La stampa scrive

Italpress: scuola, Anief: tagli a oltranza mortificano insegnanti

A 34 anni dalla prima supplenza, un'insegnante di tedesco e' ancora precaria della scuola: e' l'incredibile storia professionale - sottolinea l'Anief - di una laureata in lingue e letterature straniere che ha iniziato a firmare contratti a tempo determinato nella scuola pubblica, come docente di lettere, nel lontano 1979. Oggi e' seconda in graduatoria ad esaurimento, ma la carenza di posti non le garantisce di essere assunta in ruolo prima che vada in pensione.

"Le colpe di questi record da terzo mondo sono tutte da addebitare all'inefficienza dello Stato e dei Governi che si sono succeduti – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief -. Sono loro che li hanno condannati a vestire il ruolo di precari a vita. Solo per motivi di risparmio della spesa pubblica si continua infatti a derogare alla direttiva comunitaria che da 13 anni impone ai Paesi che fanno parte dell'Ue di assumere tutti i lavoratori che hanno svolto 36 mesi di servizio nell'ultimo quinquennio. Il duro attacco sferrato in questi anni ultimi anni alla scuola – conclude il presidente dell'Anief - , con tagli ad oltranza e investimenti risibili rapportati al Pil, ha raggiunto il risultato opposto di quello di un Paese che doveva investire nella conoscenza culturale per risollevarsi. Mortificando tanti professionisti dell'insegnamento, che in altri Paesi sarebbero valorizzati e apprezzati per il prezioso lavoro che svolgono invece di essere abbandonati al loro destino e mandati in pensione da precari".

A 34 anni dalla prima supplenza, un'insegnante di tedesco e' ancora precaria della scuola: e' l'incredibile storia professionale - sottolinea l'Anief - di una laureata in lingue e letterature straniere che ha iniziato a firmare contratti a tempo determinato nella scuola pubblica, come docente di lettere, nel lontano 1979. Oggi e' seconda in graduatoria ad esaurimento, ma la carenza di posti non le garantisce di essere assunta in ruolo prima che vada in pensione. "Le colpe di questi record da terzo mondo sono tutte da addebitare all'inefficienza dello Stato e dei Governi che si sono succeduti – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief -. Sono loro che li hanno condannati a vestire il ruolo di precari a vita. Solo per motivi di risparmio della spesa pubblica si continua infatti a derogare alla direttiva comunitaria che da 13 anni impone ai Paesi che fanno parte dell'Ue di assumere tutti i lavoratori che hanno svolto 36 mesi di servizio nell'ultimo quinquennio. Il duro attacco sferrato in questi anni ultimi anni alla scuola – conclude il presidente dell'Anief - , con tagli ad oltranza e investimenti risibili rapportati al Pil, ha raggiunto il risultato opposto di quello di un Paese che doveva investire nella conoscenza culturale per risollevarsi. Mortificando tanti professionisti dell'insegnamento, che in altri Paesi sarebbero valorizzati e apprezzati per il prezioso lavoro che svolgono invece di essere abbandonati al loro destino e mandati in pensione da precari".

Fonte: Italpress