Concorsi

Il concorso per dirigenti scolastici torna nella bufera

Dopo l’ordine del rifacimento della procedura in Lombardia, il Tar impone al Miur di far avere copia dei cartoncini utilizzati in occasione delle prove scritte del Lazio: se verrà appurata la trasparenza delle buste utilizzate per contenere i dati dei candidati, sarà inevitabile l’annullamento delle prove per violazione del principio dell'anonimato. Pacifico (Anief): rimangono anche da accertare i forti dubbi sulla laicità dei quiz somministrati a oltre 33mila docenti in occasione delle prove preselettive, se pure questi venissero confermati il rischio decadimento l’intera procedura concorsuale sarà più che fondato.

Torna ad alzarsi lo spettro sui dubbi di legittimità delle buste utilizzate in occasione della prove scritte per l’accesso al concorso per nuovi dirigenti scolastici, bandito a livello nazionale con D.D.G. del 13 luglio 2011 per 2.386 posti a disposizione: con l’ordinanza cautelare n. 8821 depositata il 14 ottobre scorso, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, sezione terza bis, ha ordinato “al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Ufficio Scolastico per il Lazio) di depositare nella Segreteria della Sezione i documenti in motivazione indicati nel termine di giorni 20 (venti) decorrenti dalla comunicazione (o notifica ove preventivamente eseguita dalla parte interessata) della presente Ordinanza”.

Come in Lombardia, dove le prove andranno rifatte, anche per la procedura del Lazio l’ipotesi è quella della violazione del principio dell'anonimato per un errore nella scelta delle buste contenenti il cartoncino dei dati personali dei candidati aspiranti a ricoprire uno dei 215 posti messi a concorso a livello regionale. I documenti cui si riferisce il Tar sono, infatti, sempre le contestate “buste contenenti le prove di concorso della ricorrente onde consentire di verificare la trasparenza delle buste piccole contenenti i cartoncini con i dati anagrafici dei concorrenti”. Nell’ordinanza n. 8821, i giudici amministrativi del Lazio spiegano che quel che c’è da verificare è se effettivamente “le buste utilizzate nel Lazio per il Concorso in esame abbiamo caratteristiche di ‘trasparenza’ per effetto della visibilità (anche attraverso le buste chiuse) dei dati identificativi dei candidati apposti sui cartoncini per la quale ragione ha fatto domanda di accesso”.

Un’ipotesi, ricordano i giudici, già riconosciuta “dal Tar Lombardia, che, con sentenza n. 2035/2012, ha accertato e conseguentemente statuito che ‘dall’esame svolto è emerso nitidamente che il contenuto dal cartoncino, contenente i dati anagrafici dei candidati, risulta agevolmente leggibile, se posto in controluce, anche all’interno della busta bianco piccola in cui il predetto cartoncino è stato posto dallo stesso candidato’”. Premesso ciò, il Tar del Lazio reputa lecito il dubbio posto dai ricorrenti e “ritiene disporsi incombenti istruttori diretti ad acquisire in originale (e non già in fotocopia suscettibile di occultare la visibilità dei dati contenuti all’interno anche se poste in controluce)”.

Quello che l’Anief ha definito da tempo il più brutto concorso degli ultimi vent’anni, con 8mila ricorrenti che attendono gli esiti della giustizia, diventa così sempre più soggetto a rischio annullamento. “Anche perché – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si attende la calendarizzazione di merito dell’appello del Consiglio di Stato, promosso anche dal nostro sindacato, sulla erroneità dei quesiti disposti durante le prove preselettive cui parteciparono oltre 33mila aspiranti dirigenti scolastici. È evidente che se pure queste irregolarità venissero accertate – conclude il sindacalista Anief-Confedir – aumenterebbero in modo esponenziale le prospettive di decadimento di tutta la procedura svolta livello nazionale”.

L’ordinanza cautelare n. 8821 depositata il 14 ottobre 2013