È deludente il progetto d’azione incentrato sulla somministrazione dei test salivari nelle cosiddette scuole “sentinella” voluto dagli enti preposti per monitorare i contagi da Covid10 tra gli alunni che frequentano gli oltre 40mila plessi scolastici italiani: l’Istituto Superiore di Sanità e la Struttura Commissariale per l’emergenza Covid19, assieme al ministero della Salute, al ministero dell’Istruzione e la Conferenza delle Regioni e Province, hanno infatti predisposto un piano nazionale, specifico per l’ambito scolastico, basato sull’offerta gratuita di test diagnostici che si ferma ad ridotto campione di scuole primarie e secondarie di primo grado, quindi coinvolgendo alunni tra i 6 e i 14 anni. I campioni saranno raccolti ogni 15 giorni, con modalità di raccolta e consegna che verranno stabilite dalle singole Regioni/Province Autonome.
Ma quante scuole saranno coinvolte? Appena 3 massimo 4 per provincia, provvedendo ad una continua rotazione. Significa che in una provincia come Roma verranno monitorate 3-4 istituti su 3mila, per complessive 28mila classi ed una media che sfiora i 23 alunni a classe. Quindi, a fronte di 600mila alunni, ci si ferma a monitorarne meno di 1.000. Anche i numeri nazionali parlano da soli: si controllano ogni 15 giorni, con i test salivari, 55mila alunni, quindi 110mila al mese. E nulla si fa sugli altri 8 milioni.
Secondo l’Anief il campione coinvolti nei controlli è risibile, quindi del tutto insufficiente, per sperare di attuare un monitoraggio degno di questo nome: “Quando abbiamo chiesto di verificare settimanalmente in tutte le scuole lo stato dei contagi da Coronavirus, non intendevamo certo la soluzione. I controlli attuati mensilmente su poco più dell’1 per cento degli studenti cosa possono rappresentare? Quello che può derivare è solo l’andamento statistico-simulato di come sta evolvendo il virus. Mentre quello che serviva e che avevamo chiesto era una verifica settimanale proprio per tenere sotto controllo i contagi ed isolare gli eventuali infettati. Il monitoraggio per noi era e rimane utile allo studio e anche alla prevenzione. Inoltre, non comprendiamo l’esclusione a priori del personale scolastico dal campionamento: forse si vuole far credere che la vaccinazione, realizzata ormai dal 95 per cento dei lavoratori, può considerarsi uno schermo efficace contro il Covid? Sappiamo bene che non è così. E che lo stesso illegittimo Green Pass non basta a frenare i contagi, tanto è vero che siamo a quasi mille classi già dopo pochi giorni dal ritorno alle lezioni”.
Oggi, 24 settembre, Anief ha partecipato al tavolo dell’informativa sindacale in video conferenza con il Ministero dell’Istruzione alla presenza del Direttore Generale per il personale della scuola dott. Filippo Serra, in merito alla bozza del Decreto interministeriale sull’avvio alle nuove procedure concorsuali ordinarie per l’accesso al profilo di DSGA. Presenti In delegazione ANIEF Cristina Dal Pino e Giovanni D’ERRICO del coordinamento nazionale ATA
ANIEF chiede di posticipare, bisogna attendere la conferma legislativa delle novità sulla integrazione della lista dei lavori usuranti e gravosi, l'eventuale proroga al 2022 di quota 100 o eventuali novità legislative che il Governo vorrà introdurre
Ettore Michelazzi, presidente del Consiglio Nazionale ANIEF e delegato per la CESI, ha partecipato all’incontro di oggi via zoom con i colleghi sindacalisti europei sull’importante tematica dei piani nazionali di ripresa e resilienza dal Covid-19
Le supplenze continuano a far dannare i dirigenti scolastici: a oltre tre settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, sono migliaia gli istituti che devono ancora completare la copertura di posti non coperti da personale di ruolo. In assoluto, la categoria che continua a essere più ricercata è quella degli insegnanti di sostegno. Lo scorso anno In pratica, su oltre 185 mila posti di sostegno, meno della metà 80mila sono stati assegnati a docenti di ruolo specializzati. I restanti 100mila sono stati conferiti a precari, in netta maggioranza nemmeno specializzati: un numero altissimo, spropositato, che rappresenta anche la metà delle cattedre assegnate a personale non di ruolo. Quest’anno – dopo le 59mila immissioni in ruolo attuate, di cui poco più di 14mila su sostegno – delle circa 114mila supplenze annuali finora sottoscritte quelle di sostegno hanno rappresentato anche stavolta oltre la metà del totale.
Gli Uffici Scolastici regionali e provinciali stanno pubblicando le tabelle con le disponibilità: “i posti entreranno a far parte di quelli attribuibili con sistema informatizzato non appena si concluderanno le operazioni di immissione per il ruolo per l’anno scolastico 2021/22”, scrive in queste ore Orizzonte Scuola. A questi vanno aggiunti circa altri 60mila posti di sostegno in deroga, con scadenza imposta al 30 giugno 2021. Un numero, peraltro, destinato a crescere per via dei tanti ricorsi in atto. I posti vuoti di sostegno sono presenti in tutte le Regioni, anche al Sud: solo in Calabria ve ne sono oltre 7mila: in Puglia se ne conteggiano altri 6.501 posti ripartiti tra infanzia (787), primaria (2.647), secondaria di primo grado (1.113) e di secondo grado (1.954).
“Passano gli anni – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma nella scuola si continuano a commettere sempre gli stessi errori. Abbiamo un numero altissimo di cattedre di sostegno che vanno a supplenza, ma anche stavolta non si è riusciti ad andare oltre ad un ciclo specializzante Tfa con 22mila posti a disposizione. Sempre, tra l’altro, con una pessima distribuzione delle disponibilità a livello regionale, col paradosso che in certe regioni (come il Piemonte) vi sono migliaia di posti liberi, ma poi gli atenei specializzano solo qualche centinaio di docenti, andando anche a tirare su dei paletti eccessivi sui requisiti di accesso. Permangono, inoltre, le cattedre in deroga per legge, frutto di una norma del 2013 che in otto anni nessun governante è stato in grado di mettere almeno in discussione”.
Anief continua a tutelare i docenti e gli alunni a cui viene negato il sostegno: il giovane sindacato ha rilanciato la decima edizione della campagna gratuita #nonunoradimeno, al fine di garantire ad ogni alunno con disabilità le ore settimanali di sostegno richieste dalle scuole come da consolidata giurisprudenza. Una campagna che in alcuni casi ha garantito anche il diritto al risarcimento del danno in favore della famiglia dell'alunno con disabilità il cui diritto all'istruzione e all'integrazione era stato palesemente violato dall'Amministrazione.
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