“La riforma del reclutamento è sbagliata e deve cambiare: allunga i tempi per diventare insegnanti, con cinque procedure per fare il docente a scuola, mentre ai professori universitari ne bastano due. Porta tagli per 12.500 insegnanti e in pochi anni riduce alla metà la card docente: tra 10 anni ciascuno dei 700mila docenti di ruolo avranno perso 2.500 euro. Inoltre, i soldi non andranno a chi lavora in aula, che viene invece punito, ma a chi si formerà fuori le classi. Nei fatti, per dare circa 2-3mila euro lordi ad un docente su tre, si tolgono i fondi per l’aggiornamento di tutti gli altri. Non si considera minimamente il personale Ata e si va addirittura ad incentivare chi non partecipa alla mobilità, andando a ledere il diritto alla famiglia”. A dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante il suo intervento pubblico in viale Trastevere, davanti al ministero dell’Istruzione, nella giornata di sciopero della scuola per chiedere di cambiare il Decreto Legge n. 36 su reclutamento, formazione e valutazione approvato dal CdM.
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La Retribuzione professionale docenti – pari a 174,50 euro al mese - va assegnata a tutti gli insegnanti: quelli precari, come quelli di ruolo. Pagarla solo a chi è stato assunto a tempo indeterminato è un atto illegittimo che il giudice contrasta con sentenze di tenere opposto. Così è accaduto anche a Catania, dove il Tribunale del Lavoro, seconda Sezione Civile, ha restituito ad una docente “1677,87 euro oltre accessori, come per legge” e condannato il ministero dell’Istruzione “al pagamento delle spese processuali, in favore della parte ricorrente, che si liquidano in €.981 per compensi, oltre IVA e CPA, rimborso forfettario al 15%”.
Creano ulteriore disorientamento certe dichiarazioni del ministro dell’Istruzione a proposito del forte calo di studenti, oltre un milione in meno, nei prossimi dieci anni: “tutte le risorse che ci sono per la scuola devono rimanere sulla scuola. Bisogna ridurre il numero delle classi e aumentarne la qualità”, ha detto Patrizio Bianchi. Sull’argomento torna oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Detto che non vanno cancellate le classi, ma dimezzati gli alunni che ci sono dentro, è bene chiarire da subito che quella che attende le scuole è una prospettiva cuoa – avverte il sindacalista autonomo – perché se la riforma sul reclutamento sarà approvata, molte scuole nel 2033 non avranno solo meno alunni ma saranno chiuse. Perché la dispersione scolastica aumenterà, come pure la precarietà lavorativa”.
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