il Green Pass possiamo stare tranquilli a riprendere le lezioni nelle aule in presenza. In questo contesto, il ministro dell’Istruzione interviene soltanto sul 2,9% delle classi che superano il numero massimo di alunni per classe, investendo 22 milioni di euro e tralasciando di sdoppiare le classi come si dovrebbe fare nel rispetto delle indicazioni sull'edilizia scolastica che dal 1975 prevede uno spazio minimo da 1,80 a 1,95 metri quadri per alunno.
“Riteniamo a dir poco riduttivo e fuorviante pensare che la vaccinazione o il tampone imposto a docenti e Ata possa minimizzare i rischi del contagio – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: a questo punto, Anief chiederà nelle prossime ore un'informazione a tutti i dirigenti scolastici del Paese per chiedere i criteri della formazione delle classi e se sono state rispettate le norme sulla sicurezza durante lo stato emergenziale”.
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