Concorsi

Lettera del Presidente Anief ai ricorrenti non idonei del concorso DS

Gentilissimo collega,

posso soltanto condividere le tue parole che mi spingono, se fosse possibile, a non demordere ancora di più in questa battaglia di civiltà, perché è evidente che se anche una sola delle risposte di questo “maledetto” concorso fosse errata come il Consiglio di Stato sembra voler ammettere almeno in questo fase cautelare soltanto per 6 ricorrenti su 30.000 e per cinque sole domande, allora non vi sarebbe più certezza di diritto per tutti i ricorrenti che hanno ottenuto l’idoneità sotto gli 85 punti. I nostri esperti ne hanno trovato 22 di risposte sbagliate che sono state allegate alla memoria del ricorso rispetto alle 38 precedentemente segnalate; chiederemo una perizia tecnica, ma qui il problema non è nella quantità delle risposte errate quanto nella violazione del bando di concorso che ne prevedeva l’esattezza in tutta la loro interezza. E tralascio la mancanza di verbali per le riunioni delle commissioni deputate alla scrittura dei test o dello stesso operato delle commissioni di vigilanza. Sembra che una scure di atti impropri o illegali si sia abbattuta su questa prova, quando in altri concorsi per molto meno si è concesso a tutti i candidati di misurare con serenità la propria preparazione.

Pertanto, confermo che fino all’ultimo grado di giudizio di merito di questo ricorso, l’attenzione dei nostri legali, del nostro sindacato non verrà meno come abbiamo avuto modo di far comprendere dalle pagine della stampa nazionale e locale a tutti i cittadini, perché non possiamo permetterci da cittadini di avere dei dirigenti selezionati su quesiti non congrui al profilo professionale ricoperto.

Già il prossimo 20 dicembre chiederemo al Consiglio di Stato una sessione riservata delle prove scritte aperta ai ricorrenti e, in sub ordine, il rinnovamento delle prove già avvenute. In caso di mancato accoglimento chiederemo nel merito l’annullamento di tutta la procedura concorsuale e la sua rinnovazione.

Non ci fermeremo perché deve essere garantita a tutti gli attori di questo processo la parità di trattamento davanti alla legge, al di là delle convinzioni politiche, delle tessere sindacali, degli interessi particolari; perché la Scuola è il futuro di domani.

La giustizia prima o poi rende merito alla causa in cui credi, e posso confermarti che l’Anief è assetata di giustizia.

Il Presidente nazionale Anief

Marcello Pacifico

 

La lettera del docente alla quale ha risposto il Presidente Anief