La rata per l'Ape volontaria potrà variare tra il 2% e il 5,5% per ogni anno di anticipo, a seconda della percentuale dell'assegno chiesta: il lavoratore che percepisce 2.200 euro lordi di pensione a 67 anni e mezzo e chiede di fruire del periodo massimo di anticipo, rispetto agli assurdi requisiti introdotti con la riforma Fornero, si troverebbe a restituire addirittura 430 euro mensili lordi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un diritto del pensionato percepire un assegno di quiescenza corrispondente ai contributi versati. Chiedere a un cittadino che ha lavorato una vita di privarsi di così tanti soldi, sottratti da una pensione già penalizzata dal nuovo modello di calcolo retributivo, è una provocazione. Bisognava, invece, riconoscere l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado, affinché tutta la categoria degli insegnanti – ad altissimo rischio burnout - possa fruire delle agevolazioni pensionistiche da lavoro usurante. La stessa possibilità che vuole essere data ai docenti d’infanzia, collocando la loro professione tra le logoranti, prevede comunque l’esborso di una differenza; inoltre, per loro, la soglia di contributi minimi versati è di 36 anni. Considerando il lungo periodo di precariato che si chiede ai docenti italiani, saranno molti quelli che non potranno accedere all’Ape 'social'. Lunedì 14 novembre sciopereremo e scenderemo in piazza a Roma anche per questo.