Da dieci giorni si è conclusa la possibilità dei docenti di presentare domanda di richiesta di ricostruzione carriera, così da ottenere il riconoscimento dei servizi validi, una migliore fascia stipendiale di appartenenza e quindi gli incrementi salariali dovuti: tramite istanze online, la richiesta va inviata al dirigente scolastico che nel volgere di alcune settimane, grazie al fatto che il sistema è stato totalmente digitalizzato, provvederà all’emissione del decreto di ricostruzione quindi la trasmissione alla Ragioneria generale dello Stato, dipartimento del Ministero dell’Economia. Alla procedura sono interessati tutti gli immessi in ruolo dell’ultimo anno e coloro che non l’hanno ancora fatto. Cosa debbono aspettarsi i lavoratori del settore scolastico che hanno svolto il servizio militare o civile sostitutivo? È possibile conteggiare tale periodo ai fini della ricostruzione carriera per il corretto inquadramento del dipendente nella rispettiva fascia stipendiale? Orizzonte Scuola, normativa alla mano, spiega che l’amministrazione valuta questo servizio solo se prestato in costanza di rapporto d’impiego. Per il sindacato è un’interpretazione illegittima. Chi è interessato può rivolgersi alle sedi regionali del sindacato.
“Come Anief – dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - abbiamo sempre sostenuto che il riconoscimento del servizio militare, anche se svolto non in costanza di rapporto di lavoro con il Ministero, è un diritto coerente con i precetti dell'articolo 52, comma 2, della Costituzione e, al tempo stesso, funzionale alla salvaguardia del principio della parità di trattamento e di non discriminazione. L’amministrazione scolastica, invece, perseverando nella sua ostinazione del voler circoscrivere la valutazione del servizio militare e l'attribuzione del relativo punteggio ai soli docenti che erano anche destinatari di incarico di insegnamento, continua a negare in modo scorretto l’assolvimento di tale diritto”.