È stato quindi approvato nell’aula del Senato il decreto n. 105 sul Green pass, varato dal Consiglio dei ministri il 23 luglio scorso, già licenziato dalla Camera il 9 settembre: il decreto, che proroga fino al 31 dicembre 2021 lo stato di emergenza nazionale, determina tra l’altro l’accesso con il Green pass in diversi luoghi e a più tipi di eventi. La validità del green pass passa da 9 a 12 mesi. Per quel che riguarda i test salivari, la novità è che vengono equiparati ai tamponi e si estende fino al 30 novembre la misura dei tamponi a prezzi calmierati in farmacia (15 euro anziché 22 per gli adulti, 8 euro per gli under 18). Chi non dovesse rispettare le nuove norme, rischia una multa dai 400 ai 1000 euro, tenendo conto che la mancata presentazione della certificazione sarà considerata assenza ingiustificata dal lavoro e, dopo il quinto giorno, scatterà la sospensione senza stipendio.
I test salivari verranno effettuati ogni 15 giorni su alunni dai 6 ai 14 anni, con l’obiettivo di processare un totale di circa 109.000 RT-PCR mensili su scala nazionale. Verrà stabilito un calendario di riferimento dove, a ogni sessione, verranno abbinate due settimane del calendario (es. sessione 1 dal 13 al 26 settembre, sessione 2 dal 27 settembre al 10 ottobre, ecc.). Questo permetterà alle Regioni/PP.AA. di effettuare la raccolta dei campioni per ogni specifica sessione anche in giorni diversi della stessa sessione, evitando il sovraccarico dei laboratori.
Anief ritiene importante la validazione dei test salivari, frutto anche della lettera inviata dall’Anief al premier Mario Draghi e ai ministri Bianchi e Speranza. Tuttavia, non si comprende perché gli studenti sopra i 14 anni, oltre che degli atenei, come il personale scolastico e universitario non possano essere trattati allo stesso modo, al fine di evitare la diffusione del contagio da Covid. E perché i tamponi naso-faringei continuano a non essere sostituiti da quelli meno invasivi tramite test salivare, anche per coloro che non sono vaccinati o non possono vaccinarsi e vogliono continuare a lavorare nelle nostre scuole garantendo così la didattica in presenza.
“Così facendo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si insiste su una logica discriminante, la stessa che ha reso il Green Pass obbligatorio, malgrado vi siano indicazioni di stampo europeo palesemente contrarie. Tutte disposizioni che arrivano sempre in attesa del giudizio dei tribunali sulla legittimità dell’obbligo del possesso di esibizione del certificato verde e non è un caso che tanti lavoratori della scuola, docenti e Ata, in questi giorni abbiano aderito allo sciopero Anief proclamato nel primo giorno di scuola di ogni regione”.