Graduatorie

Anief risponde al Miur sui posti accantonati

Il merito del contenzioso è stato definito dalla sentenza n. 2486 del 27 aprile 2011 del Consiglio di Stato e dalla sentenza n. 41/2011 della Corte Costituzionale. I docenti potevano spostarsi un un’altra provincia nel biennio 2009-2011.

E’ incredibile come soltanto qualche ora dopo una domanda specifica posta da una giornalista di Rai3 al ministro Gelmini sui posti accantonati durante la conferenza stampa relativa all’avvio dell’anno scolastico 2011-2012, dopo diverse diffide inviate dall’Anief nelle settimane scorse, a convocazioni per le immissioni in ruolo concluse, l’ufficio stampa del Miur finalmente si pronuncia sulla questione con un italiano non perfetto - potevano, almeno avvisare la Gelmini -, benedicendo l’operazione di accantonamento, in nome di un esito del contenzioso ancora non definito, in quanto privo di una sentenza del CdS. Comunicato di cui potevano avvisare il ministro che proprio sulla questione non aveva risposto in maniera chiara e precisa, anzi, aveva affermato essere di competenza dei direttori scolastici regionali.

Da una parte, dunque, il ministro affermava che non ha deciso Lei l’accantonamento - e come smentirla, visto che non vi sono atti ufficiali nei decreti o nelle note del Miur, dall’altra parte il suo ufficio stampa concordava con quanto avvenuto, ovvero rendeva il ministro complice del presunto reato di omissione di atti d’ufficio - mancata assegnazione di un incarico a t. i. ai docenti inseriti a pettine, e del danno erariale creato dall’assegnazione per lo stesso posto – fino all’intervento della Procura della Corte dei Conti - di due stipendi, al supplente e al neo-immesso in ruolo con nomina retrodatata al 1 settembre 2010.

Ma, da buon avvocato il ministro Gelmini e con Lei i direttori degli uffici scolastici regionali dovrebbero sapere che l’ordine di un ausiliare del giudice non può essere eluso in auto-tutela dall’amministrazione. Poi dovrebbero sapere che vi è una sentenza del Consiglio di Stato, la n. 2486 del 27 aprile 2011, che in via definitiva ha riconosciuto il diritto al trasferimento dei precari, formando un giudicato, pur non sapendo leggere la sentenza n. 41 della Consulta che ha bocciato l’intervento del Parlamento teso a salvare l’operato del ministro Gelmini per le province di coda.

Che poi ci si affidi alla Provvidenza o alla sorte, contenti che alcuni dei ricorrenti inseriti a pettine siano immessi in ruolo dal 1 settembre 2011 per levarseli di torno, sa ancora più dell’incredibile, visto che, comunque, gli stessi ricorrenti neo-immessi in ruolo potranno proseguire il contenzioso per avere retrodata la nomina in ruolo e per richiedere congrui risarcimenti danni monetari, visto che la loro assunzione non è stata determinata da una transazione.

A questo punto, visto che non vuole più seguire il suo ministero come si è visto per le assunzioni del personale, le consigliamo di dimettersi, per non gravare le giovani generazioni dei danni erariali causati e per non bloccare le tredicesime a un milione di dipendenti pubblici. Infatti, per colpa della sua cattiva amministrazione, tutte le immissioni in ruolo fatte dalle graduatorie ad esaurimento in questi due anni sono illegittime, e di questo ne dovrebbe prendere atto e avere la bontà di non dare lezioni a nessuno, specialmente quando invoca la solidarietà di tutti i cittadini in merito alla grave crisi economica che ci investe.