Graduatorie

Graduatorie

  • Per il nuovo ministro dell’Istruzione i precari sono in cima ai problemi da risolvere nella scuola. “Bisogna tornare ai livelli del periodo precrisi e trovare una soluzione al precariato dilagante, su cui l’Ue ci ha già minacciato di una procedura d’infrazione”, ha detto Lorenzo Fioramonti, intervenuto a Il mattino di Radio 1, sottolineando anche l’importanza di aumentare gli investimenti al più presto sulla scuola. “Su scuola, università e ricerca non si scherza, sono la priorità del Paese. Ho già chiesto di inserire nella Manovra un miliardo per l’università e due per la scuola” afferma il ministro. Poi ci sono, a parte, “11 miliardi di euro di finanziamenti” per la sicurezza degli edifici scolastici.  Marcello Pacifico (Anief): “Per noi è indispensabile tener conto dei rilievi mossi dalla Commissione UE a proposito dell’abuso di precariato. Occorre quindi utilizzare appieno il doppio canale di reclutamento parallelo alle graduatorie di merito, da usare anche su scala nazionale per assumere gli attuali vincitori; occorre anche riaprire le GaE e procedere con immissioni in ruolo da graduatorie d’istituto, da trasformare in provinciali. Serve avviare corsi abilitanti ordinari per il personale di terza fascia e concorsi aperti ai giovani laureati, oltre che confermare nei ruoli chi è stato assunto con riserva e ha superato l'anno di prova. Se, infine, si trasformasse l’organico di fatto in organico di diritto, utilizzando il personale in base alle esigenze del territorio, quei soldi sarebbero spesi nel migliore dei modi. Se il ministro ci convocherà al più presto gli illustreremo tutto questo consegnandogli pure le linee guida da seguire”
  • Ecco perché siamo arrivati a conferire così tanti contratti a termine in una sola estate. Tra titoli contestati, concorsi ordinari, straordinari e riservati in mezzo alle messe a disposizioni anche degli studenti universitari. Malebolge dei precari la definirebbe Dante, l'ottavo cerchio dell'Inferno dove punire i fraudolenti: sono in 200 mila ma non sono loro gli imbroglioni, sono quelli che sono stati truffati dalla politica e traditi dallo Stato. Il perché lo spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, che ha denunciato da tempo in Europa la stranezza di un Paese che porta avanti il suo sistema di istruzione attraverso la supplentite in palese violazione delle norme comunitarie: “Il sistema sembra congegnato per far esaurire i precari piuttosto che assumerli, in un’eterna guerra che lascia la campanella di chi entra e di chi esce a un giudizio, che spesso, appare contraddittorio per via di una normativa infernale”. Ma il sindacato ha la sua ricetta per iniziare un percorso semplice, diretto verso la luce.
  • Il reclutamento dei docenti precari è così male organizzato che pur in presenza di una mole altissima di precari storici, non tutti sotto contratto, i dirigenti scolastici per coprire le tante cattedre vuote si stanno rivolgendo agli studenti non ancora laureati che hanno prodotto una semplice domandina alle scuole con il sistema, nemmeno previsto dalla legge, della “messa a disposizione”. La modalità, denunciata prima di tutti dall’Anief, sta prendendo largo, dopo che si è allungata la lista delle regioni, come Veneto, Lombardia e Piemonte, ma anche del Sud, come Sardegna, Abruzzo e la Sicilia, con sempre più graduatorie ad esaurimento e di merito prive di candidati: a mancare all’appello, sono soprattutto docenti di sostegno, italiano, matematica e discipline tecniche alle superiori. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Se la politica avesse dato retta all’Anief e all’Unione europea, non saremmo ridotti in questo stato. Sarebbe bastato prevedere dei canali di accesso ai ruoli attraverso graduatorie di istituto provinciali per tutti i docenti e laureati ivi inseriti, scorrendo, le graduatorie di merito esistenti, senza licenziare il personale assunto con riserva. È un paradosso, nel Paese del mondo col più grande numero di aspiranti insegnanti, nelle scuole si deve tamponare con la chiamata diretta dei laureandi: peggio di così non si poteva fare. Speriamo che il ministro Fioramonti ci ascolti”
  • Su come si formeranno gli elenchi, come si dovranno comportare i presidi in caso di mancanza di aspiranti con titolo, quali requisiti dovranno essere prevalenti e come organizzare le stesse graduatorie, non vi è alcuna indicazione. “Significa che ogni scuola provvederà da sé – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – con il rischio di vedere adottate regolamenti diverse, magari anche opposti, per la gestione dello stesso tipo di supplenze. L’amministrazione non doveva permettere questo, gli era stato anche segnalato dai sindacati. Ma anziché esaminare il problema e realizzare delle linee guida, delle indicazioni anche di massima, ha preferito portare avanti il modus operandi attuato sempre più spesso a Viale Trastevere: il silenzio. Lasciando ai singoli dirigenti scolastici decidere, in piena autonomia, su quali docenti alle prime armi dovranno essere individuati e quali scartati”  
  • Se salta il decreto salva-precari, addio anche alla piccola “ciambella di salvataggio” che lo scorso mese di luglio il governo aveva predisposto per i 50 mila docenti con diploma magistrale rimasti intrappolati a seguito della doppia sentenza negativa della plenaria del Consiglio di Stato: per evitare il danno del licenziamento connesso a quello dell’abbandono della scuola dove sono in servizio si era infatti predisposta la proroga bis della conferma dei contratti sottoscritti a inizio anno scolastico, per scongiurare anche un danno alle scuole, alla didattica e agli alunni del primo ciclo scolastico, che in corso d’anno si sarebbero ritrovati senza il loro maestro. E parallelamente un altro concorso riservato. Solo che si trattava di palliativi, non di soluzioni. Marcello Pacifico, presidente Anief: “Non si comprende per quale motivo lo Stato continui a voler tenere distanti le situazioni di fatto dalle ragioni del diritto, mantenendo vive mega-vertenze nei tribunali d’Italia e d’Europa. Perché non servono più soluzioni transitorie o prese di posizione assunte solo per salvare la faccia o lavarsi le mani. Questi docenti, che non sono più ragazzi poiché diplomati fino al lontano 2002, vanno immessi nei ruoli dello Stato, a partire da chi ha svolto oltre 36 mesi di supplenze. Come arrivare a ciò lo abbiamo indicato: vanno confermati prima di tutto gli oltre 7 mila docenti già assunti, ma nei ruoli e non sulla supplenza. Gli altri vanno stabilizzati, trovando un canale che li affranchi dalla seconda fascia d’istituto. Non può essere di certo l’ennesimo concorso, l’ennesima procedura riservata, che produrrà l’ennesima graduatoria, con la stragrande maggioranza di maestri precari che si ritroveranno ancora una volta costretti a farsi valutare, graduare e poi a rimanere in perenne attesa. È un film visto. A questo punto spetta all’esecutivo che verrà voltare pagina e dire basta a una delle ingiustizie più cruente della scuola pubblica italiana”.
  •   Nel a.s. 2018/19 oltre 10 mila cattedre vacanti furono conferite, come supplenza annuale, ad aspiranti senza alcuna esperienza pregressa: i dirigenti scolastici, d’altro canto, non possono fare diversamente, quando tutte le graduatorie risultano esaurite, e procedere con quella che qualcuno ha ribattezzato come un ritorno alla “chiamata diretta”, perché si tratta di procedure attuate senza regole definite e legate alle singole necessità delle scuole. Ma perché nel Paese con più precari al mondo e con tanti supplenti abilitati all’insegnamento e già selezionati, si ricorre agli aspiranti neofiti? Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Pur di lasciare chiuse a doppia mandata le GaE e di non dare possibilità di spostare, a domanda, i vincitori dei concorsi 2016 e 2018 nelle regioni con i vuoti da coprire, e di non attuare una graduatoria nazionale da cui attingere all’occorrenza, si butta il bambino con l’acqua sporca. Si è arrivati a creare una situazione di posti vacanti, privi di titolare, che non ha precedenti nella scuola italiana. Con l’aggravante che la maggioranza di queste cattedre libere verranno assegnate a supplenti alle prime armi. L’assurdo, quindi, è che il Miur scarica sui presidi i risultati deficitari frutto della sua mala-gestione: è una situazione grave, che si ripercuoterà negativamente sull’offerta formativa”.
  • "Con la crisi di governo i sindacati maggiori si rivolgono alle forze politiche per salvare il decreto precari della scuola ma è sola propaganda e opportunismo perché la maggioranza che ha approvato quelle intese non esiste più. Anief attende la formazione di un nuovo esecutivo per portare avanti subito i sei punti di legislatura sulla scuola: adeguamento degli organici di fatto a quelli di diritto e organici differenziati per territorio; reclutamento dalle attuali graduatorie (gae, gm, gmre, gi); stabilizzazione dei precari docenti, ata, educatori e assistenti alla comunicazione, lsu; conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva dopo il superamento dell'anno di prova; parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con rivisitazione della ricostruzione di carriera; utilizzo delle risorse risparmiate nella scuola per rinnovare i contratti immediatamente con aumenti medi di 200 euro mensili e mobilità ordinaria annuale insieme a corsi abilitanti ordinari". E' quanto si legge in una nota dell'Anief  
  • Con la fine del Governo gialloverde e le consultazioni dei leader politici da parte del Capo dello Stato, si chiude uno delle più buie gestioni dell’istruzione italiana, con il mondo della scuola che non a caso “saluta Bussetti senza rimpianti”: a spiegarne i motivi, con tanto di “numeri di un fallimento annunciato”, è la stampa specializzata, che descrive il personale scolastico “profondamente deluso dalla gestione del ministro leghista, tra progetti di autonomia differenziata e carenza di soluzioni concrete per l’annoso problema del precariato”. È notizia di queste ore che solo in Veneto ci sono quasi 8 mila cattedre destinate ai precari, di cui 2.284 di sostegno. Secondo il presidente Anief Marcello Pacifico, “il ministro leghista Marco Bussetti non ha attuato nemmeno una delle disposizioni prioritarie da noi presentate, peraltro oggettivamente attuabili senza oneri particolari, e ora si appresta ad abbandonare il palazzo di Viale Trastevere lasciando in eredità un numero inaudito di cattedre scoperte nel Paese con il record di precari, dei concorsi ordinari e straordinari in alto mare, i corsi abilitanti rivolti al personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio mai partiti, degli stipendi indegni. Secondo noi, nemmeno impegnandosi di buona lena, si sarebbe potuto fare peggio”.
  • Si allarga a macchia d’olio la sperimentazione del Miur sull’attivazione di un numero limitato di istituti incaricati delle nomine del personale precario dalle graduatorie d'istituto tramite procedura informatizzata: dopo l’esperienza attivata a Pisa nei giorni scorsi, è la volta di Lecce e di altri del centro-nord Italia. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “pur di non riaprire le GaE e il doppio canale di reclutamento con la possibilità di attingere dalle graduatorie d’istituto, anche da terza fascia previo corso formativo abilitante obbligatorio, si decide di investire in modelli innovativi di convocazione di cui non si sentiva alcun bisogno. Le nomine del personale precario hanno bisogno, piuttosto, di un aggiornamento della normativa, mettendo fine ai tanti errori che hanno portato a una situazione di posti privi di titolare senza precedenti: no, di certo, introducendo procedure complesse e di difficile attuazione, con nuove spese aggiuntive a carico dello Stato”
  • Potrebbero essere più di 30 mila le cattedre vuote, quasi tutte quelle su sostegno, la conferma proviene dai dati raccolti dai delegati sindacali nel territorio, ma non perché mancano i supplenti. Anief spiega perché ha fallito anche il ministro Bussetti e cosa dovrà fare il nuovo ministro al Miur per fare incontrare domanda e offerta ed evitare una multa salatissima dall'Europa  
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