Il giovane sindacato vuole orientarle per riconoscere l’indennità di rischio biologico per affrontare la didattica in presenza al tempo del Covid visto gli attuali spazi delle aule, l’indennità di incarico per ristorare delle spese il personale che prende servizio in una sede diversa dalla presidenza, l’indennità di burnout per aprire una finestra speciale sulle pensioni dopo 36 anni di insegnamento, per rivedere i livelli di inquadramento del personale Ata, per ottenere la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo anche per la ricostruzione di carriera e nel salario accessorio, all’interno anche del sistema nazionale di istruzione, per valorizzare tutti i profili professionali e ancorare almeno gli stipendi all’inflazione nell’ottica di una equiparazione europea
“Il dato invece su cui riflettere è perché più della metà dei posti autorizzati per assumere gli inseganti è andato ancora una volta a vuoto”, rincalza il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, a dispetto delle assunzioni autorizzate dalla sola prima fascia delle GPS con tre anni di servizio nella sola scuola statale contro il parere del sindacato e di un ennesimo concorso straordinario. Ora l’Europa ci chiede grazie anche al reclamo presentato da Anief e accolto dal Comitato europeo dei diritti sociali nuove 70 mila immissioni in ruolo con il PNRR. Unica soluzione, assumere dal doppio canale di reclutamento con le GPS da prima e seconda fascia senza limiti. Sul sostegno, ancora 50 mila cattedre saranno assegnate a personale non specializzato in deroga oltre alle altrettante già date in supplenza a dispetto delle 15 mila immissioni in ruolo realizzate per colpa dell’offerta formativa degli Atenei nei corsi TFA non orientata al reale fabbisogno
Anief ha condiviso insieme alle altre organizzazioni sindacali una richiesta di incontro avente per oggetto la riflessione con proposte per la stabilizzazione straordinaria dei docenti di religione e precari con oltre 36 mesi di servizio. Tale richiesta è stata inoltrata ai Presidenti della VII Commissione di Camera e Senato
Anief, che ha chiesto l'audizione per la notifica delle 125 mila firme raccolte per l'abrogazione della norma, presenta una dozzina di proposte. A una settimana di inizio dell'anno scolastico, per Pacifico, infatti, tale intervento risulta inutile, discriminatorio e illegittimo oltre che motivo di disordine per la ripresa delle lezioni.
Sono 14, infatti, le proposte di modifiche dell’Anief al decreto legge n. 111/2021 pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 6 agosto, sulle misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti, tra cui il Green Pass obbligatorio tra il personale in servizio nelle scuole pubbliche e le norme per la ripresa in presenza dell’anno scolastico e dell’attività universitaria 2021-2022. Gli emendamenti predisposti dal giovane sindacato al provvedimento, in corso di conversione, vanno dalla gratuità dei tamponi e test salivari per il rilascio della certificazione verde alla cancellazione dell’obbligo di possesso e di esibizione della stessa certificazione - in quanto in contrasto con il regolamento comunitario n. 953/2021. L'ultima proposta è stata sottoscritta da più di 125.000 cittadini su change.org in appena tre settimane –, dopo l'introduzione dei test salivari rapidi con un emendamento presentato dalla commissione affari sociali all'atto decreto legge 23 luglio 2021, n. 105, ad accoglimento della richiesta avanzata dal presidente Pacifico al presidente del Consiglio Draghi nella settimana scorsa.
Non si parla più di precari, anche nella scuola, dove tutte le cattedre sarebbero state coperte. A sostenerlo è stato Patrizio Bianchi rispondendo allo stimolo arrivato dal Workshop Ambrosetti che propone alla politica di modificare la governance dell’Italia: “Avete notato – ha detto Bianchi - che sui giornali è scomparsa la parola precario? Negli anni scorsi si parla sempre della situazione in questo periodo. Il motivo? Perché abbiamo fatto i concorsi, nemmeno una sanatoria. Concorsi fatti dai governi precedenti e noi li abbiamo realizzati. L’impegno del premier Draghi di fare in modo che tutti gli insegnanti siano in cattedra il primo giorno di scuola si è realizzato”. Senza volere entrare in polemica con il ministro dell’Istruzione, Anief tiene a precisare che le procedure concorsuali svolte sono solo due ed ancora attendono di essere completate: sono il concorso straordinario e lo Stem, entrambi solo per la scuola secondaria, rispettivamente con 32mila e poco più di 6mila posti da assegnare. I concorsi ordinari, invece, non sono ancora stati avviati. Tanto è vero che le nomine in ruolo stentano ad andare oltre 58.600, a fronte di quasi 113mila immissioni in ruolo autorizzate dal Mef. E poi ci sono sempre oltre 200mila cattedre da coprire con supplenze annuali.
“Numeri alla mano – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – siamo al 6 settembre, la scuola è iniziata in Alto Adige, presto in tutte le Regioni, ma non risulta a nessuno che le assegnazioni dei posti liberi nella scuola sia già terminata. Ci sono degli Uffici scolastici, invece, dove le operazioni risultano ancora in alto mare, anche per la pessima gestione delle Gps che ha prodotto anche quest’anno un’alta percentuale di errori, reclami e ricorsi, con la conseguenza che i direttori degli Usp non se la sentono di convocare il personale per assumerlo a tempo determinato: in alcune province le nomine hanno ripreso solo oggi. Ancora peggio è la situazione del personale Ata, che nemmeno sa ancora quando potrà essere chiamato per essere assunto. Purtroppo, la realtà è che delle 300mila supplenze annuali, considerando amministrativi, tecnici e ausiliari, la maggior parte deve ancora essere attuata. E che di almeno 100mila supplenti con oltre 24-36 mesi svolti, che nel resto dell’Ue sarebbero assunti in automatico, sono una minima parte è stata stabilizzata. Quanto ai concorsi salvifici, possiamo dire che sarebbe bello: purtroppo i tempi medi per la conclusione di un concorso ordinario vanno dai 2 ai 3 anni e nel frattempo vanno in pensione più docenti dei posti messi a bando”.