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La tecnica della scuola – 10 agosto 2012
“Valutazione delle scuole: arriva il regolamento”.
░ Le scuole dovranno attivare procedure di autovalutazione. Previste visite di nuclei esterni e attività di miglioramento monitorate dall'Invalsi.
Dopo più di un anno e mezzo prende avvio il percorso previsto dal decreto legge “mille proroghe” del dicembre 2010 che prevedeva l’emanazione di un nuovo regolamento del sistema nazionale di valutazione. Nel corso del Consiglio dei Ministri convocato per venerdì 10 agosto, il ministro Francesco Profumo presenterà infatti lo schema di Regolamento sulla materia. L’articolo 6 dello schema di regolamento prevede per le istituzioni scolastiche diverse procedure valutative. La prima riguarderà l’autovalutazione che dovrà partire dalla analisi e dalla verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili da sistema informativo del Ministero oltre che dalle rilevazioni sugli apprendimenti e dalle elaborazioni relative al “valore aggiunto” individuato dall’Invalsi (non si esclude ovviamente il riferimento a ulteriori elementi significativi individuati dalla scuola stessa). La seconda concerne invece la valutazione esterna, a partire dalla individuazione delle situazioni da sottoporre a verifica sulla base di indicatori di efficacia ed efficienza definiti dall’Invalsi. Ogni anno appositi nuclei di valutazione, formati da un ispettore tecnico e due esperti designati dall’Invalsi, potranno visitare le scuole (si parla di 400 istituzioni scolastiche) anche allo scopo di aiutare dirigenti scolastici e organi collegiali a mettere a punto eventuali piani di miglioramento. Dopo il varo previsto, come si è detto, per la giornata del 10 agosto, il provvedimento dovrà ancora superare diversi esami (parere del CNPI, della Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di Stato oltre che delle Commissioni parlamentari) per essere infine adottato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. Nella migliore delle ipotesi il Regolamento potrebbe entrare in vigore il prossimo autunno. L’avvio del procedimento di approvazione del decreto è passato per ora un po’ sotto silenzio, ma non è difficile prevedere che con la riapertura dell’anno scolastico le polemiche non mancheranno.

ItaliaOggi – 10 agosto 2012
“Niente più premi ai prof. Controriforma di Profumo”.
░ La valutazione del sistema scolastico non comporterà, per le scuole o per i singoli docenti,penalizzazioni né premi. E’ questa la linea proposta (10 agosto) dal Ministro Profumo al Consiglio dei Ministri e che passa ora al vaglio del Consiglio di Stato.
Un nucleo di esperti-osservatori che saranno inviati, sotto l'indirizzo e il coordinamento dell'Invalsi, l'istituto nazionale di valutazione, nelle scuole per capire e individuare i miglioramenti possibili, sia nella didattica che nella gestione amministrativa. Gli esperti saranno individuati dal ministero in un secondo momento. Ma non ci sarà nessuna penalizzazione per chi rende di meno, così come nessun premio a chi eccelle. Perché la retromarcia rispetto ai 4 proclami di meritocrazia del precedente governo ? Premiare il merito è stato il vessillo degli ex ministri della funzione pubblica, Renato Brunetta, e dell'istruzione, Mariastella Gelmini, (molto) prima ancora di Luigi Berlinguer, che da ministro di sinistra fu costretto a dimettersi a causa delle proteste di piazza contro il cosiddetto concorsone, che prevedeva un aumento di stipendio per chi superava una selezione periodica. Nei fatti tutti, a destra e a sinistra, hanno provato quanto sia difficile valutare le performance del personale e delle scuole, perché mancano indicatori certi e scientificamente validi, perché i sindacati sono tradizionalmente contrari a sottrarre competenze al contratto rispetto a strumenti privatistici di valutazione; e perché poi differenziare i salari dei docenti, così come le entrate delle scuole, richiederebbe maggiori investimenti e non invece, come capita i tempi di crisi, riduzioni di spesa. La Gelmini aveva avviato due sperimentazioni. Quella dei prof è morta dopo neanche un anno. La seconda, valutare le scuole, andrà avanti fino a scadenza naturale. La nuova valutazione messa sul piatto dal ministro Francesco Profumo si articola nell'autovalutazione della scuola e nella rilevazione affidata a osservatori esterni. Un modello, quello degli osservatori esterni, che in Usa sta sperimentando, pare con buoni esiti, la fondazione di Bill Gates.

la Repubblica – 10 agosto 2012
“Per mia figlia in sedia a rotelle lo studio è diventato la vita”
░ Parla la mamma della ragazza rifiutata dalle Università.
Non che “da grande” debba fare per forza la psicologa, ma Rosanna ci tiene tanto ad approfondire quelle nozioni. «Lei ha scelto psicologia perché deve capire la mente umana», sorride Mimma, 47 anni, da 45 al fianco di sua figlia, nell’abitazione di Ruvo di Puglia. La storia di Rosanna Lovino, 19 enne con gravi disabilità, pubblicata ieri da Repubblica, ha rimbalzato in buona parte degli Atenei italiani, per tornare a Bari, dove fanno sapere che la neodiplomata è bene accetta. Attaccata a un respiratore, ad elevato rischio di contrarre infezioni e impossibilitata a uscire di casa, Rosanna ha fame di sapere. «A tre anni e mezzo conosceva la geometria — racconta mamma Mimma — Durante il suo ricovero durato un anno e mezzo in Rianimazione ad Andria e cominciato quando aveva solo 20 mesi, tutti noi le abbiamo insegnato qualcosa ». A un anno e mezzo, infatti, si sono palesati i segni di una gravissima patologia, molto rara nel sud Italia, che le impedisce la crescita corporea ma che lascia fortunatamente integro e perfettamente funzionante il cervello: «Entrava il medico e le insegnava una cosa, poi andavo io e facevo la stessa cosa — ricorda Mimma — poi l’infermiere le leggeva le poesie, a tre anni e mezzo è stata la volta delle figure geometriche, quando sapeva già leggere perfettamente». Il metodo basato sull’utilizzo di una webcam collegata con l’aula scolastica è stato inaugurato quando ha raggiunto la prima importante soglia delle elementari. «Sono 13 anni che studia così, era certa che all’università non ci sarebbero stati problemi — racconta la sua mamma — Ne ha fatte tante, poi quando ha avuto le risposte negative dagli Atenei è entrata nello sconforto, ha detto “non faccio più nulla”. Ma poi era sempre lei stessa a ribellarsi: “ma perché non devo fare psicologia?” ». Ieri le numerose offerte, magari non proprio spontanee, ma importanti. «Non se l’aspettava, è contenta, ha detto: “Mamma, non è tutto perso, posso realizzare il mio sogno”. Il suo sogno è studiare, lei non può uscire come tutti gli altri, lo studio per lei è tutto ». In posizione sdraiata tutto il giorno, tranne quando mangia (sta seduta), surriscalda il suo computer al quale trasmette comandi con una tastiera facilitata dotata di due mouse: uno in mano che fa da puntatore, l’altro cliccato con l’alluce. E adesso Rosanna può scegliere se frequentare le diverse Università telematiche che le hanno scritto ieri, quella dell’Aquila o di Chieti — Pescara. O l’Università di Bari che, tiene a precisare, non è stata mai contattata dalla studentessa: «Qualora intendesse iscriversi al corso di Scienze e Tecniche psicologiche (attivo presso la Facoltà di Scienze della Formazione) — fanno sapere — l’Ateneo non avrebbe alcuna difficoltà ad accoglierla. Verrebbero studiate le misure atte a garantire ogni opportunità come oramai da alcuni anni si opera nei confronti degli studenti diversamente abili che sono circa 700, affetti dalle più diverse patologie. È infatti attivo un ufficio ad hoc, guidato da un docente delegato alle diverse abilità presso il quale discutere di tutti i problemi legati alle necessità dei singoli, anche quelli affetti dalle patologie più invalidanti». «Adesso vediamo — ride ancora mamma Mimma — Rosanna non programma mai niente».

La tecnica della scuola – 11 agosto 2012
“Tfa, gli esperti del Miur ammettono gli errori: è boom di ripescati!”.
░ Conclusa la supervisione delle commissioni di docenti universitari convocate per verificare l’esattezza dei 60 quesiti proposti per ogni disciplina. Sul sito del Cineca gli elenchi domande corrette e i nuovi punteggi dei candidati ammessi: grazie al nuovo “bonus” moltissimi partecipanti inizialmente esclusi si ritrovano ora ammessi. Una soluzione che fa comodo anche agli atenei. (di Alessandro Giuliani).
Sono bastati pochi giorni alle varie commissioni di docenti universitari nominate del ministero dell’Istruzione per verificare la correttezza scientifica dei test delle prove nazionali di preselezione ai Corsi di Tfa: pochi minuti fa il Cineca, cui il Miur ha affidato il coordinamento delle discusse preselezioni che in alcune discipline (Filosofia, psicologie e scienze dell’educazione e Francese) hanno visto passare appena il 3% di partecipanti ha pubblicato l’esito del lavoro di supervisione. “Ciascun docente – si legge in un comunicato di viale Trasevere - ha rivisto le domande della disciplina di sua competenza ed ha riportato i risultati del suo lavoro su un format in cui figura il numero delle domande riconosciute non corrette, l'esposizione dell'errore contenuto nella domanda e/o nelle risposte, la matrice corretta ove possibile”. Nel report conclusivo sono contenuti gli elenchi delle domande riconosciute non corrette, per ciascuna classe di concorso, assieme all'elenco dei punteggi assegnati ai candidati che hanno sostenuto la prova. Da una prima ricognizione, si evince che le tante lamentele dei corsisti (per la presenza di refusi, domande mal poste, presenza di più risposte esatte, errori materiali, ecc.) hanno avuto effetto. Tanto che in alcune discipline risultano almeno una decina di domande dubbie Nella A035 e nella A060 se ne contano addirittura 25!... Il Miur ha così scongiurato un danno d'immagine ed economico non indifferente. Un deficit, quest'ultimo, che sarebbe ricaduto tutto sugli atenei che avevano già predisposto la macchina organizzativa e che contavano sulla quota di partecipazione dei corsisti tutt'altro che simbolica: tra i 2.200 ed i 3.100 euro ciascuno. E siccome a correggere le prove sono stati proprio i docenti universitari il cerchio non poteva che chiudersi in questo modo.

Tuttoscuola – 11 agosto 2012
“Un sistema di valutazione a tre teste”.
░ Iniziata, in Consiglio dei Ministri la procedura di adozione del nuovo modello di valutazione del sistema scolastico; rimandata l’approvazione.
Su proposta del ministro dell'istruzione Francesco Profumo, il consiglio dei Ministri ha avviato l'esame preliminare di uno schema di decreto che contiene la riforma delle regole attuali. Il nuovo sistema si baserà su tre 'gambe', in linea con quanto aveva ipotizzato l'ex ministro Gelmini: l'Invalsi, l'istituto che attualmente si occupa di rilevare gli apprendimenti degli studenti, l'Indire (l’attuale Ansas- agenzia per lo sviluppo dell'autonomia scolastica), gli ispettori, che faranno parte dei nuclei di valutazione che si recheranno nelle scuole. Inoltre le scuole seguiranno procedure di autovalutazione. Almeno ogni tre anni il ministro dell'Istruzione dovrà indicare le priorità "strategiche" della valutazione del sistema educativo di cui l'invalsi dovrà tenere conto. Nella sede dell'istituto verrà insediata (senza oneri aggiuntivi) una conferenza di coordinamento del nuovi sistema di valutazione…. Per la prima volta l’Invalsi analizzerà il valore aggiunto degli istituti, ovvero il grado di miglioramento conseguito dagli studenti fra l'ingresso e l'uscita da una data scuola.

LA STAMPA.IT – 11 agosto 2012
“Una rivoluzione nella scuola Test per tutti, dati pubblicati”.
░ La procedura che rivoluzionerà la valutazione delle scuole è appena agli inizi: ieri il consiglio dei ministri ha effettuato la prima lettura del regolamento messo a punto dal Miur. Il testo dovrà poi ottenere il via libera del Consiglio di Stato, delle commissioni competenti e poi tornare a Palazzo Chigi per la lettura definitiva. (di Flavia Amabile).
Il regolamento è formato da sette articoli e una condizione più volte ripetuta nel testo: non ci sarà alcun aggravio di spese, il nuovo apparato sarà varato a risorse invariate…. Il regolamento prevede la nascita del Sistema nazionale di valutazione formato dall’Invalsi, dall’Indire e da un nucleo di ispettori interni al Miur ma anche esterni, reclutati dalla società civile, dal mondo delle università, degli enti di ricerca, delle associazioni professionali. Almeno ogni tre anni il ministro dell’Istruzione dovrà indicare le priorità «strategiche» della valutazione del sistema educativo. Nella sede dell’Invalsi verrà insediata una conferenza di coordinamento del nuovi Sistema di valutazione. Anche in questo caso a costo zero. L’Invalsi avrà il compito di fare da capofila e coordinare l’intero sistema, definendo il programma delle visite nelle scuole, gli indicatori di efficienza e di efficacia sulla base dei quali le scuole verranno valutate. L’Indire si occuperà della ricerca, innovazione e formazione mentre gli ispettori effettueranno le valutazioni e le visite nelle scuole. Per le scuole il processo prevede innanzitutto l’autovalutazione, quindi una valutazione esterna, la messa a punto di miglioramenti per aumentare le loro performances e la pubblicazione e la diffusione dei risultati raggiunti.

CORRIERE DELLA SERA – 11 agosto 2012
“Le pagelle anche per le scuole Un nuovo sistema di valutazione”.
░ Ispezioni con gli esperti e dossier autoprodotti dagli istituti.
Ora anche alle scuole verranno date le pagelle. Lo stabilisce il «regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione», ieri in prima lettura al Consiglio dei ministri, che introdurrà di fatto esami e voti anche per docenti e dirigenti scolastici. Il nuovo sistema elaborato dal ministero dell'Istruzione si baserà su tre elementi: l'Invalsi, l'istituto che attualmente si occupa di rilevare gli apprendimenti degli studenti attraverso i famigerati test; l'Indire, che invece segue la formazione degli insegnanti; il nucleo di valutazione esterna. L'Invalsi avrà il ruolo chiave di tutto il sistema e definirà gli indicatori di efficienza a cui le scuole e i loro dirigenti dovranno rispondere, oltre a redigere un rapporto periodico sul sistema scolastico (in modo da consentire anche una comparazione su base internazionale). È come se anche il personale della scuola, e soprattutto i suoi responsabili, dovessero «fare bene i compiti» per poter poi ottenere «buoni voti», cioè risultati positivi, al momento dell'«interrogazione», ovvero dell'ispezione. Il regolamento prova dunque a far cambiare mentalità ai responsabili scolastici, che dovranno abituarsi a fare «autovalutazione», elaborando periodicamente un rapporto in base alle indicazioni dell'Invalsi. E poi dovranno sottoporsi alle ispezioni: un dirigente tecnico (l'ispettore vero e proprio) e due esperti selezionati dall'Invalsi valuteranno come la scuola sta provando a raggiungere gli obiettivi dichiarati, prendendo in considerazione anche il «valore aggiunto» degli istituti, ovvero il grado di miglioramento conseguito dagli studenti fra l'ingresso e l'uscita. Se un ragazzo entra con un basso punteggio Invalsi, e ne esce con uno alto, significa che la scuola funziona bene. Il «voto» dato dal nucleo di valutazione sarà importante per spronare la scuola a migliorare i punti deboli della gestione, ma influirà anche sul premio di produzione dato ai dirigenti scolastici. Perché il dirigente della scuola che esibisce una performance deludente, non avrà il suo bonus economico. Importante anche il ruolo dell'Indire, che dovrà sostenere i «processi di innovazione» delle scuole, favorendo l'uso delle nuove tecnologie in ambito didattico. Quanto costerà tutta questa rivoluzione? Niente, visto che il ministero dell'Istruzione ha introdotto diverse clausole per specificare che la valutazione si fa «nell'ambito delle risorse disponibili»….

La tecnica della scuola – 13 agosto 2012
“Tfa, la soluzione buonista del Muir non piace: in tanti si dicono danneggiati”.
░ Nelle intenzioni di viale Trastevere il “bonus” doveva essere un’ammissione di colpa utile a spazzare via le polemiche Ma c'è chi parla di ulteriore superficialità e pressapochismo. Chi di “pasticcio su pasticcio”. Chi di palese interesse ad avere iscritti, chi di illecito cambiamento delle regole in corsa, che ha fatto decuplicare gli ammessi. In arrivo un’altra ondata di ricorsi ? (di Alessandro Giuliani).
La soluzione lampo di manica larga, adottata dal ministero dell’Istruzione per chiudere in fretta la coda di polemiche venutesi a creare a seguito della “strage” di candidati ai Tfa normali, non sembra aver sortito gli effetti sperati. A 48 ore dalla pubblicazione delle nuove graduatorie, frutto dell’abbuono di un alta percentuale di domande (dubbie, mal fatte, con refusi, sbagliate, ecc.) individuate dalle 48 commissione di docenti universitari incaricate dal Miur, una per ogni classi di concorso per la quale si sono istituiti i corsi, assistiamo ad un fiorire di proteste e di critiche. Formulate dai diretti interessati alla selezione….. Secondo diversi aspiranti docenti il problema è che si è esagerato, rendendo di punto in bianco corretti anche più di 20 quesiti. Come nel caso dei corsi abilitanti per la A036, che senza l’intervento del 10 agosto non sarebbero mai partiti in ben otto atenei. Ed in altri più di dieci avrebbero al massimo due corsisti…. Molti dicono di sentirsi presi “in giro da questa decisione”, si sentono “danneggiati in quanto le selezioni per l'accesso al TFA sono a numero chiuso, e così facendo” ora rischiano “di ottenere un punteggio inferiore e magari non sufficiente rispetto ad altri candidati meno meritevoli”. Per questo, qualora non dovessero essere ammessi ai corsi, si riservano di “ricorrere contro questa decisione per vie legali”. Un rischio, quello del ricorso di massa, che per come si erano messe le cose il Miur avrebbe corso in ogni caso: anche non intervenendo. Almeno, però, in questo modo (inserendo i bonus) molti Tfa potranno essere avviati. Una differenza non da poco. Soprattutto per i candidati ripescati. E le università, sino a due giorni fa rimaste orfane di iscritti prima ancora di partire.

www. Flcgil - 13 agosto 2012
“Appunti sui docenti inidonei”.
░ Assurda la decisione che il Governo ha preso sui docenti inidonei.
Attualmente circa 3500 docenti, poco più del 2% degli insegnanti della scuola pubblica, sono inidonei all’insegnamento e idonei ad altri compiti. Non vanno in classe, ma possono fare tutto il resto che fa un docente. Che non è poco. Basta pensare alla programmazione e all’approfondimento della didattica, alle attività connesse all’insegnamento, alle cosiddette funzioni strumentali. La cura della biblioteca, dei laboratori, l’organizzazione delle visite istruttive e delle attività di orientamento, l’organizzazione delle prove di ingresso, di esami, i test Invalsi. Anche nelle segreterie delle scuole come interfaccia tra amministrativi e colleghi docenti. E tante altre ancora. La scuola è un’organizzazione complessa che richiede molteplici figure anche nello specifico settore didattico. Poi, si sa, anche tra i docenti inidonei ci sono quelli più capaci e disponibili e quelli meno; tra le scuole che li accolgono ci sono quelle più aperte per loro cultura organizzativa a questo apporto un po’ originale di “docenti che non insegnano” e quelle rigide nella divisione dei compiti e quindi più restie a questa novità; soprattutto ci sono le oggettive condizioni di salute con le quali si devono confrontare i docenti inidonei e le scuole nelle quali operano, che si traducono in genere in seri problemi di continuità. Gli inidonei, però, non rinunciano al loro ruolo di docenti: per la preparazione, l’esperienza e gli anni di lavoro. Alla loro funzione di docenti attiene quello che sanno fare e quello che possono continuare a fare. Del resto ne sono convinti tanti pezzi dell’Amministrazione e tante scuole. L’inidoneità in un profilo con l’opportunità di svolgere altri compiti è un istituto di civiltà e di democrazia perché evita la discriminazione di un lavoratore per le sue condizioni di salute; è anche uno strumento pratico e concreto che gli permette di raggiungere i requisiti per la pensione; è, infine, un’opportunità per il luogo di lavoro di poter continuare ad usufruire, sia pure in parte, della professionalità di quel lavoratore. Stupisce perciò che nelle norme relative ai docenti inidonei del decreto trasformato in legge sulla spending review, il governo, il ministro e i sottosegretari alla pubblica istruzione, il parlamento, abbiano spostato in un altro ruolo e in un’altra qualifica tali docenti. Ed è inquietante, per alcuni aspetti, la scelta di farli transitare nei ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici delle scuole. Stupisce per i motivi accennati, quelli di legittimità costituzionale, quelli giuridici, etici e di civiltà, e anche per motivi pratici, pensando al contenzioso che si apre. I docenti inidonei sono privati del loro ruolo e retrocessi di qualifica, chiamati a svolgere funzioni amministrative e tecniche per le quali non hanno nessuna preparazione e formazione. Indeboliranno le segreterie e gli uffici tecnici; prenderanno il posto di precari storici non stabilizzati; addirittura, sembra, porteranno il soprannumero nelle nuove qualifiche. Ancora, difficilmente le commissioni mediche riconosceranno agli ormai ex docenti inidonei di essere idonei a fare gli assistenti amministrativi o tecnici; diranno tutt’al più che potranno svolgere solo alcune delle funzioni previste dai nuovi profili, evitando stress psicofisici. … È inquietante infine la visione della scuola sottesa a tali provvedimenti. La scuola è vista come un’organizzazione gerarchica e quasi militare, in cui si passa di grado o si è degradati. Concorsi interni riservati o retrocessioni per motivi vari stanno a dimostrare che non c’è alcun rispetto e alcun approfondimento dei singoli profili, nessuna attenzione per le professionalità che esprimono, nessuna cura per la formazione e l’aggiornamento che richiedono. L’Amministrazione scolastica i precari li caccia via quando vuole, quelli di ruolo li riconverte e li sposta come vuole. Figuriamoci gli inidonei.

l’Unità - 14 agosto 2012
“Il computer non deve schiacciare il libro”.
░ L’autorevole giudizio di Franco Frabboni, con riferimento a un articolo pubblicato su ARTICOLO/33 (il mensile della FLC-CGIL).
Il direttore, Ermanno Detti denincia un dispositivo legislativo che da settembre porterà alla chiusura delle biblioteche scolastiche. Contestualmente, il Ministro dell'istruzione garantisce risorse a go-go per spalmare computer in ogni anfratto delle scuole. No Profumo, così non va. La sua è un'opzione discriminatoria: la lettura e la digitazione vanno tenute in/cordata per permettere ai bambini e ai giovani di conquistare la cima di una cultura diffusa. Siamo per un banco a-due-piazze: perché se precipita il libro, rovina nel burrone anche il computer. Anzitutto, perché libro? Risposta. Ci troviamo a Educare in una stagione storica egemonizzata dal mediatico. Il codice scritto per la sua forza immaginativa ha il compito non di oscurare il video, ma di disinfestare i suoi messaggi di plastica attraverso una fantasia che scorre sì sui binari di "fuga" dalla realtà, ma che dispone anche delle gambe di "ritorno" nella quotidianità: per tingerla di divergenza, lievità, sorriso. Poi, perché il computer? Risposta. La scuola non può rischiare l'analfabetismo informatico. Pena la relegazione a vagone lento dell'odierno convoglio sociale, la cui locomotiva tecnologicoscientifica va in jet, in astronave. Di più. L'informatica riduce i tempi dell'alfabetizzazione/ primaria: dei saperi di base e degli automatismi cognitivi. Assicurando più tempo all'alfabetizzazione/ secondaria: vale a dire, alla costruzione delle forme del pensiero che preservano le conoscenze di lunga durata e che danno le ali all'imparare.

ItaliaOggi - 14 agosto 2012
“La Spending review sbarra la strada alle utilizzazioni”.
░ Prende piede l'ipotesi che l'amministrazione opti per emanare una ordinanza urgente, o di rendere ultrattiva quella dello scorso anno. (di Carlo Forte).
L'entrata in vigore della nuova disciplina del trattamento dei docenti in esubero collide in parte con le disposizioni contenute nell'ipotesi di accordo sulle utilizzazioni. E siccome i contratti non possono più derogare le leggi, la strada per giungere alla sottoscrizione definitiva del contratto, già irta di ostacoli, adesso è tutta in salita. Oltre tutto finché le operazioni di mobilità annuale rimangono in stand by, si ferma anche tutto il resto: immissioni in ruolo e supplenze. Perché la mobilità annuale precede in ogni caso le operazioni di assunzione (si veda l'art.2 del decreto sulle immissioni in ruolo di quest'anno). Dunque, l'ipotesi dell'ordinanza prende piede ogni giorno di più. Sempre che l'amministrazione non decida di dare ultrattività all'ordinanza dell'anno scorso. Ipotesi a dire il vero di dubbia legittimità, ma che sembrerebbe tutt'altro che improbabile. A meno che il contratto sulle utilizzazioni non venga firmato a stretto di posta. L'intoppo è rappresentato fondamentalmente dall'art. 1 della legge 15/2009 (che modifica l'art. 2 del decreto legislativo 15/2009). Che preclude ai contratti collettivi la possibilità di derogare le norme di legge. E quindi, se in un contratto c'è una clausola che collide con una disposizione di legge, l'effetto è che la clausola difforme è nulla e viene automaticamente sostituita dalla disposizione di legge con la quale appare in contrasto. Resta il fatto, però, che questa operazione, in concreto, non è semplice da realizzare. E quindi, per evitare di passare la patata bollente agli uffici periferici delle amministrazioni, con il rischio di interpretazioni non univoche, il legislatore, all'art. 40 del decreto legislativo 2001, ha introdotto una sorta di rimedio preventivo. Vale a dire: il previo controllo del ministero dell'economia e del dipartimento della funzione pubblica circa la compatibilità economica degli accordi integrativi e sulla conformità degli stessi alle disposizioni in vigore. Dunque, un meccanismo perfetto, sulla carta, che però perde efficacia se la procedura di controllo non rispetta i tempi utili per i procedimenti. Ed è proprio quello che sta accadendo per le utilizzazioni e le assegnazioni. Da una parte il ministero dell'istruzione ha impiegato più di un mese solo per predisporre la relazione di accompagnamento e l'invio dell'ipotesi di accordo al mineconomia e alla funzione pubblica. E poi ci si è messo anche il D.L. 95, convertito in legge dalla camera il 7 luglio scorso. Il provvedimento, infatti, prevede che i docenti in esubero incollocabili (i cosiddetti Dop) debbano essere utilizzati anche sulla base del titolo di studio e a prescindere dal possesso dell'abilitazione. E fin qui nulla quaestio, perché la normativa sulle utilizzazioni ha sempre previsto questa cosa (anche se gli uffici periferici sono sempre stati riluttanti a darvi attuazione). Ma se la ricollocazione secondo il titolo di studio non funziona, la legge ora prevede l'utilizzazione sul sostegno ( anche senza titolo di specializzazione, purché l'interessato abbia fatto almeno un corso di formazione specifico). E se nemmeno questa ipotesi funziona, l'utilizzazione su spezzoni. Infine se anche queste tre ipotesi non dovessero funzionare, la legge prevede che il docente debba essere utilizzato, al bisogno, per le supplenze, come se si trattasse di un supplente temporaneo. Queste previsioni collidono apertamente con quanto previsto nell'ipotesi di accordo sulle utilizzazioni e, quindi, il testo non passerà indenne al vaglio di via XX settembre e di Palazzo Vidoni. Oltre tutto, trattandosi di novità assolute, è ragionevole ritenere che gli organi di controllo potrebbero avere bisogno di un po' più di tempo, per gli approfondimenti necessari alla stesura dei rilievi del caso. E ciò rischia di far saltare tutte le scadenze relative alle operazioni di avvio dell'anno scolastico. Che dovrebbero necessariamente concludersi entro il 31 agosto prossimo.

Corriere della sera - 16 agosto 2012
“Né studio né lavoro. Ecco quanto ci costa escludere i giovani”.
░ Una serie di numeri preoccupanti, di fonte D.O.C. Sergio Rizzo spiega, nel confronto Italia-Germania, lo spread “giovani”.
Si fa presto a dire «spread». Perché se fa male ogni volta che il differenziale fra i tassi di rendimento dei nostri Btp e dei bund tedeschi va in orbita, non va certamente meglio con altri confronti. Il più doloroso di tutti, quello che riguarda l’occupazione giovanile. In Germania gli under 30 che lavorano sono 8 milioni 135 mila; in Italia, appena 3 milioni 202 mila. Quasi cinque milioni di meno. Il tasso di occupazione, cioè il rapporto fra i giovani che lavorano e il totale delle persone in quella fascia d’età, è da noi risultato pari, nel primo trimestre dell’anno, al 33,2%, contro il 57,1% dei tedeschi. E’ un dato che forse meglio di qualunque altro spiega l’abisso che separa i nostri due Paesi. Il primo, la Germania, dove i giovani inattivi sono il 36,7%, e il secondo, l’Italia, nel quale sono addirittura il 57,6%: 21 punti in più…. I disoccupati con meno di trent’anni erano in Italia nel 2011… 824 mila: 132 mila in più rispetto alla Germania, che ha però una popolazione del 36% superiore alla nostra. I giovani tedeschi senza lavoro erano dunque pari al 5% di tutti gli abitanti di quella età, contro l’8,7% degli italiani. Ed è una fotografia in costante peggioramento: nel primo trimestre del 2012 siamo già arrivati all’11,1%, mentre la Germania è scesa al 4,7%. Il tasso di disoccupazione rispetto ai giovani italiani attivi è salito quindi al 25,1%; i tedeschi sono al 7,6%. Ancora più preoccupante, però, è il raffronto fra gli «inattivi» che non soltanto non lavorano, ma nemmeno studiano. In Italia sono infatti un milione 425 mila, contro 809 mila in Germania….

 

La tecnica della scuola.it – 3 agosto 2012
“Ferie negate ai precari, il Miur temporeggia ma i sindacati fanno blocco.”
░ Viale Trastevere, su ordine del Mef, attende l’esito del dl sulla spending review: nel frattempo la liquidazione delle ferie resta sospesa in via prudenziale. I rappresentanti dei lavoratori pronti a ricorrere in tribunale: leso l’art. 36 della Costituzione (di Alessandro Giuliani).
È bene che Governo e ministeri di competenze sappiano che l’intenzione di rendere retroattiva la norma che blocca il pagamento delle ferie maturate dal personale precario, in via di approvazione definitiva assieme al decreto sulla spending review, costerà all’avvocatura dello Stato una notevole mole di tempo e di lavoro. Tutti i sindacati si stanno infatti muovendo, con l’intenzione di dare battaglia sino in fondo. A costo di portare la questione davanti ai giudici dei tribunali. Il paradosso, sostengono i rappresentanti dei lavoratori e anche gli addetti ai lavori, è che per coloro che hanno svolto una supplenza sino al termine delle lezioni o al 30 giugno scorso si profilerebbe uno scenario beffardo: non usufruire dei due giorni e mezzo, circa, accumulati ogni mese e non percepire il corrispettivo economico, come avvenuto sino ad oggi. Mentre per gli altri supplenti, sia i temporanei sia gli annuali su posto vacante, il problema non si porrebbe: nel primo caso perché le ferie gli sono state già liquidate; nel secondo perché ne fanno uso (come il personale di ruolo) nei mesi di luglio e agosto. Si verrebbe quindi a creare una sensibile differenza di trattamento tra personale precario che opera nelle stesse scuole e nelle stesse condizioni. A dare il là alle proteste era stata l’Anief alcuni giorni fa, annunciando diffide, che si sarebbe rivolato “ai giudici per ottenere la liquidazione delle somme spettanti ai precari della scuola”. E sostenendo che se fosse passato l’emendamento proposto al Senato dallo stesso sindacato, si sarebbe evitata, “nel rispetto delle recenti sentenze della Corte di Cassazione e della Corte di giustizia europea, l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano per la palese violazione della direttiva comunitaria che impone la monetizzazione delle ferie per il personale che non ha potuto usufruirne durante il servizio”. Il sindacato di Pacifico è tornato alla carica nelle ultime ore parlando “di errore sia di forma, sia di sostanza” e confermando la linea dell’impugnazione perché “nell’intento di fare ‘cassa’ sulla pelle dei precari, stiamo assistendo ad un tentativo di oltraggiare un diritto dei lavorativi e persino quanto previsto dalla Costituzione italiana”. Sul mancato pagamento ai supplenti delle ferie non godute si sono mosse anche la Flc-Cgil, a sua volta annunciando una dura lotta, anche legale, la Cisl Scuola e la Uil Scuola. …. Non è rimasta a guardare nemmeno la Gilda degli insegnanti. Che prima ha definito “inaccettabile” la decisione dell’amministrazione “in quanto nel dettato costituzionale le ferie sono per tutti un diritto irrinunciabile”…. I sindacati, insomma, stanno facendo il massimo. Ognuno attraverso le strade che ritiene più opportune e convincenti. Se però le cose dovessero rimanere così, ipotesi tra l’altro molto probabile, visto che alla Camera il dl viene considerato praticamente “blindato” o comunque emendabile solo per contenuti di alta entità, la partita si sposterà sicuramente nelle aule di giustizia….

http://pressIn.comune.venezia.it- 4 agosto 2012
“Firmato Protocollo d’Intesa MIUR - Ministero della Salute per la tutela del diritto alla salute e allo studio degli studenti con disabilità”
░ Press-IN (servizio dell'associazione Lettura Agevolata Onlus, di Venezia) riporta un comunicato (03-08-2012) del Ministero della Salute.
Firmato Protocollo d’Intesa MIUR - Ministero della Salute per la tutela del diritto alla salute e allo studio degli studenti con disabilità. Il MIUR e il Ministero della Salute hanno siglato un Protocollo d'Intesa per la tutela del diritto allo studio e alla salute degli studenti con disabilità. L'obiettivo principale dell'accordo è quello di promuovere, sostenere e sviluppare iniziative per la tutela dei bambini e studenti con disabilità e con disturbi evolutivi specifici. In particolare l'intesa rafforza la collaborazione istituzionale tra i due ministeri per favorire la diagnosi precoce di disabilità nei bambini in età prescolare; sostenere iniziative per l'integrazione scolastica; promuovere l'applicazione del modello “International Classification of Functioning” dell'Organizzazione mondiale della sanità; esaminare la normativa di settore; promuovere ricerche e studi di tipo epidemiologico e favorire iniziative di formazione congiunta tra personale sanitario e scolastico.

La tecnica della scuola.it – 5 agosto 2012
“Che fine ha fatto l'attuazione dell'autonomia ?”
░ L'art.50 legge 35 del 6 aprile 2012 dava al Ministro due mesi di tempo per emanare linee guida per l'attuazione dell'autonomia. A oggi non si hanno notizie in merito (forse i soliti ostacoli di natura finanziaria).
Il termine di due mesi previsto dall’articolo 50 della legge 35 con cui era stato convertito il decreto n. 5 dello scorso febbraio (il cosiddetto “decreto sviluppo”) è ormai ampiamente scaduto e nulla è dato di sapere sulle reali intenzioni del Ministro rispetto alle linee guida per l’attuazione dell’autonomia…. L’applicazione delle norme in questione dovrà attendere ancora. Ma di che si tratta, in concreto ? Le linee guida, secondo la legge, dovrebbero riguardare il potenziamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, il cosiddetto “organico dell'autonomia” oltre che la costituzione di reti di scuole con e del relativo organico. E’ molto probabile che Il ritardo dell’operazione sia legato al fatto che le linee guida devono essere concordate con il Ministero dell’Economia che, come di consueto, presterà la massima attenzione agli aspetti contabili. Ed effettivamente è difficile capire come si potranno attivare organici di rete o di altro genere “senza maggiori oneri per la finanza pubblica” come recita l’ultimo comma dell’articolo 50 della legge 35.

ItaliaOggi – 7 agosto 2012
“Inidonei al passaggio definitivo”
░ Professori ricollocati come amministrativi (di Franco Bastianini).
Definita in pejus la posizione giuridica ed economica degli inidonei. Si tratta sia dei docenti permanentemente inidonei all'insegnamento per motivi di salute, ma idonei ad altri compiti e che entro il 20 settembre 2011 non hanno presentato la domanda di inquadramento nei ruoli degli assistenti amministrativi o tecnici, che dei docenti che, sempre per motivi di salute, saranno in futuro dichiarati solo temporaneamente inidonei. Le disposizioni contenute nel decreto di Spending review, ovvero commi 13, 17 e 20-bis dell'articolo 14 del decreto legge 6 luglio 2012, n.95, nel testo approvato dal Parlamento, non lasciano spazio a interpretazioni diverse dal loro significato letterale e confermano le misure sui lavoratori della scuola che, per motivi di salute, non sono più in condizione di insegnare. Ora si attendono le note attuative del ministero dell'istruzione. Questa in estrema sintesi la loro posizione giuridica, economica e previdenziale che sembra allo stato essere irreversibile: a) i docenti permanentemente inidonei devono transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza mantenendo il maggiore trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti. Successivamente all'immissione nei nuovi ruoli, e non contemporaneamente all'atto del transito nei ruoli del personale Ata, come prevedeva un emendamento accolto della commissione bilancio, potranno transitare presso le amministrazioni pubbliche in cui può essere meglio utilizzata la loro professionalità; b) i docenti dichiarati temporaneamente inidonei alla propria funzione, ma idonei ad altri compiti, devono, invece, essere utilizzati, entro 20 giorni dalla data di notifica del verbale della commissione medica operante presso le aziende sanitarie locali, su posti anche di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico nella provincia di appartenenza tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia e non prioritariamente nella stessa scuola come disponeva l'originario decreto legge; c) avendo acquisito in maniera coatta lo status di personale Ata, nei loro confronti non trova applicazione la disposizione secondo la quale il personale docente in esubero che per l'anno scolastico 2013/2014 non sia proficuamente utilizzabile può essere collocato in quiescenza dal 1° settembre 2013 nel caso in cui maturi i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico entro il 31 agosto 2012 in base alla disciplina vigente prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 della legge 22 dicembre 2011, n. 214; d) nei loro confronti dovrebbero invece trovare applicazione le disposizioni contenute nell'articolo 2 del predetto decreto legge 95/2012 secondo le quali l'amministrazione dovrà avviare, se dichiarati in esubero e non riassorbibili, le procedure previste dall'articolo 33 del decreto legislativo 165/2001e dal comma 12 del predetto articolo 2(collocamento in disponibilità per la durata massima di ventiquattro mesi che può essere aumentato fino a quarantotto mesi laddove maturi entro il predetto arco temporale i requisiti per il trattamento pensionistico con stipendio ridotto all'80 per cento). Sul tema è aperto un confronto sindacati-Funzione pubblica, ma non è detto che il tavolo avviato dal ministro Filippo Patroni Griffi riguardi anche la scuola; e) sempre in tema previdenziale le nuove disposizioni non hanno abrogato l'istituto della dispensa per motivi di salute prevista dall'articolo 512 del decreto legislativo 297/1994 ma hanno confermato implicitamente che per ottenerla il dipendente scolastico deve essere riconosciuto dall'apposita commissione medica presso l'Asl inidonei a svolgere i compiti previsti dal nuovo ruolo…… Per i circa 800 docenti permanentemente inidonei( dei 4.000 registrati a luglio del 2011) già transitati a domanda nel ruolo degli assistenti amministrativi o tecnici, il contratto collettivo nazionale integrativo sottoscritto il 31 luglio 2012 ha stabilito le modalità per l'attribuzione della sede di titolarità per l'anno scolastico 2012/2013 e precisato che, sempre a domanda, possono partecipare alle operazioni di mobilità qualora le preferenze espresse per la sede di titolarità non siano state soddisfatte.

Il Mattino – 8 agosto 2012
“Scuola. Profumo: entro il primo settembre assunzione per 21mila docenti”.
░ Il Ministro si dice fiducioso che eventuali nuovi tagli di spesa non colpiranno l’istruzione. Per le 5.300 immissioni in ruolo di amministrativi, tecnici ed ausiliari, minacciate dall’assorbimento di inidonei e Itp, se ne riparla a fine agosto, dopo il conteggio del personale docente transitato in funzioni amministrative.
Arrivano 21.112 assunzioni di nuovi docenti per la scuola, che si aggiungono alle 67mila dello scorso anno, riducendo così il numero dei prof precari. L'annuncio dei sindacati è stato confermato dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo: «Siamo in fase di firma del decreto per le immissioni in ruolo - ha detto - E' stato concluso il processo che coinvolgeva la Funzione pubblica e il ministero dell'Economia e abbiamo tutti gli ok necessari. Ora stiamo concludendo il percorso. Entro il 31 agosto saranno fatte tutte le operazioni». Le assunzioni potranno quindi essere operative dal primo settembre. Profumo ha aggiunto che «sul personale Ata c'è ancora una fase di definizione». Positivi i commenti dei sindacati della scuola, che però chiedono certezze proprio per le assunzioni previste (circa 5mila) per il personale non docente Ata…. Anche l'Anief grida vittoria: «Non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo» ci sono delle assunzioni….

La Stampa – 8 agosto 2012
“Scuola. Accordo raggiunto. Assunti 21 mila nuovi prof.”
░ Resta il nodo del personale Ata: 5 mila gli interessati (di Flavia Amabile).
Sono tempi di tagli e di sforbiciate nella pubblica amministrazione ma proprio nel giorno del via libera definitivo alla spending review arrivano 21.112 assunzioni di nuovi prof nella scuola (aggiunti ai 67 mila dell’anno scorso) che permettono di alleggerire un po’ la difficile situazione dei precari. A dare l’annuncio sono stati i sindacati cantando vittoria e rivendicando i meriti frutto di proteste, ricorsi e contrattazioni, affermano….. L’Anief aggiunge anche un altro tassello: «Per il secondo anno consecutivo l’Anief ha costretto il governo ad assumere più di 20 mila docenti precari», ricordando la pressante opera dei suoi rappresentanti e dei legali «attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - spiega il presidente Marcello Pacifico -, abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell’amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite». In altre parole, costa meno assumerli dopo un accordo sindacale che dopo un ricorso perso. Anche la Flc Cgil sottolinea il ruolo svolto dalla «mobilitazione dei precari» e dall’«ampio contenzioso legale» e avverte che si è fatto chiarezza sul fatto che «per le immissioni in ruolo saranno utilizzate le vecchie graduatorie».

La tecnica della scuola– 9 agosto 2012
“Immissioni in ruolo, una su tre potrebbe andare ai soprannumerari !”
░ Lo stabilisce il Miur attraverso la circolare sulle istruzioni operative che regola le assunzioni: prima di assumere i precari, gli Usp dovranno verificare se gli oltre 7.300 docenti senza titolarità e alcune centinaia di Itp C999 e C555 posseggano titoli di studio abilitanti (si sorvolerà sull’abilitazione!) spendibili sui posti assegnati. Un pasticcio che neanche Cacasenno… Intanto il Miur ha avuto ancora una volta mano libera nel disconoscere il valore dell’abilitazione. E’ grave.
Nelle stesse ore in cui la Camera approvava la spending review… è stato il Miur a lanciare una ormai insperata ciambella di salvataggio ad alcune centinaia di Itp C999 e C555, altrimenti destinati a transitare (assieme agli inidonei) negli organici del personale Ata…. Viale Trastevere ha indicato agli Usr che “l’utilizzazione prioritaria deve essere esperita, verificando l’eventuale possesso di altro, idoneo titolo di studio, prima del previsto transito nei ruoli del personale Ata, anche nei riguardi del personale docente attualmente titolare nelle classi di concorso C999 e C555 di cui la comma 14 dell’art. 14 del DL n. 95/2012”. Ciò significa, in termini pratici, che in presenza di un titolo di studio qualsiasi, sempre comunque abilitante e che comporti una spendibilità in base ai posti disponibili, gli stessi Itp assorbiti dagli enti locali dovrebbero continuare ad essere collocati degli uffici scolastici territoriali sempre nelle fila dei docenti. La stessa procedura, del resto, viene adottata anche per gli oltre 7mila soprannumerari del prossimo anno scolastico. A tal proposito la circolare del Miur “richiama l’attenzione su quanto previsto dall’art. 2, comma 4 del presente DM, relativamente alla priorità di utilizzazione del personale in esubero prima di procedere alle nomine di cui all’oggetto, in applicazione dei criteri di cui al DL 95/2012 in corso di conversione ed in particolare sull’articolo 14, commi 17-20, ed all’art. 2 comma 3 dell’ipotesi di CCNI sulle utilizzazioni del personale scolastico”. Anche in questo caso la “traduzione”, per i tanti che non conoscono a memoria leggi e riferimenti normativi, è che i prof in soprannumero potranno rosicchiare, avendo la precedenza, i posti riservati ai precari in procinto di vedersi assegnato l’agognato contratto di immissione in ruolo. L’articolo 14 del DL 95/2012, quello sulla spending review per intenderci, indica infatti che “al personale dipendente docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in esubero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, è assegnato per la durata dell'anno scolastico un posto nella medesima provincia, con priorità sul personale a tempo determinato, sulla base” di una serie di criteri. Il primo dei quali prevede che i docenti privi di titolarità si vadano a collocare sui “posti rimasti disponibili in altri gradi d'istruzione o altre classi di concorso, anche quando il docente non è in possesso della relativa abilitazione o idoneità all'insegnamento purché il medesimo possegga titolo di studio valido, secondo la normativa vigente, per l'accesso all'insegnamento nello specifico grado d'istruzione o per ciascuna classe di concorso”. La sintesi è che per soprannumerari ed ex dipendenti degli enti locali passati come Itp (sommando entrambi si forma un raggruppamento di oltre 7.500 insegnanti, in gran parte delle superiori) si cercherà sino all’ultimo una collocazione. Con gli Usp che andranno a verificare se i loro titoli di studio potrebbero trovare riscontro tra le vacanze dei posti assegnati ai ruoli. In caso negativo, per i primi scatterà la messa a “disposizione per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie”, disposta direttamente dai dirigenti scolastici. Per i prof di laboratorio C999 e C555, invece, diventerà inevitabile il declassamento tra gli Ata. Che però potrebbe durare appena un anno: chi acquisirà il diploma di specializzazione sul sostegno potrà infatti tornare nel 2013/14 a fare l’insegnante.

IL CORRIERE DELLA SERA – 9 agosto 2012
“La corsa per prepararsi ai test. Fino a 4.000 euro a studente”.
░ Il numero chiuso in un corso di laurea su tre; la percentuale aumenta al Sud.
Altro che vacanze. Per migliaia di neodiplomati o neo mini-laureati sono iniziati i conti alla rovescia (e i conti in tasca) per i test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso. Che sono sempre di più: su 4.690 corsi di laurea esistenti, sono 1.590, cioè il 33,9%, con costi per la preparazione che vanno da poche centinaia di euro a qualche migliaio. Ormai un terzo dei corsi (sia per laurea triennale che magistrale) è a numero chiuso o programmato, e quindi richiede, per l'iscrizione, il superamento di una prova. Oltre ai 708 corsi di laurea in Medicina, Veterinaria e Architettura, per i quali ogni anno il ministero dell'Istruzione decide il numero di posti disponibili, ci sono infatti gli 882 scelti liberamente dai singoli atenei che sono costretti a limitare il numero di accessi per offrire una didattica dignitosa: il 18,8% del totale, un trend che si conferma in crescita rispetto al 17,7% dell'anno scorso. Basti pensare che ci sono atenei, come quelli di Catania e Palermo, dove tutti i corsi sono ormai ad accesso limitato. E allora scatta la corsa al quiz. L'anno scorso per un totale di 9.690 posti disponibili a Medicina e chirurgia, si sono presentati in 84.422, una media di 8,7 candidati a posto, con i picchi di Siena (13,5), Sassari (12,4), Salerno (10,9). Quest'anno ci sono poco più di diecimila posti a disposizione, e gli atenei sono già pronti alla ressa, anche se la possibilità di ambire a più università nell'ambito della Regione, come stabilito dal ministro all'Istruzione Francesco Profumo, dà qualche chance in più. Stessa storia per Veterinaria, dove a fronte di 958 posti a disposizione (quest'anno ce ne sono anche meno, 918) si sono presentati nel 2011 ai test 7.305 aspiranti, 7,6 per ogni disponibilità. Non fa eccezione Architettura, oltre 23 mila candidati per 8.760 posti (quest'anno sono 8.720). Ed è facile immaginare che saranno più che ambiti anche gli oltre 149 mila posti sparsi negli atenei per i corsi più disparati, da Scienze della comunicazione a Ingegneria, fiore all'occhiello del Politecnico di Milano, dove l'anno scorso c'erano 7.792 aspiranti ingegneri a fronte di 5.469 disponibilità, +9% rispetto all'anno precedente….

la Repubblica – 9 agosto 2012
“Sicilia. Prof assunti vent’anni dopo il concorso”.
░Via alle immissioni in ruolo, c’è chi aspetta dal 1990 (Salvo Intravaia)
Dopo tanti tagli, per il personale della scuola siciliana arrivano le attesissime immissioni in ruolo. Una notizia che contribuirà a dare serenità a tante famiglie alle prese con la crisi economica e il precariato. Martedì pomeriggio il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha incontrato i sindacati e ha annunciato l’assunzione a tempo indeterminato di poco più di 21 mila tra precari e vincitori dei concorsi a cattedra banditi nel 1990 e nel 1999. I destinatari dei contratti a tempo indeterminato saranno infatti individuati per il 50 per cento dalle affollate graduatorie provinciali dei precari e per la restante parte dalle graduatorie degli ultimi due concorsi. In Sicilia, colpita duramente dai tagli messi a segno negli anni di Berlusconi e Gelmini, arriveranno in tutto 1.300 posti: 105 per la scuola dell’infanzia, appena 21 per la scuola elementare, 678 per i docenti della scuola media e 375 per i colleghi della scuola superiore. Saranno assunti, inoltre, quattro educatori — in forza negli educandati e nei convitti nazionali — e 117 insegnanti di sostegno. Palermo è la provincia che farà la parte del leone — 302 assunzioni — seguita da Catania con 252 e da Siracusa con 151 immissioni in ruolo…. Nei prossimi giorni, i singoli provveditorati e l’Ufficio scolastico regionale pubblicheranno i calendari per le convocazioni, che presumibilmente partiranno dopo Ferragosto.

 

La Repubblica
Scuola, partono le assunzioni
Ecco i posti per 21mila nuovi prof

LA STAMPA
L’annuncio dei sindacati confermato dal ministro Profumo
Scuola, accordo raggiunto “Assunti 21 mila prof” 

Il Messaggero
Scuola, Profumo: entro il 1° settembre
assunzione per 21mila docenti

Il ministro: «A breve la firma per le immissioni in ruolo. Eventuali nuovi tagli di spesa non colpiranno l'istruzione»L’UNIONE SARDA
Assunzione per 21mila docenti

GIORNALE DI SICILIA
SCUOLA, BUONE NOTIZIE PER I PROF PRECARI: IN SICILIA SCATTANO 1.300 ASSUNZIONI

L' ADIGE
SCUOLA, ENTRO IL MESE ALTRE 21 MILA ASSUNZIONI

IL MATTINO
Scuola, 21mila assunti

Scuola/ Anief: in arrivo 21 mila assunzioni, grazie a i ricorsi
Martedi, 7 Agosto 2012 - 10:45
Sono in arrivo 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'esito positivo dell'azione sindacale degli ultimi mesi che "hanno costretto il Governo ad assumere oltre 21mila docenti precari". "Il decreto - annuncia Marcello Pacifico, presidente Anief - è atteso nelle prossime ore e non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha indotto il Governo a fare quanto ci chiede da tempo l'Unione Europea".
http://affaritaliani.libero.it/ultimissime/flash.asp?ticker=070812104528

SCUOLA: ANIEF, IN ARRIVO 21MILA ASSUNZIONI GRAZIE A RICORSI
 Roma, 7 ago. - (Adnkronos) - Sono in arrivo 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'esito positivo dell'azione sindacale degli ultimi mesi che «hanno costretto il Governo ad assumere oltre 21mila docenti precari». «Non possiamo che essere soddisfatti - afferma il presidente Anief, Marcello Pacifico - malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha costretto il Governo ad assumere più di 20mila docenti precari». Il sindacato, evidenzia l'anief, ha dimostrato ancora una volta che laddove non è riuscito ad arrivare il Parlamento, dando seguito ad un propria legge del 2006, è stata efficace la pressante opera dei suoi rappresentanti e dei propri legali: «attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite». Grazie all'azione dell'Anief, dopo un ventennio durante il quale la scuola ha raggiunto i suoi obiettivi formativi sfruttando cinicamente la preziosa opera di centinaia di migliaia di supplenti, finalmente qualcosa è cambiato: i tantissimi precari hanno capito che per ottenere l'immissione in ruolo, dando compimento al loro onorato servizio, bisognava rivolgersi ai giudici.
(Rre-Ste/Zn/Adnkronos) 07-AGO-12 11:41
 
Profumo, entro il 31 agosto saranno fatte tutte le operazioni
07 agosto, 21:03
Arrivano 21.112 assunzioni di nuovi docenti per la scuola, che si aggiungono alle 67mila dello scorso anno, riducendo così il numero dei prof precari. L'annuncio dei sindacati è stato confermato dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo: "Siamo in fase di firma del decreto" per le immissioni in ruolo. "E' stato concluso il processo che coinvolgeva la Funzione Pubblica e il ministero dell'Economia e abbiamo tutti gli ok necessari. Ora stiamo concludendo il percorso", ha spiegato il titolare di Viale Trastevere, aggiungendo che entro il "31 agosto saranno fatte tutte le operazioni". In pratica le assunzioni potranno essere operative dal primo settembre. Parlando con i cronisti a margine di una conferenza stampa al Miur, Profumo ha aggiunto che per quanto riguarda i numeri "sono confermati i 21 mila docenti, mentre sul personale Ata c'é ancora una fase di definizione". Positivi i commenti dei sindacati della scuola, che però chiedono certezze proprio per le assunzioni previste (circa 5 mila) per il personale non docente Ata.
E duri sono i commenti della Gilda sulla spending review: sono riconfermate "tutte le norme che penalizzano l'istruzione e i docenti". Per quanto riguarda, invece, il decreto per l'immissione in ruolo dei 21 mila docenti, il testo è stato predisposto, spiega la Uil, "in applicazione del piano triennale, definito grazie all'intesa tra il Governo e i sindacati Uil, Cisl, Snals e Gilda. Questo, in periodo di forte crisi economica, è il risultato di una azione sindacale concreta e utile". "Per il personale Ata non è ancora possibile ipotizzare un numero preciso di nomine in quanto non sono ancora stati pubblicati i movimenti del personale e, soprattutto, non è stato definito come verrà calcolata l'incidenza dei passaggi previsti dal Decreto Legge sulla revisione della spesa. Resta il nostro impegno per una soluzione equa anche per tale personale", precisa la Uil.
Con le assunzioni, afferma Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, "si dà continuità al piano triennale varato lo scorso anno grazie alle intese sindacali di cui la Cisl Scuola è stata protagonista determinante, insieme a Uil Scuola, Snals e Gilda. Con le nuove assunzioni si rafforza l'obiettivo, da noi tenacemente perseguito, di una stabilizzazione del lavoro nella scuola, che certamente va incontro agli interessi di tanti lavoratori, ma favorisce anche una più efficace organizzazione del lavoro e quindi la crescita di qualità del servizio scolastico". Anche l'Anief grida vittoria: "Non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo" ci sono delle assunzioni.
Giudizio positivo anche dal Pd: "Apprendiamo con gioia la conferma del governo del piano di stabilizzazione degli insegnanti precari, come chiesto dalle parti sociali e da numerose interrogazioni del Pd", afferma Francesca Puglisi responsabile scuola della segreteria del Pd che aggiunge: "La stabilizzazione di chi lavora in condizioni di precariato è parte integrante della qualità della scuola, tanto quanto l'innovazione delle infrastrutture tecnologiche per la didattica". Altro tema aperto per i sindacati sono gli scatti di anzianità: "Ora attendiamo dal Governo l'emanazione dell'atto di indirizzo all'Aran, necessario per il pagamento degli scatti di anzianità. Immissioni in ruolo e pagamento degli scatti hanno, infatti, copertura economica grazie ad intese che come Uil, insieme ad altri sindacati, abbiamo sottoscritto".
 

ARTICOLO PPN
Eco - Anief: in arrivo l'assunzione di 21mila docenti precari
Roma - 7 ago (Prima Pagina News) Sono ormai prossime 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'azione sindacale degli ultimi mesi che lo ha permesso. ''Non possiamo che essere soddisfatti - afferma il presidente Anief, Marcello Pacifico - malgrado il blocco del turn-over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha costretto il Governo ad assumere più di 20mila docenti precari''. Il sindacato, evidenzia l'anief, ha dimostrato ancora una volta che laddove non e' riuscito ad arrivare il Parlamento, dando seguito ad un propria legge del 2006, e' stata efficace l'opera dei suoi rappresentanti e dei propri legali: ''attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha cosi' potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite''. Con l'azione dell'Anief, dopo venti anni durante i quali la scuola ha sfruttato cinicamente la preziosa opera di centinaia di migliaia di supplenti, finalmente qualcosa e' cambiato: i tantissimi precari hanno capito che per ottenere l'immissione in ruolo, dando compimento al loro onorato servizio, bisognava rivolgersi ai giudici.
(PPN) 7 ago 2012 11:49
http://www.primapaginanews.it/dettaglio_articolo.asp?id=100483&ctg=12

 
Scuola, 21mila professori presto assunti. Decreto entro il 31 agosto
Profumo dice: “Siamo in fase di firma del decreto- spiega- c’è l’accordo con la Funzione pubblica e il Tesoro, abbiamo avuto tutti gli ok necessari. Sono confermati i 21mila docenti. Entro il 31 agosto saranno fatte tutte le operazioni- rassicura il ministro- sugli Ata siamo ancora invece in una fase di definizione”. Per i tecnici-amministrativi, infatti, i tempi saranno più lunghi a causa della spending review che è in corso di approvazione e che prevede la trasformazione in Ata dei docenti non idonei.
In un eventuale seconda fase della spending review, a settembre, non ci saranno comunque altri sacrifici per il settore della scuola, se verranno portati a termine tutti i processi di riorganizzazione. Lo assicura il ministro Profumo che aggiunge: “Credo che i processi di dematerializzazione e semplificazione ci consentirà di recuperare risorse», e quindi «da un organizzazione migliore si possono recuperare quelle risorse di cui abbiamo bisogno”.
Marcello Pacifico, presidente Anief, si dice entusiasta: ”Non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l’Anief ha costretto il governo ad assumere più di 20mila docenti precari”. Il sindacato ha dimostrato ancora una volta che “laddove non è riuscito ad arrivare il Parlamento, dando seguito ad un propria legge del 2006, è stata efficace la pressante opera dei suoi rappresentanti e dei propri legali: attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi – ricorda Pacifico – abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell’amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite”.
PUPIA Italia
La tua informazione

 
Scuola: assunzioni per 21 mila docenti
di Mena Grimaldi del 7/08/2012 in Scuola - Letto 204 volte
ROMA. In arrivo 21.112 assunzioni di docenti per la scuola, che si aggiungono alle 67 mila dello scorso anno. A confermare l’annuncio dei sindacati, lo stesso ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo.
“Siamo in fase di firma del decreto per le immissioni in ruolo. Ora stiamo concludendo il percorso” ha spiegato il ministro, aggiungendo che entro il “31 agosto saranno fatte tutte le operazioni”. Soddisfazione espressa anche dal sindacato Anief.
“Il decreto - annuncia Marcello Pacifico, presidente Anief - è atteso a breve e non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha indotto il Governo a fare quanto ci chiede da tempo l'Unione Europea”.
“Attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite”.
Per quanto riguardo il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario giungono invece notizie di rinvii e di riduzione del contingente di assunzioni, peraltro già inizialmente limitato a poco più di 5.300 posti: l'Anief non può che esprimere il proprio disappunto.
Anche per il personale Ata il sindacato ha, quindi, intenzione di continuare il contenzioso nelle aule dei tribunali.

 
VITA.it
L'annuncio dell'Anief
07/08/2012
Scuola, in arrivo 21mila assunzioni
Il sindacato: «Attraverso i ricorsi abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione, che così ha dovuto cedere»
Sono in arrivo 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'esito positivo dell'azione sindacale degli ultimi mesi che "hanno costretto il Governo ad assumere oltre 21mila docenti precari". "Non possiamo che essere soddisfatti - afferma il presidente Anief, Marcello Pacifico - malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha costretto il Governo ad assumere più di 20mila docenti precari".

"Attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite".

"Ecco così svelato il mistero - continua Pacifico - su come pur in presenza di una nuova riduzione degli organici del pubblico impiego e del mantenimento del blocco del turn over nella pubblica amministrazione, nella scuola si continua ad assumere: il merito è del nuovo modo di fare sindacato, con ricorsi sistematici ai tribunali laddove il legislatore non riesce o non vuole tutelare i diritti dei lavoratori precari".
Per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico edausiliario, prosegue l'Anief, giungono invece notizie di rinvii e di riduzione del contingente di assunzioni, peraltro già inizialmente limitato a poco più di 5.300 posti: l'Anief non può che esprimere il proprio disappunto. "Il problema - sostiene il suo presidente - èche in questo caso l'amministrazione ancora non applica quanto previsto dalla legge sui posti vacanti e disponibili. Poichè quest'anno sono state assegnate oltre 35mila supplenze fino al termine dell'anno scolastico, anche considerando la contestata riconversione del personale docente inidoneo e degli Itp in soprannumero, potevano essere decretate almeno 27mila nuove assunzioni".

Anche per il personale Ata il sindacato ha quindi intenzione di continuare il contenzioso nelle aule dei tribunali. "Faremo di tutto - conclude il presidente Anief - per ottenere il rispetto del merito e della parità di trattamento di tutti i cittadini europei. Come anche Strasburgo, del resto, ci chiede da diverso tempo".
 

 

Il Sole 24Ore – 27 luglio 2012
“La scuola taglia i presidi: 2.221 in meno in un anno”
░ Senza posto anche la metà dei 2.386 vincitori dell'ultimo concorso. Molti istituti saranno affidati a un «reggente» senza retribuzione.
L'Italia sembra non essere più un Paese per presidi. Il prossimo anno scolastico infatti l'organico dei dirigenti scolastici registrerà il suo minimo storico, toccando quota 7.990. Con un taglio di circa il 22%, vale a dire ben 2.221 scrivanie dirigenziali in meno, rispetto ai 10.221 posti dell'organico 2011-2012. Colpa del piano di riorganizzazione della rete scolastica varata con la manovra di luglio 2011 dagli ex ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti che ha portato, a consuntivo, a ridimensionare 1.080 scuole. Ma soprattutto a "sotto-dimensionare", vale a dire a togliere il dirigente scolastico di ruolo negli istituti con meno di 600 alunni (che scendono a 400 alunni per i plessi siti in piccole isole e comuni montani), ulteriori 1.141 scuole. Che dal prossimo I° settembre saranno quindi affidate a un preside "reggente"…. Senza considerare, poi, il disagio dei presidi "sotto-dimensionati" costretti, in alcuni casi, a emigrare verso scuole distanti anche 150 chilometri rispetto alla sede di provenienza (cioè è possibile perché l'incarico da preside è su base regionale). Ma il drastico taglio alle scrivanie di dirigenti scolastici avrà ripercussioni negative anche sul concorso a 2.386 nuovi posti da preside, con quasi la metà dei vincitori che non riuscirà a essere assunto il prossimo primo settembre. Nel 2011-2012 infatti i presidi in servizio erano 8.220 (su 10.221 istituzioni scolastiche sede di presidenza). Ma per effetto della riorganizzazione della rete scolastica (che nel 2012-2013 ha ridotto le scuole da oltre 10.000 a 9.131) e i 1.431 pensionamenti di quest'anno, i dirigenti scolastici in servizio al primo settembre 2012 saranno quindi 6.789 (a fronte di 7.990 posti di organico disponibile). Ecco quindi che i posti vacanti per le assunzioni dei neo-presidi si riducono a 1.201 unità. Per tutti gli altri vincitori di concorso se ne riparlerà nel 2013 e 2014…. 

www.larepubblica.it – 29 luglio 2012
“Sulle pensioni. Quota 96, ingiustizia è fatta”
░ Tutti i sindacati d’accordo a posticipare i diritti al 31 agosto; generoso ma inutile anche l’impegno di alcuni politici.
Abbiamo seguito passo passo, dalla sua costituzione fino a oggi, la vicenda del Comitato “Quota 96” che una gelida, quanto intransigente, decisione della ministra al Lavoro, Elsa Fornero, ha escluso, all’atto della emanazione della legge che porta il suo nome, dai benefici della quiescenza per la dura, e nello stesso semplice, ragione che riguardava i lavoratori dell’ istruzione, il personale della scuola che, contrariamente al resto della pubblica amministrazione, gode di una sola finestra di uscita, coincidente appunto con la fine dell’anno scolastico: il 31 agosto. E subito da tutti i siti internet di tutti i sindacati si gridò alla evidente ingiustizia dal momento che non si considerava la specificità di questi lavoratori, con le scadenze di ordine didattico e logistico… Per contrastare la legge, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, Anief aprirono il contenzioso e, dopo una prima istanza al Tar del Lazio, hanno passato la pratica al giudice del lavoro che a giorni dovrebbe esprimersi. Generosa e senza esclusione di colpi invece la battaglia del Comitato “Quota 96” che, tramite i suoi rappresentanti più attivi e disponibili, si è rivolto soprattutto alla senatrice Mariangela Bastico e all’on Manuela Ghizzoni, entrambe del Pd, che a loro volta, e a onor del vero, sono state le promotrici di tutti gli emendamenti presentati in Parlamento per dare giustizia a questi circa 3500 docenti buggerati…

La tecnica della scuola – 30 luglio 2012
“Contrattazione di scuola: disposizioni minuziose della Ragioneria Generale”
░ Emanata una circolare che impone la redazione di due minuziose relazioni da allegare all'ipotesi contrattuale: relazione illustrativa e relazione tecnico-finanziaria.
Una nuova incombenza amministrativa sta per abbattersi sulle scuole. Il problema si porrà già nei primi giorni di settembre, con l’apertura del nuovo anno scolastico. La novità riguarda la contrattazione integrativa di istituto per la quale la Ragioneria generale dello Stato ha emanato una minuziosa circolare applicativa. In pratica al contratto di scuola dovranno essere allegate una dettagliata “Relazione illustrativa” ed una ancor più analitica “Relazione tecnico-finanziaria”. Su entrambe le relazioni dovrà essere espressamente acquisito il parere favorevole dei revisori dei conti in assenza del quale il contratto non potrà essere sottoscritto…. “La redazione della relazione illustrativa e della relazione tecnico-finanziaria - chiarisce nella circolare la Ragioneria - deve essere effettuata in modo da rendere comprensibile, anche al cittadino, e verificabile, in particolare dall’Organo di controllo chiamato alla certificazione, ogni modulo, sezione, voce o sottovoce di cui è composta. Si raccomanda perciò un linguaggio semplice, chiaro e con riferimenti verificabili oggettivamente”….

Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Stop al pagamento delle ferie”
░ Il blocco non è definitivo. Si tratta di una mera sospensione «in attesa della conversione in legge del decreto legge 95/2012».
Monetizzazione delle ferie, il ministero dell'economia blocca la liquidazione. Il 24 luglio scorso via XX settembre ha fermato i pagamenti citando l' art. 5, comma 8, del decreto legge n. 95/2012, il provvedimento di spending review da ieri approvato in sede di conversione al senato. E anche un'interpretazione del ministero dell'istruzione, secondo il quale il divieto di monetizzazione delle ferie si applica anche alla scuola (si veda la circolare del 16 luglio scorso). …. Il decreto legge 95 dispiega effetti solo dal 7 luglio scorso. E quindi, per effetto del principio di irretroattività della legge, il divieto di monetizzazione vale solo per le cessazioni che sono intervenute e interverranno dopo quella data. Pertanto, i precari il cui contratto è scaduto prima del 7 luglio hanno diritto a ricevere «il pagamento del compenso per ferie non ancora fruite». Qualche problema potrebbero averlo, invece, i loro colleghi, che sono cessati dal servizio anche dopo quella data. Magari anche per effetto di proroga del contratto in essere. La proroga, infatti, secondo la giurisprudenza, non è un nuovo contratto, ma il mero allungamento di quello già in essere. Resta il fatto, però, che i precari, quest'estate, dovranno fare a meno dei soldi delle ferie non godute (mediamente 1500 euro per chi ha avuto una supplenza a orario pieno dal 1° settembre al 30 giugno). Oltre alla grana di chi ha contratti antecedenti al 7 luglio, ì c'è il problema dei precari che lavorano con le supplenze brevi che, salvo i casi in cui il periodo di incarico includa anche le vacanze, si trovano e si troveranno sempre nelle impossibilità materiale di fruire delle ferie in costanza di contratto. Ma le questioni legate all'applicazione dall'art.5 del decreto 95 non finiscono qui. Il legislatore, infatti, ha disposto che le ferie, i riposi e i permessi spettanti al personale devono essere obbligatoriamente fruiti secondo gli ordinamenti. E che la mancata fruizione non è monetizzabile….

Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Niente Fornero per gli esuberi”
░ Possibile andare via con i requisiti detenuti al 31 agosto 2012. (di Carlo Forte).
I docenti in esubero che risulteranno incollocabili al 1° settembre prossimo, potranno andare in pensione con le vecchie regole. E cioè facendo valere come termine per la maturazione dei requisiti utili alla cessazione dal servizio il 31 agosto prossimo, in luogo del 31 dicembre scorso. Lo prevede un emendamento all'art. 14 del decreto sulla spending review (decreto legge 95/2012) approvato in commissione bilancio, presentato dai relatori Giaretta e Pichetto Fratin (n. 14.1000). Il nuovo testo è destinato solo ai docenti che non sarà possibile ricollocare su altra classe di concorso (secondo il titolo di studio posseduto e anche senza abilitazione) oppure sul sostegno, oppure, ancora, su spezzoni della classe di concorso di titolarità: non oltre il 10% dell'intera platea, si stima. Tale personale potrà essere collocato in quiescenza dal 1° settembre 2013 nel caso in cui maturi i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico entro il 31 agosto 2012 in base alla disciplina vigente prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. E cioè prima della riforma Fornero. La liquidazione del Tfr, però, non sarà tempestiva. Fatto salvo il diritto alla pensione con effetti a far data dal 1° settembre prossimo, per il Tfr gli interessati dovranno attendere di maturarne i requisiti seguendo le nuove norme: «Ai fini della liquidazione del trattamento di fine rapporto comunque denominato, recita il nuovo testo, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 11, lettera a) punti 1) e 2)»…
I docenti potenzialmente interessati sono circa 7mila nelle superiori. Complessivamente il dato arriva a circa 10mila se si considerano anche gli altri ordini di scuola. Per tutti i docenti in esubero si applicheranno le disposizioni del contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, limitatamente ai movimenti che saranno disposti nell'ambito della classe di concorso di appartenenza o su altre classi di concorso dove gli interessati possiedano l'abilitazione. Se dopo tali operazioni l'esubero dovesse permanere si applicheranno, invece, le nuove norme previste dall'articolo 14, comma 17, del decreto legge 95/2012. E dunque, prima si proverà a ricollocare il docente in altre classi di concorso dove non possiede l'abilitazione ma risulta provvisto del titolo di studio di accesso. …. Poi si proverà sul sostegno, se l'interessato possiede la specializzazione oppure abbia almeno frequentato un corso di formazione su tale specialità. Infine, si proverà a ricollocare gli interessati su spezzoni con ore a disposizione. Se nemmeno così sarà possibile ricollocare i docenti in esubero interessati, saranno esperibili due soluzioni. La prima è il pensionamento con le vecchie regole (sempre che il testo emanato venga confermato anche alla camera e che gli interessati ne abbiano titolo) la seconda, alternativa alla prima, è l'utilizzazione degli interessati su posti che dovessero rendersi disponibili in corso d'anno oppure per le supplenze brevi e saltuarie in ambito provinciale.

Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Inidonei ricollocabili anche presso gli uffici”
░ Ma va stabilito come, e quindi la norma difficilmente può essere attuata col prossimo settembre. (di Franco Bastianini).
Ma quale futuro attende concretamente i 3.500 docenti da anni collocati fuori ruolo perché dichiarati per motivi di salute permanentemente inidonei all'insegnamento ma idonei a svolgere altri compiti? Si tratta di funzioni indicate, a titolo meramente esemplificativo, dall'articolo 3 del contratto collettivo nazionale integrativo sottoscritto il 25 giugno 2008 (servizio di biblioteca e documentazione; organizzazione dei laboratori; supporti didattici ed educativi; supporto nell'utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche; attività relativa al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell'ambito del progetto di istituto).
La domanda sul loro destino non è meramente accademica ma sorge alla luce di una modifica che, in sede di conversione in legge del decreto legge 95/2012, è stata apportata al comma 13 dell'articolo 14 del medesimo decreto. Per effetto di tale modifica gli inidonei dovrebbero, infatti, poter transitare oltre che nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico, anche in quelli presso le amministrazioni pubbliche in cui potrebbero essere meglio utilizzate le professionalità del predetto personale. Si tratta indubbiamente di una modifica che va incontro ad una comprensibile richiesta degli interessati. Perché la modifica possa trovare applicazione sarebbe tuttavia necessario stabilirne le modalità, fissarne i termini per la presentazione della domanda e, soprattutto, indicare le disponibilità dei posti esistenti presso altre pubbliche amministrazioni. Tutte condizioni praticamente irrealizzabili nei termini indicati nel comma 13. Ne consegue che difficilmente l'obiettivo che si prefiggeva il Governo, quello cioè di inquadrare fin dal prossimo 1° settembre tutti gli inidonei nel ruolo degli assistenti amministrativi o tecnici, coprendo in tal modo i posti vacanti ed evitando un pari numero di nomine di supplenti annuali, potrà essere raggiunto. Un possibile rinvio che potrebbe consentire una più amplia riflessione su quella che dovrà essere la soluzione finale del problema. L'altra modifica apportata al testo del comma 13 interessa il personale docente che dovesse essere dichiarato temporaneamente inidoneo alla propria funzione, ma idoneo ad altri compiti. Questo personale non potrà essere utilizzato, come prevedeva l'originario comma 13, prioritariamente nella stessa scuola, ma solo nella provincia di appartenenza tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia.

CORRIERE DELLA SERA – 1 agosto 2012
“Università Tasse in aumento per (quasi) tutti. Stangata sui fuoricorso”
░ Il rincaro non riguarderà solo i fuori corso, come previsto dal testo uscito dalla commissione Bilancio del Senato.
I fondi in arrivo dallo Stato sono in calo da anni. E alla fine, per non chiudere bottega, le università potranno aumentare le tasse agli studenti. Il rincaro non riguarderà solo i fuori corso, come previsto dal testo uscito dalla commissione Bilancio del Senato. Certo, su di loro si dovrebbero concentrare gli interventi più forti, con la possibilità di un raddoppio per i pochissimi che hanno un reddito familiare Isee superiore ai 150 mila euro. Ma l'ultima modifica voluta dal governo estende gli aumenti anche agli studenti in regola con gli esami. Si salveranno, fino al 2016, solo quelli che hanno un reddito familiare al di sotto dei 40 mila euro l'anno. Un intervento del genere era nell'aria da tempo. Questa soluzione era stata già studiata dal precedente governo Berlusconi che però aveva deciso di archiviare il dossier perché il mondo della scuola e dell'università era già in guerra con l'allora ministro Gelmini e non era il caso di cercare lo scontro. Adesso ci risiamo, senza troppe proteste forse perché nel frattempo la crisi è precipitata e ci siamo quasi abituati a tasse e tagli. Nello stesso decreto c'è una norma che aiuta a restare in sella i rettori che si sono visti prorogare il loro mandato. L'ultima riforma dell'università ha messo un limite di sei anni alla durata del loro incarico che prima era in teoria illimitato e diceva che avrebbero dovuto lasciare la poltrona nell'anno successivo all'adozione del nuovo statuto. Il decreto sulla spending review stabilisce che per adozione va intesa non quella da parte dell'ateneo ma quella, successiva, fatta dal ministero. Molti rettori guadagneranno un anno e potranno restare fino al 2013.

Tuttoscuola – 2 agosto 2012
“Quante nomine in ruolo?”
░ In vista dell’imminente apertura del nuovo anno scolastico, c’è una comprensibile attesa per conoscere il numero di docenti e di personale Ata da immettere in ruolo.
In vista dell’imminente apertura del nuovo anno scolastico, c’è una comprensibile attesa per conoscere il numero di docenti e di personale Ata da immettere in ruolo. Nei mesi scorsi da parte dello stesso ministro erano state annunciate quantità contenute di quote possibili di nomine, nonostante vi sia una disponibilità notevole di posti vacanti. Secondo i calcoli della Cgil-scuola, a trasferimenti conclusi e tenendo conto dei pensionamenti certi, attualmente sono vacanti 27.668 posti comuni di docenti (2.232 nell’infanzia, 4.881 nella primaria, 12.206 nella I grado e 8.349 nelle superiori) e 3.226 di sostegno. Vi sono anche 8.180 esuberi che, tuttavia, soltanto parzialmente saranno riassorbiti. Come minimo vi sono, quindi, circa 23 mila posti vacanti. Quanti di quei 23 mila saranno disponibili per le immissioni in ruolo? Tutto dipende dall’autorizzazione del ministero del tesoro a cui da tempo il ministero dell’istruzione ha presentato richiesta. In attesa della risposta, data ormai per imminente, la Direzione Generale del personale del Miur ha pensato bene di scaldare i motori, emanando la nota prot. 5838 del 15 luglio… La nota invita i potenziali nominandi (quanti? 10 mila? 20 mila?) a “dotarsi di casella di posta elettronica certificata. Al riguardo si precisa che può essere utilizzata la casella di postacertificat@gratuita e finalizzata al colloquio fra cittadini e Pubblica Amministrazione”… Gli interessati dovranno “comunicare il nome della casella di posta elettronica certificata attraverso il sito delle istanze on line, al link http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/, accedendo con utenza e password (si ricorda che occorre essere regolarmente registrati) e utilizzando l’apposita funzione disponibile al percorso: “Gestione UtenzaàGestione Indirizzo di Posta Certificata. Si ricorda che, dopo avere inserito il proprio indirizzo PEC e nel caso in cui esso non sia del tipo postacertificat@, tale casella va validata utilizzando la funzione “Gestione Utenza Validazione Indirizzo di Posta Certificata” secondo le istruzioni ricevute con apposita comunicazione nella casella PEC indicata. Solo dopo tale operazione l’indirizzo PEC può essere correttamente utilizzato dalle applicazioni di convocazione. Tale operazione dovrà essere necessariamente effettuata entro il 20 agosto. Dal giorno successivo, infatti, sarà possibile per gli uffici competenti iniziare ad inviare le e-mail di convocazione agli utenti”.

Gazzetta di Modena – 2 agosto 2012
“Scuola, beffa per i precari: Niente soldi per le ferie”
░ I giorni maturati ma non goduti erano remunerati con uno stipendio Ma il governo cancella la norma con un provvedimento addirittura retroattivo
Ferie amarissime per gli insegnanti precari della scuola pubblica. Con un colpo di mano che sta facendo inferocire gli interessati (sono migliaia solo nella nostra provincia) il governo ha emanato una norma retroattiva con la quale ha eliminato il diritto alla corresponsione del compenso sostitutivo delle ferie maturate e non godute. La senatrice modenese Pd Mariangela Bastico definisce «assurdo l'atteggiamento negativo del governo e dei relatori, che lede un diritto costituzionalmente garantito«. In effetti, il diritto alle ferie è previsto dalla Costituzione per tutti i lavoratori e la situazione degli insegnanti, che non possono goderle durante l'anno scolastico per espresso divieto istituito per evitare problemi alle lezioni, si complica per coloro che hanno un contratto temporaneo o fino al 30 giugno di ogni anno. Per loro è previsto espressamente - non solo dalla legge ma anche dall'art. 7 della direttiva UE n. 2003/88 - il diritto a un assegno che remunera le ferie maturate durante l'anno ma che non possono essere godute sia per il citato divieto sia perché licenziati a partire dal 1 luglio, norma che la Corte di Giustizia Europea ha già interpretato come principio che non consente pratiche nazionali che limitino il diritto al compenso sostitutivo delle ferie non godute. Gli insegnanti di ruolo e quelli che hanno il contratto annuale fino al 31 agosto invece ne usufruiscono durante l'estate. Peraltro varie norme e sentenze sanciscono il divieto per il datore di lavoro scolastico di imporre al docente di godere le ferie in periodi non graditi, come Natale e Pasqua, come pure in passato alcuni presidi modenesi avevano tentato in danno dei precari ai quali si tentava di sottrarre il compenso per esigenze di risparmio. Si tratta di un compenso che coincide con uno stipendio, e che la Corte di Cassazione ha stabilito sia esentasse e che rappresenta uno strumento di sostentamento per centinaia di migliaia di lavoratori che restano senza stipendio nel periodo estivo per essere riassunti il primo settembre. Ora arriva la doccia fredda. In un primo momento sembrava una boutade, poi sembrava fosse una norma almeno non retroattiva e dunque applicabile dal prossimo anno e invece è immediatamente efficace tanto che un provvedimento di Palazzo Chigi ha imposto il congelamento dei compensi. Durante i lavori parlamentari la Bastico ha tentato di eliminare la norma ma oggi comunica che «dopo una lunga discussione è stato respinto l'emendamento che esclude il personale della scuola supplente temporaneo dalla norma che vieta il pagamento delle ferie per tutti i dipendenti pubblici». E si chiede: «Come sarà possibile riconoscere il diritto alle ferie ad un supplente?».

 

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti