Rassegna stampa

Rassegna stampa sull'età media dei vincitori del concorso a cattedra, sull'esclusione dei neo-laureati dalle graduatorie d'istituto e sul rapporto CNEL 2012-13

Pubblichiamo alcuni articoli sull'età media dei vincitori del concorso a cattedra, sull'esclusione dei neo-laureati dalle graduatorie d'istituto e sul rapporto CNEL 2012-13.

Oltre la metà vincitori del concorso a cattedra ha più di 35 anni

Il Messaggero: Concorsone, donna e 35enne ecco l’identikit del vincitore

La Voce Sociale: Anief: l’Italia ha il corpo docente più vecchio d’Europa

Si 24: Scuola, l'Anief: "Grave impedire ai giovani di accedere al concorso a cattedra"

AgenParl: Anief: Italia ha corpo docente più vecchio al mondo

MNews: Concorso a cattedra, oltre la metà dei vincitori ha più di 35 anni

Italpress: Scuola, Anief "Su concorso a cattedra autogol del Miur"
ROMA (ITALPRESS) - Secondo l'Anief nemmeno il concorso a cattedra e' riuscito a ridurre l'eta' media dei docenti italiani: degli 8.303 vincitori della procedura concorsuale, di cui 3.255 assunti in estate, oltre la meta' ha piu' di 35 anni. Ma il ministero dell'Istruzione non puo' prendersela che con se stesso, visto che nel bando di concorso, atteso da 13 anni, ha escluso dalle prove tutti coloro che si sono laureati dopo il 2002. Anief non si puo' esimere dal sottolineare che due assunzioni su tre sono state effettuate su supplenti "storici" della scuola, che avrebbero dovuto essere stabilizzati sulla base della direttiva europea 1999/70/CE che obbliga lo Stato ad assumere i lavoratori con almeno tre anni di servizio anche non continuativo alle spalle. "Con la preclusione a tutti i laureati negli ultimi dieci anni - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - il Miur ha creato i presupposti per aggravare, anziche' alleggerire, l'eta' media dei docenti italiani. Che, e' bene ricordare, e' gia' la piu' alta al mondo. Il nostro sindacato aveva denunciato da tempo questa situazione paradossale. Tra l'altro aggravata dalla 'fuga' dei commissari, a seguito del pericolo di lavorare in estate nei giorni di ferie e dei compensi irrisori loro destinati dall'amministrazione. L'assunzione di oltre 11mila nuovi docenti - continua Pacifico - poteva inoltre costituire una possibilita' per tante giovani donne aspiranti a questa professione: secondo il rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2012-2013, quella dell'insegnamento e' al quinto posto delle professioni predilette dal sesso femminile".
"Non a caso l'85% del corpo insegnante italiano e' composto da donne (mentre per gli uomini e' solo 15mo posto). L'inspiegabile decisione del Miur di ammettere al concorso solo laureati prima del 2002 ha pero' bloccato sul nascere questa importante chance. Oltre 50mila aspiranti docenti, molti dei quali giovani laureati, non possono essere condannati a vita al precariato. Mentre il corpo insegnante di ruolo diventa sempre piu' vecchio: basta ricordare - conclude Pacifico - che secondo il rapporto 'Education at a glance', gia' nel 2011 il 47,6% dei maestri elementari, il 61% di quelli delle medie e il 62,5% delle superiori aveva oltre 50 anni". (ITALPRESS).

Orizzonte Scuola: Il concorsone a cattedra non è stato roba per giovani

Orizzonte Scuola: Concorso a cattedra 2012: a vincerlo i precari storici della scuola, che avevano già diritto al ruolo dalle Graduatorie ad esaurimento

La Sicilia: Concorso a cattedra, la metà dei vincitori ha più di 35 anni

Tuttoscuola: Ma il 'concorsone' è stato inutile? Secondo Flc Cgil e Anief sì

Orizzonte Scuola: Docenti vincitori del concorso 2012: il 10% di under 30 segnale positivo. Ma il profilo medio è sui 35 anni

Tecnica della Scuola: Concorso a cattedra, nel Lazio una vera debacle

 

Insegnare diventa un'impresa, non basta più nemmeno la laurea

Ansa: Anief, cambia in sordina accesso graduatorie istituto
negli anni resteranno fuori migliaia neolaureati
(ANSA) - ROMA, 1 OTT - Il ministero dell'Istruzione "modifica in sordina il regolamento per l'accesso nelle graduatorie di ogni istituto attraverso una norma che nel corso degli anni lascerà fuori dalle graduatorie scolastiche centinaia di migliaia di neo-laureati: d'ora in poi anche per fare le supplenze 'brevi' sarà indispensabile l'abilitazione all'insegnamento". Lo denuncia l'Anief che intende ricorrere al Tar del Lazio contro questa limitazione. "Nel silenzio più assoluto, il Miur modifica l'accesso alle graduatorie d'istituto introducendo una restrizione storica: attraverso il regolamento ministeriale recante modifiche al decreto n. 249 del 10 settembre 2010,il Ministro dell'Istruzione - spiega l'Anief in una nota - ha stabilito che d'ora in poi per essere inseriti nelle graduatorie delle 8.047 scuole italiane servirà obbligatoriamente l'abilitazione conseguita attraverso i Percorsi abilitanti speciali (Pas) o i Tirocini formativi abilitanti (Tfa). L'operazione ministeriale, che nel corso degli anni lascerà fuori dalle graduatorie scolastiche centinaia di migliaia di neo-laureati, è contenuta nel comma 1, lettera d dell'art. 4 del citato regolamento emesso dal Ministero lo scorso 4 luglio". "Con questa discutibilissima scelta - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - il Ministero ha sovvertito una prassi avviata da 15 anni: permettere a tutti i laureati o a coloro che sono in possesso di un titolo di studio utile all'insegnamento di formulare la propria candidatura direttamente alle scuole. E essere inseriti in graduatoria, sulla base del voto conseguito, di altri eventuali titoli conseguiti e di supplenze già svolte. Una prassi che, nei tanti casi in cui non vi siano altri aspiranti giù abilitati, permette ai presidi di nominare i supplenti sulla base di una regolare lista di attesa. Il timore - continua Pacifico - è che in assenza di una graduatoria, d'ora in poi i dirigenti scolastici possano scegliere i docenti sulla base di metodi discrezionali e non più obiettivi. Non appare casuale, quindi, che la modifica sia stata scritta con un linguaggio particolarmente burocratico, comprensibile solo agli addetti ai lavori. L'unica buona notizia è che, in questa fase transitoria, - conclude il sindacalista - tutti coloro che oggi sono già inseriti nelle graduatorie d'istituto non saranno esclusi". (ANSA).

Tuttoscuola: Anche per le supplenze servirà l’abilitazione. Protesta Anief

Orizzonte Scuola: Insegnare diventa un’impresa: non basta più nemmeno la laurea

Tecnica della Scuola: Insegnare diventa un’impresa: non basta più nemmeno la laurea

Informatore Scolastico: Insegnare diventa un’impresa: non basta più nemmeno la laurea

MNews: Insegnare diventa un’impresa: non basta più nemmeno la laurea

Italpress: Scuola, Anief "Insegnare diventa impresa, non bata più nemmeno la laurea"
ROMA (ITALPRESS) - "Nel silenzio piu' assoluto, il Miur modifica l'accesso alle graduatorie d'istituto introducendo una restrizione storica: attraverso il regolamento ministeriale recante modifiche al decreto n. 249 del 10 settembre 2010, il Ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ha stabilito che d'ora in poi per essere inseriti nelle graduatorie delle 8.047 scuole italiane servira' obbligatoriamente l'abilitazione conseguita attraverso i Percorsi abilitanti speciali (PAS) o i Tirocini formativi abilitanti (TFA)". Lo afferma l'Anief in una nota. "L'operazione ministeriale, che nel corso degli anni lascera' fuori dalle graduatorie scolastiche centinaia di migliaia di neo-laureati, e' contenuta nel comma 1, lettera d) dell'art. 4 del citato regolamento (Modificazioni all'articolo 15 del d.m. n. 249 del 2010) emesso dal Ministero dell'Istruzione lo scorso 4 luglio", prosegue il sindacato. "I titoli di studio posseduti dai soli soggetti di cui al comma 1, lettere a) e c) - si legge nel regolamento del Miur - mantengono la loro validita' ai fini dell'inserimento nella terza fascia delle graduatorie di istituto. I titoli di studio conseguiti dai soggetti di cui al comma 1, lettera b), sono integrati dal compimento del tirocinio formativo attivo e costituiscono titolo di accesso al concorso e titolo di insegnamento per le rispettive classi di concorso. A decorrere dall'istituzione dei relativi percorsi, le tabelle 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10 allegate al presente regolamento, unitamente al compimento del tirocinio formativo attivo di cui all'articolo 10, sostituiscono integralmente per le relative classi di concorso i titoli previsti dal decreto ministeriale 30 gennaio 1998, n. 39, e successive integrazioni e modificazioni".
"Con questa discutibilissima scelta - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - il Ministero dell'Istruzione ha sovvertito una prassi avviata da 15 anni: permettere a tutti i laureati o a coloro che sono in possesso di un titolo di studio utile all'insegnamento di formulare la propria candidatura direttamente alle scuole. Ed essere inseriti in graduatoria, sulla base del voto conseguito, di altri eventuali titoli conseguiti e di supplenze gia' svolte. Una prassi che, nei tanti casi in cui non vi siano altri aspiranti giu' abilitati, permette ai presidi di nominare i supplenti sulla base di una regolare lista di attesa". "Il timore - continua Pacifico - e' che in assenza di una graduatoria, d'ora in poi i dirigenti scolastici possano scegliere i docenti sulla base di metodi discrezionali e non piu' obiettivi. Non appare casuale, quindi, che la modifica sia stata scritta con un linguaggio particolarmente burocratico, comprensibile solo agli addetti ai lavori. L'unica buona notizia e' che, in questa fase transitoria, - conclude il sindacalista Anief-Confedir - tutti coloro che oggi sono gia' inseriti nelle graduatorie d'istituto non saranno esclusi". "Per questi motivi, sara' il giudice amministrativo a doversi esprimere sull'illegittima esclusione dei neo-laureati dall'inserimento nelle graduatorie d'istituto", conclude il Senato. (ITALPRESS).

La Stampa: Supplenti? Solo con il Tfa

 

Rapporto CNEL mercato del lavoro 2012-13

AgenParl: Lavoro - Anief, rapporto CNEL intervenire su formazione istruzione e pensioni

MNews: Rapporto CNEL sul mercato del lavoro 2012-2013: per Anief-Confedir bisogna intervenire con urgenza

Italpress: Confedir "Intervenire con urgenza"
ROMA (ITALPRESS) - Vi sono nel 2012 tra i Neet (che non studiano e non lavorano) 2 milioni e 250 mila giovani, un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni, mentre uno su tre di essi si ritrova nel Mezzogiorno contro uno su sei al Nord e uno su cinque al Centro. Il tasso di disoccupazione, infatti, rispetto al titolo di studio conseguito da non piu' di tre anni, dimostra come vi sia un crollo di venti punti per i diplomati a differenza dei cinque punti per i laureati degli ultimi sei anni. E' quanto emerge da un rapporto Cnel presentato oggi. "A causa delle riforme delle pensioni introdotte negli ultimi 20 anni, si e' ribaltato il rapporto della forza lavoro tra giovani (15-24 anni) e maturi (55-64 anni): nel 1993 i primi erano al 15 per cento e i secondi al 9 cento, nel 2012 - commenta l'Anief -. I primi scendono al 6,5 per cento e i secondi salgono al 12 per cento. La forza di lavoro e' divenuta troppo anziana, tanto che a fronte degli stessi livelli registrati in uscita dall'occupazione alla pensione intorno al 9 per cento nella classe 55-67 anni, gli stessi dopo la riforma Fornero sono scesi al 5 per cento. Infine, si registra tra il 2007 e il 2012 un aumento dei contratti a termine che ha superato quelli a tempo indeterminato, seguendo peraltro lo stesso andamento europeo cui sfugge la sola Germania". Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, "e' necessario che il Governo intervenga subito nella conversione di tutti i contratti a termine superiori ai tre anni nel rispetto della direttiva comunitaria, sblocchi gli aumenti di stipendio, attui una riforma dell'apprendistato che immetta nel mondo del lavoro i ragazzi a 15 anni con l'alternanza allo studio obbligatorio fino a 19 anni o al termine della secondaria, distingua la contrattazione in base alle aree del Paese, riporti l'istruzione al centro del Paese potenziando l'orientamento tra la scuola superiore, l'universita' e il tutoraggio, permetta la retribuzione differita secondo le norme previgenti per ringiovanire la forza lavoro, apra un dialogo culturale verso l'area mediterranea al fine di agganciare lo sviluppo economico previsto anche nell'area africana, ripensi la devolution". (ITALPRESS).

Il Centro: «Ci sono due milioni di Neet? Investiamo sulla scuola»