Quest’anno le domande di pensionamento nella scuola sono state oltre 34mila: si tratta di 24.531 istanze presentate dai docenti, alle quali si aggiungono 9.559 specifiche presentate dal personale Ata, per un totale di domande complessive pari a 34.090. Potevano e dovevano essere molte di più, osserva il sindacato Anief: la trasformazione di Quota 100 in Quota 102, peraltro solo per un anno, ha infatti costretto molti docenti, Ata e presidi a dovere rimandare l’appuntamento con la pensione. A questi, vanno aggiunti poi i tanti che hanno preferito non fare domanda di pensionamento per non incappare nei tagli che scattano per aderire a questo genere di anticipo pensionistico. Solo una parte dei docenti, in servizio nella scuola l’infanzia e primaria, hanno infatti potuto aderire all’Ape Sociale, che considera usurante il lavoro svolto permettendo così di anticipare l’uscita dal lavoro da 63 anni, con almeno 38 di contributi, con tagli minimi all’assegno di quiescenza.
Il conflitto in Ucraina sta portando l’inflazione a livelli abnormi: tanti italiani stanno scivolando verso la povertà. Anche tra i lavoratori, soprattutto quelli della scuola che partono da uno stipendio già del 20% in meno rispetto a quelli medi della pubblica amministrazione. In questa situazione, diventa urgente rinnovare il prima possibile il contratto di categoria, scaduto da quasi 40 mesi, con uno stanziamento di risorse ben superiore a quel 4,02% proposto sinora. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in un’intervista all’agenzia Teleborsa.
Ettore Michelazzi, presidente del Consiglio Nazionale ANIEF e delegato per la CESI, ha partecipato ai lavori odierni on line assieme ai colleghi sindacalisti europei e a esperti del settore; il tema era le politiche attive del mercato del lavoro e i nuovi ruoli per i sindacati a sostegno dei lavoratori. Ha diretto i lavori il Segretario Generale della CESI Klaus Heeger
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