Concorso a cattedra, domani i primi scritti tra tante incertezze e un occhio alle procure

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Mancano moltissimi commissari e non c’è traccia delle griglie di valutazione: il rischio di discrezionalità nel giudicare gli elaborati svolti dai candidati rimane alto. Come è possibile ancora che i giudici provvedano in extremis ad incrementare il numero dei partecipanti, attraverso apposito decreto cautelare di ammissione: lo sa bene il Miur, che non è un caso se ha allertato gli Uffici scolastici regionali perché predisponessero i locali e le attrezzature informatiche necessarie per lo svolgimento di sessioni allargate o suppletive. La strada è stata tracciata dal Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, che ha deciso in queste ore “di ammettere, con riserva, i ricorrenti a sostenere le prove concorsuali”.

Marcello Pacifico (presidente Anief): quella di ammettere i ricorrenti con riserva rimane un’ipotesi ancora percorribile, a patto che il giudizio del giudice d’appello venga emesso prima del termine delle prove scritte, che corrisponde con l’ultimo giorno di maggio. In caso di accoglimento, lo stesso Tar Lazio dovrà mutare il precedente orientamento negativo e ordinare, di conseguenza, al Miur la partecipazione di tutti gli esclusi.

Ad una manciata di ore dall’inizio delle prime prove scritte del concorso a cattedre, rimangono tutti da sciogliere i nodi di un’organizzazione dilettantistica: mancano ancora da nominare decine di migliaia di commissari, come non c’è traccia delle griglie di valutazione, tanto che in Parlamento si sta predisponendo un’interrogazione parlamentare per “una possibile violazione dei principi di imparzialità e trasparenza delle scelte valutative della pubblica amministrazione” e con il più che fondato rischio di discrezionalità nel giudicare gli elaborati svolti dai candidati.

Ma i dubbi sulla legittimità della procedura concorsuale, ravvisati pure dalla stampa nazionale, riguardano anche la possibilità che le prove possano diventare molte di più, a seguito di un’eventuale ammissione da parte dei ricorrenti che potrebbero ricevere il decreto cautelare di ammissione a ridosso della prova scritta o comunque entro il prossimo 31 maggio, giorno dell’ultima verifica scritta programmata: lo sa bene anche il Ministero dell’Istruzione, che non è un caso se ha allertato gli Uffici scolastici regionali perché predisponessero i locali e le attrezzature informatiche necessarie per lo svolgimento di sessioni allargate o suppletive.

A tracciare la strada di quello che potrebbe essere il destino di tanti candidati ricorrenti è stato in queste ore il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, che ha optato per l’accoglimento della “domanda di misure cautelari monocratiche”, ordinando “di ammettere, con riserva, i ricorrenti a sostenere le prove concorsuali”. Attraverso tre distinti decreti monocratici, nella provincia a statuto speciale potranno infatti svolgere gli scritti tutti “gli aspiranti docenti laureati (o in possesso di titolo equipollente), con titolo considerato valido per l’accesso all’insegnamento per la rispettiva classe concorsuale”, i docenti precari abilitandi PAS e AFAM che stanno concludendo i percorsi formativi all’interno dei percorsi universitari, nonché gli Insegnanti tecnico pratici “inseriti nella graduatoria d’Istituto ed in possesso del titolo idoneo per insegnare nella rispettiva classe di concorso, non abilitati”.

“Quella di ammettere i ricorrenti con riserva rimane un’ipotesi ancora percorribile – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – a patto che il giudizio del giudice d’appello venga emesso prima del termine delle prove scritte, che corrisponde all’ultimo giorno di maggio. In ballo c’è l’eventuale partecipazione in extremis di molti docenti laureati, Itp o con diploma magistrale linguistico. In caso di accoglimento, lo stesso Tar Lazio dovrà mutare il precedente orientamento negativo e ordinare, di conseguenza, al Miur la partecipazione di tutti gli esclusi, indipendentemente dalle future pronunce in merito ai ricorsi depositati dallo studio legale del sindacato: pertanto, le prove potrebbero, già calendarizzate, avere una coda non indifferente”.

 

 

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