A meno di improbabili ripensamenti, il personale precario della scuola italiana si ritroverà ancora una volta tradito dai partiti politici. Nonostante la maggioranza dei sindacati, che rappresentano la quasi totalità dei lavoratori, avesse condiviso la proposta immediata sulla gestione della Gps con assunzione da prima e seconda fascia senza paletti, proponendo modifiche al DL 73/2021 pure apprezzate da diversi partiti, quella trovata dal Governo Draghi è una soluzione che tradisce la giurisprudenza e le norme comunitarie sull’abuso di precariato. E anche quanto sostenuto anche dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale italiana.
“A questo punto – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - diventa inevitabile l’avvio di una nuova stagione di ricorsi per riconoscere il diritto oggi invece negato a chi insegna nella scuola italiana, anche se già abilitato o specializzato o con tanti anni di servizio nel sistema nazionale d’istruzione. Anche stavolta, dopo le promesse, si vedranno non riconosciuto il diritto all’immissione in ruolo, che continua così ad essere loro negata da troppi anni. Ne consegue che a settembre avremo il record di precari: saranno 250mila, soltanto in 30 mila troveranno il ruolo. Peggio di cosi non si poteva fare. Per noi è inevitabile rivolgerci al tribunale”.
Diventa una decisione solo politica, che non guarda ai bisogni della gente e dei lavoratori, quella formulata sugli emendamenti al Decreto Sostegni bis: il testo che arriverà in Aula, per la discussione finale, alle 9,30 di lunedì 12 luglio, conterrà un’attenzione al precariato storico della scuola davvero modesta. Si prevede, infatti, l’allestimento di concorsi ordinari da bandire entro e non oltre il mese di ottobre 2021, al fine di assicurare l’immissione in ruolo dei vincitori a partire dal mese di settembre 2022, con il 30% di riserva dei posti da assegnare ai precari ma non per tutti. Non sembra esserci alcuna apertura, invece, alle richieste formulate compattamente dai sindacati, e da alcuni partiti politici, anche della maggioranza, che erano confluiti su un emendamento che non prevedeva più limiti al servizio minimo triennale richiesto per le assunzioni da prima fascia Gps e il via libera all’avvio delle stabilizzazioni da seconda fascia attraverso una nomina annuale da tramutare in contratto a tempo indeterminato al termine dell’anno di prova e della frequenza con verifica finale di un corso straordinario abilitante-specializzante.