Precariato

Licenziamenti USR Puglia: vittoria dell’ANIEF su tutta la linea, il Miur ammette l’errore dei propri dirigenti regionali

Il direttore generale Luciano Chiappetta scrive all’Ufficio scolastico pugliese per chiudere la questione facendo adottare le norme vigenti e il buon senso: non si può rimuovere nessun lavoratore già assunto a tempo indeterminato, nemmeno per fare spazio ai colleghi vincitori dei ricorsi ai giudici del lavoro per l’accertato abuso dello Stato dei contratti a termine.

Alla fine la montagna non partorirà nemmeno il proverbiale topolino. A farlo intendere è il direttore generale del Miur Luciano Chiappetta, che con la nota inviata l’8 marzo scorso all’Usr della Puglia ha intimato agli improvvidi dirigenti dell’amministrazione regionale pugliese di rendere nulla la Circolare con cui il 29 gennaio hanno indicato ai propri Ust la necessità di sollevare dall’incarico il personale - docenti e Ata - assunto in passato, per fare spazio ai colleghi vincitori dei ricorsi ai giudici del lavoro a seguito dell’accertato abuso dello Stato dei contratti a termine stipulati nei loro confronti. Chiappetta ha ricordato, come indicato a chiare lettere dall’Anief con le forti pressioni rivolte all’amministrazione scolastica e confluite nell’esposto-denuncia inviato alla Procura della Repubblica una settimana fa.

Il dottor Chiappetta non ha potuto fare altro che ammettere la realtà: “non si potrà procedere al licenziamento dell’ultimo assunto in ruolo nell’anno scolastico di riferimento indicato nella sentenza”, ha scritto il direttore generale del Miur. Quindi, se si è immessi in ruolo per ordine del giudice non conta il piano autorizzatorio delle assunzioni. I dirigenti della Puglia si possono mettere l’anima in pace: nella pubblica amministrazione il metodo Marchionne non può trovare seguito. Un concetto, tra l’altro, già annunciato qualche giorno prima dal Ministro Profumo. Anche perché l’incomprensibile azione autoritaria di cancellazione d’ufficio di decine di assunzioni, figlia di un uso arbitrario del potere di licenziamento, sarebbe stata certamente condannata dai Tribunali del lavoro.

“Ancora una volta viene premiata a pieni voti l’azione legale dell’Anief”, commenta Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato: “da una parte far assumere i ricorrenti, le cui sentenze rendono loro giustizia, evitando di mantenerli illegalmente nella precarietà chissà ancora per quanto tempo; dall’altra, mantenere in ruolo tutti coloro che sono stati assunti per merito, nessuno escluso”.

“Un successo - continua Pacfico - che segue i tanti altri ottenuti dal nostro sindacato negli ultimi anni: dalle centinaia di sentenze favorevoli ai ricorrenti Anief sui mancati trasferimenti a ‘pettine’ da una provincia all’altra, con conseguenti assunzioni in ruolo con tanto di retrodatazione, agli indennizzi da capogiro rivolti ai precari cui sono stati negati gli scatti automatici e il diritto al lavoro nei mesi estivi; da migliaia di ripescaggi di candidati al concorso a cattedra, a seguito dell’imposizione di regole prive di fondamento come quella di imporre una soglia a 35/50 anziché a 30/50, fino ai tanti ricorsi vinti per la reiterata violazione dell’Italia della direttiva comunitaria 1999/70/CE sull’abuso di precariato”.