Oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale dei sindacati Anief e Udir, ha indirizzato una lettera al personale scolastico tutto, agli studenti e alle loro famiglie, alla vigilia del ritorno in classe. Infatti, ha affermato Pacifico, “la scuola deve ripartire, è responsabilità di ognuno di noi” e “nel ripartire si deve avere chiaro un nuovo patto educativo tra le famiglie e tutta la comunità educante con una particolare attenzione alla cura della salute, delle relazioni sociali, di chi è rimasto indietro, di chi è più debole, di chi è fragile, del nostro ambiente”.
Tra poche ore milioni di alunni tornano sui banchi. Alcuni lo hanno fatto. Altri lo faranno nei prossimi giorni: In Friuli Venezia Giulia si inizia il 16, in Sardegna il 22 e in altre cinque Regioni - Puglia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e Campania - tutto è stato rimandato alla settimana dopo il voto referendario-regionale, quindi il 24 settembre, come anche buona parte degli alunni della Sicilia dove ci si è avvalsi della autonomia scolastica. In vista di quella che domani rappresenta comunque la data simbolica di ritorno in classe, la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, attraverso Corriere Tv, ha chiesto “alle famiglie di fare piccoli sacrifici” per “trovare l'equilibrio tra il ritornare a scuola minimizzando i rischi e chiedere sacrifici. L'importante è tornare a scuola sapendo che è un anno straordinario. Quest'anno sarà un primo giorno di scuola nuovo, diverso per tutti" con un "senso di speranza e di coraggio, e certe paure verranno messe da parte".
Secondo l’Anief fa bene la ministra dell’Istruzione a rimarcare la necessità di responsabilizzare gli alunni coinvolgendo le famiglie. Lo ha detto, senza giri di parole, anche Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato nel corso di una intervista radiofonica a “RGS Giornale di Sicilia”: per il nuovo anno, ha detto Pacifico, “bisogna partire fiduciosi, ma sarebbe bene che i nostri insegnanti facciano un lavoro di rieducazione dei loro ragazzi. Perché se nelle nostre aule cerchiamo di mantenere il distanziamento sociale, ma poi si organizzano delle feste, dove si riuniscono in centinaia, allora tutto diventa una farsa. Allora è bene che la regola del distanziamento venga davvero e sempre rispettata. Serve un buon comportamento, da tenere dentro e fuori le aule, da parte dei nostri studenti come dagli adulti. Sui comportamenti da tenere a scuola, come l’indossare la mascherina, il sindacato sta dalla parte di chi chiede il rispetto delle regole. Lo stesso vale per i governatori: in Piemonte, dove si chiede di misurare la temperatura a scuola, e in Campania, dove potrebbero arrivare multe salate ai docenti che non fanno test sierologici, si è andati oltre le proprie competenze. E su alunni e docenti fragili massima sorveglianza e assistenza. Sui supplenti, infine, va fatta attenzione a non complicare le cose”.
Ci sono le condizioni per il rientro a scuola in sicurezza da lunedì? La domanda è stata posta dalla redazione di “RGS Giornale di Sicilia”, durante la trasmissione odierna Ditelo in diretta, a Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Bisogna partire fiduciosi – ha detto il sindacalista - ma sarebbe bene che i nostri insegnanti facciano un lavoro di rieducazione dei loro ragazzi. Perché se nelle nostre aule cerchiamo di mantenere il distanziamento sociale, ma poi si organizzano delle feste, dove si riuniscono in centinaia, allora tutto diventa una farsa. Allora è bene che la regola del distanziamento venga davvero e sempre rispettata. In Israele sta ripartendo il lockdown; in Inghilterra sono vietati assembramenti a casa per più di sei giorni. Dobbiamo cercare di evitare di nuovo questi estremi. Serve, allora, un buon comportamento, da tenere – ha sottolineato Pacifico - dentro e fuori le aule, da parte dei nostri studenti come dagli adulti”.
Dopo le tante mancate immissioni in ruolo, con appena il 30% delle assunzioni a tempo indeterminato rispetto alle quasi 85 mila autorizzate dal ministero dell’Economia e delle Finanze, gli Uffici Scolastici Regionali stanno velocemente provvedendo a verificare la quantità di posti ancora vacanti e comunque da coprire con supplenze. Tra questi, che nell’anno del Covid saranno probabilmente oltre 250 mila, è prevedibile che una percentuale crescente venga assegnata attraverso la Messa a disposizione. Il problema è che con le nuove disposizioni introdotte del ministero dell’Istruzione pochi giorni fa si riduce la platea di potenziali candidati che possono presentare domanda direttamente alle scuole: solo “i laureati e neolaureati e coloro non iscritti in graduatoria – come indica pure la stampa specializzata - potranno inviare la Mad, preferibilmente per una provincia, da indicare nell’istanza”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è un errore strategico rilevante quello di impedire ad un docente inserito nelle GaE o nelle nuove Graduatorie provinciali per le supplenze di presentare Messa a disposizione in altra provincia rispetto a quella di inserimento in Graduatoria: questo paletto gratuito creerà ancora più problemi ai dirigenti scolastici di trovare un docente per conferire incarichi di supplenza o di sostituzione di personale assente. Non solo: si potrebbe teoricamente anche arrivare a nominare come supplenti dei candidati senza titoli e alcuna esperienza, mentre parte di coloro che hanno già svolto supplenze, hanno titoli di accesso adeguati e addirittura abilitati all’insegnamento, costretti a non presentare Mad, potrebbero non essere assunti”.
Senza clamore, la scuola ha fatto un passo avanti sulle modalità di effettuazione di un eventuale riproposta della didattica a distanza. Nel dare seguito al Decreto n. 39 del Ministro dell’istruzione 26 giugno sorso, che ha fornito un quadro di riferimento entro cui progettare la ripresa delle attività scolastiche, con particolare riguardo alla necessità per le scuole di dotarsi di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata, gli istituti possono ora esercitare la propria attività in modalità Didattica Digitale Integrata (DDI), utilizzando il registro elettronico e/o le piattaforme dedicate che consentirebbero di raggiungere gli studenti tramite video lezioni e di creare classi virtuali.
Secondo l’Anief, fermo restando che la didattica digitale integrata va attuata solo in caso di un secondo lockdown, va ricordato che tutto, ma veramente tutto, si dovrà fare in ogni istituto per assicurare quella in presenza. E nel caso in cui si dovesse tornare a chiudere le scuole, l’insegnamento da “remoto” stavolta non dovrà discriminare nessuno superando davvero il digital divide. Tale didattica integrata, inoltre, dovrà essere negata agli alunni con disabilità che fruiscono del sostegno, per i quali va sempre e comunque assicurata la loro presenza a scuola.
“Non ci aspettiamo che a metà settembre – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – i problemi irrisolti della scuola vengano d’incanto risolti: gli spazi scolastici ridotti non integrati e il mancato adeguamento dell’organico dei docenti sono segnali che la dicono lunga sulla effettiva possibilità di svolgere attività scolastica in piena sicurezza e con le classi al completo. Allo stesso tempo, però, sarebbe utile prevedere da una parte un aggiornamento in materia da parte del personale, compreso quello precario, anche per l’accesso ai device. Allo stesso tempo bisogna esplicitare una volta per tutte che il ricorso alla Dad deve prodursi solo in casi di assoluta impossibilità di praticare la didattica tradizionale in aula e quindi in caso di un secondo lockdown”.