Diventa operativo il piano di rientro in classe di lunedì 26 aprile quando si siederanno sui banchi almeno 7,6 milioni di alunni, l'89,5% del totale sulla base alla capienza delle scuole e del "colore" delle Regioni: con la nota 624 del 23 aprile, a firma del capo dipartimento Stefano Versari, il ministero dell’Istruzione ha indicato alle istituzioni scolastiche come comportarsi in attuazione delle “Disposizioni urgenti per le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado e per l’istruzione superiore” previste dall’articolo 3 del Decreto Legge del 22 aprile, adottando ulteriori misure volte a contenere e contrastare l’epidemia da Covid19. Ogni scuola, nell’esercizio dell’autonomia didattica e organizzativa e in relazione al rischio sanitario definito per il territorio, individuerà “le modalità concrete con cui accogliere a scuola un numero crescente di studenti, comunque entro le fasce percentuali indicate dal legislatore”. Tra le disposizioni figura anche la precedenza della didattica in presenza per gli “studenti che frequentano le classi iniziali e finali dei cicli scolastici, anche al fine di meglio accompagnare la preparazione agli esami di Stato”. Alle scuole si chiedono una serie di azioni – comprese le attività all’aperto – con la previsione di una percentuale di alunni “più ampia, rispetto a quella finora consentita, di studenti”, e “di accogliere gli studenti che rientrano in classe con particolare attenzione pedagogica”.
Anief ritiene condivisibile lo spirito della nota dipartimentale, che intende fornire agli istituti indicazioni e parametri da attuare, anche con risvolti didattici. Tuttavia, il sindacato ritiene che non via siano ancora le condizioni sanitarie oggettive per adottare questo genere di percorsi. Si dà per scontato che tutto il personale sia vaccinato contro il Covid19, invece 335.819 docenti e dipendenti, con forti differenze regionali, devono fare ancora la prima dose. I trasporti, tranne qualche corsa in più, sono quelli dello scorso settembre. Si continuano ad avere classi sovraffollate, spazi ridotti, spesso angusti, nessun impianto di aerazione e organici inadeguati. “In queste condizioni, come si farà a rispettare ei protocolli di sicurezza, ad iniziare dalla distanza di almeno un metro tra gli alunni?”, si chiede il presidente Anief Marcello Pacifico. “La didattica in presenza è l’auspicio di tutti, solo che si rischia di tornare a praticarla in un contesto avverso e senza adeguate tutele. Non ci sono nemmeno i tracciamenti e i tamponi rapidi promessi. E nemmeno il filo diretto con le Asl. Ecco perché secondo noi continuano a non esserci le condizioni e sarebbe stato meglio continuare con le modalità precedenti a Pasqua, con la dad al 50% alle superiori e la didattica in presenza solo dove effettivamente attuabile”.