Le nuove procedure selettive sulla scuola potrebbero escludere i giovani senza possibilità di accesso, poiché emarginati dalle prove per mancanza di adeguati titoli e servizi: lo scrive oggi Il Corriere della Sera, sulla base di un approfondimento dell’ultimo Decreto Legge del 1° aprile, n. 44 contenente Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’emergenza sanitaria impone infati lo svolgimento di procedure snelle, anche online, dando un maggior peso a titoli e servizi, con nuove “modalità semplificate di svolgimento delle prove” previste dal decreto: si introduce, infatti, la “valutazione dei titoli legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle successive fasi concorsuali”, con “i titoli e l’eventuale esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio” che “possono concorrere alla formazione del punteggio finale”. La preselezione, pertanto, non verrebbe realizzata dai candidati, ma sulla base dei titoli e dei servizi svolti.
Anief reputa l’interpretazione fornita oggi dalla stampa del tutto soggettiva. Ad oggi, infatti, i concorsi ordinari della scuola, per i quali hanno già presentato regolare domanda centinaia di migliaia di candidati, sono regolati da bandi già pubblicati e quindi definiti. “Come si a cambiare delle regole in corsa”, si chiede Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato. “Inoltre, ammesso che vi sia questa necessità, è chiaro che dovrà essere concertata con le organizzazioni sindacali. Per noi la valutazione dei titoli e servizi va intesa non certo come una selezione: tutti i candidati hanno diritti a misurare le loro competenze, conoscenze e capacità formative, prevedendo per loro un canale speciale di reclutamento”.
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