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La soglia scenderà da un minimo di 600 a un minimo di 500 studenti nei casi ordinari, e da un minimo di 400 a un minimo di 300 nel casi delle piccole isole, dei comuni montani e le aree caratterizzate da specificità linguistiche. Negli anni Anief ha sempre proposto, alle istituzioni scolastiche, alle amministrazioni comunali, alle amministrazioni provinciali e regionali, un monito attenzionale agli accorpamenti delle scuole.
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Doveva essere il giorno del ritorno a scuola per le scuole superiori, almeno per quasi tutti, invece (se va bene) i ragazzi ci torneranno fra 25 giorni.

Con il 7 gennaio infatti non ci sarà il tanto auspicato ritorno sui banchi per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado: l'ordinanza di Luca Zaia ha spostato il ritorno della didattica in presenza a febbraio, mentre in molte altre regioni si ripartirà l'11. Didattica a distanza che prosegue anche nelle università.

Con la giornata di domani invece, riprende la frequenza per medie (secondaria inferiore), elementari (primaria), scuola dell'infanzia e asili nido. Un eventuale passaggio in zona arancione o rossa, potrebbe spingere alla didattica a distanza anche alle medie, ma su questo ancora non ci sono decisioni: di sicuro domani tutti in classe a eccezion fatta per i ragazzi delle superiori che, ad eccezione della "finestra" autunnale, ormai non vanno a scuola da quasi un anno.

Comunicazione della Direzione Generale: Si trasmette la nota prot. n. 2836 del 6 gennaio 2021 del Direttore dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e programmazione comunitaria della Regione del Veneto, con la quale vengono forniti alle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie del Veneto gli opportuni chiarimenti circa l’applicazione dell’Ordinanza Regionale in oggetto.
Scarica gli allegati.

È giunto in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n.3 del 05-01-2021) il nuovo Decreto Legge incentrato sulle disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, frutto dell’accordo raggiunto nell’ultimo Consiglio dei Ministri per permettere un più regolare rientro degli alunni nelle loro scuole. Le disposizioni, che hanno effetto da stamane, all’articolo prevedono che “dal giorno 11 gennaio 2021 al 16 gennaio 2021 le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, garantendo almeno al 50 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni l’attività didattica in presenza. La restante parte dell’attività didattica, è svolta con didattica a distanza”.

Ricapitolando, quindi, le scuole secondarie di secondo grado rientrano in aula dall’11 al 16 gennaio per almeno il 50% della popolazione studentesca. Dal 7 al 9 gennaio le attività didattiche si svolgono a distanza. Dalla scuola dell’Infanzia al primo ciclo il ritorno in classe si attuerà da domani 7 gennaio. Le scuole collocate nelle zone rosse, invece, praticheranno la didattica a distanza dalle classi di seconda media alla quinta superiore. Nel frattempo, “le Regioni stanno decidendo in ordine sparso le date di rientro e le modalità”, ricorda oggi Orizzonte Scuola.

Marcello Pacifico, presidente Anief: “Continuiamo a pensare che sul ritorno a scuola serva la massima cautela, perché il Covid non è affatto superato. Sarebbe sicuramente meglio allungare i tempi della didattica a distanza alle superiori fino al 17 gennaio, con rientro quindi lunedì 18. Si andrebbe così a creare un periodo ‘cuscinetto’ che servirebbe a fare quello screening che epidemiologi indicano come basilare per non allargare i contagi. Occorre un’indagine sulla diffusione del virus tra gli studenti e tra il personale come si era deciso quest’estate, quando i casi accertati di contagio erano il 3% di quelli registrati oggi. Sarebbe anche opportuno rendere prioritaria la vaccinazione volontaria di docenti, educatori e Ata. Inoltre, bisognerebbe incrementare le autonomie scolastiche, quindi su sedi, classi e organici del personale, in base alle esigenze del territorio e non di calcoli teorici. Ma anche non utilizzare più posti in deroga sul sostegno, elevare il rapporto studenti-personale e sbloccare i trasferimenti facendo cadere vincoli insensati. E fa bene la ministra Lucia Azzolna a dire che la scuola viene prima della politica".
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(ANSA) - ROMA, 05 GEN - Per Marcello Pacifico, leader dell'Anief, la scuola non è pronta alla ripartenza del 7 gennaio, "non si è fatta un'indagine sulla diffusione del virus tra gli studenti e tra il personale come si era previsto quest'estate quando i casi di contagio erano il 3% di quelli registrati in questi giorni". Per Pacifico "bisogna intervenire e subito su autonomie scolastiche, plessi, classi e organici. Deve essere innalzato il rapporto alunni-personale scolastico e rendere prioritaria la vaccinazione volontaria di insegnanti, Ata, educatori". Per quanto concerne gli organici, il sindacalista ha detto che è necessario "approfittare di questa emergenza per ripensare all'attribuzione degli organici in base alle esigenze del territorio, senza più ricorrere alla supplentite, per sbloccare i trasferimenti e non utilizzare più posti in deroga sul sostegno". (ANSA).

Comunicazione della Direzione Generale: Si trasmette l’Ordinanza in oggetto di data odierna – in corso di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione – con la quale il Presidente della Giunta Regionale del Veneto ha disposto, per ragioni di ordine sanitario, che le scuole secondarie di secondo grado adottino la didattica digitale integrata per il 100% della popolazione scolastica dal 7 al 31 gennaio 2021.
Visita il sito dell'ufficio scolastico.

"Bisogna adeguare la retribuzione al costo dell'inflazione registrata negli ultimi dodici anni. Le buste paga degli insegnanti non soltanto sono inferiori a quelle dei colleghi europei ma sotto ancora di dieci punti rispetto al costo della vita. Né sono state riconosciute specifiche indennità di rischio biologico o di burnout. Come sindacato continuiamo a dire che non si può parlare di valorizzazione del personale scolastico senza aumento degli stipendi, con inserimento anche dell'indennità di rischio collegata al Covid-19. Per noi è necessario incrementare gli stipendi mediamente di almeno 250 euro al mese, quindi di 3 mila euro l'anno; tale esigenza deve essere accompagnata a quella di abbattere la precarietà, oltre a quella della cancellazione dei tagli draconiani della Legge 133/2008". Lo dice il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico. (ANSA).

Tra le disposizioni approvate dal CdM, da domani all’esame della Camera e dal 12 gennaio a Palazzo Madama, ne risultano presenti diverse per il comparto della Conoscenza: tra le più importanti figura la proroga fino al 31 marzo 2021 dello stato di emergenza Covid19 e le supplenze Ata su posti ex Lsu, come le riunioni a distanza degli organi collegiali, mentre il CSPI deve dare parere entro sette giorni sugli atti ministeriali. Vengono inoltre prorogati a fine anno solare i concorsi per docenti di insegnamento della Religione Cattolica e dei dirigenti tecnici, come la spesa per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Marcello Pacifico (Anief): “Chiederemo modifiche in Parlamento per organici e assunzioni nonché sui lavoratori fragili e pensionamenti. Come è necessaria la riapertura delle Graduatorie a esaurimento, oltre che l’avvio dei concorsi per titoli per riassorbire il precariato”.
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Ha parlato anche di scuola e compensi dei docenti italiani il premier Giuseppe Conte nel concorso della conferenza stampa di fine anno organizzata oggi dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare: “Per gli insegnanti – ha detto il presidente del Consiglio - gli stipendi non sono elevati, dovremo fare qualcosa di più. Ma stiamo lavorando per migliorare la qualità dell’insegnamento: il Piano pluriennale con 25mila insegnanti di sostegno è qualificante, sarà a favore degli alunni con disabilità. È un grande segnale che diamo al comparto scuola che tradizionalmente su questo fronte non è negli standard più elevati del mondo occidentale”.

Anief bene accoglie le dichiarazioni del premier: “Non si può parlare di valorizzazione del personale scolastico – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato – senza mettere mano agli stipendi, prevedendo quell’indennità di rischio, collegata al burnout tradizionale, che con il Covid è diventata una necessità. Ci sono Paesi del vecchio continente, come la Germania, dove a fine carriera il compenso di un insegnante è praticamente il doppio dei nostri. Ma il lavoro profuso è lo stesso, anzi in alcuni anni di corsi i nostri docenti fanno anche un orario di lezioni settimanali maggiori. Sinora si è a malapena messo da parte, con le ultime tre Leggi di Bilancio, una cifra media individuale attorno ai 100 euro a lavoratore pubblico, quindi anche della scuola. Ha ragione da vendere il premier Conte quando dice che serve di più. Quella di incrementare gli stipendi, in media di almeno 250 euro al mese, quindi 3 mila euro l’anno è un’esigenza impellente, che va di pari passo alle azioni da intraprendere contro la precarietà, per l’ampiamento degli organici, la cancellazione dei tagli draconiani della Legge 133/2008. A costo di prevedere finanziamenti aggiuntivi, anche da privati, come pure dal Ricovery fund”.
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Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha tenuto la conferenza stampa di fine anno organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare.

Il premier ha tracciato il bilancio di un anno gravemente segnato dalla pandemia di Covid-19. Nella conferenza stampa non è previsto un discorso introduttivo del presidente del Consiglio. Dopo un breve saluto, Conte è passato direttamente alle domande dalla platea.

La tradizionale conferenza stampa di fine anno è iniziata con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid-19.
Guarda la conferenza.

Dopo avere rinnovato la fiducia al Governo, il Senato ha dunque oggi approvato l'articolo 1 del ddl n. 2054 Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. Nel testo definitivo vi sono quasi 300 emendamenti approvati, con varie misure per la famiglia, per il lavoro e le pensioni, aiuti alle imprese, accesso al credito e, per quanto concerne la scuola e la sanità, fondi ad hoc, per una spesa totale di circa 40 miliardi di euro.
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In caso contrario Anief ha già predisposto un modello di diffida e messa in mora per il recupero delle spettanze

Dopo il parziale sblocco dei ratei di settembre, ottobre e l'emissione speciale di Noipa del 15 dicembre, a seguito di nostra richiesta di intervento, il Ministero ci informa che le risorse sui POS sono state ritirate per permettere a Banca d'Italia la chiusura dell'esercizio secondo quanto previsto dalla normativa vigente e che pertanto le spettanze saranno pagate con la prossima emissione straordinaria di Noipa prevista per metà gennaio.
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La riapertura di tutte le scuole a gennaio per svolgere le lezioni in presenza è un fatto importante, ma bisogna adottare la massima cautela: perché quando all’inizio dell’anno scolastico sono tornati in classe oltre otto milioni di studenti c'erano 300 contagi al giorno, mentre oggi abbiamo quasi 10mila nuovi casi di Covid-19 al giorno. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: nel corso di una video-intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista ha detto che bisogna "riaprire sì” le scuole e tornare alle lezioni tradizionali, ma occorre farlo “in sicurezza". Perché la "tutela della salute del personale e degli studenti resta la priorità assoluta", soprattutto perché "non sono tra le categorie di quanti potranno vaccinarsi per prime”. Il leader dell’Anief è convinto che “dobbiamo soprattutto evitare che la scuola diventi ciò che non è mai stato, ossia un luogo di diffusione del contagio dopo queste vacanze".

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