Con l’antidemocratico voto di fiducia imposto dal Governo, arriva a poche ore dalla scadenza il sì definitivo della Camera alla Legge di Bilancio 2022: in questo modo – dopo che prima di Natale avevamo assistito all’approvazione del testo a Palazzo Madama – la manovra finanziaria diventa legge dello Stato, con 355 i favorevoli e 45 contrari. Se a livello parlamentare le decisioni imposte dall’esecutivo sembrano riscuotere consensi, almeno per quel che riguarda la Scuola tra il personale, gli studenti e le famiglie c’è tanto rammarico e un’alta dose di dissenso: ancora una volta, l’Istruzione è stata messa all’angolo.
Il Consiglio dei ministri, dopo un confronto serrato, anche con il Comitato tecnico scientifico, ha dunque approvato il decreto sull’estensione dell’uso del Green Pass rafforzato e le nuove quarantene e capienze, al fine di favorire “il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria”: le misure, che dovrebbero essere integrate con delle altre da approvare nella prima settimana di gennaio, introducono una ulteriore stretta per contenere i contagi da Covid-19 che vanno dal Green Pass rafforzato per una serie di attività, a partire da alberghi e ristoranti all’aperto, ma anche treni, aerei e navi e per il trasporto pubblico e si torna anche alla capienza massima al 50% per impianti all’aperto e al 35% al chiuso. Tra le disposizioni accordate, con parere unanime dei ministri, c’è l’introduzione di prezzi calmierati per le mascherine Ffp2. Intanto, con una Nota inviata alle scuole il Ministero dell’Istruzione ha avviato la rilevazione del fabbisogno di mascherine FfP2 da distribuire secondo quanto previsto dal decreto approvato prima di Natale, il quale riserva l’assegnazione di tali dispositivi protettivi al solo personale “preposto alle attività scolastiche e didattiche nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, dove sono presenti bambini e alunni esonerati dall’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie”.
Il ministero dell’Istruzione ha comunicato ai sindacati le modalità di svolgimento del Concorso ordinario, per titoli ed esami, per assumere 32mila nuovi docenti su posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado, introdotto con il Decreto n. 499/20 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 34 del 28-04-2020: l’amministrazione ha espresso le sue intenzioni attraverso una bozza di modifica del decreto iniziale, che nell’estate del 2020 aveva portato alla candidatura di oltre mezzo milione di aspiranti docenti a fronte di 32mila posti complessivi messi a bando. Faranno eccezione alcune discipline scientifiche, cosiddette Stem, per le quali sarà possibile produrre nuove domande e candidature.
Il presidente nazionale Anief - oggi pomeriggio – ha preso parte alla conferenza stampa di fine anno organizzata da Orizzonte scuola tv. Marcello Pacifico: “Non si può ripartire a gennaio con le lezioni in presenza, bisogna andare in dad. È necessario un piano di 10 miliardi per sdoppiare la metà delle classi, recuperare le sedi dismesse negli ultimi anni e far in modo che dal prossimo anno non saremo bloccati da qualche altra variante”
Anche la Corte Costituzionale sostiene la tesi del sindacato: assumere a tempo indeterminato serve a contrastare l’abuso dei contratti a termine. La posizione è giunta con la sentenza 250/21 del 21 dicembre scorso, con cui i giudici sono intervenuti in ordine a una questione di costituzionalità sollevata dal Tribunale del Lavoro di Massa, su un contenzioso riguardante rapporti di lavoro con contratti di somministrazione presso le pubbliche amministrazioni. Secondo Orizzonte Scuola, la sentenza della Corte contiene alcuni “principi che possono essere in linea generale di riferimento anche per la scuola. dove la stabilizzazione pare ad oggi essere un miraggio”. Inoltre, la Corte aveva già chiarito con un’altra sentenza, la n. 89 del 2003, che la diversificazione, tra il settore pubblico e il settore privato, della disciplina dei rimedi dell’inosservanza delle regole imperative sul contratto di lavoro a termine non si traduce in una illegittima e discriminatoria riduzione della tutela attribuita al pubblico dipendente. Ne consegue che quella di assumere in ruolo il personale “altro non è che una questione di volontà politica che il legislatore dovrebbe raccogliere”: pertanto l’immissione in ruolo “sarebbe costituzionale, legittima e rispettosa dello Stato di diritto, cosa che il precariato ripetuto negli anni non lo è”.
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