Anche quest’anno per difendersi dal Covid, nelle scuole bisognerà tenere le finestre aperte, anche d’inverno: la raccomandazione è contenuta nel protocollo operativo per le lezioni in presenza redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, anche attraverso i rapporti ISS COVID-19 n. 11/2021 e n. 12/2021. Per garantire la quantità e frequenza di ricambio d’aria, gli scienziati spiegano che occorrerà tenere anche conto delle dimensioni e dell’ampiezza di ambienti e spazi, del numero di fruitori presenti, aumentando volume e aperture in presenza di ambienti/spazi scarsamente ventilati. L’indicazione è stata raccolta nel testo definitivo del protocollo sicurezza, nel quale si reputa fondamentale garantire un buon ricambio dell’aria – si parla di “costante e continuo ingresso di aria esterna outdoor” – ricorrendo a mezzi naturali o meccanici in tutti gli ambienti e aule scolastiche. Ma se per l’Iss l’aerazione degli ambienti/spazi non sostituisce il distanziamento, nel protocollo sulla sicurezza questa prerogativa è venuta meno, perché il distanziamento minimo di un metro tra gli alunni quest’anno non sarà più obbligatorio ma solo “raccomandato”.
“Anief reputa molto discutibili le decisioni prese dall’amministrazione e proposte al personale, senza che questo, attraverso le proprie organizzazioni sindacali, potesse esprimere la propria contrarietà – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato autonomo - , ecco perché non abbiamo sottoscritto quel protocollo e rimaniamo convinti di avere fatto la scelta migliore. La scienza, in pratica, ha detto al Ministero che l’areazione è importante, come pure il distanziamento. E cosa è stato fatto? La prima indicazione è stata assicurata a costo zero, chiedendo alle scuole di organizzare le lezioni con le finestre aperte. Mentre il vincolo del distanziamento è diventato facoltativo. Il risultato è che il prossimo inverno ci ritroveremo con 25-30 persone per aula, col cappotto addosso, una percentuale di individui vaccinati in classe che fino alla prima media sarà inferiore al 5% e dopo comunque non superiore al 50%, con l’illusione che in questo modo saremo schermati dal virus. Mentre la distanza fisica di un metro cade, tanto che in alcune scuole sono rispuntati i banchi biposto”.
Pacifico ricorda che “invece di invitare gli alunni a togliere la mascherina, laddove siano tutti vaccinati, sempre che sia un dato che si possa ottenere senza sconfinare nella lesione della privacy, bisognava fare ben altro: forte anche dei risultati di studi di settore, il sindacato ritiene che per contrastare il Covid19 in modo massiccio bisognava anzi aumentare il distanziamento sociale, adottando quello previsto dal 1975 che prevede 1,80-1,90 metri quadrati ad alunno, oltre che incrementare plessi scolastici, aule ed organici. Tutto questo non è stato fatto, considerando che sono state pure confermate le classi pollaio con oltre 28 alunni. Così, in autunno ci ritroveremo a commentare migliaia di focolai nelle scuole, la ripresa di classi in quarantena e della tanto discussa didattica a distanza”.