Si accende il confronto tra chi sostiene l’obbligo vaccinale tra il personale scolastico e chi invece si dice contrario. Nelle fila dei promotori della somministrazione coatta delle due dosi di vaccino anti Covid, si è schierato nelle ultime ore anche il giurista Pietro Ichino, giurista e docente ordinario di Diritto del Lavoro all’università di Milano: su La Voce.info, Ichino sostiene che “il solo modo per sventare il rischio di un altro anno funestato dal confinamento a casa di bambini e ragazzi, costretti alla didattica a distanza, è chiedere di sottoporsi alla vaccinazione a tutti, insegnanti e allievi, con la sola eccezione di coloro per i quali ci siano controindicazioni mediche”. Non soddisfatto della sortita, Ichino sostiene anche che nemmeno vi sarebbe “bisogno di una legge”, ma solo di una presa di posizione del ministero dell’Istruzione, il quale “in qualità di datore di lavoro, ben potrebbe prendere l’iniziativa di chiedere ai propri dipendenti a norma dell’articolo 2087 del codice civile e dell’articolo 15 del Testo unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro (decreto legislativo n. 81/2008) di sottoporsi a questa misura di prevenzione, nell’interesse proprio, degli altri dipendenti, degli studenti e di ogni altra persona che frequenta gli istituti scolastici”. Dal Governo, tuttavia, arrivano risposte diverse: il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al question time alla Camera, ha ricordato che fino ad oggi "siamo all'85% di persone che operano nelle scuole che hanno ricevuto almeno la prima dose: è sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo dobbiamo ancora lavorare perchè questo numero possa salire". Ma, giustamente, non viene indicata alcuna volontà di obbligare la somministrazione del vaccino.
Anief ricorda che le procedure per superare l’attuale quadro normativo sull’obbligo vaccinale tra i lavoratori non possono essere superate con una semplice circolare ministeriale. Lo stesso Garante delle privacy ha chiarito inoltre che negli ambienti di lavoro “solo il medico competente, nella sua funzione di raccordo tra il sistema sanitario e il contesto lavorativo, può trattare i dati personali relativi alla vaccinazione dei dipendenti. Il datore di lavoro deve quindi limitarsi attuare, sul piano organizzativo, le misure indicate dal medico competente nei casi di giudizio di parziale o temporanea inidoneità”.
“Sopprimere il diritto alla privacy – ricorda Marcello Pacifico - nemmeno può essere bypassato da motivi etici, perché la stessa Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha detto ai Paesi membri che occorre garantire che i cittadini siano informati sul fatto che la vaccinazione non è obbligatoria e che non è possibile politicamente, socialmente o in altro modo mettere sotto pressione i cittadini e i lavoratori per farsi vaccinare, se non desiderano farlo in solitudine. Confermiamo, se dovesse venire meno questo principio in Italia, la nostra intenzione di rivolgerci in Tribunale: i diritti costituzionali non possono venire meno, sulla base del capriccio di chi governa”.
L’Invalsi ha scoperto quello che si sapeva da mesi: la pandemia e la Dad hanno fatto danni enormi sull'apprendimento dei ragazzi, soprattutto alle superiori. Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano, il dato sale al 45% in matematica. Alle superiori il dato sale rispettivamente al 44% e al 51% con un + 9%. In molte regioni del Sud oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in Italiano: Campania e Calabria 64%, Puglia 59%, Sicilia 57%, Sardegna 53%, Abruzzo 50%. In Campania il 73% degli studenti è sotto il livello minimo di competenza in matematica, in Sicilia 70%, 69% Puglia. Secondo il sindacato Anief, quanto espresso oggi dal Rapporto Invalsi 2021 era altamente prevedibile. Con l’aggravante che ora i livelli di competenze dell’Italia faranno registrare un ulteriore calo nella classifica internazionale sugli apprendimenti degli studenti dell’area Ocse.
“L’istituto nazionale di valutazione – dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - ha rilevato quello che tutti si aspettavano. La riduzione delle conoscenze da parte degli alunni era inevitabile, perché la didattica a distanza e integrata non ha la stessa efficacia di quella in presenza. Noi ci siamo sempre espressi per la non esecuzione dei test nel 2021, invece si è preferito andare avanti e rilevare l’ovvio. A questo punto, però, è bene che il Governo e il ministero dell’Istruzione si prendano le loro responsabilità: non è di certo con i recuperi che i collegi dei docenti fisseranno a inizio settembre che si possono recuperare due anni di scuola compromessa. Servono cambiamenti importanti e strutturali, andando a investire su infrastrutture scolastiche, sul personale e sul tempo scuola: la politica dei tagli e della spending review è stato un boomerang, reso ancora più violento dalla pandemia, che ora paghiamo a caro prezzo. L’ora delle rilevazioni e dalla dad è finita, passiamo ai fatti”, conclude il sindacalista autonomo.
Stamani Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, è intervenuto ai microfoni di Lady radio per parlare di vaccini e contenimento Covid-19. Sulla discussione di una probabile obbligatorietà dei vaccini, il leader del sindacato ha affermato che “il problema della diffusione del virus è legata al distanziamento” e dunque al problema delle classi pollaio, molto diffuso nelle nostre scuole, “poiché il rischio di contrarre il virus ci sarebbe lo stesso pure con più vaccinati. Nel Pnrr il Governo ha messo 28 miliardi per la scuola ma non ho visto un euro per sdoppiare le classi, questo è un problema fondamentale, perché il virus circolerà ancora per uno o due anni e al di là del Covid-19 un minor rapporto alunni-classi dà migliori risultati sugli apprendimenti”.
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Venerdì 16 luglio, dalle ore 16 alle 17, si svolgerà un nuovo incontro telematico promosso dal sindacato rappresentativo Anief dedicato ai diplomati magistrale e a tutti i docenti comunque abilitati (TFA, PAS) immessi in ruolo con riserva e cancellati illegittimamente dalle GPS o dalle Graduatorie di Merito del concorso straordinario 2018
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