I giudici dell’organo superiore amministrativo accolgono l’istanza degli appellanti di abbreviazione dei termini per discutere l’appello nella prossima Camera di Consiglio dell’11 novembre. Nel frattempo, la Commissione europea in risposta a diverse interrogazioni parlamentari sconfessa la copertura comunitaria sull’uso della certificazione italiana nei luoghi del lavoro (il richiamato Regolamento Ue 953/21). Anief ricorda che ci si può ancora, ma subito, costituire gratuitamente in appello.
E accoglie l’istanza degli appellanti di abbreviazione dei termini per discutere l’appello nella prossima Camera di Consiglio dell’11 novembre. Nel frattempo, la Commissione europea in risposta a diverse interrogazioni parlamentari sconfessa la copertura comunitaria sull’uso della certificazione italiana nei luoghi del lavoro (il richiamato Regolamento Ue 953/21). Anief ricorda che ci si può ancora, ma subito, costituire gratuitamente in appello.
La normativa rumena va disapplicata perché in contrasto con l’art. 2 della Direttiva UE n. 88/2003. Il 16 novembre prossimo, invece, il Tar del Lazio si pronuncia sul ricorso presentato da Anief contro l’obbligo della formazione del corso obbligatorio di almeno 25 ore durante l’orario di servizio del personale docente non specializzato previsto dal Ministero dell’Istruzione. Una volta accolto il ricorso presentato da Anief, dal Fondo d’istituto dovranno essere pagati 400 euro a insegnante per la formazione richiesta che dovrà essere fatta fuori dall’orario di servizio. Complessivamente, il Ministero dell’Istruzione dovrà collocare in Legge di Bilancio altri 400 milioni di euro per coprire le spese delle istituzioni scolastiche.
LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO PER LE ATTIVITÀ FORMATIVE
Nelle more gli insegnanti interessati che hanno svolto attività di formazione obbligatoria possono richiedere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. la domanda da inoltrare al Dirigente Scolastico per ottenere il pagamento delle attività funzionali all’insegnamento svolte (15,91 euro l’ora), negli ultimi cinque anni, come ribadito anche dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con sentenza n. 24/1994, ai sensi della Tabella 5 del CCNL 2003. La stessa domanda può presentarla il personale amministrativo (11,36 euro l’ora per collaboratore scolastico, 13,07 euro per assistente tecnico e amministrativo, 16,47 per dsga – Tabella 6).
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANIEF
Marcello Pacifico, presidente Anief, è chiaro: “Lo abbiamo sempre detto al ministro Patrizio Bianchi in tutti gli incontri che la formazione è prima un diritto che un dovere del lavoratore e come tale va retribuita, come attività funzionale all’insegnamento e svolta al di fuori dell’orario di lavoro, lo stesso vale per il personale Ata ed educativo. Colgo l’occasione per ricordare al Governo che tutto il personale scolastico, anche quello precario e quello amministrativo ancora devono essere messo nelle condizioni di potersi formare con l’utilizzo di quella card (500 euro) che da cinque anni è assegnata al solo personale di ruolo, senza aspettare una nuova pronuncia della Corte di giustizia, su ricorso promosso dal tribunale di Vercelli su ricorso sempre seguito dall’ufficio legale del nostro sindacato”.
A quasi due mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico, vi sono ancora migliaia di cattedre da assegnare: la situazione più critica è quella dei centri cittadini, come Milano e Roma. E si confermano i problemi nell’assegnazione delle supplenze dei docenti della scuola pubblica: l’amministrazione scolastica non ha voluto seguire le indicazioni del sindacato lasciando paletti inutili per l’inserimento nelle Gps. Poi ha continuato a non tenere conto delle graduatorie d’istituto per le assunzioni a tempo indeterminato. Questo ha creato problemi, con circa metà delle oltre 100mila cattedre perse e che invece dovevano andare al ruolo. Ed ora paga pegno, facendo anzi pagare le conseguenze a studenti ed insegnanti. Il ministero dell’Istruzione – ha scritto in queste ore Orizzonte Scuola - ha preso comunque qualche contromisura, “facendo un passo indietro rispetto alla circolare del 6 agosto scorso”; seppure tardivamente l’amministrazione ha permesso infatti “ai docenti inseriti in GPS di presentare la domanda di messa a disposizione MAD”. Rimangono da risolvere diverse problematiche, sulle quali Anief si sofferma.
Prima il sindacato adesso anche una parte dei vertici del ministero dell’Istruzione e alcuni partiti di Governo: si sta creando un fronte comune sull’esigenza di allargare la proroga dei contratti dei docenti assunti per l’emergenza Covid, prevista dalla prima bozza della Legge di Bilancio 2022, anche a decine di migliaia di amministrativi, tecnici e ausiliari che altrimenti verranno licenziati il prossimo 1° gennaio. A chiedere di allungare la durata delle supplenze di tutto l’organico Covid, almeno fino al termine delle attività didattiche dell’anno in corso non solo ai docenti ma anche al personale Ata, è stata la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia e nelle ultime ore tutto il Movimento 5 Stelle, per il quale “occorre necessariamente includere anche gli ATA nel personale i cui contratti sono prorogati fino alla fine dell’anno scolastico in corso”. E anche la stampa specializzata parla di personale già in attesa per avere “una risposta, quella per gli ATA, che al momento resterebbero esclusi dalla proroga”. La “dimenticanza” del personale Ata è ormai un classico, anche di questo Governo: già la scorsa estate, per esempio, amministrativi e collaboratori scolastici non erano stati considerati nel Piano Estate per il recupero degli apprendimenti persi sempre per via del Covid19.
“Non riusciamo a comprendere come si possa escludere dall’allungamento dei contratti del personale Covid proprio il personale Ata – commenta Marcello Pacifico -, la cui presenza nelle scuole è, al pari di quella dei docenti aggiuntivi, a dir poco fondamentale per fronteggiare l’emergenza e le varie necessità legate alla pandemia in corso: la pulizia continua dei locali scolastici, il controllo degli studenti per evitare assembramenti, i doppi turni nella scuola secondaria, le incombenze continue a livello amministrativi sono solo alcuni degli impegni ulteriori che le scuole si sono ritrovate ad assolvere con la ripresa delle lezioni a settembre. Già è incomprensibile la decisione del Governo di quasi dimezzare il contingente Covid, figuriamoci di ridurne la presenza di oltre la metà a meno di quattro mesi”.