Concorso per dirigenti, il Consiglio di Stato nega a migliaia di docenti di svolgere gli scritti. L’Anief diffida il Ministro Profumo: rinvii le prove in programma il 14 e 15 dicembre, altrimenti è alto il rischio che salti tutto

L’Anief risponde con durezza alla decisione del Presidente della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, che attraverso un proprio decreto monocratico, non ha concesso l’ammissione di migliaia di ricorrenti alle prove del concorso per dirigenti scolastici. Il sindacato contesta al giudice di Palazzo Spada la decisione di fissare la seduta collegiale per il prossimo 20 dicembre: poiché le prove scritte sono in programma alcuni giorni prima, il 14 e 15 dicembre, a quel punto diventerà ininfluente l’esito della decisione definitiva.

I legali dell’Anief diffidano il Miur dal procedere allo svolgimento delle prove senza aver atteso la discussione degli appelli nella prima Camera di consiglio utile. Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, sostiene che questa procedura adotta mette ad alto rischio l’intera procedura concorsuale: “perché se nostri legali, entrando nel merito del ricorso attraverso una perizia tecnica, cosa che non ha fatto il Presidente della Sesta Sezione del CdS, riusciranno a dimostrare la violazione del bando concorsuale, attraverso la somministrazione tra i 100 test di almeno un quesito errato, come in effetti è accaduto, tutte le prove fino ad oggi svolte e le nuove programmate verranno annullate”.

Secondo il rappresentante dell’Anief “a questo punto, solo un provvedimento d’urgenza adottato dal Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, può sanare la situazione facendo slittare le prove scritte”. I legali del sindacato hanno già provveduto a notificare al ministro Profumo una diffida affinché le prove in programma la prossima settimana vengano rinviate a una data successiva all’udienza camerale del 20 dicembre prossimo.

In caso contrario – conclude Pacifico - è evidente che sarà coinvolta anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per la violazione della convenzione sul giusto processo, oltre a essere interessato lo stesso tribunale amministrativo per un abuso di potere, da parte dell’amministrazione, tanto più gratuito quanto più violento nel deridere alcuni articoli della Costituzione – in particolare il 113 della Costituzione e 6 della CEDU - di cui si chiede ai candidati la conoscenza”.