Stabilizzazione: tutti seguono l’Anief, ma guardatevi dalle condanne alle spese

Il Governo italiano riconosce ai dipendenti precari del pubblico impiego la conversione automatica del rapporto di lavoro dopo 36 mesi. Ordinanza corte di giustizia europea del 1.10.2010.

Il 2011 si apre all’insegna dei ricorsi al giudice del lavoro grazie a una campagna di sensibilizzazione che l’Anief ha iniziato nel marzo 2009. Le domande entro il 22 gennaio.

Tutte le grandi sigle sindacali, la cui rappresentatività è stata prorogata per legge, alcune seppur dubbiose (allora ci chiediamo perché ricorrono se i loro legali già sono convinti di una condanna alle spese che ricadrà sui singoli ricorrenti), altre soltanto di recente convertite alla battaglia giudiziaria (quando prima sostenevano la sola azione politica), hanno seguito l’Anief nell’invitare i propri iscritti docenti e ata precari a ricorrere per ottenere la stabilizzazione, ovvero la conversione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. Persino le associazioni dei docenti di religione, unica categoria a cui è consentito il recupero degli scatti biennali per il periodo di precariato, invitano a ricorrere, come le associazioni dei consumatori con una class action collettiva, utile forse alla categoria ma non ai risarcimenti e alla stabilizzazione dei soli singoli ricorrenti che vantano situazioni differenziate e posizioni lavorative differenti.

L’Anief invita docenti e ata a valutare bene, visto il mercato dei ricorsi appena aperto, con chi e perché ricorrere, visto che la condanna alle spese è divenuta obbligatoria e un ricorso scritto male o in fretta, senza tutti i riferimenti normativi e giurisprudenziali, può pregiudicare tutto il processo, oltre ad avere effetti sanzionatori sui ricorrenti.

Nel frattempo, offriamo a beneficio di sindacati e avvocati, l’ultima ordinanza della Corte di Giustizia europea dove i giudici, riprendendo i temi sviluppati dall’avvocatura dello Stato italiano, ha affermato chiaramente quanto segue, al punto 48:

A tale proposito, nelle sue osservazioni scritte il governo italiano ha sottolineato, in particolare, che l’art. 5 del d. lgs. n. 368/2001, quale modificato nel 2007, al fine di evitare il ricorso abusivo ai contratti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico, ha aggiunto una durata massima oltre la quale il contratto di lavoro è ritenuto concluso a tempo indeterminato e ha introdotto, a favore del lavoratore che ha prestato lavoro per un periodo superiore a sei mesi, un diritto di priorità nelle assunzioni a tempo indeterminato. Inoltre, l’art. 36, quinto comma, del d.lgs. n. 165/2001, come modificato nel 2008, prevedrebbe, oltre al diritto del lavoratore interessato al risarcimento del danno subìto a causa della violazione di norme imperative e all’obbligo del datore di lavoro responsabile di restituire all’amministrazione le somme versate a tale titolo quando la violazione sia dolosa o derivi da colpa grave, l’impossibilità del rinnovo dell’incarico dirigenziale del responsabile, nonché la presa in considerazione di detta violazione in sede di valutazione del suo operato.

Ora aspettiamo il Miur al varco. Grazie all’Anief, con e dopo tutti questi ricorsi, si porrà fine alla precarietà nella Scuola italiana, a un modus operandi che ha portato all’utilizzo costante del 15% del personale precario per il funzionamento ordinario dell’amministrazione scolastica. Grazie all’Anief si rilancerà la qualità della didattica e la professionalità della sua comunità educante.

Contattaci entro il 20 gennaio per ricevere il modello per evitare la prescrizione della tua domanda di stabilizzazione e di conversione del contratto dal 30 giugno al 31 agosto.

Vai al comunicato sui ricorsi al Giudice del Lavoro