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“Nel Pnrr il Governo ha messo 28 miliardi per la scuola ma non ho visto un euro per sdoppiare le classi, questo è un problema fondamentale, perché il virus circolerà ancora per uno o due anni. E al di là del Covid-19, un minor rapporto alunni-classi dà migliori risultati sugli apprendimenti. Prima di pensare a un eventuale obbligo vaccinale, che dovrebbe essere esteso anche a tutti gli studenti oltre agli insegnanti e agli Ata, bisogna affrontare queste problematiche”. Così si è espresso il presidente nazionale del sindacato Anief, Marcello Pacifico, commentando la proposta di rendere obbligatori i vaccini per consentire il rientro a scuola in presenza.
Montecitorio ha detto sì, con 363 voti a favore, 9 contrari e 38 astenuti (tutti deputati Fdi). Ieri l’Aula aveva approvato la questione di fiducia posta dal Governo sul decreto sostegni bis. Nel pomeriggio di ieri si sono discussi gli ordini del giorno. Poi il via libera finale. Per la scuola sono state approvate delle disposizioni innovative certamente “deboli” e non risolutive: dai concorsi per pochi precari, sia su materia comune sia su sostegno, all’individuazione del 30% dei posti disponibili per le immissioni in ruolo da destinare sempre ai precari in occasione dei concorsi; dallo stanziamento di alcune centinaia di milioni di euro per l’organico Covid, che però verrà inizialmente individuato per sottoscrivere contratti solo fino al prossimo 31 dicembre, fino allo stanziamento di un fondo per gli istituti paritari per l’infanzia e al disco verde per il concorso per dirigente tecnico. Stanziati, inoltre, dei fondi “da destinare a spese per l’acquisto di beni e servizi”, più una seconda dotazione per risorse “destinate alle istituzioni scolastiche che necessitano di completare l’acquisizione degli arredi scolastici”. A breve il testo arriverà in Senato per ratifica finale in legge, da attuare entro il 24 luglio.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Non ci piace questo provvedimento, noi la strada corretta l’avevamo indicata, assieme a quasi tutti gli altri sindacati rappresentativi. Però non siamo stati seguiti. Ne prendiamo atto. Ognuno però si deve prendere le proprie responsabilità. Quando a settembre prenderà il via l’anno più difficile del dopoguerra, peggiore sicuramente degli ultimi due contrassegnati dal Covid, gli italiani è bene che sappiano a chi rivolgersi: ai banchi di quella politica che mette la scuola al primo posto nei proclami e nelle campagne elettorali, ma poi la abbandona sistematicamente, anteponendo altre esigenze. Pure nell’anno dei Covid questa tradizione non è venuta meno, contravvenendo anche a quel Patto per la Scuola che tanto aveva fatto sperare i lavoratori e gli stessi sindacati che, come noi, lo avevamo sottoscritto a maggio. Sono passate poche settimane, invece sembrano anni. Perché nel frattempo il Governo ha gettato la maschera e indotto il Parlamento ad abbandonare più di 100mila precari al loro destino, con meno metà dei posti che per quest’anno si tramuterà in immissioni in ruolo. Con qualche migliaio di docenti precari specializzati su sostegno o su cattedra a firmare il contratto indeterminato. Si è deciso anche di non procedere con la mobilità aperta ai trasferimenti a tutti che tanto bene avrebbe fatto in presenza ancora della pandemia, in tema di assegnazioni provvisorie da quest’anno. Come pure non si ravvisano novità sugli organici di maggiorare e sulle classi da ridurre come iscritti. Non ci siamo, questo decreto – conclude Pacifico - ci delude assai”.
Con il DM n. 755 del 6 luglio 2021 il MIUR autorizza gli atenei ad attivare i percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, nella scuola secondaria di I grado e nella scuola secondaria di II grado. Le Università pubblicheranno i bandi in maniera autonoma. I posti disponibili sono già stati forniti. Si avvia così l’iter del VI ciclo di specializzazione. La richiesta crescente di insegnanti specializzati costituisce un’assoluta garanzia di successo, le opportunità lavorative sono concrete
Montecitorio ha detto sì, con 363 voti a favore, 9 contrari e 38 astenuti (tutti deputati Fdi). Nel corso della mattina, l’Aula aveva approvato la questione di fiducia posta dal Governo sul decreto sostegni bis. Nel pomeriggio si sono discussi ordini del giorno. Poi il via libera finale. Per la scuola sono state approvate delle disposizioni innovative certamente “deboli” e non risolutive: dai concorsi per pochi precari, sia su materia comune sia su sostegno, all’individuazione del 30% dei posti disponibili per le immissioni in ruolo da destinare sempre ai precari in occasione dei concorsi; dallo stanziamento di alcune centinaia di milioni di euro per l’organico Covid, che però verrà inizialmente individuato per sottoscrivere contratti solo fino al prossimo 31 dicembre, fino allo stanziamento di un fondo per gli istituti paritari per l’infanzia e al disco verde per il concorso per dirigente tecnico. Stanziati, inoltre, dei fondi “da destinare a spese per l’acquisto di beni e servizi”, più una seconda dotazione per risorse “destinate alle istituzioni scolastiche che necessitano di completare l’acquisizione degli arredi scolastici”. A breve il testo arriverà in Senato per ratifica finale in legge, da attuare entro il 24 luglio.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Non ci piace questo provvedimento, noi la strada corretta l’avevamo indicata, assieme a quasi tutti gli altri sindacati rappresentativi. Però non siamo stati seguiti. Ne prendiamo atto. Ognuno però si deve prendere le proprie responsabilità. Quando a settembre prenderà il via l’anno più difficile del dopoguerra, peggiore sicuramente degli ultimi due contrassegnati dal Covid, gli italiani è bene che sappiano a chi rivolgersi: ai banchi di quella politica che mette la scuola al primo posto nei proclami e nelle campagne elettorali, ma poi la abbandona sistematicamente, anteponendo altre esigenze. Pure nell’anno dei Covid questa tradizione non è venuta meno, contravvenendo anche a quel Patto per la Scuola che tanto aveva fatto sperare i lavoratori e gli stessi sindacati che, come noi, lo avevamo sottoscritto a maggio. Sono passate poche settimane, invece sembrano anni. Perché nel frattempo il Governo ha gettato la maschera e indotto il Parlamento ad abbandonare più di 100mila precari al loro destino, con meno metà dei posti che per quest’anno si tramuterà in immissioni in ruolo. Con qualche migliaio di docenti precari specializzati su sostegno o su cattedra a firmare il contratto indeterminato. Si è deciso anche di non procedere con la mobilità aperta ai trasferimenti a tutti che tanto bene avrebbe fatto in presenza ancora della pandemia, in tema di assegnazioni provvisorie da quest’anno. Come pure non si ravvisano novità sugli organici di maggiorare e sulle classi da ridurre come iscritti. Non ci siamo, questo decreto – conclude Pacifico - ci delude assai”.
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