Tecnica della Scuola: Assunzioni, con quali vecchie graduatorie? L’Anief fa pressing sul Ministero

In ballo ci sono i 10.000 posti da docente da assegnare attraverso le liste di attesa con le “code”. Il problema è che almeno 3.000 precari andavano inseriti a “pettine”. Ma ancora non si è compreso se il Miur li ha collocati come disposto dai giudici. Per il sindacato di Pacifico se ciò non accadesse scatterebbero gravi reati penali e responsabilità contabili.

A pochi giorni dalle convocazioni per le immissioni in ruolo, da concludersi entro il 31 agosto, ancora non è chiaro se le 10.000 assunzioni di nuovi insegnanti (su complessive 30.000) verranno realizzate sulle vecchie graduatorie comprendenti tutte i docenti trasferiti posizionati in “coda” o solo quelli che non hanno vinto il ricorso (per un’operazione ritenuta nelle aule dei Tribunali priva di presupposti giuridici). La questione non è da poco perché solo i legali dell’Anief hanno curato gli interessi di almeno 3.000 ricorrenti.

Secondo una durissima nota della stessa associazione sindacale siciliana, con iscritti però in tutta la Penisola, “l’amministrazione dietro la scusa della giurisdizione del giudice ordinario sta di fatto eludendo il giudicato formatosi alla luce della sentenze della Consulta e del Consiglio di Stato lasciando gli aventi diritto fuori dalle graduatorie pettinate. In pratica, Il Governo, per volontà di un partito politico (la Lega Nord ndr), decide chi deve entrare di ruolo al posto degli aspiranti legittimi salvo poi confrontarsi con la magistratura”. In effetti, l’Anief era riuscita a inserire a pettine almeno 3.000 ricorrenti nelle vecchie graduatorie secondo il loro punteggio nel rispetto del principio meritocratico, e aveva deciso di continuare il contenzioso al giudice del lavoro per gli altri ricorrenti non ancora inseriti. “Nel frattempo, già due procuratori generali della corte dei conti dell’Umbria e del Piemonte – incalza l'Anief - avevano richiesto al sindacato la documentazione relativa alla denuncia presentata di cattiva amministrazione della cosa pubblica”.

A questo punto, a pochi giorni dalle prossime immissioni in ruolo, l’Anief rincara la dose e chiede agli stessi procuratori generali “di impedire un ingeneroso sperpero di denaro pubblico nell’attribuire posti di lavoro nell’amministrazione ai non aventi diritto”. Ma non solo: “diffida i direttori scolastici regionali e la direzione generale (a cui sarò rinnovato l’invio di tutti gli elenchi) dal non inserire a pettine prima delle prossime immissioni in ruolo retrodatate per l’a.s. 2010-2011 tutti i ricorrenti al tribunale amministrativo anche non commissariati e dal non conferire gli incarichi legittimi, e risponde alle richieste della Corte dei Conti chiedendo giustizia nella rivelazione dei reati penali e delle responsabilità contabili rispetto alla presunta elusione con un intervento deciso – conclude il sindacato guidato da Marcello Pacifico - sulla legittimità delle operazioni da porre in essere al di là dei piaceri del politico di turno”.

La situazione, insomma, è davvero ingarbugliata. Senza entrare nel merito delle questioni giuridiche, l’impressione è che alla fine coloro che hanno vinto i ricorsi dovrebbero essere accontentati ed essere posizione a “pettine”. Per i precari del Centro-Nord aspiranti al ruolo, difesi dal Carroccio, non sarebbe comunque una sconfitta: rimarrebbero, infatti, altri 7.000 posti da assegnare attraverso le graduatorie a loro più favorevoli.

Fonte: Tecnica della Scuola

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