TFA

I trentenni vogliono fare gli insegnanti: 146.742 domande, ma in pochissimi arriveranno in cattedra

Hanno un’età media di 33,6 anni. La gran parte invecchierà da supplente: alla fine della ‘fiera’ – selezione, corsi ed esame finale – i 22.478 abilitati col TFA scopriranno che il titolo non gli servirà per entrare nel doppio canale di reclutamento: quello che gli permetterebbe di insegnare con continuità e col tempo aspirare all’immissione in ruolo. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): che senso ha tenere fuori dal sistema delle graduatorie il personale abilitato, anche quando le graduatorie di quella classe concorso non hanno più candidati?

Il Miur ha oggi reso pubblici i dati sulle domande di accesso al secondo ciclo del Tfa, il Tirocinio formativo attivo utile per abilitarsi all'insegnamento nella scuola secondaria: l’alto numero di adesioni, 146.742, mostra il permanere di un elevato interesse per la carriera insegnante da parte dei candidati, che hanno un’età media di 33,6 anni. Il numero più elevato di iscritti alla preselezione (che non riguarda i circa 6.500 posti aggiuntivi di specializzazione per il sostegno) si riscontra nell'Ambito 4 (14.961 domande) che accorpa la classe di concorso A050 (Materie Letterarie nell'istruzione di II grado) e la classe A043 (Italiano, Storia e Geografia nella scuola media). Il Ministero ha anche fornito il dettaglio delle domande a livello regionale: il numero maggiore di candidati, per il 68,7% donne, si registra in Campania (24.142). Seguono Lazio (16.866), Sicilia (15.235), Lombardia (14.235).

Poiché i posti a concorso sono 22.478, solo un candidato ogni sette riuscirà ad essere ammesso, ma il paradosso, tutto italiano, è che però questo genere di selezione e formazione iniziale per diventare docenti della scuola pubblica non conduce verso alcuna stabilizzazione: da due anni a questa parte, infatti, chi si abilita all’insegnamento - anche nella primaria e infanzia - è lasciato fuori delle graduatorie provinciali che danno accesso alle supplenze annuali o al termine delle attività didattiche, e dalle immissioni in ruolo. Passare la selezione, frequentare il TFA e acquisire l’abilitazione all’insegnamento non serve a nulla, perché si può insegnare già con la laurea dalle graduatorie d’istituto.

“Chi meriterà di superare le selezioni - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - continuerà a studiare presso le Università, a sostenere esami dopo aver svolto del tirocinio non retribuito: pagherà oltre 3mila euro di tasse per frequentare i corsi accademici, spesso a centinaia di chilometri da casa, sosterrà un esame finale abilitante. Ma alla fine della ‘fiera’, sarà lasciato fuori dal sistema del doppio canale di reclutamento. Mentre in dieci anni, più di 100mila aspiranti docenti che hanno svolto un percorso formativo simile presso le SSIS o le Facoltà di Scienze della Formazione primaria, sono stati naturalmente inseriti nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento o ancora nel 2012 nella fascia aggiuntiva”.

“È pertanto più che comprensibile l’amarezza di chi – continua il sindacalista Anief-Confedir – arriva a definire questo genere di selezioni e di concorsi una sorta di ‘truffa’, prodotta ai danni di tantissimi giovani che chiedono di fare quello per cui hanno studiato e dimostrato di sapere svolgere: insegnare alle nuove generazioni. Lo Stato non può chiedere a giovani laureati di diventare insegnanti per poi lasciarli fuori dalle cattedre”.

“Si tratta di un fenomeno che, in contrasto con quanto sta cercando di fare la Funzione Pubblica, non agevola di certo il turn over. A tal proposito – conclude Pacifico - , solo quarantottore fa l’Ocse ci ha ricordato che oltre il 50% degli insegnanti italiani è over 50, l'11,1% ha più di 60 anni e che l’Italia è il Paese Ocse con gli insegnanti più anziani. Invece, lo Stato dovrebbe permettere a migliaia di professionisti di fare quello per cui hanno studiato, sono stati selezionati e formati nei nostri atenei”.

Questo è l’iter che attende gli aspiranti docenti: la prova di accesso ai corsi TFA consiste in un test preliminare, disposto da una Commissione nazionale nominata dal Miur; sarà di contenuto identico su tutto il territorio nazionale e verterà sui programmi disciplinari di ogni classe di abilitazione. Coloro che supereranno la soglia di 21/30 accederanno ad una prova scritta che se superata li condurrà all’orale finale, sempre che in Viale Trastevere non commettano gli errori nella somministrazione di quiz sbagliati, subito denunciati dall’Anief al Tar Lazio la volta scorsa. Sarà ammesso al percorso di TFA, secondo l’ordine della graduatoria, un numero di candidati non superiore a quello dei posti disponibili indicati nel bando di ciascun ateneo. Le lezioni partiranno nel mese di novembre 2014 e proseguiranno nel corso del prossimo anno scolastico.

Per approfondimenti:

Il Decreto Miur sul II ciclo di Tirocini Formativi Attivi

Suddivisione dei 22.450 posti utili a conseguire l’abilitazione nella scuola secondaria

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MIUR: tirocinio formativo attivo, sono 147.000 gli iscritti alla preselezione