Mentre il Ddl sulla scuola migra dal Quirinale alla VII Commissione Cultura della Camera, primo step di un percorso che non si preannuncia breve, altrove avvengono alcune immissioni in ruolo. I luoghi in cui questo accade non sono però gli uffici del Miur, bensì le aule dei tribunalinazionali ai quali si sono rivolti i docenti precari che Renzivorrebbe tenere fuori dal piano di immissione straordinario. La strategia pensata nel Ddl di riconoscere indennizzi minimi rientra in un piano tendente a far desistere dal ricorrere per la via giudiziale, tentativo che a leggere quanto pubblicano i siti specializzati sulla scuola è andato a vuoto. Per averne contezza non ci si può però affidare alla stampa nazionale, la quale sull'argomento non spende nemmeno una parola, bensì bisogna andare su Orizzontescuola.itoppure sul sito del giovane sindacato Anief che domenica 29 marzo titolava a tutto campo: 'Scacco matto al Miur.'

Le 25 sentenze avverso il Miur

Anief parla apertamente di gioco sulla vita dei docenti precari da parte del governoRenzi, costringendoli a rivolgersi ai tribunali che cominciano ad emettere sentenze di condanna al Miur per la ben nota questione della reiterazione dei contratti a termine. L'ostinazione a non voler stabilizzare i docenti abilitati che non hanno potuto usufruire di alcun concorso pubblico, fatto già di per sé grave perché impedisce agli insegnanti di ottenere il titolo per entrare in ruolo e dunque meritevole di sanzione, culmina con ben 25 giudizi di condanna del Miur a provvedere alle immissioni in ruolo e al risarcimento con decorrenze dagli anni 2009/2010. Da Modena, passando per Lucca e Pistoia, fino a Santa Maria Capua Vetere e Bari, ovunque è un trionfo di sentenze favorevoli ai precari. Eppure c'erano già state le avvisaglie di quello che sarebbe successo con la sentenza di Fermo di neanche un mese fa.

Presto e male

In un articolo su Repubblica.it di sabato scorso a firma di Corrado Zunino viene delineato il cammino del Ddl scuola con una partenza prevista per domani ed un rapido passaggio alle camere che dovrebbe culminare con una definitiva approvazione per fine giugno, a chiusura cioè di quest'anno scolastico. Ma il rischio insito nel progetto della "Buona Scuola" per il governo è quello che lo stesso si trasformi in una sorta di ordigno ad orologeria in grado di provocare un'esplosione di ricorsi a causa dei criteri fortemente discriminatori ed incostituzionali in esso contenuti. Come a dire che il recente orientamento giurisprudenziale non è servito aRenzi per capire che deve cambiare direzione.