Rassegna stampa

Rassegna stampa sul nuovo colpo al personale della scuola inferto dalla Legge di stabilità

Pubblichiamo alcuni articoli sul nuovo colpo al personale della scuola inferto dalla Legge di stabilità.

La Sicilia: "Legge stabilità colpisce i docenti"

IMG Press: La legge di stabilità colpisce i docenti: stipendi fermi a 1.300 euro almeno per un altro anno

Tecnica della Scuola: Contratti ancora bloccati, i sindacati non ci stanno

Orizzonte Scuola: La legge di stabilità colpisce i docenti: stipendi fermi a 1.300 euro almeno per un altro anno

Calabria 24 ore: Scuola – La legge di stabilità colpisce i docenti: stipendi fermi a 1.300 euro almeno per un altro anno

La Sicilia web: "Legge stabilità colpisce i docenti"

MNews: La legge di stabilità colpisce i docenti: stipendi fermi a 1.300 euro almeno per un altro anno

Italpress: Scuola, Anief "legge stabilità colpisce i docenti"
ROMA (ITALPRESS) - "La legge di stabilita' approvata nelle ultime ore al Senato non sana il danno che il Parlamento italiano sta perpetrando nei confronti dei dipendenti della scuola: il via libera al maxiemendamento, che nei prossimi giorni passera' all'esame della Camera, comprende una serie di provvedimenti che avvicineranno gli stipendi di insegnanti e personale non docente alla soglia di poverta'. La proroga del blocco del rinnovo del contratto comportera', infatti, la corresponsione nei loro confronti di buste paga, unico caso della pubblica amministrazione, ferme per il quinto anno consecutivo". Lo afferma in una nota l'Anief-Confedir. "Ignorando le diverse perplessita' espresse nelle scorse settimane dalla VII Commissione Istruzione del Senato ('300 milioni di euro si spostano dalle retribuzioni del personale, gia' molto basse, verso il contenimento della spesa pubblica') - sottolinea il sindacato -, a Palazzo Madama non si e' tenuto conto che tra i paesi moderni europei i nostri docenti hanno lo stipendio piu' basso dopo la Grecia, con quasi 8 mila euro in meno a fine carriera rispetto alla media delle buste paga del vecchio continente: e' tutto dire che oggi in media un insegnante guadagni appena 1.300 euro. E un non docente poco piu' di mille euro. Non bisogna poi dimenticare che fermare gli stipendi a tutto il 2014 significa violare i principi richiamati dalla sentenza della Corte Costituzionale sull'illegittimita' della proroga del blocco stipendiale (la n. 223/12 che annulla l'art. 9, c. 21 della Legge 122/2010) nei confronti dei magistrati che operano per lo Stato: secondo i giudici, infatti, e' illegittima la loro proroga del blocco stipendiale, poiche' non rientra piu' nei casi di eccezionalita'. E, per analogia, lo stesso discorso vale per tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione".
"A questa beffa, per i dipendenti della scuola va aggiunta quella derivante dal D.P.R. n. 122 del 4 settembre 2013, che ha sancito la nullita', a partire dal 2011, dell'accordo sulla copertura degli scatti automatici: aumenti e arretrati, in pratica, vanno considerati mere indennita' per coprire il blocco degli scatti del personale della scuola per il triennio 2010-2012, poi prorogato, voluto dall'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti – spiega ancora l'Anief-Confedir -. Tra l'altro, per pagare questa 'una tantum' si sottrarra' una sostanziosa parte al fondo per il miglioramento dell'offerta formativa: 400 milioni di euro verranno sottratti ai nostri alunni, negandogli una parte delle preziose attivita' a completamento della didattica, come i progetti di attivita' motorie, linguistica e informatica. Come se non bastasse, la legge di stabilita' approvata al Senato prevede la proroga dell'indennita' di vacanza contrattuale sino al 2015, con la prospettiva di proroga al 2017: considerando che si fa riferimento al comma 17 dell'art. 9 della Legge 122/2010, anche in questo caso i valori stipendiali del personale della scuola, da adeguare all'inflazione, rimangono di fatto fermi addirittura al 2009". Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, "a riportare il tutto su dei binari di giustizia potrebbe essere ancora una volta quella Corte costituzionale che lo scorso anno ha gia' annullato il blocco degli scatti per i magistrati: non e' possibile ridurre ai minimi termini gli stipendi dei dipendenti pubblici, tenendoli fermi per sei anni o piu' probabilmente per otto, proprio nel mezzo di una crisi economica profondissima. Tra l'altro - conclude Pacifico - si va a penalizzare una categoria, quella degli insegnanti e del personale della scuola, di cui da tempo si auspica il rilancio professionale". (ITALPRESS).

Il Giornale: Il Parlamento abusivo rischia l'arresto