Continua a creare diversi problemi l’algoritmo predisposto dal ministero dell’Istruzione per assegnare le supplenze di quest’anno: dopo le nomine di circa 100mila docenti a tempo determinato, sono subentrati cori di proteste, reclami, annullamenti in autotutela e successivi turni di nomina, sempre all’insegna dell’incertezza e del ricorso. Anche questo inizio d’anno scolastico è stato quindi contrassegnato da “un susseguirsi di reclami, rinunce, rettifiche, nuove nomine, annullamenti, secondo terzo e quarto turno di nomina. E così ritorniamo ad un film già visto”, scrive oggi Orizzonte Scuola. L’impressione è che l’algoritmo creato dall’amministrazione sia stato “pensato senza complicazioni di rinunce e nomine tardive da concorso”.
“Eravamo coscienti del fatto – commenta il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico – che vi sarebbero stati rallentamenti nelle operazioni di nomina, anche perché il sistema dell’algoritmo ha presentato problemi sin dalla sua prima introduzione, ai tempi delle nomine sbagliate della Legge 107 con migliaia di precari costretti all’immissione in ruolo in province lontanissime, pur in presenza di posti vacanti e disponibili, poi assegnati ad altri precari. Tutto questo si poteva evitare, se solo si fosse ripristinato il doppio canale di reclutamento con le GPS da prima e seconda fascia, senza imporre limiti gratuiti per le inclusioni nelle graduatorie. A destare ancora più sdegno è stato il sostegno ai disabili, con oltre 50 mila posti anche quest’anno affidati a personale precario non specializzato in deroga oltre alle altrettante già date in supplenza a dispetto delle poche migliaia di immissioni in ruolo portate a termine perché negli atenei si continuano ad organizzare dei corsi TFA senza considerare le vacanze effettive territoriali. In questa situazione – conclude Pacifico – non ci si può lamentare se poi fioccano i ricorsi”.