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Tecnica della Scuola: concorso dirigenti, il Consiglio di Stato aumenta i dubbi sulla regolarità

In una sentenza dell'11 gennaio sull’ammissibilità di alcune decine di ricorrenti (che nei test avevano ottenuto 75-80 punti), Palazzo Spada parla di “carattere obiettivamente erroneo di alcuni dei quiz somministrati”. L’Anief non ha dubbi: un giudice di primo grado non può contraddirne uno superiore, per cui al Ministro non resta che interrompere in auto-tutela le correzioni delle prove scritte e rinnovare le pre-selettive.

Sul concorso per diventare dirigenti scolastici continua ad aleggiare sempre più da vicino il rischio annullamento. Stavolta a porre seri dubbi sulla regolarità delle prove pre-selettive, da cui scaturirebbe la necessità di ripartire da zero, sono due ordinanze dell’11 gennaio scorso del Consiglio di Stato (la n. 64/2012 e la n. 67/2012): i giudici di secondo grado nel confermare il provvedimento monocratico che aveva consentito l’ammissione alle prove scritte di alcune decine di ricorrenti (che nei test preselettivi avevano maturato un punteggio tra i 75 e gli 80 punti), sembra quasi voler anticipare la decisione di merito che sarà chiamato ad esprimere il Tar del Lazio (su indicazione sempre di Palazzo Spada). “Considerato che, ad un primo esame, l’appello cautelare in epigrafe - sostiene il Cds - appare meritevole di parziale accoglimento laddove ha rilevato,per un verso, il carattere obiettivamente erroneo di alcuni dei quiz somministrati e, per altro verso, l’alta probabilità che, in assenza degli errori in questione, gli appellanti avrebbero potuto accedere al prosieguo delle prove concorsuali”.

Ora, il fatto che il Consiglio di Stato ammetta l’esistenza del “carattere obiettivamente erroneo di alcuni dei quiz somministrati” sembrerebbe dare ragione al folto raggruppamento di legali che a seguito del rifiuto da parte del Tar di ammettere con riserva i propri assistiti, si sono schierati apertamente (facendo ricorso allo stesso Cds) per l’illegittimità dell’intera procedura concorsuale.

Di questo parere è il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, per il quale è “difficile, dunque, che i giudici del Tar Lazio, nel merito, confutino quanto ormai attestato dai giudici di secondo grado. A questo punto - continua il leader dell’Anief - il ministro Profumo non ha più bisogno di aspettare la decisione di merito del tribunale amministrativo e dovrebbe prendere atto dell’esito scontato del contenzioso, interrompere in auto-tutela le procedure di correzione delle prove scritte e rinnovare le prove pre-selettive”.

Sinora su questa sentenza del Cds non ha fatto sapere il proprio parere, invece, l’Anp, l’Associazione nazionale presidi ed alte professionalità della scuola, che si è costituito ad opponendum, in difesa delle procedure espletate. La replica, comunque, non tarderà ad arrivare.

Fonte: Tecnica della Scuola