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 dazebaonews.it  10 ottobre 2012

Scuola in sciopero venerdì. Profumo non venda più fumo

░ Domenico Pantaleo, segretario del maggiore sindacato della scuola ha detto stop.

Per la scuola, oltre all'ulteriore blocco dei contratti e degli scatti d'anzianità, l'ultima trovata è l'aumento di un terzo dell'orario di lavoro a parità di salario per le scuole secondarie. Le conseguenze saranno maggiori carichi di lavoro per i docenti, la riduzione di migliaia di supplenze per gli spezzoni e di quelle brevi. Si tagliano quindi ulteriormente organico e risorse alla scuola pubblica in perfetta continuità con il Governo Berlusconi. Ormai è evidente a tutti che questo Governo, pur di difendere gli interessi delle banche e della speculazione finanziaria, affossa i diritti dei lavoratori e lo stato sociale. Vogliono privatizzare il sistema d'istruzione e la ricerca pubblica ritenuti un lusso che il Paese non può permettersi. Al Ministro Profumo vorrei raccomandare di non vendere più fumo perché è responsabile del caos nel quale è iniziato l'anno scolastico e del peggioramento della qualità dell'offerta formativa. Con le sue scelte demagogiche, come quella del concorso, cerca solo pubblicità mediatica. Classi sovraffollate, edifici insicuri, licenziamento di migliaia di ATA e docenti, provvedimenti assurdi come quello relativo alla riconversione di docenti inidonei e ITP, l'aumento dei contributi a carico delle famiglie e il mancato trasferimento alle scuole dei fondi contrattuali stanno gettando scompiglio tra i lavoratori, gli studenti e le famiglie. Vediamo alcuni dei problemi aperti. Per quanto riguarda i tagli ai finanziamenti,pensavamo di avere già dato, ma con la spending review vanno via altri 200 milioni di euro. Le politiche del lavoro e del personale: con il passaggio ai ruoli ATA dei docenti inidonei per motivi di salute si producono quattro danni: agli stessi docenti messi a fare un lavoro che non conoscono, alle segreterie che si ritrovano private di personale competente, ai precari ATA che non avranno rinnovato il contratto per la riduzione di ulteriori 3.900 posti, alla scuola che sarà peggio organizzata. In merito alle retribuzioni il contratto è bloccato, gli scatti di anzianità sono bloccati, le retribuzioni sono tra le più basse d'Europa. In più si chiede ai docenti. Come abbiamo detto, di lavorare più ore senza compenso. E si scarica sul Fondo di istituto il pagamento di ore eccedenti e sostituzioni di dirigenti scolastici e DSGA che invece dovrebbero essere a carico del MIUR. Per non parlare dell'edilizia scolastica, dell'assenza di investimenti per le nuove tecnologie e per i laboratori, pure necessari e urgenti per mettere la didattica e il lavoro nelle scuole al passo coi tempi. Veniamo al concorso. In questo momento è inutile e costoso. Ancora,la nuova legge sulle pensioni va cambiata perché blocca il rinnovamento di personale nella scuola e non tiene conto delle sue specificità. Le immissioni in ruolo non coprono tutti i posti vacanti, quindi il precariato non diminuisce (…)

 

la Repubblica  11 ottobre 2012

Scuola, gli insegnanti lavoreranno più ore e Profumo dichiara guerra ai diplomifici

░ Le norme nel ddl Stabilità volute dal ministro Profumo: l'orario di ogni docente passerà da 18 a 24 ore a settimana. Norme più restrittive per le paritarie. Rivoluzione nella ricerca: 12 enti unificati, insorgono i sindacati. (di Corrado Zunino).

Il Profumo del bastone, "in Italia ci vuole più bastone che carota", vara una serie di articoli nella legge di stabilità che cambieranno ancora la scuola e la ricerca(…) Per il ministro bisogna portare il livello di impegno dei docenti sugli standard dell'Europa occidentale: la scelta di governo toglierà spazio a molte supplenze (sia quelle brevi che i cosiddetti spezzoni) e con il risparmio ottenuto si gireranno risorse sull'edilizia scolastica e sulla formazione dei docenti (…) La contropartita offerta dal ministro ai sindacati, e ai docenti, è quella di aumentare il periodo di ferie estive: quindici giorni in più. Oggi la classe insegnante ha a disposizione un mese di riposo in media, ma spesso nel periodo estivo l'attività lavorativa è ridotta (se non nulla) e quindi i docenti risultano in lavoro anche se di fatto non sono impegnati. Profumo offre uno scambio: 45 giorni di ferie certe da una parte e un aumento di 75 minuti di lavoro al giorno nei mesi del calendario scolastico. La novità oraria è legata, se pur indirettamente, all'ultimo taglio richiesto dalla legge di stabilità al ministero dell'Istruzione: 184 milioni. Ci sono novità anche sul fronte delle scuole paritarie (religiose e no). Il livello medio testato dal ministero è troppo basso, lontano da quello garantito dall'istruzione pubblica, e troppo spesso le paritarie vengono utilizzate come luogo di accesso facile verso la maturità. Il ministero ha deciso di introdurre una serie di obblighi da certificare: per trasferirsi in una scuola paritaria bisognerà avere la residenza nell'area dell'istituto privato o avanzare giustificazioni serie per chiedere lo spostamento (…) Infine, si assiste a una vera e propria rivoluzione nel mondo della ricerca pubblica. I dodici enti di ricerca sono stati di fatto soppressi e riorganizzati in un Centro nazionale di ricerche. Una sorta di "super Cnr bis" che affianca il Consiglio nazionale, taglierà costi e consigli di amministrazione "senza togliere posti di lavoro", assicura ancora Profumo (…)

 

ItaliaOggi  12 ottobre 2012

Docenti di ruolo, più ore di lavoro

░ I prof saranno pagati in natura per sostituire i colleghi assenti , facendo così il lavoro che era appannaggio dei precari: a rischio circa 20 mila contratti di supplenza(di Alessandra Ricciardi).

Aumentano le ore di lavoro dei docenti di ruolo, da 18 a 24 settimanali, in cambio di più ferie. I prof saranno pagati in natura per sostituire i colleghi assenti, facendo così il lavoro che era appannaggio dei precari: a rischio circa 20 mila contratti di supplenza (…) Ma non è l'unico contributo previsto dalla manovra sul fronte scuola, perché vengono anche congelati i posti per i docenti di sostegno, decurtati comandi e distacchi e ridotti i compensi per i commissari dei prossimi concorsi. Complessivamente, la scuola dovrà dare un risparmio di 180 milioni di euro. L'innalzamento dell'orario di lavoro dei docenti è certamente l'intervento più dirompente, si tratta di compiere «un gesto di generosità», aveva detto il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo. (…) Il monte ferie di 32 giorni l'anno aumenta di altri 15 giorni. Che però potranno essere goduti comunque solo durante il periodo di sospensione delle lezioni, cosa che di fatto già avveniva con la chiusura delle scuole per l'estate e le festività. … Le norme di partenza erano altre e ben più impattanti, come il taglio del salario accessorio.

 

Corriere della sera  13 ottobre 2012

Insegnava all'Università ma non aveva mai preso la laurea

░ «Ho preso 110 e lode», non è vero: indagato per truffa ex docente dell'ateneo di Bergamo, ora in servizio al ministero.

Il suo curriculum è di quelli che riempiono 4-5 pagine. Una carriera iniziata negli anni Novanta nel settore delle banche, proseguita poi tra progetti innovativi, premi, invenzione di software, consulenze, ricerchenel settore turistico e in quello delle imprese, libri sulla finanza, sulla comunicazione e pure di poesie. Poi il posto da professore a contratto in calcolo elettronico all'Università di Bergamo, dal 2001 al 2005, e da dirigente al ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, dal 2009 a oggi (si è dimesso a far data dal 31 ottobre). Manca però un dettaglio: la laurea. Poco male. È la dimostrazione che Corrado Faletti, 47 anni, di Bergamo, diploma al Liceo scientifico Lussana con 60/60, si è dato un gran da fare nella vita per farsi strada fino a raggiungere lo stesso livello di colleghi laureati. Un ragionamento, questo, che però non vale per la Procura di Bergamo. Il pubblico ministero Giancarlo Mancusi ha indagato Faletti per falso e truffa ai danni dell'Università di Bergamo. Perché? Nel curriculum allegato alla sua candidatura per il posto da professore alla facoltà di Economia di Bergamo sono indicate due lauree. Una in Scienze biologiche conseguita nel 1991 con 110/110, l'altra in Fisica dei calcolatori ottenuta nel 1993 con 110/110 e lode. È agli atti del pm. Ma non corrisponde a verità(…)Ora Faletti potrà presentare le memorie difensive, se vuole, tenendo conto che i reati sono comunque prescritti. Anche sul sito del ministero, ci sono il suo stipendio (109.808 euro lordi l'anno) e il suo curriculum (…)

 

Il Messaggero  15 ottobre 2012

Profumo chiama i sindacati «Stati generali per la scuola»

░ Il Ministro Profumo vuole parlare di prospettive per la scuola e ridisegnare il ruolo dei professoriSarebbe meglio, però, ridisegnare tra qualche mese, con gente di scuola. Timeo Danaoset dona ferentes.

… Ieri il ministro dell’Istruzione è tornato a parlare del «ruolo degli insegnanti» da «ridisegnare». In un messaggio indirizzato ai docenti di Azione cattolica Profumo ribadisce che «la professione dell’insegnante deve essere adeguatamente valorizzata e sostenuta affinché gli insegnanti possano tornare ad essere maestri di cultura e di vita». Questo pomeriggio i segretari generali di Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu si riuniranno per proclamare lo sciopero della categoria dopo la rottura della trattativa per gli scatti di anzianità dei docenti. Quanto ai ragazzi, l’Unione degli studenti (Uds) fa sapere che le proteste proseguiranno con tre giorni di mobilitazione nelle scuole di tutto il Paese dal 24 al 26 ottobre (…) Su Facebook il Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica sta raccogliendo firme contro la proposta del ministro di aumentare il numero delle ore di insegnamento. Una proposta che «è perniciosa si legge nel documento on linee che creerà ulteriore scompiglio nelle vite di migliaia e migliaia di famiglie di docenti e studenti» (…)

 

http://italia.panorama.it  16 ottobre 2012

Un insegnante scrive a ProfumoMa leiministro e mai stato in-Europa ?

░ L’insegnante si chiama Antonietta Brillante. Sono parole sdegnate; in effetti quello che non si può accettare è che nel corso del suo mandato di ministro, e nel presente, Profumo ha dato continuità alla linea Gelmini-Tremonti, e però adesso prospetta nel futuro (un futuro nel quale, approssimandosi la conclusione del mandato, non sarà sua la responsabilità) l’impegno politico di qualcun altro su una linea politica diversa che porti la Scuola aglistandard europei. Riportiamo in parte.

Signor ministro, mi piacerebbe che questa mail arrivasse fino a Lei e non ad uno dei suoi segretari o membri del suo staff, perpoterLe trasmettere, con le mie parole, tutta l'indignazione che provo per le Sue ultime dichiarazioni e per i provvedimenti che il Suo governo intende prendere riguardo alla scuola. Mi presento: mi chiamo Antonietta Brillante; sono dottore di ricerca in filosofia politica; ho ottenuto tre abilitazioni all'ultimo concorso indetto alla fine degli anni 90; sono entrata di ruolo nella scuola pubblica nel 2004 e attualmente insegno filosofia e scienze della formazione presso il Liceo Forteguerridi Pistoia. In base a quanto ho appena letto su alcuni quotidiani, Lei ha argomentato la proposta di portare a 24 ore settimanali l'attività di insegnamento dei docenti della scuola secondaria, sostenendo che "bisogna portare il livello di impegno dei docentisugli standard dell'Europa occidentale". Mi chiedo e Le chiedo se Lei è mai stato in una scuola di un Paese dell'Europa occidentale, possibilmente del nord-Europa (…) Quattro anni fa, sono stata in Danimarca, in un paesino dello Jutland, Skive, per due settimane. Ho accompagnato una classe ad uno scambio e, dal momento che insegno in un Liceo pedagogico, abbiamo visitato, full-time, per 14 giorni, scuole di ogni ordine e grado: dai Kindergarten ai Licei. Le posso anche dire che le nostre scuole, per quanto riguarda le strutture, i materiali didattici, gli spazi e i tempi della didattica, sono proprie di un Paese arretrato e sottosviluppato: e di questo, la responsabilità è di chi ha deciso, da vent'anni a questa parte che, prima, per entrare in Europa, poi, per far fronte alla crisi, bisogna tagliare la spesa pubblica, cioè la scuola, la sanità, le pensioni (sia mai le spese militari -vedi acquisto degli F 135- o le missioni militari all'estero). Icolleghi danesi, che lavorano 18 ore alla settimana, per un anno scolastico di 200 giorni, percepiscono uno stipendio medio di3.000 euro (parlo di 4 anni fa), a fronte di uno stipendio, quale è il mio, di 1.380euro, che tale resterà fino al 2017. Non solo: i colleghi di Skive, quando hanno compiti da correggere, inviano una copia in un ufficio a Copenaghen, che calcola il tempo medio di correzione per il numero di alunni e computa, su quelle basi, un compenso aggiuntivo (…) Ministro, sono questi gli standard europei! Sono una professionista e come tale voglio essere considerata e trattata. Questo significa anche, signor ministro, che io non lavoro 18 ore, perché, quando torno a casa, leggo, studio, mi auto-aggiorno; preparo nuovi percorsi didattici e di approfondimento (…)Correggo i compiti, tanti compiti e non faccio test a crocette, "a risposta chiusa", per i quali la correzione richiederebbe meno tempo e fatica, perché ritengo che con quei test i ragazzi imparerebbero poco e la stessa valutazione non sarebbe adeguata(…)Quanto all'aumento delle ore di insegnamento: Lei sa cosa significa insegnare, cioè svolgere attività didattica per lo più frontale o lezione guidata, perché non abbiamo altri strumenti a disposizione, per 24 ore alla settimana? Lo ha mai fatto? Le posso dire una cosa: ho svolto diversi lavori prima di incominciare ad insegnare e nulla è più faticoso che guidare un gruppo di alunni sulla strada della conoscenza, del sapere. E' una fatica fisica e mentale (…) E a proposito di standard europei, mi fa piacere informarLache a Skive, e nelle altre scuole danesi che ho visitato, i miei colleghi non solo non hanno cattedre di formica verde, ma hanno un piccolo studio dove possono fermarsi, nelle ore libere tra un impegno e l'altro, e correggere compiti, studiare, riposarsi. Hanno in dotazione computer; hanno sale-professori attrezzate con cucine, salottini con tavolini e divani, distributori gratuiti di bevande calde e fredde. Vuole venire a Pistoia, signor ministro, a vedere che cosa ho a disposizione io, nella mia scuola, quando devo restare intere giornate (…)? Leiafferma che i soldi risparmiati aumentando le nostre ore di lezione, cioè impiegando meno personale docente e aggravando le difficoltà di una scuola già stremata, verranno investiti in futuro per creare scuole di standard europeo. Non le credo. … Lei, come molti uomini e donne che hanno responsabilità politiche, siete, parafrasando il titolo di un bel libro di Marco Belpoliti, "senza vergogna": è ora, invece, che la vergogna venga riscoperta come virtù civile, e diventi il fondamento di un'etica pubblica (…)

ItaliaOggi  16 ottobre 2012

“In arrivo un taglio di 22 mila posti”

░ Riportiamo alcuni passi dell’articolo diItalia Oggi che segnala l’ufficialità della decisione del governo: l’aumento delle ore di lavoro per i docenti di ruolo è davvero una proposta presente nel DDL. Stabilità

(…) i tagli ci sono tutti: per almeno 22 mila posti. É l'effetto dell'operazione 24 ore, ovvero le 6 ore in più di cattedra la settimana per i docenti di ruolo, prevista dal disegno di legge di stabilità, in queste ore alla camera per l'avvio del suo iter parlamentare. Sull'operazione 24 ore hanno già annunciato battaglia partiti e sigle sindacali (…). Il disegno del governo prevede che i prof di ruolo dal prossimo settembre debbano svolgere un orario di cattedra di 24 ore, contro le attuali 18. Le 6 ore in più dovranno essere utilizzate innanzitutto per coprire gli spezzoni orari, ovvero le ore che residuano dalla costituzione delle cattedre ordinarie. Per farlo, è necessario che i docenti abbiano il relativo titolo di studio, non serve neanche l'abilitazione. Già oggi possono insegnare sugli spezzoni e fino a 6 ore in più la settimana ma il tutto è volontario ed è pagato a parte: circa 129 milioni di euro, tanto è costato nel 2011. E poi ci sono le supplenze brevi e saltuarie: in questo caso, tra secondaria di primo e secondo grado, si conteggia che si possano risparmiare altri 265 milioni di euro affidando le sostituzioni a prof di ruolo. Discorso a parte per il sostegno: con l'orario a 24 ore settimanali, da utilizzare solo sul sostegno e non su altre discipline, si risparmiano altre 10mila cattedre nell'organico di fatto. L'operazione 24 ore scatterà nella scuola di titolarità: il che significa che se non ci sono spezzoni o supplenze da fare nel proprio istituto, e sulla propria disciplina, un docente potrebbe trovarsi a non prestare le sue 6 ore in più a differenza di un collega. E però, il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, ha aperto a quella che sembra già essere una modifica alla norma: i docenti potranno avere orari differenziati, chi lavora meno sarà pagato di meno. E comunque si deve andare verso un ampliamento del piano dell'offerta formativa, dice il ministro, che farebbe pensare a un utilizzo su attività complementari delle ore che avanzano. Il ddl Stabilità prevede che le 6 ore in più di cattedra siano compensate con 15 giorni di ferie.

 

larepubblica.it  16 ottobre 2012

“Più ore ai prof, scuola in rivolta. "Legge assurda, impossibile insegnare"

 Contro le norme sulla Scuola presenti nel DDL Stabilità si va allo sciopero. Petizione in rete con centinaia di migliaia diadesioni.

(…)I docenti di ruolo occuperanno le ore destinate alle supplenze destinate a migliaia di precari, che potrebbero dire addio a stipendio ed assunzioni (…)Innalzare a 24 ore le ore di lezione, secondo i sindacati, determinerebbe l'immediata cancellazione dalla geografia scolastica italiana di 28/30 mila supplenze e la moltiplicazione, ben oltre il 25 per cento in più sull'orario attuale, del lavoro che gli insegnanti si porterebbero a casa. Tra riunioni pomeridiane, preparazione delle lezioni, correzione dei compiti e attività di aggiornamento gli insegnanti italiani assisterebbero all'ampliamento oltremisura delle ore di lavoro(…) La petizione on linepostata su Firmiamo.it da Pietro Li Causi - docente di Lettere in un liceo palermitano - in poche ore è letteralmente volata: oltre 24 mila firme in appena 4 giorni e 316 mila "mi piace" su facebook. Il titolo della petizione è lapidario: "No alle cattedre di 24 ore. Fermiamo il ministro Profumo"(…)

latecnicadellascuola.it  17 ottobre 2012

Attenzione al comma 44 dell’art. 3: il contratto? Un baffo

 A conclusione infatti degli articoli 42 e 44 della Legge di Stabilità, presentata dal governo per l’approvazione, appare il comma 45 che così recita:

Le disposizioni di cui ai commi dal 42 al 44 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 1 settembre 2012”. In altri termini si continua con l’applicazione rigorosa di quanto è stabilito nel decreto 150/2009, meglio noto come “Decreto Brunetta”,attuativo della Legge 15/2009 che cambia nella sostanza l’insieme della regolamentazione contrattuale ed organizzativa relativa al lavoro pubblico.Il cambiamento come si vede è radicale e all’epoca fu congegnato proprio per modificare in profondità l’assetto delle relazioni sindacali, della contrattazione e della stessa valutazione del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche Amministrazioni e dei settori della conoscenza. Questo governo continua quindi in piena sintonia con quanto pianificato prima e per colmo di sicurezza inserisce un comma che fa piazza pulita di qualsivoglia tentativo di fare valere il contratto di lavoro che ha disciplinato l’orario di servizio.

 

Il Messaggero  18 ottobre 2012

Rossi Doria: orario dei prof governo pronto a ripensarci”

 La conferma ufficiale del ministro Profumo è arrivata ieri mattina alla Camera.

Il governo è pronto a ripensarci: la norma che aumenta l’orario di lavoro per i professori può essere tolta dalla legge di stabilità. A una condizione però, e cioè che si individui qualche misura alternativa in grado di garantire i risparmi previsti per i prossimi anni dalla spending review (183 milioni nel 2013, 237 milioni dal 2015 in poi). Marco Rossi Doria, sottosegretario all’Istruzione, è stato il primo a comunicare la notizia martedì sera con un messaggio su Twitter. La conferma ufficiale del ministro Profumo è arrivata ieri mattina alla Camera. «La disponibilità del governo c’è», dice Rossi Doria, che prima di essere un sottosegretario nella vita ha sempre fatto il maestro elementare. Ma quali possono essere queste soluzioni alternative?«Come ha detto il ministro, le cercheremo in Parlamento, attraverso un confronto con tutte le forze politiche». Però risparmiare nella scuola significa quasi sempre risparmiare sul personale. «Ci sono altre possibilità. Ma ora è prematuro parlarne».Con l’aumento dell’orario, e il conseguente taglio dei posti di lavoro per i precari, i risparmi sarebbero ben 721 milioni a regime. Anche con le misure alternative bisognerà trovare tutti questi soldi? «Il ministro ha spiegato bene che il vincolo finanziario da rispettare è quello della legge 135 (la cosiddetta spending review, ndr). Quindi le risorse da reperire per il 2013 sono 183 milioni, non c’è bisogno di trovarne di più». Lei ha detto esplicitamente che l’intervento proposto dal governo, cioè portare l’orario di insegnamento a 24 ore anziché 18, non è la soluzione migliore. Perché? Perché serve a tagliare posti di lavoro o perché 24 ore di lavoro sono troppe? «Innanzitutto, io sono convinto che non si possano fare ulteriori tagli di personale nella scuola. Il personale che abbiamo oggi nella scuola è quello giusto, anzi in alcune zone del Paese siamo sottodimensionati: ci sono regioni dove cresce la popolazione di bambini, stranieri e non solo. C’è l’esigenza di garantire un orario più pieno che copra almeno una parte di pomeriggio». A maggior ragione allora bisognerebbe aumentare l’orario di lavoro degli insegnanti. «Bisognerebbe aprire una discussione seria sull’orario. Se guardiamo come è organizzato il lavoro dei docenti in Europa, ci accorgiamo che l’orario in classe con i ragazzi rappresenta solo una parte dell’orario complessivo. Da noi questo è previsto soltanto per le primarie, alle medie e alle superiori vige ancora uno schema ottocentesco di scuola. Nel contratto esiste la funzione docente, che comprende la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti, i collegi, i colloqui con le famiglie. Ma non c’è un orario per fare gruppi differenziati di livello per recuperare chi sta indietro o per coltivare talenti specifici». Un cambiamento del genere non solo non porta risparmi ma anzi avrebbe dei costi. «È chiaro che il tema non è all’ordine del giorno, non ci sono risorse. Però, come ha detto il ministro Profumo, prima o poi nel Paese si dovrà aprire un dibattito politico e culturale sull’orario di lavoro nella scuola».

 

www.governarelascuola.it - 18 ottobre 2012

La scuola nella legge di stabilità

 Le disposizioni assurde riguardanti la scuola, contenute nell’art. 3 del DDLStabilità, come le valuta Pietro Perziani.

Orario di lavoro dei docenti (Commi 42 e 43). Il testo del DDL ha sostanzialmente confermato le anticipazioni in merito alla principale novità per la scuola: l’innalzamento l’orario di insegnamento dei docenti della scuola secondaria. Questi i punti essenziali:- l’ “orario di impegno per l’insegnamento” dei docenti della scuola secondaria viene portato da 18 a 24 ore, orario già in vigore nella scuola primaria;- l’orario di cattedra non viene modificato;- le sei ore in più verranno utilizzate per attività diverse rispetto all’insegnamento curricolare: copertura di spezzoni disponibili nella scuola di titolarità, attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui si sia in possesso di un valido titolo di studio, copertura di posti di sostegno purché si sia in possesso del titolo di specializzazione, attività aggiuntive di recupero e di potenziamento;- per quanto riguarda specificamente i docenti di sostegno, le sei ore aggiuntive saranno utilizzate prioritariamente per le attività di sostegno e in subordine per la copertura di spezzoni orari per cui si sia in possesso di un valido titolo di studio;- l’organico di diritto di sostegno non potrà essere in futuro superiore a quello dell’a.s.2012/2013;- le ferie dei docenti della scuola secondaria sono aumentate di 15 giorni l’anno;- i docenti di tutti gli ordini di scuola possono usufruire delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni, con eccezione di quelli dedicati agli scrutini, agli esami e alle attività valutative; nei periodi di lezione, si può usufruire delle ferie per un massimo di sei giorni, ma senza oneri aggiuntivi;- le disposizioni di cui sopra non possono essere derogate dai contratti collettivi e tutte le clausole contrattuali oggi vigenti che siano eventualmente in contrasto sono disapplicate a decorrere dal 01/09/2013. Nelle bozze circolate si diceva esplicitamente che non era previsto alcun aumento di stipendio per i docenti interessati all’aumento di orario, le economie dovevano essere utilizzate per la formazione e l’edilizia scolastica; nel testo del DDL non si dice niente, ma è evidente la ratio della norma: un ulteriore taglio a carico del MIUR, che negli allegati è quantificato in oltre 700 milioni. Per chi conosce la scuola, è chiaro che i risparmi verranno soprattutto dall’abrogazione di fatto delle supplenze temporanee, che però può sembrare un’operazione indolore solo a chi non conosce la scuola. Per “supplenze temporanee” si intendono infatti tutte quelle conferite dai dirigenti scolastici per assenze che possono essere di durata molto variabile: da un giorno all’intero anno scolastico, come nel caso delle maternità o dei comandi negli staff di ministri o sottosegretari, per non parlare delle malattie gravi che comportano assenze molto lunghe. (…) Ilinea di principio, le disposizioni del DDL sono pienamente condivisibili, potrebbero razionalizzare molto la gestione delle scuole ed aumentare quindi l’efficienza del servizio; non si dovrebbe però andare oltre la copertura delle “supplenze brevi”, quelle cioè che non vanno oltre i dieci/quindici giorni di assenza del docente, dedicando prioritariamente le sei ore aggiuntive alle attività di recupero e di potenziamento dell’offerta formativa. Non è concepibileche si chieda ai docenti un tale aumento di lavoro senza nessuna contropartita economica; quello che viene risparmiato dovrebbe tornare a loro, magari nella forma di una indennità stabilita per legge in attesa della contrattazione. Facciamo attenzione, perché non c’è cosa peggiore della cosa giusta presentata male: qualcuno ricorda il concorsone di Berlinguer? Perché non si reintroduce un istituto previsto dal DPR 399/1988, il tempo potenziato? Questo significherebbe badare alla funzionalità del servizio, se invece si bada solo al contenimento della spesa…

Monetizzazione ferie supplenti (Comma 44). Il DDL procede ad una modifica dell’art. 5, comma 8, della Legge 135/2012 (Divieto di monetizzazione delle ferie non godute): potranno essere pagate solo le ferie che risultano impossibili da fruire, in quanto il periodo di servizio prestato dal supplente non prevede sospensioni delle lezioni. Detto in altri termini: se il supplente ha maturato 20 giorni di ferie e durante il suo periodo di servizio erano previsti 10 giorni di interruzioni delle lezioni (Vacanze di Natale…), si dovranno pagare solo 10 giorni di ferie.

Diagnosi funzionale (Comma 33). La competenza per la formulazione della diagnosi funzionale necessaria per l’assegnazione dell’insegnante di sostegno agli alunni disabili viene assegnata all’INPS, che può avvalersi del personale medico delle ASL. Le modalità attuative saranno definite di concerto tra il MIUR, Il MEF il Ministero del lavoro.

Organico dirigenti (Comma 36). A decorrere dall’a.s. 2013/2014, i criteri per l’individuazione delle scuolenormodimensionate, quindi sede di dirigente e di direttore amministrativo, verranno definiti tramite accordo tra MIUR e Conferenza Unificata, fermi restando gli obiettivi di contenimento della spesa di cui alla legge 183/2011. In effetti, esiste già una Bozza di Intesa in merito, qui ne viene fissato il fondamento normativo, come previsto nella Bozza stessa; il Parametro di riferimento è la media di 900 alunni a livello regionale, tenendo conto anche della densità abitativa per KM quadrato. Applicando questi criteri, nella Bozza è previsto per il prossimo a.s. un organico di 8.787 dirigenti a fronte dei 7.976 posti di quest’anno, quindi 811 posti in più. Confidiamo che le Regioni pongano fine allo scempio delle scuole sottodimensionate.

Uffici scolastici interregionali. (Comma 39).E’ prevista la possibilità di costituire Uffici Scolastici Interregionali, oltre che regionali; si va verso un snellimento dell’Amministrazione Scolastica periferica?

Comandi. (Commi 45-48). Ulteriore sfoltimento dei comandi per i compiti connessi all’autonomia di cui alla Legge 448/1998; considerando tutte le tipologie, si arriva ad un totale di 250 unità. Oltre questi comandi e gli esoneri sindacali, non ce saranno più altri a carico del MIUR, eventuali comandi di altro tipo dovranno essere pagati dall’amministrazione richiedente.

Norme per il personale. Sono previste anche diverse norme riguardanti il personale:- docenti inidonei (Comma 32);- progetti MIUR/Regioni per i precari (Comma 35);- compensi componenti commissioni di concorso (Art. 38);- pagamento collaboratori amministrativi che sostituiscono il DSGA (Commi 30 e 31)

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Pubblico giornale – 5 ottobre 2012
“Studenti e prof all’attacco, pronti allo sciopero”
░ Il mondo della scuola e dell’università è in agitazione.
Autunno caldo? Di certo il mondo della scuola e dell’università è in agitazione. A cominciare dal Movimento Studentesco Nazionale, che ha dato il via alla stagione di protesta al grido di «Nemici dell’Italia giù le maschere». Ce l’hanno con il governo Monti e con la finanza globale, e spiegano: «Ci hanno bombardato di parole come Bot, Spread, Btp; hanno cercato di convincerci che una politica di austerity fosse l’unica strada necessaria, ma nel contempo non hanno costruito nessuna strategia di sviluppo e addirittura c’è qualcuno che spinge verso un Monti Bis». Ecco perché questa mattina il Movimento lancia «la campagna contro questa ideologia che tiene fuori la scuola, l’istruzione ed il sapere dai modelli di sviluppo, cercando di lanciare un segnale di speranza, opposta ai governi della paura che stanno tentando di bloccare le prospettive di questa generazione, disegnandoci come robot senza aspirazioni, senza sogni e senza storie positive da raccontare»…. Non solo: il prossimo 12 ottobre la scuola si fermerà. Lo sciopero è annunciato dalla FLC CGIL nazionale e riguarda gli istituti statali e non e la formazione professionale, coinvolgendo docenti, personale ATA, dirigenti. «Sono tante le cose che non vanno. Cose vecchie ormai incancrenite e cose nuove che peggiorano una situazione già precaria e difficile», denuncia il sindacato. I tagli ai finanziamenti prima di tutto. «Pensavamo di avere già dato, ma con la spending review vanno via altri 200 milioni di euro. Le politiche del lavoro e del personale. Con il passaggio ai ruoli ATA dei docenti inidonei per motivi di salute si producono quattro danni: agli stessi docenti messi a fare un lavoro che non conoscono, alle segreterie che si ritrovano private di personale competente, ai precari ATA che non avranno rinnovato il contratto per la riduzione di ulteriori 3.900 posti, alla scuola che sarà peggio organizzata». C’è poi il tema delle retribuzioni. Il contratto «è bloccato, gli scatti di anzianità sono bloccati, le retribuzioni sono tra le più basse d’Europa….

www.larepubblica.it - 6 ottobre 2012
“Le ragioni del futuro”
░ Una riflessione di Chiara Saraceno
Non hanno solo protestato contro i tagli ad una scuola stretta tra le mirabolanti promesse tecnologiche e i soffitti che crollano, tra premi per i più bravi e riduzione delle risorse necessarie perché i meritevoli possano davvero provare di esserlo,nonostante disuguali condizioni di partenza. Hanno dichiarato la loro sfiducia a tutta la classe dirigente, agli adulti che hanno il potere di prendere le decisioni cruciali per il loro destino: governo, partiti politici, sindacati, imprenditori. Derubricare questa protesta come manifestazione adolescenziale senza una vera maturità politica, sarebbe grave e forse pericoloso. Dopo essersi sentiti definire da tutti una generazione perduta, questi ragazzi stanno provando a dire che non vogliono fare le vittime sacrificali degli errori altrui. Lo spettacolo dato dalla politica è stato una miccia per una ribellione che non poteva non esplodere. A fronte delle continue esortazioni a portare pazienza, perché non ci sono risorse, alla promessa che la riforma delle pensioni e quella del lavoro sono state fatte per loro, i giovani, è arrivata anche la prova che molti soldi vengono buttati, che chi ha il potere di decidere si tiene stretti i propri privilegi (e qualcuno anche ruba). Sarà semplicistico dedurre che basterebbe togliere, subito, non a partire dalla prossima legislatura, rimborsi elettorali, vitalizi e pensioni facili e ridurre un po’ gli stipendi dei politici, per avere le risorse necessarie alla scuola e ai servizi sociali… Dietro a quelli che sono scesi a protestare, ci sono i molti altri che esprimono la sfiducia nel silenzio, nel cinismo di chi sa che tanto non cambia nulla. E ci sono gli adulti, i genitori, altrettanto sfiduciati se non anche un po’ atterriti dalla tenaglia della crisi economica, cui si aggiunge quella della devastazione economica e morale prodotta dalla gestione politica e della politica ad ogni livello.

Pubblico giornale - 6 ottobre 2012
“In silenzio sta passando la privatizzazione dell'istruzione”
░ Marisa Boscaino scrive in merito al progetto di legge n.953 (un testo concordato a emendamento dell’ex ddl Aprea) che la commissione Cultura della Camera approva in sede legislativa, e che passerà all’esame della competente commissione del Senato. Entro quest’anno potrebbe essere legge. Dovremo rimpiangere la linea politica della D.C. (Decreti Misasi)?
Chi sono, nella scuola, i “portatori d’interesse ”, totem linguistico di modernità? Studenti, insegnanti, famiglie, collettività. Ebbene, come possono i membri del l ’attuale maggioranza di governo (Pd compreso) pensare che la proposta di legge 953, che di fatto abroga i decreti delegati del ’74, a favore di nuovi organi, possa essere trattata dalla VII Commissione Cultura in sede legislativa? Cioè, sottratta alla discussione in Aula e sottoposta alla procedura delle norme prive di speciale rilevanza di ordine generale o che rivestono particolare urgenza? È l’autogoverno della scuola “pura questione tecnica”? … La democrazia nel governo della scuola è comunque in discussione. … (In atto), Consiglio di Istituto e Collegio Docenti hanno compiti e prerogative molto estesi: l’uno funzioni di indirizzo politico-amministrativo (obiettivi e programmi da attuare e verifica della rispondenza dei risultati di attività amministrativa e gestione agli indirizzi impartiti); l’altro competenza esclusiva per aspetti pedagogici e didattici. Tale configurazione e tutte le competenze dei due organi hanno bilanciato anche il maggior potere conferito ai presidi nel passaggio alla dirigenza scolastica. La pdl 953 li sostituisce con Consiglio dell’Autonomia e Consiglio dei Docenti, con prerogative limitate. Il Consiglio dell’Autonomia elaborerà uno “Statuto autonomo”, diverso da scuola a scuola, relativo alla gestione dell’istituto, al l’organizzazione degli organi interni e al rapporto tra le componenti che ne fanno parte. Tali materie sono oggi regolate da leggi dello Stato, che hanno garantito opportunità e criteri identici sul territorio nazionale. L’adozione di statuti autonomi marcherà, viceversa, differenze anche sensibili tra scuola e scuola, minando principi che sovrintendono all’unitarietà del sistema scolastico nazionale: pericolosa deroga alla tutela da parte dello Stato dell’esercizio del diritto allo studio e all’apprendimento da parte di tutti gli studenti; nonché a quello, costituzionalmente sancito, della libertà di insegnamento . Le scuole, insomma, possono persino darsi regole statutarie. Ma tale autonomia comporterà la dismissione da parte dello Stato della propria funzione istituzionale… L’organizzazione delle singole scuole assume poi una forte caratterizzazione aziendale, con partecipazione al Consiglio dell’Autonomia di esterni (che soprattutto se erogatori di fondi possono condizionare, in particolari zone, situazioni, contesti, la gestione e mettere in discussione principi di democrazia) e il rafforzamento – a fronte dell ’indebolimento degli organi scolastici – del potere del dirigente. L’art. 8, poi, subordina le scuole-aziende autonome (affrancate dallo Stato), a indirizzi e controlli valutativi ministeriali… Il pdl 953 è inemendabile….
ItaliaOggi - 9 ottobre 2012
“Più autonomia e niente sprechi. Chi parla di privatizzazione prima legga bene la proposta”
░ Di parere opposto a quello espresso nell’articolo precedente è questo riportato nell’articolo di Alessandra Ricciardi (ItaliaOggi - 9 ottobre) che intervista la presidente della Commissione Cultura della Camera, l’on. Ghizzoni (PD). Anche il successivo articolo che citiamo, anche questo pubblicato (9 ottobre) su ItaliaOggi guarda con fiducia al pdl.953
In una stagione politica contrassegnata dagli scandali per gli sprechi delle autonomie locali, regioni in testa, scandali che hanno indotto Pd e Pdl a riflettere sulla necessità di ridisegnare il titolo V della Costituzione in senso più centralista, la camera dei deputati sta per licenziare la riforma dell'autogoverno della scuola, il completamento di quell'autonomia scolastica avviata da Franco Bassanini con la legge n. 59/1997. Il provvedimento, dopo tre anni e mezzo di discussioni, stop e modifiche, domani dovrebbe avere il primo via libera della commissione competente in sede legislativa. «Nessun rischio di privatizzare la scuola», dice Manuela Ghizzoni, pd, presidente della commissione cultura.
Domanda. Alcuni sindacati criticano la riforma perché non è stata oggetto di confronto. E venerdì i ragazzi protesteranno in piazza. Risposta. Chi critica la proposta dovrebbe prima leggerla bene. Il testo è profondamente diverso rispetto a quello iniziale del 2008 e abbiamo tenuto conto in sede emendativa proprio delle richieste del mondo sindacale e delle associazioni….
Domanda. Le scuole si trovano a gestire annualmente circa 2 miliardi, dal funzionamento alle supplenze, a cui si aggiungono 3,5 miliardi nell'arco di un quinquennio di fondi Ue. Non c'è il rischio di sprechi con la maggiore autonomia? Risposta. No, al di là dei controlli ministeriali e di legittimità, tutti gli istituti saranno tenuti alla rendicontazione pubblica, un bilancio di quanto fatto e degli effetti avuti rispetto agli obiettivi, che ad oggi è solo a livello sperimentale. La riforma incentiva la responsabilità della scuola verso tutta la comunità….
Domanda. Il consiglio dell'autonomia prende il posto dell'attuale consiglio di istituto con quali funzioni ? Risposta. Avrà compiti di indirizzo, presieduto da un genitore, al suo intero avrà il dirigente, un Ata, genitori, docenti e studenti. Si delinea così un modello di scuola partecipata. Se c'è il consenso dei due terzi, potranno entrare fino a due rappresentanti del mondo sociale, del volontariato, delle professioni, delle realtà produttive e culturali. Non avranno però diritto di voto. Non c'è nessun rischio di aziendalizzazione o peggio di far virare il piano di studi in base agli interessi di un'impresa….
Domanda. Il consiglio potrà anche decidere modalità diverse di reclutamento? Risposta. Assolutamente no, restano tutti i paletti e le regole dell'ordinamento nazionale vigente.
Domanda. A cosa serve allora che ogni istituto abbia un suo statuto? Risposta. Le scuole avranno autonomia nel darsi le regole per i propri organi e per le modalità di partecipazione della comunità scolastica. Facendo tesoro delle proprie prassi, per esempio potenziando le forme di partecipazione degli studenti….
Domanda. Che chance ci sono che il parlamento approvi la riforma entro la legislatura? Risposta. Credo che il senato, giustamente, debba aprire la fase delle audizioni, con tutti i soggetti coinvolti, sul nuovo testo consegnato dalla camera….
“Privati senza voto”
L'iter legislativo del disegno di legge 953, ex Aprea, in commissione cultura della camera ha messo l'acceleratore: il testo unificato approvato agli inizi di agosto è all'ordine del giorno della riunione di domani per il via libera in sede legislativa. Il passaggio al senato potrebbe, quindi, avvenire entro la fine del mese per arrivare all'approvazione definitiva entro dicembre. Intanto, al provvedimento sono state apportate significative modifiche. Occhio all'art. 4 del testo, quello sulla formazione del consiglio dell'autonomia che sostituirà gli attuali consigli di istituto e di circolo: la rappresentanza dei genitori sarà paritetica con quella eletta dai docenti nelle scuole del prima ciclo, mentre per gli istituti superiori la rappresentanza eletta dai genitori e dagli studenti sarà in numero pari per ciascuna delle due componenti e complessivamente paritetica con quella eletta dai docenti. Inoltre, farà parte del consiglio un eletto dal personale Ata. Entreranno solo se invitati rappresentanti di «realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi», ma senza diritto di voto così da non poter condizionare la vita della scuola. Viene risolta in questo modo la spinosa questione della loro presenza nel consiglio dell'autonomia, che nel testo originario del ddl veniva designata secondo norme fissate dallo stesso consiglio. Lo statuto, poi, deliberato dal consiglio dell'autonomia, sarà sottoposto «al controllo formale da parte dell'organismo istituzionalmente competente», senza però chiarire quale sia questo organismo. Il sottosegretario Marco Rossi Doria, ha detto: «Il ministero non può effettuare un simile controllo sulle oltre 8mila scuole italiane».

L’Unità - 10 ottobre 2012
“Non più idonei. Quei docenti fantasma scartati dalla scuola”
░ Scene dal purgatorio. 3500 “inidonei” prendono il posto di altrettanti precari rottamati.
La professoressa Anna Maria Casacca,insegnante dal 1983, ricorda precisamente il giorno in cui le diagnosticarono la malattia… È diventata docente “inidonea”, quel termine che si usa per indicare gli insegnanti che a causa di malattie gravi e invalidanti (sla, tumori, sclerosi) non possono più reggere le ore di lezione ma contribuiscono in altri modi alla didattica. Anna Maria da allora si occupa di alunni disabili, bambini rom o figli di migranti. Tiene progetti sull’intercultura. «A me insegnare piaceva tantissimo ma questa nuova esperienza è stata una rinascita». Ora però AnnaMaria come gli altri 3500 docenti inidonei (poco più del 2% del totale insegnanti della scuola pubblica) con il DL 95 del luglio 2012, la cosiddetta “spendingreview”, saranno trasformati forzatamente in personale ATA (assistenti tecnico amministrativi). Il che equivale a altrettanti amministrativi precari, che fino ad ora hanno sorretto le segreterie, che perdono il lavoro. «Il declassamento – dice la professoressa io lo prendo come una punizione per la mia malattia, perché non sono stata incapace o lavativa». Come altri suoi colleghi Anna Maria ha scelto di posare per la campagna fotografica di denuncia di Renata Romagnoli, sorella di una in idonea con gravi problemi di salute….
Causa tagli non ci saranno bibliotecari a sostituire gli inidonei, e le funzioni di didattica e laboratori non saranno rifinanziate. «Ci sarà solo una guerra tra poveri tra noi e gli Ata», dice amareggiata Annamaria. E forse anche esuberi. Perché non ci sono abbastanza posti amministrativi.

ScuolaOggi.org - 10 ottobre 2012
“Chi vuole rottamare lo sciopero ?”
░ Osservazioni e giudizi di Pippo Frisone, in merito allo sciopero proclamato, per il 12 ottobre, dalla FLC-CGIL.
Con il governo Monti sembrava che la scuola venisse risparmiata da ulteriori sacrifici. Poi la spending review che taglia e toglie nuove risorse alla scuola mentre con la nuova legge di stabilità è in arrivo una nuova stangata di 10miliardi con sanità e statali ancora sotto torchio. I pochi incontri delle parti sociali col Governo si sono ridotti ad una presa d’atto delle comunicazioni e delle decisioni unilaterali dell’esecutivo. La concertazione è stata completamente svuotata di significato e della valenza originaria. … Cosa deve fare il sindacato quando sulle pensioni si eliminano i requisiti precedenti, innalzando l’età pensionabile con 360mila esodati ? Quando da tre anni si bloccano contratti e scatti di anzianità, non si procede alla stabilizzazione dei precari e ci si inventa un concorso a quiz inutile e costoso ? Quando si modifica l’art.18 dello statuto? Quando si costringono 3500 docenti inidonei a transitare nelle segreterie delle scuole ? Quando a 8500 esuberi non si dà alcuna prospettiva se non quello di un futuro incerto e precario? Per molto meno in passato di fronte all’irremovibilità e ottusità dei governanti , i sindacati rispondevano unitariamente con lo sciopero generale…. I sindacati appaiono sempre più come dei giganti dai piedi d’argilla e ogni volta che marciano separati e divisi mostrano tutte le loro contraddizioni vecchie e nuove. Lo sciopero viene fatto passare come un’arma vecchia e spuntata , destinata prima o poi alla rottamazione. Ai sindacati vengono chiesti sempre più certificati di fedeltà e di moderazione, emarginando fino alla esclusione quanti non si adeguano o hanno una visione diversa …. Da rottamare oggi non è tanto il diritto di sciopero ma quelle politiche che inseguendo i favori di questo o quel governo, di questo o quel partito perdono di vista la difesa del lavoro e dei lavoratori, i diritti dei precari e la tutela dei più deboli. .. Il 12 ottobre bisogna scendere in piazza e scioperare . Uniti e mai più divisi.

 

www.istruzione.it – Ufficio Stampa - 27 settembre 2012
“Linee Guida per Poli tecnico-professionali e I.T.S.”
░ A distanza di 5 anni dalla introduzione delle norme contenute nella legge 40 del 2007, volute dai ministri Fioroni e Bersani ma rimaste sulla carta, si costituiscono sul territorio i Poli tecnico professionali. Riportiamo parte di una nota dell’Ufficio Stampa del MIUR.
Stato, Regioni e Autonomie locali hanno raggiunto ieri un’importante intesa sulle Linee Guida per consolidare e sviluppare i rapporti tra istituti tecnici, istituti professionali, centri di formazione professionale e imprese, con la definizione della “mappa” per collegare filiere formative e filiere produttive, la costituzione dei Poli tecnico-professionali a livello provinciale e il potenziamento dell’autonomia e del ruolo degli Istituti tecnici Superiori (I.T.S.). Il relativo decreto, che giunge dopo pochi mesi dall’entrata in vigore dell’articolo 52 della legge n.35/2012, è stato condiviso dal MIUR con il Ministero del lavoro e politiche sociali, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’economia, perché l’istruzione tecnica e professionale, attraverso un impegno comune, possa offrire più opportunità di occupazione per i giovani e per la crescita del sistema produttivo del Paese. La mappa visualizza i collegamenti tra aree economiche e professionali, filiere produttive, cluster tecnologici, aree tecnologiche, ambiti e figure degli I.T.S., indirizzi degli istituti tecnici e degli istituti professionali, diplomi e qualifiche professionali. In questo modo i giovani e le loro famiglie, i soggetti del territorio e le imprese hanno – finalmente - una bussola per orientarsi. Le Linee guida contengono gli standard per realizzare i Poli tecnico professionali, definiti a distanza di cinque anni dall’attuazione delle norme contenute all’articolo 13 della legge n. 40/2007, volute al tempo dai ministri Fioroni e Bersani, - ma rimasti sinora sulla carta. I Poli sono reti tra istituti tecnici e professionali, centri di formazione professionale accreditati e imprese per favorire lo sviluppo della cultura tecnica e scientifica, l’occupazione dei giovani anche attraverso i percorsi in apprendistato e nuovi modelli organizzativi, come le scuole bottega e le piazze dei mestieri, di cui vi sono già alcune positive esperienze pilota in Lombardia e in Piemonte…. Nella fase 2009/2011 sono state già costituite 62 Fondazioni ITS che hanno attivato 80 percorsi, ai quali si aggiungono 71 nuove classi prime nel corrente anno scolastico. Si farà a tutti un check up per consolidare e sviluppare quelli che hanno già dimostrato di rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e istituirne nuovi, ove è richiesto dalle imprese. Lo specifico Fondo, istituito con la legge finanziaria 2007, è stato dotato, per la prima volta con la recente legge n.135/2012, di un contributo stabile del MIUR, pari a 14 milioni di euro a partire dal 2013, in modo che i percorsi di specializzazione tecnica superiore degli ITS vadano a regime dal prossimo anno. Non ci potrà comunque essere, in ciascuna regione, più di un istituto tecnico superiore in relazione agli ambiti tecnologici indicati nella mappa…

l’Unità – 28 settembre 2012
“L'odissea dei docenti «inidonei». Dalla cattedra alla segreteria”
░ Pessimo trattamento per quei docenti che hanno dovuto rinunciare alla classe per il sopraggiungere di malattie gravi, invalidanti.
Fino ad oggi erano stati sistemati dalle scuole nelle biblioteche o nei laboratori, spesso aperti e resi funzionali proprio per l'apporto di questi docenti. Da oggi non più. Il decreto Legge 95/12 (meglio noto come «spending review»), tra le altre cose si occupa anche di loro e all'art. 14 prevede il passaggio forzoso dei docenti inidonei in ruoli Ata. Cioè gli amministrativi, la segreteria…. In tutto sono circa 3500 docenti dal cui trasferimento lo Stato si aspetterebbe di incassare 28 milioni…. Patrizia è una professoressa di matematica in una scuola superiore di Terni. Nel 2008 si è ammalata: carcinoma mammario. Ne è seguita operazione e chemioterapia. E ancora sta attraversando un percorso complicato. Parla di «manovra indecente» e racconta: «Io sono in grado di lavorare ma non reggo il ritmo della classe, con i ragazzi ci vuole forza. Ma sono una insegnante, mi sono specializzata, nella scuola sono stata sempre attiva, ora tutto ciò non mi viene riconosciuto e mi vogliono deportare a una funzione diversa per la quale serve una preparazione che non è la mia; i precari Ata fanno bene a essere arrabbiati, a viverlo come uno scippo». Dice che è un «provvedimento fatto sulla pelle dei lavoratori malati». E sottolinea: «Io sto relativamente bene ma altri colleghi hanno la Sla, la distrofia, tumori al cervello, ho l'impressione che al governo non l'abbiano capito e che, sulla scia dell'ex ministro Brunetta, ci vedano come imboscati, gente che non vuol lavorare». «Non ho scelto io di ammalarmi - continua Patrizia io e gli altri inidonei possiamo essere utili per seguire progetti, per formare colleghi, per i contatti esterni, per l'orientamento, oltre che per le biblioteche oppure ci mandino in pensione. Ma non può succedere che se a un certo punto della vita hai problemi gravi allora lo Stato ti dequalifica… se mi costringono a passare Ata andrò dal giudice».

Scuolaoggi.org – 28 settembre 2012
“Il bluff di un concorso, riservato o quasi ma non per tutti.”
░ Considerazioni sul bando di concorso a cattedre pubblicato il 24 settembre, a 11.542 posti nelle scuole statali d’ogni ordine e grado.
A leggere le tabelle sulla ripartizione dei posti nelle regioni appare in tutta evidenza l’ennesima beffa consumata ai danni dei precari. … Nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia, il concorso può essere svolto in quasi tutte le regioni d’Italia , per quasi 5mila posti, con l’eccezione di Val d’Aosta e Trentino. Vi partecipano idonei e abilitati, vecchi e nuovi, con apertura anche ai diplomi magistrali quadriennali e sperimentali quinquennali purché conseguiti entro il 2001/02. Nella secondaria, invece, c’è una differente distribuzione dei posti nelle varie regioni dove non sempre compaiono le stesse classi di concorso e tutti gli ambiti disciplinari o per mancanza di posti o per la presenza di docenti in esubero. Infatti delle 100 classi di concorso dei docenti laureati delle medie e delle superiori, compaiono nel bando solo 17 cl. di concorso comprese negli ambiti disciplinari ( a36-37, a38-47-49, a43-50-51-52, a345-346, a245-246, a29-30 ) e solo 7 singole classi di concorso (a17,a19,a20,a33,a34, a59, a60). A conti fatti resta fuori dal bando la stragrande maggioranza delle classi di concorso, vale a dire ben 76 su 100. I posti messi a concorso nelle medie e nelle superiori ammontano a 5.677. Per non parlare degli insegnanti di Arte applicata con zero posti su 22 classi di concorso, e dei docenti diplomati di laboratorio (ITP), presenti nel bando con una sola classe di concorso, la C430, sulle 60 attuali. Quanto ai vecchi titoli di laurea e di diploma anche qui compare uno sbarramento temporale riferito all’anno accademico di conseguimento: entro il 2001/02 per i corsi di laurea quadriennali ed entro il 2002/03 per quelli di durata quinquennale. Il sostegno distribuisce 952 posti di cui 127 nell’infanzia, 315 nella primaria, 314 nella media e 196 nelle superiori, agli aspiranti in possesso del diploma di specializzazione. Restano esclusi da questa tornata concorsuale i docenti a tempo indeterminato mentre quelli a tempo indeterminato nelle scuole paritarie o comunali vi possono partecipare, così come altri dipendenti pubblici di ruolo in altri comparti!!

La tecnica della scuola – 01 ottobre 2012
“Ancora nubi sulla contrattazione di istituto”
░ Non è chiaro chi debba contrattare nelle scuole oggetto di dimensionamento. I sindacati chiedono una nota di chiarimento a Miur e Aran. Ma il problema maggiore è quello delle risorse: forse sarà azzerata la quota per il pagamento delle funzioni strumentali.
…Soprattutto nelle scuole oggetto di dimensionamento non esistono comportamenti univoci: in qualche caso vengono convocate tutte le RSU preesistenti, in altri casi vengono invitate al tavolo le organizzazioni sindacali territoriali e in qualche situazione i dirigenti non convocano nessuno ritenendo di poter agire con atti unilaterali. D’altronde le stesse norme non sono del tutto limpide. Da un lato c’è il vecchio accordo quadro del 2001 (articolo 1 comma 3) secondo cui in questi casi si dovrebbero indire nuove elezioni entro 5 giorni dalla momento della decadenza delle precedenti RSU (e cioè, in questo caso, entro il 5 settembre), ma è anche altrettanto vero che per l’indizione di nuove elezioni sarebbe necessario un accordo Aran-Sindacati. Che è esattamente quello che chiedono Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals e Fgu-Gilda in una lettera unitaria indirizzata all’Aran e al Ministero. Il fatto è che se anche la procedura elettorale prendesse avvio immediatamente, ben difficilmente le nuove RSU potrebbero entrare in carica prima di gennaio/febbraio. E allora gli sindacati chiedono che Aran e Miur emanino immediatamente “una nota congiunta di indirizzo per le scuole, come valido orientamento applicativo, per consentire il corretto avvio delle contrattazioni nel corrente anno scolastico e prevenire, ove possibile l’instaurasi di un notevole contenzioso”…. A tutto questo si aggiunge anche l’incertezza relativa alle materie oggetto di contrattazione. Il nodo è sempre il solito: l’articolo 6 del CCNL è pienamente valido o è stato modificato dal decreto Brunetta ? Finora le sentenze definitive dei giudici del lavoro hanno accolto la seconda ipotesi ma i sindacati sostengono che l’accordo sul lavoro pubblico del maggio scorso ha modificato nuovamente il quadro normativo. E’ vero, sostengono Funzione Pubblica e Mef, ma l’unica novità è che ora, su alcune materie (l’assegnazione del personale ai plessi e alle sedi e la definizione di criteri e modalità relativi alla organizzazione del lavoro) ci può essere al più l’esame congiunto e non certamente la contrattazione. … Ma, in questo momento, il problema più grave è un altro: a tutt’oggi non c’è nessuna certezza in merito alle risorse contrattuali perché è molto probabile che la quota di fondo di istituto destinata alla retribuzione delle funzioni strumentali venga azzerata per poter essere destinata al pagamento degli scatti stipendiali del personale di ruolo.

ItaliaOggi – 2 ottobre 2012
“Concorso in bilico, ecco perché”
░ Carlo Forte, giornalista esperto del mondo scolastico, spiega il perché il concorso sia in bilico. Resta da scoprire il perché non citi l’ANIEF, il sindacato che ha messo in bilico il concorso. Confermiamo comunque il nostro apprezzamento per tutta la redazione scuola di ItaliaOggi, la testata che consultiamo per prima, per la nostra rassegna.
Il concorso a cattedra dell'era Profumo non piace ai precari e ai sindacati. E rischia di rimanere schiacciato sotto il maglio del Tar Lazio. Perché il bando presenta alcuni punti deboli, grazie ai quali gli eventuali ricorrenti potrebbero avere gioco facile in eventuali azioni di annullamento. Sia quelli che vorrebbero impedire che il concorso si tenesse, sia quelli che vorrebbero parteciparvi, ma non possono, perché non possiedono i requisiti per accedere alla selezione…. In ogni caso, per impugnare il bando davanti al Tar Lazio per chiederne la cancellazione basta anche un solo ricorrente. Perché un'eventuale sentenza costitutiva di annullamento, da parte dei giudici amministrativi, oltre a travolgere il bando, comporterebbe l'obbligo, per l'amministrazione, di scriverlo da capo attenendosi alle disposizioni del Tar indicate nella sentenza. Per contro, eventuali azioni volte ad ottenere l'ammissione al concorso, dovrebbero necessariamente essere proposte da ognuno di soggetti interessati. In questi casi, infatti, eventuali pronunce favorevoli avrebbero effetti solo per i ricorrenti. Sempre che l'amministrazione, in via di autotutela, non dovesse decidere di sanare la questione azzerando tutto a reiterando la procedura. Ipotesi, questa, invero assai improbabile. E comunque percorribile solo nel caso in cui le selezioni concorsuali non fossero state avviate.
Quanto alle posizioni dei sindacati, sebbene modulate a varie altezze, il dissenso è pressoché unanime. Secondo la Flc-Cgil si tratta di «un provvedimento inutile e costoso». La Cisl parla invece di emanazione frettolosa «che rischia di non risolvere affatto i problemi esistenti ma di crearne ancora di più». Per la Uil sarebbe opportuno indire concorsi solo «dove sono esaurite le graduatorie.». Lo Snals lamenta che l'amministrazione avrebbe dovuto «procedere con gradualità, trasparenza e sulla base di un confronto con i sindacati, che purtroppo è mancato». Infine, per la Gilda-Unams «mettere in piedi la macchina concorsuale senza aver prima affrontato i problemi di tutti coloro che sono già abilitati all'insegnamento, costituisce solo un grande spreco e mostra l´indifferenza ministeriale nei confronti dei precari». Si tratta per il momento di posizioni politiche, che però veicolano l'umore della piazza dei precari. Che potrebbero non fermarsi alla mera critica e procedere con azioni legali vere e proprie. Tanto più che c'è già un precedente. Il Consiglio di stato, infatti, ha stabilito che il principio dello scorrimento della graduatoria, in luogo della indizione di nuovi concorsi sugli stessi posti, non vale solo per le amministrazioni soggette a vincoli sulle assunzioni. Ma anche per le altre amministrazioni che, in ogni caso, restano soggette all'osservanza del vincolo dell'obiettivo della riduzione della spesa per il personale «tipicamente attraverso una solo parziale reintegrazione delle unità cessate dal servizio»(V sezione. n. 4770/2012). E siccome il nuovo concorso sembrerebbe essere stato tarato sull'intera copertura del turn over (in tandem con lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento) la tesi della illegittimità del concorso potrebbe avere un qualche fondamento. Specie se si pensa alla situazione dei precari che si trovano attualmente ai vertici delle graduatorie dei precedenti concorsi. Che si vedranno soffiare l'immissione in ruolo sotto il naso quando entreranno in vigore le graduatorie dei nuovi concorsi.
E poi ci sono gli argomenti di chi invece il concorso vorrebbe farlo. Come per esempio i docenti di ruolo ai quali l'accesso alla selezione è precluso, sebbene non vi sia alcuna norma che lo preveda…. E poi ci sono altri soggetti, che lamentano l'esclusione dal concorso di coloro che vantano il possesso dei titoli di studio conseguiti dopo il 2001. E cioè, nel periodo di tempo non coperto dagli effetti del decreto interministeriale 10 marzo 1997…. Oppure lamentano illegittimità nell'individuazione della soglia minima di punteggio necessario al superamento delle preselezioni (35/50)….

www.scuolaoggi.org – 2 ottobre 2012
“Un nuovo anno scolastico”
░ Dario Missaglia: Il dato vero è la progressiva marginalità della scuola
…Il dato vero, dunque, è la progressiva marginalità della scuola; marginalità non solo politica, giacchè il tema non compare mai negli appuntamenti e negli interventi che contano ma anche sociale. Con questa crisi, questo è il messaggio implicito, ci sono ben altri problemi: il caro vita, le tasse, l’occupazione, la fame di lavoro, le tutele per chi il lavoro lo vede in discussione…. Ovviamente lo scenario cambia se si osservano i siti “specializzati” o quelli delle organizzazioni sindacali. Qui ribolle lo scontento, la frustrazione e la sensazione di abbandono. …
Resta sullo sfondo la politica del Ministro Profumo. Perché si colgono alcuni segni quali il progetto contro la dispersione nel Sud o il piano per la scuola digitale ma la sensazione è quella di frammenti che non fanno una strategia…. E allora il Ministro ha fatto la scelta del “ concorso” come timbro anche a futura memoria della sua azione. Francamente non so se abbia avuto chiaro sin dall’inizio il ginepraio di contraddizioni in cui stava per cacciarsi. Il concorso infatti riapre una delle contraddizioni del sistema più spinose. Non è facile infatti trovare un sensato equilibrio tra le aspettative maturate da quanti per anni, anche avendo vinto un concorso precedente, restano in graduatoria in attesa della fatidica chiamata; oppure i più giovani che hanno anche investito economicamente per il nuovo percorso abilitante (TFA) e ora si vedranno proporre un concorso che comunque drenerà posti disponibili ma ben difficilmente potrà “ringiovanire” la categoria dei docenti. Un complicato conflitto di interessi che diventerà, ne siamo sicuri, conflitto giuridico a tutto campo con ricorsi di ogni genere che ancora una volta affideranno alla magistratura amministrativa i destini finali delle scelte sul campo. Sul piano politico c’è da registrare la netta contrarietà al concorso dell’On. Aprea (Pdl); lei ha sempre sostenuto la necessità dell’assunzione diretta dei docenti da parte delle scuole. E forse, su questa contrarietà, bisognerebbe riflettere con calma… Nell’agenda-Monti,il tema della scuola (ed anche formazione e ricerca) ha un ruolo decisamente marginale; nessuno dovrebbe dimenticarlo, compresi coloro che anche dal versante progressista hanno apprezzato il Governo per alcune scelte. Ma la politica è in grado di esprimere una proposta per la scuola?

L’Unità – 2 ottobre 2012
“Fornero: «Meglio una formazione tecnica che una laurea presa tanto per...»”
░ L’ennesima gaffe di un ministro: sembrano volere fare concorrenza all’Inarrivabile, e il tema è sempre quello dei bamboccioni sfigati. Comincio a sospettare che li temano. Che ci sia, sotto sotto, un “embolo emozionale” legato alle immagini dell’Università di San Diego nei primi anni Sessanta e di Parigi, Roma, Milano, Berlino sessantottine ? C’è sicuramente, una la cifra subliminale: la idealizzazione dello statu quo sociale (con i figli sulle orme dei genitori, compresi i figli dei disoccupati). All’Idv ha richiamato alla mente la Contessa della canzone di Paolo Pietrangeli; a me ha richiamato la canzone di Jannacci, quella di “E sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam !” Gentile Ministro, - il lavoro in età adolescenziale è educativo, formativo e nobile quanto lo studio; solo che è più faticoso e impedisce la mobilità verticale tra le classi sociali. La strada del lavoro e quella dello studio devono essere aperte come opportunità pari, non correlate al reddito delle famiglie degli studenti; e così non è; i rampolli delle famiglie abbienti preferiscono l’università non l’officina
«Laurearsi per laurearsi serve a poco. Se ci si laurea male si hanno competenze modeste, che portano poco lontano, meglio non inseguire il titolo per essere dottori per forza. Meglio avere una formazione tecnica spendibile. Bisogna ridare dignità al lavoro tecnico e operaio». Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, pronuncia queste parole davanti alla platea degli studenti eccellenti degli atenei torinesi, ai quali l'Unione industriale consegna il Premio Optime. «C'è un percorso da fare - spiega Fornero - perché abbiamo svilito la formazione tecnica e professionale e indotto tutti a pensare che se uno non frequenta l'Università e fa una scuola professionale vale meno di un dottore. Non è così. Un Paese non può pensare che il lavoro operaio sia socialmente meno valido. Un percorso di studio che valorizza il merito capisce le attitudini personali e le valorizza senza appiattire tutti in una realtà di scarsa soddisfazione e scarso reddito». Le parole di Fornero non piacciono all'Italia dei Valori. «Il ministro - osserva il presidente vicario dell'Idv, Fabio Evangelisti - ricorda tanto la Contessa della canzone di Paolo Pietrangeli nella parte in cui si diceva 'anche l'operaio vuole in figlio dottore'. È sconfortante ascoltare un ministro che svilisce in questo modo il valore della cultura e delle università». …

Pubblico Giornale – 3 ottobre 2012
“«Profumo, mi hai fregato. Studiare e abilitarsi per finire nel concorsone»”
░ Di getto, la lettera di un precario. E Marina Boscaino gli dà voce.
Valerio Capasa, di Bari, esordisce: «Caro Ministro, questo concorso puzza». Valerio racconta il suo percorso, che è quello di tanti che sono stati trionfalisticamente chiamati ad affrontare il nuovo concorso: il primo dopo 13 anni! Passione per la letteratura, dottorato, post dottorato. Le Siss, 2 anni e 3mila euro, ogni pomeriggio a «sorbirmi le chiacchierate di sedicenti pedagogisti»: l’unico modo per abilitarsi fino a poco tempo fa, per poi scoprire che al concorso possono partecipare anche i non abilitati laureati entro il 2001. Le regole cambiano – continuamente – durante il gioco. La permanenza nelle graduatorie, precario per condizione esistenziale, «pregando perché qualche insegnante rimanga incinta (ormai, però, è un fatto rarissimo, perché il ruolo si raggiunge in età praticamente da menopausa: vivendo in Puglia, tuttavia, non ho perso la speranza che la giunta Vendola acceleri i tempi per la fecondazione assistita degli uomini o per l’adozione alle coppie gay) o anche che si ammali (ma gravemente, perché un braccio rotto a inizio ottobre mi lascia di nuovo a casa a metà novembre)». Farebbe ridere, se non fosse quella ventata di amarezza che è in realtà. Valerio racconta una vita da persona seria, che tiene al proprio lavoro, che interpreta il mandato costituzionale che gli è affidato in maniera concreta e corretta. Ha concepito «l’insegnamento come rapporto con la letteratura, la lingua, la storia e i miei alunni. Mi sono letto tutto Pasolini e ho provato a prendere sul serio i miei alunni? “Ecchissenefrega”, mi avverte il ministero. Al concorso ci sarà il quizzone. Che cretino sono stato, ad andare dietro a Dante, Leopardi e Orazio anziché a Mike Bongiorno, Gerry Scotti e Paolo Bonolis! Ci saranno 18 domande di logica, valide per tutti (per chi vuole insegnare alle elementari o alle medie o alle superiori o vuole diventare architetto o veterinario, shampista o gommista). La logica – ci mancherebbe! – è una disciplina nobile. Per curiosità sono andato a guardare i prototipi delle domande: niente Aristotele, ovviamente, niente Gödel, figuriamoci. Giochini tipo Sudoku. Avrei dovuto fare così, in questi anni: altro che leggermi integralmente ogni anno La Gerusalemme liberata, l’Iliade e i dialoghi di Seneca. Tanta Settimana enigmistica ci voleva, o anche Snake sul cellulare». E così via. Lo stile, le osservazioni, l’umorismo, i contenuti: tutto ci racconta di una risorsa per il Paese, di quelle che nella famigerata Europa – quella che ci chiede, ma alla quale decidiamo di dare solo ciò che ci fa comodo dare – vengono pagati, valorizzati, responsabilizzati, rispettati. Su cui i paesi civili compiono investimenti per il proprio sviluppo sociale, culturale ed economico. A dicembre questi ex ragazzi, maturati in una fiducia infondata che lo Stato per il quale si sono formati e hanno lavorato, spesso con estrema serietà e competenza, saranno chiamati a rispondere a 50 quiz in 50 minuti. Seguiranno prova scritta (quesiti a risposta aperta) e tecnico pratica (per le classi di concorso coinvolte) e la simulazione di una lezione. «Sarò sincero: mi fido molto di più dell’arbitrio assolutamente scriteriato del fato greco che delle cavillose griglie di valutazione del mondo scolastico (per lo stesso motivo, preferisco rinunciare all’idea di scegliere in autonomia gli insegnanti secondo criteri di qualità, se la mia esperienza mi testimonia che tanti dirigenti non sono in grado di distinguere Messi da un paralitico: meglio a questo punto il cieco scorrere delle graduatorie, l’orgia di bravi e incapaci)». Dopo aver ripercorso i propri “e rro ri ” (il rimpianto di aver creduto al l ’idea che impegno, cultura, capacità, serietà, titoli sarebbero stati riconosciuti) Valerio garantisce che questa volta non sbaglierà: «Fateveli voi i quiz, non ho tempo da perdere. (…) Se non supererò il casting per l’insegnamento, l’estate prossima canterò da solo, senza giuria, Mare profumo di mare. Poi proverò le selezioni del Grande Fratello, o di Veline (tanto occorre la stessa preparazione). …


 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti