Si è chiusa alle 23,59 di ieri la facoltà per i docenti di ruolo di chiedere trasferimento di sede attraverso domanda di mobilità. Domani sarà l’ultimo giorno utile per il personale Ata, nei prossimi giorni per gli insegnanti di religione cattolica e per le altre figure professionali sempre della scuola. Per diverse decine di migliaia sarà molto più difficile degli altri anni ottenere la sede richiesta. La maggior parte, anzi, se la vedrà rifiutata. È un paradosso, perché la “stretta” è arrivata nell’anno peggiore, contrassegnato dalla pandemia: da una parte il Governo, su precisa richiesta del Comitato tecnico scientifico, chiede ai cittadini di limitare i viaggi; dall’altra costringe tantissimi dipendenti, tenuti lontani dai propri interessi e affetti pur in presenza di sedi vacanti molto più vicine, a rimanere distanti dai propri cari. Violando, in questo modo, il ricongiungimento a figli, spesso piccoli, congiunti e anche a genitori anziani, previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione italiana.
Come se tutto questo non bastasse, il presidente Anief Marcello Pacifico ha ricordato, durante un’intervista all’agenzia Teleborsa, che “il prossimo anno avremo anche il record di posti vacanti e disponibili. A fronte di 220mila posti vacanti, non si capisce per quale motivo soltanto in 20mila docenti otterranno il trasferimento, in pratica uno su dieci. Gli altri dovranno lavorare bloccati dalle restrizioni per il Covid, vedendosi negato il diritto alla famiglia. Per quale motivo infierire su queste persone?". La verità è che "se si parla di decreto Sostegni, allora occorre sostenere anche le famiglie dei lavoratori della scuola”. Per questi motivi, il sindacato autonomo ha deciso di presentare allo stesso decreto una serie di emendamenti”.