TMNews: Anief a ministro Profumo, premi non servono

I premi e le borse di studio agli studenti più bravi non servono se poi lo Stato italiano non è in grado di trattenere le sue eccellenze e le fa migrare all'estero: così risponde Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, alla lettera inviata ai sindacati dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, nella quale il ministro ha spiegato che "diritto allo studio e misure premio per chi si impegna di più sono due facce della stessa medaglia di una scuola moderna, europea ed inclusiva".

"Pensavo che i voti assegnati e gli esami svolti dagli anni della scuola elementare a quelli dell'università fossero sufficienti a misurare la capacità, le abilità, le competenze, gli apprendimenti dei nostri studenti", ha risposto sempre per via scritta il presidente dell'Anief rivolgendosi a sua volta al ministro Profumo. "Certamente, qualche borsa di studio in più non farebbe male - e ne parla uno che ne ha ricevute parecchie e per merito - ma non servono se poi alla fine lo Stato costringe i cervelli tanto coccolati ad emigrare all'estero perché l'accesso alla professione è sbarrato, per esempio, per diventare insegnante e ricercatore, o perché la stessa carriera per alcuni anni viene bloccata".

Secondo Pacifico le priorità che il governo italiano deve porsi per il suo comparto dell'istruzione sono altre: "Eliminare la precarietà come cattivo sistema ordinario di funzionamento della macchina pubblica, gestire in maniera trasparente e meritevole i concorsi pubblici, investire maggiori risorse nella selezione, nella formazione, nell'assunzione e nella progressione di carriera, dotare i centri di produzione e di trasmissione del sapere di strumenti tecnologici adeguati, garantire l'alternanza scuola-lavoro, rilanciare un piano di investimenti per il reclutamento dei giovani ricercatori dell'università e dei precari della scuola, adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici ai livelli europei per non mortificare ulteriormente la professione".

Il presidente dell'Anief conclude la sua lettera sostenendo di accogliere "di buon auspicio la fine della stagione dei tagli che negli ultimi cinque anni ha eliminato più di 100.000 posti nella scuola pubblica e più di 20.000 cattedre all'università", ma anche di attendere "l'aumento di un 1% del Pil per l'istruzione e la ricerca perché, senza investimento, le solite misure di contenimento della spesa non aiutano a rilanciare la nostra economia".

Fonte: TMNews