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www.latecnicadella scuola.it – 11 gennaio 2013
“La lettera “segreta” della Bce all’Italia sulla scuola”
░ La famosa lettera che la Bce, Banca centrale europea, ha spedito all’allora Governo italiano per impegnarlo a superare la crisi.
Nel corso della puntata di "Servizio Pubblico"… è venuta fuori la famosa lettera che la Bce, Banca centrale europea, ha spedito all’allora Governo italiano per impegnarlo a superare la crisi… E in quella lettera cosa c’è che riguarda la scuola?... Per accelerare la crescita dell'economia, Jean-Claude Trichet e Mario Draghi richiamano esplicitamente l'esigenza di rivedere le norme sulle assunzioni e i licenziamenti dei lavoratori (per i quali nella lettera si usa il termine «dismissal») nelle imprese applicando l'intesa del 28 giugno tra la Confindustria e i sindacati, «che si muove in questa direzione»…. Alla voce “Capitale umano”, si chiede praticamente al governo “Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance” (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). Alla lettera spedita dalla Bce, il governo italiano risponde e sulle richieste relative alla valorizzazione del capitale umano è detto: a) Promozione e valorizzazione del capitale umano. L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l'anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell'arco d'un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento. Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. …
La lettera entra poi nel merito di alcune proposte: - rispetto a Scuola ed Università si parla di “promozione e valorizzazione del capitale umano”: in sostanza vuol dire che queste si devono modellare secondo criteri di impresa, creando futuri dipendenti completamente disciplinati e sottomessi alle esigenze del profitto. Si pensa ad un “programma di ristrutturazione per le scuole” (leggi: taglio di fondi, altri licenziamenti), si “amplieranno autonomia e competizione tra Università”…

Il resto del Carlino – 13 gennaio 2013
“Scuole, in arrivo altri tagli. A rischio anche il sostegno”
░ La spending review taglia il fondo per il Miglioramento dell'offerta formativa per finanziare gli scatti d'anzianità dei docenti.
Le spending review taglia il Mof e il Fis? E allora i presidi tagliano il Pof. … La scure cade anche sugli incarichi di staff (dai vicari ai coordinatori di commissioni): azzerati…. Il nodo è presto detto: il Mof è il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa che sarà potato non meno del 23% (ma si ipotizza fino al 38%); i soldi recuperati sono destinati a finanziare gli scatti di anzianità di 120mila professori (in primis quelli del 2011). Il Mof contiene il Fis, il fondo di istituto (già drenato del 30% nell'ultimo anno) da cui i presidi attingono per sovvenzionare i progetti inseriti nel Piano dell'offerta formativa (appunto il Pof: la carta d'identità di ogni istituto). Ma anche per pagare gli stipendi ai supplenti e l'integrativo ai vicari e ai docenti con funzioni strumentali. …

Scuola oggi.org – 14 gennaio 2013
“Il pasticcio delle ferie “maturate e non godute”
░ Prima con la spending review poi con la legge di stabilità, il governo Monti, complice il Parlamento, è riuscito a dare ulteriori picconate a quel che rimane del modello contrattuale nazionale. (di
Pippo Frisone).
Dove il governo ha dato il meglio di sé è stato sulle ferie. Spinto dall’emergenza e dalla necessità di fare cassa ad ogni costo, con la spending review ha vietato ogni monetizzazione delle ferie maturate e non godute in tutto il pubblico impiego, scuola compresa…. L’attuale ordinamento (dlgs.297/94) prevede una scansione dell’anno scolastico che inizia il 1° settembre e termina il 31 agosto. All’interno dell’anno scolastico si svolgono tutte le attività didattiche ( attività d’insegnamento e funzionali all’insegnamento), dal 1° settembre al 30 giugno, salvo prosecuzione in luglio per gli esami di stato nel 2°grado.
Le attività didattiche sono comprensive delle lezioni secondo il calendario scolastico, definito a livello regionale, che stabilisce anche i periodi di sospensione (natale, pasqua, carnevale…). E’ sempre il contratto nazionale (comma9 art.18), consolidando norme di legge precedenti alla contrattualizzazione, a stabilire che il personale docente debba usufruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle attività didattiche (mesi di luglio e agosto). Nella rimanente parte dell’anno , vale a dire durante le lezioni, le ferie sono consentite ai docenti per non più di 6 giornate lavorative e senza oneri aggiuntivi per le sostituzioni. Le citate norme contrattuali, nel rispetto di quelle ordinamentali, hanno tenuto conto con coerenza sia della specificità del settore, non assimilabile ad altri comparti pubblici, sia del particolare status dei docenti di ruolo e supplenti.
Quello che non è stato fatto con la spending review e con la legge di stabilità. Oltre allo sfregio d’invadere il terreno contrattuale, l’intervento legislativo ha dimostrato che non può tornare ad essere lo strumento più idoneo a regolare una materia contrattuale così complessa come quella delle ferie. Basta vedere come la pezza messa con la legge di stabilità si è dimostrata peggiore del buco creato con la spending review. Il divieto alla monetizzazione delle ferie per i supplenti, entrato dalla porta esce dalla finestra, perdendo per strada però tanti giorni quanti sono i periodi di sospensione, questa volta delle lezioni e non dell’attività didattica. Questa novità viene estesa anche al personale di ruolo,docente e ata, facendo strame degli attuali ordinamenti, di ogni specificità della scuola e della funzione docente.
I periodi di sospensione delle lezioni per la prima volta rientrano nel computo delle ferie godute, di fatto, come se fossero attribuite d’ufficio. Basti pensare che tra natale e pasqua, secondo i rispettivi calendari scolastici regionali, rientrerebbero nel computo delle ferie , mediamente 13-15 giorni. Quasi la metà. Tra l’altro l’innalzamento, proposto dal governo ma poi bocciato dal Parlamento, di ben 15gg di ferie (32+15= 47) per i docenti della secondaria in cambio di un aumento di 6h settimanali aggiuntive alle 18h d’insegnamento, avrebbe introdotto ulteriori disparità di trattamento. Ora mentre in due commi della legge di stabilità , 54-55, si sostengono tutte queste novità, col comma 56 si dice che le clausole contrattuali in contrasto verranno disapplicate a partire dal 1.9.2013, vale a dire col prossimo anno scolastico. Un rinvio voluto o una svista? … Più che innovatori e riformisti, i professori del governo Monti, si son dimostrati ancora una volta dei veri e propri pasticcioni….

ItaliaOggi – 15 gennaio 2013
“Ecco l'orario lungo per i prof. Stipendio più alto per chi si impegna pure il pomeriggio”
░ Il PD propone di aprire le scuole anche il pomeriggio e la Puglisi annunzia un piano straordinario per i precari. Alessandra Ricciardi intervista Francesca Puglisi, responsabile istruzione del partito.
A leggere le 15 pagine della proposta programmatica -«L'Italia giusta si prepara a scuola», da ieri pubblicata sul sito del partito democratico, sezione «le nostre idee»- si ritrovano vecchie conoscenze rimaste ampiamente sulla carta, come la scuola sempre aperta dell'epoca Fioroni, e nuove bandiere potenzialmente generatrici di scontro, come l'allungamento dell'orario di lavoro per i docenti. E il biennio unitario per le superiori, per garantire un effettivo obbligo di istruzione fino ai 16 anni, un piano straordinario per immettere in ruolo i precari e al tempo stesso un reclutamento per aprire ai giovani migliori laureati.
Domanda. Nella vostra proposta, figura anche un nuovo contratto con orari diversificati per i prof, con uno stipendio più alto e possibilità di carriera per chi decide di fare l'orario lungo. Non temete le polemiche … che hanno accompagnato la proposta di Profumo sulle 24 ore?
Risposta. Assolutamente no…. La norma di Profumo era fatta per aumentare l'orario di servizio in cattedra dei docenti, che così avrebbero rubato posti ai precari. La misura era finalizzata infatti a tagliare migliaia di posti di lavoro. Nel nostro caso invece l'orario di servizio rimane lo stesso, e ai ragazzi non si danno più ore di lezione frontale ma avranno la possibilità di frequentare la scuola anche il pomeriggio…
Domanda. Ma cosa faranno in più i docenti nell'orario pomeridiano rispetto ai colleghi dell'orario corto?
Risposta. R. Potranno prendersi cura della propria formazione, correggere i compiti in collaborazione con i ragazzi invece di farlo a casa, migliorare la didattica con gli studenti che hanno già in carico. E comunque sarà il contratto a disciplinarlo e non sarà mai una scelta obbligatoria. La stagione delle riforme imposte dall'alto è finita.
Domanda. I precari attendono da un governo Bersani la stabilità
Risposta. Rilanceremo un piano pluriennale di stabilizzazioni, come già fatto dal governo Prodi. C'è un'emergenza: le graduatorie ad esaurimento vanno esaurite. Puntiamo in primis a stabilizzare tutti coloro che lavorano sui posti vacanti, ovvero circa 50 mila persone.
Domanda. L'obiettivo di immettere giovani insegnanti nella scuola, reclutando solo i migliori laureati, non è in antitesi con la stabilizzazione dei precari?
Risposta. Sono due percorsi paralleli. Prevediamo un sistema di formazione e di reclutamento in cui i migliori laureati saranno selezionati per la formazione iniziale per poi fare l'anno di prova, superato il quale saranno immessi in ruolo.

latecnicadellascuola.it – 16 gennaio 2013
“Manca l'intesa tra Miur e Conferenza delle Regioni sul dimensionamento”
░ Il 15 gennaio si è svolto un incontro tra MIUR e OO.SS. sulla questione del dimensionamento della rete scolastica 2013/2014; l’intesa è mancata e per il personale si prospetta il mantenimento – non auspicabile - dell’art. 19 della legge n.111/2011 come modificata dalla legge 183/2011.
… I rappresentanti del MIUR hanno ribadito quanto contenuto nella nota del 28 dicembre 2012 ovvero che, “in assenza di intesa formale in sede di Conferenza Sato-Regioni ed Enti Locali per il prossimo anno scolastico, viene data indicazione agli uffici competenti di adottare un parametro medio di 900 alunni per istituto per la predisposizione del nuovo piano di dimensionamento.” Tale parametro tuttavia, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n.147/2012 e in assenza di intesa formale con la Conferenza, ha valore indicativo per cui ogni regione potrà valutare come meglio tenerne conto. Il fatto più importante però della mancata stipula dell’intesa consentirebbe di fare rimane comunque in vigore la norma (comma 5 dell’art. 19 della legge n.111/2011 come modificata dalla legge 183/2011) che prevede la non assegnazione del dirigente scolastico e del DSGA titolare nei casi in cui la scuola non raggiunga i 600 alunni o i 400 in casi particolari. Infine non si esclude il rischio che sul provvedimento che dovrà tradurre sul piano normativo la soluzione sopra richiamata il Mef possa esprimere rilievi negativi determinando l’applicazione della clausola di salvaguardia che potrebbe comportare un ulteriore riduzione dell’organico di dirigenti scolastici e DSGA…..

La Stampa – 17 gennaio 2013
“Piemonte: Sì ai test antialcol per maestri e prof La scuola in rivolta”
░ I controlli stabiliti da una delibera della Regione Piemonte (21-4814 del 22 ottobre scorso) riguardano gli insegnanti, i piloti d’aereo, i conducenti di treno e metrò, i responsabili di impianti, i chirurghi ecc.
I soldi che non ci sono «Le norme parlano di personale docente e non. Un salasso, un’incombenza che le scuole non possono permettersi», dice Gianni Oliva, preside dei licei classici Cavour e D’Azeglio, tra i primi ad indignarsi. «Io chiedo che se i controlli devono essere fatti, allora siano anche coperti con risorse. Se un insegnante dà segni di essere alcolista - prosegue Oliva - da sempre esiste la possibilità di richiedere la visita medico collegiale per destinarlo ad altra attività, il test non serve…». Gianni La Rosa, preside del Liceo artistico e musicale Passoni ha fatto i conti. E li ha inviati all’Ufficio Scolastico Regionale e alla Regione medesima: «Ho calcolato che per pagare il “medico competente”, i test in istituto e poi le eventuali analisi del sangue, sui tre anni - perché la “sorveglianza sanitaria” è prevista in un arco temporale triennale - mi occorrerebbero dodicimila euro: quattromila ogni annualità per controllare un terzo dei lavoratori ogni volta. Ho fatto richiesta di finanziamento alla Regione, dal momento che questa faccenda è una interpretazione locale di un’intesa Stato-Regioni».

www.latecnicadella scuola.it – 17 gennaio 2013
“TFA speciali, novità in vista ?”
░ Nella serata del 17 gennaio lo schema di Regolamento è stato trasmesso ai presidenti delle Camere perché li assegnino alle Commissioni per il parere (potrebbe essere dato ai primi di Febbraio); Subito dopo il Regolamento potrebbe essere finalmente firmato dal Ministro. Per quanto riguarda il servizio necessario per accedere ai TFA, potrebbe essere fissato in 360 giorni di servizio prestato.

Nel corso dell'incontro di oggi con i sindacati, Lucrezia Stellacci, capo dipartimento del Miur, ha chiarito che… i corsi potrebbero partire già dalla prossima primavera. Bisognerà, però, fare i conti con le norme attuative e con l'organizzazione delle Università. Da parte nostra rimangono forti dubbi sulla possibilità di effettuare i corsi entro il presente anno accademico.

www.latecnicadella scuola.it – 17 gennaio 2013
“Revisione classi di concorso, nuovo incontro il 18 gennaio. No della FGU GILDA.”
La Gilda degli Insegnanti dice no allo svilimento della professionalità dei docenti che si profila con il decreto sulle classi di concorso e chiede con forza di rinviare il provvedimento per consentire uno studio più approfondito su questo delicato argomento. …

Nessun'altra dichiarazione delle OO.SS. al momento in materia, Solo la Uil-Scuol ha riportato il seguente resoconto sull'incontro di oggi.
"Due, in particolare, sono gli aspetti evidenziati: la gradualità del passaggio dall'ordinamento vigente al nuovo e la necessità di non alimentare la formazione di nuovo precariato. Il Miur, accogliendo le proposte dei sindacati, ha prospettato la possibilità che la nuova impostazione delle classi di concorso abbia effetti ai soli fini del reclutamento legato ai futuri concorsi ordinari, lasciando inalterato il reclutamento legato alle graduatorie ad esaurimento. In prospettiva, inoltre, la riorganizzazione avrà effetti anche sul personale attualmente non inserito nelle graduatorie ad esaurimento ma i cui titoli mantengono validità ai fini della partecipazione alle procedure abilitanti….".

TuttoscuolA – 18 gennaio 2013
“Camusso (Cgil): innalzare l'obbligo a 18 anni”
░ La Cgil ritiene opportuno e urgente innalzare l’obbligo scolastico.
La proposta viene dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che intervenendo ad un convegno sulla scuola del sindacato di categoria Flc-Cgil, sottolinea che l'obbligo andrebbe "collocato naturalmente alla fine del secondo ciclo della scuola superiore, a 18 anni di età". Il fatto è che in Italia la scuola secondaria superiore finisce a 19 anni, non a 18…. Per finire a 18 anni occorrerebbe tagliare un anno o alla scuola di base (come propose a suo tempo Luigi Berlinguer) o alla secondaria superiore, soluzione ventilata nel 2001 all'inizio del quinquennio morattiano ma subito abbandonata. La prima soluzione (come anche l'anticipo dell'inizio della scuola a cinque anni) avrebbe tempi lunghissimi. La seconda sembra più praticabile, ma comporterebbe una nuova, radicale riforma dell'istruzione secondaria superiore.

il Manifesto.it – 4 gennaio 2013
“Iscrizioni on line, ma la Rete non c’è”
░ Si evidenzia la difficoltà che le famiglie prive di collegamento web che dovranno iscrivere i figli a scuola per via telematica.
Dal 21 gennaio al 28 febbraio 1 milione 600 mila famiglie potranno iscrivere i figli a scuola registrandone i nomi sul sito www.iscrizioni.istruzione.it. È l'ultimo atto della «svolta digitale» impostata dal governo Monti con la spending review. Il taglio di tutti i costi della carta necessaria per sbrigare le pratiche amministrative sarà definitivo solo a partire dall'anno scolastico 2013/2014. Quest'anno invece ci saranno delle eccezioni che riguardano le iscrizioni alla scuola dell'infanzia, ai corsi per l'istruzione degli adulti, e alle scuole paritarie. In tutti questi casi i genitori dovranno presentare una domanda cartacea. Una volta completata l'iscrizione, il sistema «Iscrizioni online» invierà una mail in tempo reale per avvertire le famiglie della registrazione della domanda. Sarà inoltre possibile seguire le variazioni di stato della domanda dal pc di casa. Nel caso di genitori divorziati o separati, la domanda presentata online dovrà essere perfezionata presso la scuola prescelta entro l'avvio del nuovo anno scolastico…. La svolta tecnologica del Miur non sarà né facile, né scontata. La linea Adsl non è presente nel 22,3% delle case di fascia media e nel 43,1% delle case di fascia medio bassa e bassa. Capitolo nerissimo invece quello della connessione alla rete in fibra ottica. … Nel report «Cittadini e nuove tecnologie», l'Istat ha segnalato che il 45% delle famiglie non sono ancora collegate alla rete. Tra queste si presume ci siano anche quelle che dovranno iscrivere i figli a scuola per via telematica tra un paio di settimane. A sud la situazione è particolarmente difficile. Nei piccoli comuni le famiglie che non hanno accesso alla rete sfiorano il 30 per cento…

l’Unità – 5 gennaio 2013
“Consultazione nazionale per salvare la scuola”
░ Una riflessione di Benedetto Vertecchi sulle politiche attuate dai governi più recenti.
La politica scolastica della destra ha teso, nominalmente, a conferire maggiore efficienza al sistema dell’istruzione, a rendere più efficaci le decisioni a livello nazionale e locale, a ridurre i costi degli interventi attraverso il ridimensionamento della consistenza del servizio fornito dalle scuole pubbliche. È stato affermato il principio della parità delle condizioni d’intervento da parte delle scuole pubbliche e di quelle private, ponendo a disposizione di queste ultime risorse aggiuntive. Rispetto agli orientamenti prevalenti nel resto d’Europa (e, in genere, nei Paesi industrializzati), sono state compiute scelte in direzione contraria: in Italia è diminuito il tempo di funzionamento delle scuole (da distinguersi dalla durata delle lezioni), mentre altrove si è affermato un modello di scolarizzazione che organizza l’attività degli allievi dal mattino al pomeriggio avanzato e, talvolta, rende disponibili le dotazioni – edilizie e strumentali – anche di sera. In Italia, di fronte all’incalzare della crisi economica, si è ritenuto che il contenimento della spesa pubblica potesse essere ottenuto attraverso la riduzione delle spese per l’educazione, e (con un accostamento non privo di significato) per la sanità, mentre altrove si sono limitate o rinviate le spese in altri settori della vita pubblica, senza ridurre le risorse a disposizione delle scuole. Non si è proceduto sulla via dell’innovazione, che avrebbe richiesto una politica di sviluppo della ricerca, ma si è posta l’enfasi sulla modernizzazione strumentale (identificata con le apparecchiature digitali), trascurando gli interventi per la qualificazione del personale, iniziale e in servizio. … Sono stati utilizzati elementi di senso comune (come sono quelli dei benefici derivanti dalla modernizzazione tecnologica) per esibire una capacità educativa che si andava attenuando. Le nuove risorse finivano col cacciare quelle preesistenti, prevalentemente orientate a conciliate l’apprendimento teorico con la sua applicazione: si pensi al laboratori di scienze naturali, a quelli per la progettazione e realizzazione di oggetti, agli spazi specializzati, alle biblioteche e alla catalogazione del patrimonio librario, all’orticultura e al giardinaggio, alla musica corale e strumentale, alle attività teatrali e via elencando.

www.latecnicadellascuola – 6 gennaio 2013
“Il programma di Monti sulla scuola? Rendere orgogliosi dirigenti e docenti”
░ Alla trasmissione di Fabio Fazio, un mese addietro, Monti disse l’indicibile, del personale della Scuola; adesso, su Twitter….
Partecipando il 5 gennaio su Twitter, ad un botta-e-risposta con i 'follower' sui temi della campagna elettorale, Monti si è imbattuto nel quesito di un dirigente scolastico, Salvatore Giuliano. Che gli ha chiesto di far conoscere le sue proposte per migliorare la scuola "dovremo lavorare sulla scuola affinché un giorno dirigenti scolastici e docenti siano orgogliosi di esserlo". E poi? Basta. Evidentemente il programma approntato ad oggi da Monti non ha ancora toccato il tema scuola. Ma c’è almeno un recente precedente su cui vale la pena riflettere. La non certo esaltante competenza del professor Monti per le tematiche della scuola non sembra infatti una novità: qualche settimana fa, ospite di Fabio Fazio, sa RaiTre, il premier aveva condannato il “grande spirito conservatore” del personale scolastico a seguito della “grande indisponibilità a fare due ore in più a settimana che avrebbe significato più didattica e cultura”. E anche l'agenda Monti non sembra scevra di contraddizioni, sopratutto quando si entra le merito dell'operatività del piano…. Ed il voto di un milione di docenti può diventare l’ago della bilancia.

www.governarelascuola.it - 06 Gennaio 2013
“Le novità per la scuola nella Legge di Stabilità”
░ I provvedimenti per la Scuola sono nei commi dal 44 al 59 dell’unico articolo della legge di Stabilità. Si stabilisce, tra altro, la riduzione del FIS (in seguito alla vicenda della copertura degli scatti di carriera), e il criterio da osservarsi per il pagamento, al personale precario, delle ferie non godute (potranno essere pagate solo le ferie che risultano impossibili da fruire, in quanto il periodo di ferie maturato è superiore ai giorni di sospensione delle lezioni).
44. A decorrere dall’anno scolastico 2012/2013, l’articolo 1, comma 24, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, trova applicazione anche nel caso degli assistenti amministrativi incaricati di svolgere mansioni superiori per l’intero anno scolastico ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, per la copertura di posti vacanti o disponibili di direttore dei servizi generali e amministrativi. 45. La liquidazione del compenso per l’incarico di cui al comma 44 è effettuata ai sensi dell’articolo 52, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in misura pari alla differenza tra il trattamento previsto per il direttore dei servizi generali amministrativi al livello iniziale della progressione economica e quello complessivamente in godimento dall’assistente amministrativo incaricato. 46. Il comma 15 dell’articolo 404 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, è abrogato. 47. Al presidente e ai componenti delle commissioni esaminatrici dei concorsi indetti per il personale docente della scuola è corrisposto il compenso previsto per le commissioni esaminatrici dei concorsi a dirigente scolastico stabilito con decreto interministeriale ai sensi dell’articolo 10, comma 5, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 luglio 2008, n. 140. I componenti delle commissioni giudicatrici non possono chiedere l’esonero dal servizio per il periodo di svolgimento del concorso. 48. A decorrere dal 1o gennaio 2014 il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dismette la sede romana di piazzale Kennedy e il relativo contratto di locazione è risolto. Da tale dismissione derivano risparmi di spesa pari a 6 milioni di euro a decorrere dall’anno 2014. 49. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 870, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è ridotta di euro 20 milioni a decorrere dall’anno 2013. 50. Nell’esercizio finanziario 2013 è versata all’entrata del bilancio dello Stato la somma di 30 milioni di euro a valere sulla contabilità speciale relativa al Fondo per le agevolazioni alla ricerca di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 297, e successive modificazioni, a valere sulla quota relativa alla contribuzione a fondo perduto. 51. Le risorse finanziarie disponibili per le competenze accessorie del personale del comparto scuola sono ridotte di 47,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013, per la quota parte attinente al Fondo delle istituzioni scolastiche. 52. Il Fondo di cui all’articolo 4, comma 82, della legge 12 novembre 2011, n. 183, è ridotto di 83,6 milioni di euro nell’anno 2013, di 119,4 milioni di euro nell’anno 2014 e di 122,4 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015. 53. Il concorso al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica di cui all’articolo 7 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, è assicurato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca anche mediante l’attuazione del comma 15 del medesimo articolo. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, entro il 31 gennaio 2013, può formulare proposte di rimodulazione delle riduzioni di spesa di cui al primo periodo. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio. 54. Il personale docente di tutti i gradi di istruzione fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative. Durante la rimanente parte dell’anno la fruizione delle ferie è consentita per un periodo non superiore a sei giornate lavorative subordinatamente alla possibilità di sostituire il personale che se ne avvale senza che vengano a determinarsi oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. 55. All’articolo 5, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Il presente comma non si applica al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario supplente breve e saltuario o docente con contratto fino al termine delle lezioni o delle attività didattiche, limitatamente alla differenza tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie». 56. Le disposizioni di cui ai commi 54 e 55 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 10 settembre 2013. 57. All’articolo 26, comma 8, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo periodo, le parole: «trecento unità » sono sostituite dalle seguenti: « centocinquanta unità »; b) al terzo periodo, le parole: « cento unità » sono sostituite dalle seguenti: « cinquanta unità». 58. Sono fatti salvi i provvedimenti di collocamento fuori ruolo, già adottati ai sensi dell’articolo 26, comma 8, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, nel testo vigente prima della data di entrata in vigore della presente legge, per l’anno scolastico 2012/2013. 59. Salve le ipotesi di collocamento fuori ruolo di cui all’articolo 26, comma 8, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, come da ultimo modificato dal comma 57 del presente articolo, e delle prerogative sindacali ai sensi della normativa vigente, il personale appartenente al comparto scuola può essere posto in posizione di comando presso altre amministrazioni pubbliche solo con oneri a carico dell’amministrazione richiedente.

l’Unità - 08 Gennaio 2013
“Scuola, il dilemma della valutazione”
░ Un intervento di Benedetto Vertecchi, autoritas in materia di docimologia e valutazione di sistema: commenta la norma, contenuta nella legge di Stabilità, per la quale l’assegnazione di fondi alle scuole avverrà, dal 2014, sulla base dei risultati che esse avranno conseguito.
A quale modello valutativo si farà riferimento, quali variabili saranno considerate ai fini della composizione del modello, quali conoscenze sostengano questa o quella interpretazione, quali procedure siano alla base della rilevazione dei dati e via discorrendo… In un quadro così dissestato il ricorso per i finanziamenti (non importa se su base premiale o su base compensativa) rischia di rafforzare ulteriormente proprio il condizionamento sociale, senza che ne derivino vantaggi apprezzabili sul versante della qualità del servizio. …. Sulla falsariga dello strumentario e della metodologia di elaborazione dei dati utilizzati da organizzazioni come l’Ocse e la Iea per le loro indagini comparative, sono state introdotte prove a carattere nazionale per la valutazione del livello degli apprendimenti conseguiti dagli allievi. La responsabilità di tali operazioni è stata conferita all’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema d’istruzione e di formazione). A differenza, tuttavia, delle organizzazioni prima menzionate, è stato deciso di non procedere nelle rilevazioni per via campionaria, ma di sottoporre a prova l’universo degli allievi iscritti a una certa classe. Si è trattato di una scelta che ha destato preoccupazione e sospetto, non ingiustificati. Che bisogno c’è, infatti, di procedere a rilevazioni sull’intera popolazione, se lo scopo è quello di valutare il sistema? Peraltro, se anche l’intento fosse quello di valutare il funzionamento delle singole scuole, lo strumentario finora usato sarebbe stato del tutto inadeguato. … L’esperienza di questi anni ha mostrato che le condizioni di rilevazione sono molto diverse fra una scuola e l’altra, e spesso nelle classi di una medesima scuola. Che si sia trattato di esibizioni di efficienza è dimostrato anche dal fatto che nulla ha fatto seguito alle cosiddette valutazioni nazionali. Sono molti gli insegnanti che temono che la complessa macchina della valutazione sia stata messa in modo solo per esercitare un condizionamento sulla loro attività…..
Altrove si stanno sviluppando e sperimentando procedure automatizzate in grado di fornire importanti flussi d’informazioni sullo sviluppo dei processi di apprendimento. In Italia, spiace doverlo constatare, non c’è alcun apprezzabile tentativo di definire una strumentazione originale, dalla quale possa derivare la conoscenza dei fenomeni educativi necessaria a sostenere l’attività del sistema ai diversi livelli in cui essa si manifesta, da quello immediatamente didattico a quello della decisione politica… Occorre innovare profondamente le pratiche valutative e ridefinirne sostanzialmente gli intenti. Ciò comporta un rilevante impegno nella ricerca, che certamente non può essere richiesto ad una struttura di servizio com’è l’Invalsi. La questione deve essere affrontata in una prospettiva di promozione complessiva della ricerca educativa. Quanto agli oggetti della valutazione, non ci si può limitare a raccogliere, anno dopo anno, gli esiti della somministrazione di prove strutturate per stabilire quali siano stati i livelli di apprendimento conseguiti. Occorre usare la valutazione per ciò che realmente è, e cioè come una strategia conoscitiva volta ad analizzare i fenomeni per come appaiono al momento e per come si sono modificati e, presumibilmente, potranno modificarsi in tempi di qualche consistenza. C’è bisogno di riferire l’educazione scolastica (o esplicita, perché intenzionalmente rivolta al passaggio di conoscenze e valori fra le generazioni) alle condizioni di vita, e rilevare le interazioni che si stabiliscono fra educazione esplicita e implicita (acquisita cioè nelle condizioni quotidiane di esistenza). È evidente che l’educazione implicita sta esercitando una forte azione concorrenziale nei confronti di quella esplicita, e che da essa derivano molti dei fattori di crisi (per esempio quelli valoriali e motivazionali) che sono alla base delle difficoltà che le scuole si trovano ad affrontare….

scuolaoggi.org - 09 Gennaio 2013
“Non esistono scuole migliori… e le piogge sono sempre salutari”
░ Sull’argomento sul quale abbiamo citato Vertecchi, riportiamo quanto pubblicato da Maurizio Tiriticco, anche questi autorità indiscussa. Però ecco ancora e sempre la tesi deweyana: le motivazioni subliminali intervengono a guidare il cervello umano nella comprensione ? Vertecchi e Tiriticco sono stati condizionati dal sospetto, dal pregiudizio, e hanno capito una cosa per un’altra ? O è il sottosegretario Rossi Doria ad essere condizionato dalla fiducia e dal cadreghino che occupa, e ha capito una cosa per un’altra ? Quando dice: "Scuole finanziate in base ai risultati? Sì, ma solo per quel che riguarda la loro capacità di adeguarsi alla disposizione che prevede che gli acquisti di materiali e servizi - dalla cancelleria all'assistenza tecnica per fotocopiatrici - vengano fatti attraverso il Mepa, il mercato elettronico della P.A. Non si tratta quindi in alcun modo di una norma tendente a premiare o a punire le scuole"(larepubblica.it - 10/01/2013). L’opinione di Tiriticco.
Il fattore tempo è una variabile fondamentale per un essere umano, un fattore che ha un’altra valenza, in genere determinabile, per quanto riguarda un oggetto: si pensi alle scadenze che riguardano i prodotti alimentari. Ma per un bambino – chiamato riduttivamente alunno nella scuola – è estremamente difficile fare predizioni per il suo futuro! Le variabili che incidono nel suo sviluppo/crescita e nel suo apprendimento sono infinite: in una data materia può andare oggi “malissimo” e “benissimo” domani, e non è sempre agevole comprenderne le ragioni: dipende dai contenuti di studio? Dal suo livello di maturazione? Dal suo stato di salute? Dall’insegnante? Dalla famiglia? Eppure, sembrerebbero oggetti semplici da valutare!... D’altra parte, è sacrosantamente vero che le scuole hanno bisogno di soldi “a pioggia” come si suol dire! Non è affatto riduttiva questa espressione, se i soldi “piovono” per il semplice e normale funzionamento! Sono anni che le scuole sono costrette alla sete! Che cosa significa, allora, dare soldi solo ai migliori? Non sarebbe invece il caso di darli ai peggiori, perché sono questi che hanno bisogno di essere sostenuti, rafforzati, incentivati? Con nuove strutture, attrezzature, strumentazioni didattiche, formazione continua del personale, ecc. In un Paese civile non si ricattano le scuole! “Se promuovi, ti premio! Se bocci, non ti finanzio!” In un Paese civile l’istruzione è e deve essere al primo posto! Con questa invenzione del premio ai migliori la Costituzione è carta straccia! “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”: così recita l’articolo Cost. 9; ma si vedano anche gli articoli 2 e 3 e 34, che modificheremo così: “La scuola è aperta a tutti quelli che se la meritano”! …

l’Unità - 10 Gennaio 2013
“A che serve studiare se poi un Belsito...?”
░ Una incursione nella mente della gente per bene e sfiduciata.
Ora buca, sala professori. Cara collega che mi leggi, alzi la mano se è successo anche a te? Alla prima ora del 7 gennaio 2013 i ragazzi sono giustamente esagitati al rientro dalle vacanze. Tenti di chiamare l’appello, ma sono tutti che si scambiano risolini e chiacchiere, aggiornamenti su regali e fidanzatini, arrivi a Zito chiudi il registro e “dai ragazzi, adesso silenzio, raccontate anche a me quello che avete fatto? Cinque minuti e poi si comincia a studiare”. Andrea è il primo della fila sinistra, polemico, difficile, acuto. Tostissimo. “Studiare non serve a niente. Dopo la scuola media io il diploma me lo compro. Me lo faccio regalare. E intanto mi diverto. Studiare non serve a niente, tanto me lo danno lo stesso il diploma e lo stesso andrò avanti nella vita, perché vanno avanti ladri e ignoranti”. Ok. Un’ora intera se n’è andata a smontare il piccolo Andrea. Che non ripeteva, ovviamente parole sue, ma “verità” che stanno nell’aria. I ragazzi ci guardano e siccome non sono scemi, come invece molti adulti sono, fanno due più due subito.
Ieri sera tutta Italia ha visto Presa Diretta. O una buona parte. Ha visto come si ruba, come si arriva ad essere sottosegretario, come si diventa consigliere di una delle più grosse aziende di Stato, la Fincantieri, ..e tutto questo senza studiare. Anzi, beffandola la scuola.
Sono ragazzi che tornano in case che sono sacche di disperazione che non riguardano più solo i “soliti poveri”. Famiglie monoreddito con due o tre figli in cui il pomeriggio la casa si riscalda per un’ora soltanto. Tanto per dirne una. In cui i genitori, che hanno studiato tantissimo, cominciano a scannarsi sul nulla, quando i nervi sono scopertissimi…
Poi arriva Presa Diretta e in ogni casa le famiglie italiane vedono come i ladri possono diventare sottosegretari. E’ qualunquistico dirlo? Il problema è che è così. E’ la verità. Belsito, con un diploma comprato (in una di quelle scuole private, finanziate anche da soldi pubblici, che tutte noi conosciamo e che tutti voi vi ostinate a difendere), anche se non fosse stato ladro, solo per le frequentazioni e le conoscenze, è diventato sottosegretario, con un diploma comprato, è arrivato nel consiglio di amministrazione della FinCantieri (la FinCantieri!), con un diploma comprato, è stato tesoriere di un partito importante come la Lega, con un diploma comprato. Nessuna legge lo ha punito per questo, anzi, lo hanno premiato. “Prof, a che serve studiare?”. Cosa volete che dicano in una famiglia italiana media, manco poverissima, una famiglia media (quelle che un tempo stavano benino e oggi annaspano, il 50% delle famiglie italiane sotto i 50 anni), con entrambi i genitori laureati, uno precario e la mamma disoccupata, due bambini, di cui il maschio problematicissimo (lo abbiamo dovuto fermare un anno) e la bimba che è un fiore, e anche se ha tutti 8 è un po’ trascurata a casa, o forse perché ha tutti 8, e quest’anno non andrà in palestra perché non ci arrivano alla fine del mese? Ma lei è felice lo stesso quando le mettiamo in mano la pagella? Cosa volete che ascolti in quella casa Andrea? Cosa volete che pensi? I ragazzi ci guardano. A cosa serve studiare? … Un Direttore Regionale della Formazione della Regione Siciliana sottraeva tranquillamente milioni di euro e se li metteva in tasca. Secondo voi è in galera? No. E’ stato spostato ad un altro ramo della Ragioneria dello Stato. Sta là. Sic et simpliciter…. A che serve studiare poi, se la scuola è trascurata dalle agende politiche (se sono scritte da gente così… menomale) e quando invece ne è oggetto, lo è in modo superficiale, sbagliato, non competente e da persone che nulla conoscono o hanno studiato dei sistemi d’istruzione? Se alla scuola si destinano solo slogan e stereotipi di stile ottocentesco pronunciati per lo più da esperti di conti e non di educazione di che parliamo?

larepubblica.it – 11 gennaio 2013
“Arriva la scuola degli studenti-atleti iscrizioni al via in cento licei sportivi”
░ Il CdM vara il nuovo liceo “sportivo”: un quarto dell’offerta formativa sarà dedicata alle attività fisiche. (di Salvo Intravaia).
Sembra proprio fatta: dal prossimo 21 gennaio gli studenti dell’ultimo anno di scuole medie potranno scegliere anche il “liceo sportivo”. Oggi il Consiglio dei ministri approverà infatti decreto che istituisce il liceo scientifico ad indirizzo sportivo, ultima novità in termini di offerta formativa nel panorama delle scuole secondarie italiane. Una scuola a lungo sognata dai ragazzi e che adesso diventa realtà. In prima battuta, dal 2013/2014, il nuovo indirizzo dovrebbe fare il proprio esordio in non più di una scuola per provincia: un centinaio in tutto.
Si prefigura però una situazione a macchia di leopardo: alcune regioni e province si sono mosse per tempo e — se in Consiglio dei ministri non ci saranno sorprese — il liceo sportivo potrà partire dal prossimo anno scolastico. È il caso della Liguria, dove ne partiranno tre: al Martin Luther King di Genova, al liceo Giordano Bruno di Savona e al Liceo Colombo di Imperia. In provincia di Belluno sarà il liceo Leonardo da Vinci ad ospitare una sezione di liceo scientifico ad indirizzo sportivo e a Grosseto sarà attivato invece al polo liceale Pietro Aldi. Anche le private sperano di attrarre qualche studente in più con il liceo sportivo: i Padri Scolopi lo attiveranno presso Scuole Pie Fiorentine, in collaborazione con la società Viola.In altre regioni invece il liceo potrebbe partire soltanto dall’anno 2014/2015. Perché — dopo l’approvazione dell’esecutivo, il parere della Corte dei conti e la pubblicazione in Gazzetta — la parola passa alle Regioni che dovranno integrare il nuovo indirizzo nel cosiddetto Piano dell’offerta formativa regionale e individuare le scuole, cosa che alcune realtà hanno già fatto. Ma cosa si studierà al liceo sportivo? Sarà un diploma “di serie A” come quello del liceo o no? Sarà un diploma di liceo scientifico a tutti gli effetti, fortemente orientato all’attività sportiva, che nel proprio quadro orario settimanale sostituisce il Latino e la Storia dell’Arte con due nuove discipline: Diritto e Economia dello sport — dal terzo anno — e Discipline sportive. Ma che incrementa anche le ore di Scienze motorie — la vecchia Educazione fisica — da due a tre settimanali e di Scienze naturali. Per ospitare il nuovo indirizzo le scuole devono «disporre di impianti ed attrezzature ginnicosportive adeguate», cui possono provvedere anche attraverso convenzioni con centri sportivi specializzati. A fine percorso, tra le altre cose, il diplomato al liceo sportivo «avrà acquisito i principi fondamentali di igiene degli sport,
della fisiologia dell’esercizio fisico e sportivo e della prevenzione dei danni derivanti nella pratica agonistica nei diversi ambienti di competizione»….


 

LE PROSPETTIVE - LA TECNICA DELLA SCUOLA

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti