Precariato

Mentre per la scuola pubblica l’Anief ottiene dai tribunali la stabilizzazione dei precari, nella scuola privata CGIL, CISL, UIL, SINASCA, SNALS forniscono un’interpretazione autentica dell’art. 23.5 del CCNL sulla successione dei contratti, derogando alla normativa comunitaria.

La firma apposta dai rappresentanti sindacali presso la commissione paritetica nazionale, all’AGIDAE, è del 26 settembre 2011 e reca un’interpretazione autentica riguardante la successione dei contratti. Ebbene, le parti presenti ritengono che, in deroga a quanto previsto negli articoli 22.3, 22.4, 22.5 del CCNL vigente per il personale docente della scuola privata, che pure aveva recepito quanto disposto dal D.Lgs. 368/01 in attuazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE in tema di successione dei contratti e stabilizzazione del personale con più di 36 mesi di servizio, è possibile continuare a utilizzare dopo i primi 36 mesi per altri 60 mesi il personale docente non abilitato in regime di precariato perché la successione dei contratti è considerata a differenza della proroga una prerogativa da disciplinare esclusivamente attraverso una forma pattizia.

In buona sostanza, le parti ritengono che l’accordo quadro europeo sia vincolante per lo Stato italiano ma non per i datori di lavoro privati della scuola che, se in accordo con i sindacati, possono decidere se tenere precari i lavoratori, al di là dei termini perentori disposti dalla normativa comunitaria e recepiti nel nostro ordinamento ai fini della stabilizzazione.

È vero che quanto disposto avviene per i docenti non abilitati, ma non è colpa loro se sono assunti a t. d. per il funzionamento della scuola.

Anief denuncia quest’interpretazione illegittima e si prepara a ricorrere per garantire a tutti i precari il diritto alla stabilizzazione.

I precari della scuola a tempo determinato dovrebbero meditare seriamente chi votare alle elezioni RSU nel marzo prossimo, se non vogliono fare la fine dei precari delle private. Anche per questo, Anief chiede il voto alle proprie liste che saranno presentate a partire dal 20 gennaio, per diventare rappresentativa e bloccare nel nascere queste folli interpretazioni, prive di ogni fondamento giuridico.

La campagna elezione RSU

L’interpretazione autentica

Il CCNL

E alla conversione del contratto al 31 agosto. Così ha deciso il giudice di Milano per una ricorrente dell’Anief, condannando l’amministrazione al pagamento di 7.809,09 di risarcimento danni e condanna alle spese cui aggiungere tasse, interessi e contributi previdenziali.

Nonostante la memoria di difesa dell’avvocatura, il tribunale del lavoro non ha individuato nessuna ragione obiettiva per discriminare il servizio prestato da precario rispetto a quello prestato da immesso in ruolo, nella maturazione degli scatti di anzianità, né per apporre al 30 giugno la scadenza dei contratti stipulati negli anni indicati, invece che al 31 agosto, come la legge impone per i posti vacanti e disponibili. Pertanto, grazie all’invocata direttiva comunitaria 1999/70/CE come richiamata nel ricorso n. 12999/11 patrocinato dall’avv. dell’Anief, Guerinoni, la docente precaria ha ottenuto quanto spettante per gli anni di servizio prestati.

Si attendono, ora, analoghe pronunce nelle migliaia di ricorsi presentati nei tribunali di tutta Italia anche in merito alle richieste di stabilizzazione dei docenti precari che hanno prestato più di tre anni di servizio.

Il termine per ricorrere, d’altronde, è ancora aperto. Anief, però, ricorda che entro il 31 dicembre deve essere inviato il modello di messa in mora per impugnare i contratti scaduti negli anni passati al fine del riconoscimento della liquidazione del risarcimento danni per i mancati scatti biennali o per gli stipendi non percepiti nei mesi estivi, durante i periodi di precariato.

A tale ricorso, possono partecipare anche i docenti di ruolo che vogliono far conteggiare per intero gli anni di pre-ruolo per il versamento dei contributi ai fini pensionistici e per gli aumenti di stipendio nella ricostruzione di carriera,.

Per informazioni sui ricorsi per i docenti precari

Per informazioni sui ricorsi per i docenti di ruolo

 

La recente sentenza del giudice di Salerno che ha riconosciuto gli scatti di anzianità a due docenti precari e condannato il Miur al pagamento di 15.000 euro conferma la sistematica violazione dalla direttiva comunitaria avvenuta in questi ultimi dieci anni”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, in merito al diritto all’avanzamento di carriera anche per il personale scolastico non di ruolo che sino ad oggi in Italia ha trovato riconoscimento solo attraverso i pareri dei giudici del Lavoro.

Alcuni diritti come quello al lavoro e al giusto riconoscimento della propria professionalità - continua Pacifico - non sono alienabili né possono essere sospesi perché il lavoro è alla base dell'economia. Per questa ragione, abbiamo avviato dei ricorsi anche sbloccare il contratto e recuperare gli aumenti di stipendio cancellati nel quadriennio 2010-2014 per il personale di ruolo. Attendiamo, dunque, con fiducia l'esito delle migliaia di ricorsi che abbiano notificato negli scorsi mesi in tutti i tribunali del lavoro del Paese”.

In base a quanto disposto nel febbraio scorso dalla commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato, con il parere positivo del Governo, i lavoratori precari italiani hanno ottenuto uno slittamento dei termini previsti della norma del Collegato al lavoro che fissava inizialmente in 60 giorni il termine per l'impugnazione dei licenziamenti: nel testo dell'emendamento approvato è stato infatti previsto che "in sede di prima applicazione, l'applicazione delle disposizioni di cui al comma 1 relative al termine di sessanta giorni per l'impugnazione del licenziamento è prorogata al 31 dicembre 2011".

Per aderire ai ricorsi dell’Anief basta scrivere una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e ricevere le istruzioni.

Di fronte al silenzio del Miur, gli Uffici scolastici regionali procedono da soli in un’Italia comunale dove l’abuso si è sostituito al diritto, le minacce alle proposte. Ancora una volta i tribunali, questa volta anche penali, saranno investiti della dolosa e colpevole incompetenza dei dirigenti dell’amministrazione periferica.

In Lombardia, nell’individuare gli aventi diritto sui posti del 2011-2012 obbligano l’aspirante a rinunciare a ogni diritto in merito al contenzioso attivato negli ultimi due anni; nel Veneto, alcuni posti sono accantonati dalle vecchie graduatorie, altri no ma in cambio accantonano le nomine individuando l’avente diritto; in Toscana danno le supplenze agli accantonati in cambio dei ruoli e le immissioni lo stesso giorno dalle vecchie e dalle nuove graduatorie e tutto tra intimidazioni verbali su possibili depennamenti, cancellazioni, truffe.

L’Anief invita tutti i ricorrenti sui posti accantonati a farsi assegnare gli incarichi d’ufficio, a denunciare tutte le mancate immissioni per abuso di potere e la rinuncia ai diritti vantati con il contenzioso seriale aperto per estorsione. Si passa dall’omissione di atti di ufficio all’istigazione a delinquere contro un ordine di un ausiliare di un giudice. Le denunce saranno depositate presso le Procure della Repubblica. Nel frattempo, l’Anief continua a chiedere l’intervento del ministro Gelmini, in questo momento, latitante. L’unica nota del Miur, infatti, Prot. n. AOOODGPER 6705 Roma, 24 agosto 2011, continua a interpretare erroneamente la normativa, vietando i trasferimenti per cinque anni anche ai neo-assunti dal 1 settembre 2010, mentre la legge - a nostro avviso illegittimamente - voluta dalla Lega dispone tale provvedimento dal 1 settembre 2011. Anief, pertanto, non potrà fare altro che lanciare nuovi ricorsi per i neo-immessi in ruolo per consentirne la mobilità come per il personale precario e far dichiarare incostituzionale la nuova normativa introdotta.

 

Nota ANIEFdel 24 agosto 2011

Al Direttore generale MIUR per il personale scolastico, dott. L. Chiappetta

Al Direttore generale USR Lombardia, dott. G. Colosio

Oggetto: Richiesta annullamento nota USR Lombardia Prot. n. MIUR AOODRLO R.U.  8652  del  24.08.2011. Denuncia del presunto reato di abuso di potere o per la violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione e di estorsione.

La scrivente O. S.,

preso atto della nota a firma del dirigente dell’USR Lombardia Prot. n. MIUR AOODRLO R.U.  8652  del  24.08.2011 in cui si prevede che “Si da altresì avviso che coloro i quali risulteranno individuati ed assunti per diritto di graduatoria dalle GAE 2011/12, dovranno contestualmente rinunciare, all’atto dell’accettazione, ad ogni diritto derivante dalla graduatoria precedente”,

considerato che l’assunzione dalle Gae 2011/2012 è disposta dalla normativa vigente e non in via di transazione bonaria dalla Direzione scolastica regionale ai ricorrenti o aspiranti inseriti che hanno anche pendente un giudizio in corso in merito al contenzioso avverso le graduatorie precedenti e le relative disposizioni riguardanti le immissioni in ruolo,

visto che il dirigente dell’amministrazione con tale nota obbliga contro la sua volontà e la sua coscienza l’aspirante individuato per una proposta di assunzione in ruolo dalle Gae 2011-2012 alla rinuncia a ogni diritto rivendicato in merito alle graduatorie precedentemente compilate per errore dello stesso dirigente come il Commissario ad acta ha già chiarito allo stesso dirigente con nota del 4 aprile 2011,

chiede alla S. V., nell’esercizio dei suoi poteri, di annullare la nota in oggetto che sarà oggetto di denuncia penale da parte dei diretti interessati per abuso di potere e tentata estorsione.

 

Leggi anche:

Modelli di impugnazione e di denuncia per coloro che accettano il ruolo dalle GaE 2011/12 ed a cui viene richiesto di rinunciare ai diritti dalle GaE 2010/11

FAQ per gli inseriti a pettine 2009-2011 in merito alle prossime immissioni in ruolo

Caos nomine: i direttori regionali procedono in ordine sparso

Illegittimo l'accantonamento delle immissioni in ruolo da GaE 2010-2011 per i ricorrenti pettine

 

Il Ministro Gelmini intervenga con urgenza per garantire il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 nell’assunzione dei docenti e provveda a rimuovere i dirigenti responsabili di possibili danni erariali a carico dello Stato.

Così interviene il deputato siciliano del PD, membro della VII Commissione della Camera dei Deputati, al fine di garantire la legalità nelle imminenti operazioni di immissioni in ruolo che saranno disposte dai dirigenti degli ambiti territoriali del Miur, su delega dei direttori degli uffici scolastici regionali.

"La legge- prosegue il parlamentare- insolitamente prevede già la possibilità di retrodatare al primo settembre 2010 alcune nomine, da disporre sui posti vacanti e disponibili di quell’anno. Ed il Governo, in piena autonomia, ha deciso di assegnarle da vecchie graduatorie che, per essere pienamente legittime, così come ha stabilito la sentenza della Consulta n. 41/2011, avrebbero dovuto essere integrate con l'inserimento "a pettine" di tutti i docenti che, proponendo ricorso, avevano manifestato l'intenzione di chiedere il trasferimento provinciale nel biennio precedente. 

Ora sarebbe troppo assistere anche al paradosso di diversi dirigenti dell’amministrazione periferica che sembrerebbero intenzionati, magari mal consigliati, ad accantonare posti che hanno già legittimi assegnatari. Per essere più precisi: quei docenti che hanno ricorso e ottenuto il commissariamento del ministero perché reclamavano il loro diritto al trasferimento, nonché tutti coloro i quali beneficiano del pronunciamento definitivo della Consulta. Inoltre, se questi stessi posti venissero assegnati in supplenza fino ad una pretestuosa individuazione dell’avente diritto per l’immissione in ruolo, si costringerebbe lo Stato a pagare due stipendi per lo stesso posto. Ulteriore beffa se si pensa che nello scorso biennio sono state assegnate immissioni in ruolo da graduatorie illegittimamente compilate.

Chiedo, pertanto, al ministro Gelmini di intervenire per giungere ad una soluzione che non penalizzi i docenti già immessi in ruolo e garantire, comunque, il diritto di chi giustamente da due anni rivendica l’assunzione secondo il proprio punteggio legittimo, reale e sudatissimo, a dispetto di quanto qualche scellerato diversamente asserisce allo scopo di celare il fallimento della politica dei respingimenti degli insegnanti non di pura razza padana.

È, insomma, dovere del titolare del Ministero dell’Istruzione intervenire già lunedi mattina prima che si consumi l’irreparabile, ossia, che i direttori degli UU.SS.RR. e degli AA.TT. trasgrediscano la legge operando scelte illegittime.

È evidente che, laddove si constatassero iniziative autonome contro la decisione della Corte Costituzionale e contro gli ordini del commissario nominato per l'ottemperanza di molteplici decisioni della magistratura, sarebbe saggio disporre la rimozione del dirigente ancor prima che i docenti danneggiati presentino dettagliati esposti alle Procure della Repubblica e alle Procure della Corte dei Conti per l'accertamento delle responsabilità penali e contabili. In tal senso, sono convinto che le disposizioni emanate in data 17 Agosto 2011 dal direttore pro-tempore dell’U.S.R. Veneto, in quanto elusive del giudicato cautelare e, soprattutto, della sentenza della Corte Costituzionale sopra richiamata, siano da annullare con effetto immediato non lesinando necessari provvedimenti disciplinari a carico dei funzionari che mostrano disprezzo per le sentenze del Giudice delle Leggi.