Dopo il vertice di questa mattina, resta dunque confermata la chiusura delle scuole nelle zone rosse mentre nelle zone arancioni saranno i presidenti di regione ad avere la facoltà di chiudere quando si raggiungono i 250 casi positivi ogni 100mila abitanti. Inoltre, nella cabina di regia sarebbe stata espressa preoccupazione per l’alta contagiosità delle varianti Covid. La firma del nuovo Dpcm, che entrerà in vigore dal prossimo 6 marzo, sta per essere apposta sul decreto dal premier Mario Draghi. La decisione giunge nelle stesse ore in cui si rende noto lo studio dell’Istituto superiore di sanità che conferma l’aumento di contagi da Covid tra gli studenti: a febbraio sono cresciuti del 70&, ha scitto la Regione Emilia Romagna. Nel frattempo risultano meno di 170 mila i lavoratori della scuola vaccinati, a fronte di oltre un milione complessivi.
“Poco più del 15% di vaccinati – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - è una percentuale davvero troppo ridotta, tra l’altro riguardante lavoratori della scuola che devono ancora vedersi somministrare la seconda dose, per pensare di avere attuato una svolta importante e decisiva verso l’immunizzazione dal Covid19. Ci aspettiamo una accelerazione, che preveda tra l’altro anche la somministrazione del vaccino pure per i dipendenti scolastici non residenti: come si fa a pensare che debbano tornare nei loro territori di residenza per fare quello che è un diritto sacrosanto da potere espletare nella Asl o nell’ospedale collocato dove sono in servizio? La salute non può avere confini”.