La Stampa: Da precari a presidi

Da precari a presidi. Ma anche da prof di educazione fisica o di musica a presidi, al contrario di quello che il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha in mente come curriculum per i futuri dirigenti scolastici. Manca poco più di una settimana al concorso per presidi ma ancora molta strada c'è da fare. Nonostante il bando risalga a tre mesi fa le commissioni non sono complete. Mancano all'appello Uffici Scolastici Regionali importanti.  L'ultima novità è poi giunta ieri e rischia di provocare ancora più confusione in un concorso che è già un'odissea. Al concorso per presidi potranno partecipare anche i docenti precari. I giudici del Tar del Lazio hanno accolto due ricorsi dell'associazione Anief e dunque 400 ricorrenti saranno ammessi con riserva alle prove pre-selettive del 12 ottobre. Si tratta di docenti di ruolo con cinque anni di servizio tra ruolo e pre-ruolo e di docenti precari con cinque o più anni di servizio alle spalle nella scuola pubblica. Accolti anche i ricorsi che chiedevano la possibilità di partecipare alla prova anche per chi ha diploma Isef, del magistero in Scienze Religiose o il diploma di Conservatorio.

I giudici amministrativi hanno tenuto conto di una sentenza della Corte di Giustizia europea che ha sancito il principio secondo cui nei concorsi pubblici il servizio prestato a tempo determinato doveva essere valutato come quello prestato a tempo indeterminato.

"Una vittoria", afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico. Non può esistere - dice - un servizio di serie A (quello prestato dopo il ruolo) e uno di serie B (quello prestato da supplente). Questa decisione dei giudici conferma, ormai, come il diritto comunitario, spesso più attento alla
tutela dei diritti fondamentali dell'uomo, sia vincolante per il diritto interno. Ora tocca agli aspiranti candidati dimostrare le proprie capacità per vincere un concorso difficile per esercitare il ruolo di dirigente nella scuola dell'autonomia. D'altronde, sono tutti colleghi abilitati con anni di esperienza, perché‚ non potrebbero diventare dirigenti?".

Fonte: La Stampa

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