Anief ha messo in moto un’altra attività per far rispettare i diritti dei lavoratori della scuola, avviando la nuova campagna “Non un euro di meno”. Ogni utente, tramite apposito modulo, potrà registrarsi e richiedere gratuitamente informazioni e consulenza sul proprio stato matricolare e sugli eventuali diritti relativi alla giurisprudenza.
Il giovane sindacato rappresentativo Anief torna a sottolineare come sia indispensabile il mantenimento dell’organico aggiuntivo per tutto il periodo del Pnrr, così da poter portare a termine i progetti. Infatti, le segreterie delle scuole italiane sono oberate di lavoro: è necessario l’incremento del personale per far fronte alle nuove attività. Il problema delle risorse è certamente importante.
Anief avvia i ricorsi per il riconoscimento dell’anticipo contrattuale 2022-24: richiede dunque l’aumento dell’Indennità di vacanza contrattuale (+63 euro) pagato anche ai precari nel cedolino di marzo.
Sulla Carta del docente c’è un’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea, emessa dalla VI Sezione il 18 maggio 2022 nella causa c-450/2, che ha superato il comma 121 della legge 107 del 2015 che negando il bonus di 500 euro al personale a termine contrasta “con la clausola 4 dell’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (recepito con Direttiva 1999/70/CE). Pertanto la quota annuale per l’aggiornamento va assegnata anche ai precari e questo sta accadendo nei tribunali italiani: a Castrovillari il Giudice del lavoro ha fatto assegnare a un docente - difeso dai legali Anief Giovanni Rinaldi, Walter Miceli, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Ida Mendicino – 2 mila euro e ha condannato il Mim al pagamento delle spese processuali.
Privare il docente dell’aggiornamento professionale rappresenta un atto ingiustificato e discriminatorio: su questo non vi è più alcun dubbio. Per tale motivo quando si va dal giudice a chiedere di vedersi assegnare la Carta del docente degli ultimi 5 anni si hanno altissime possibilità di riuscita. Anche a Cosenza, la scorsa settimana, il giudice del lavoro - della “Sezione Controversie di lavoro” - ha dato piena ragione alla tesi dei legali Anief, assegnando all’insegnante precario tra il 2018 e il 2021 che ha presentato ricorso per ottenere i 1.500 euro che l’amministrazione gli aveva negato in modo illegittimo.
Si sono concluse oggi le prove scritte del concorso docenti Pnrr per selezionare quasi 30.000 nuovi insegnanti della scuola secondaria: dalle informazioni che giungono dalle sedi scolastiche dove si stanno ultimando gli scritti, viene confermata l’alta percentuale di ammessi all’orale, vicina al 90%, derivante dagli esiti delle sessioni svolte nei giorni passati, oltre che per la procedura della scuola dell’infanzia e primaria, contrassegnata da un’altissima disparità regionale nel confronto posti-candidati, che ha visto passare all’orale oltre l’80% dei partecipanti.
“La Scuola italiana ha ricevuto dall’Unione europea importanti finanziamenti tramite il Pnrr, ma l’organizzazione per realizzarli non è stata mai adeguata e se non si fanno modifiche in corsa rischiamo fortemente di fallire gli obiettivi: per evitarlo, il sindacato Anief ha presentato alla Quinta Commissione della Camera dei deputati dieci specifiche proposte di emendamento sull’Istruzione pubblica al decreto legge 19/24 Pnrr”: lo dichiara oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Tagliare periodi di precariato nella ricostruzione di carriera di un lavoratore è un’azione illegittima. A ribadirlo è stato il giudice di Castrovillari che, tramite i legali Anief, ha presentato ricorso al tribunale calabrese per rivendicare “il riconoscimento “per intero” di tutti i periodi di servizio prestati a tempo determinato prima dell’immissione in ruolo, con conseguente quantificazione del differenziale retributivo maturato”. Il giudice, dopo avere esaminato la questione, non ha avuto dubbi: “Nel calcolo dell'anzianità occorre, quindi, tener conto del solo servizio effettivamente prestato, maggiorato, eventualmente, degli ulteriori periodi nei quali l'assenza è giustificata da una ragione che non comporta decurtazione di anzianità anche per il docente a tempo indeterminato (congedo ed aspettativa retribuiti, maternità e istituti assimilati)”.
Il prossimo sarà un fine settimana moderatamente felice per circa un milione e trecentomila lavoratori della scuola: venerdì 22 è infatti previsto l’accreditamento dello stipendio ai docenti e al personale Ata. I dipendenti immessi in ruolo o che hanno un contratto fino al 30 giugno o 31 agosto 2024 hanno potuto verificare - collegandosi nell’area riservata di NoiPA - che l’entità del compenso mensile risulta leggermente ridotta rispetto a quello passato per via dell’applicazione delle addizionali regionali e comunali.
Entra nella fase più importante il concorso docenti 2023 per titoli ed esami della scuola secondaria collegato al Pnrr, attraverso il quale dovrebbero essere immessi in ruolo nel settembre 2024 circa 44.000 nuovi docenti comprensivi della riserva di posti del 30% per i candidati che hanno svolto tre anni di servizio e a specifiche condizioni: la prova scritta è in corso di svolgimento, con sessioni da concludersi entro l’inizio della prossima settimana, il 19 marzo. La data però in alcune Regioni, come Emilia Romagna e Piemonte, potrebbe slittare: alcune regioni sono infatti ancora alla ricerca di commissari per la costituzione delle commissioni. Ad ogni modo, l’esame orale – al quale parteciperanno solo coloro che avranno superato la soglia minima dello scritto - non potrà avere inizio prima di aprile: ogni candidato infatti riceverà la convocazione almeno 15 giorni prima rispetto alla data del calendario di esami, pertanto considerata la conclusione delle prove il 19 marzo, si va a ridosso delle festività pasquali.
Seminari di legislazione scolastica “Il CCNL 2019- 21 Approfondimenti” e Assemblee sindacali: il sindacato rappresentativo Anief continua la campagna di formazione e informazione per i docenti e gli Ata delle scuole italiane, anche all’estero. Presente agli incontri Marcello Pacifico, leader nazionale Anief.
Non è possibile escludere gli insegnanti non di ruolo dalla Carta del docente utile all’acquisto “di molteplici strumenti e servizi potenzialmente idonei alla formazione e all’aggiornamento del docente, da ultimo anche per l’acquisto di servizi di connettività di strumenti informatici”: poiché l’art. 282 d.lgs. 297/94, il Testo Unico della scuola, prevede “l’aggiornamento delle conoscenze è un diritto dovere fondamentale del personale docente”, ne consegue che per “evitare l’effetto discriminatorio a danno dei lavoratori a tempo determinato, l’intero ammontare che doveva essere riconosciuto per il passato dovrà essere caricato sulla carta docente del ricorrente al momento del suo rilascio”.
In data odierna l’ANIEF, a firma del presidente Marcello Pacifico, ha inviato al Direttore Generale per i sistemi informativi e la statistica, Ing. Davide D’Amico, la richiesta di chiarimenti sulla gestione da parte delle segreterie delle domande che pervengono dal personale scolastico per usufruire del mese di congedo parentale retribuito all’80%, in attesa che il SIDI sia implementato con la relativa funzione.
Arriva la conferma dell’Aran: le ferie vanno comunicate dal dirigente al lavoratore, altrimenti devono essere retribuite. Il parere pubblicato dopo la sentenza del 18 gennaio 2024 della Corte di giustizia europea sulla compatibilità della norma italiana che vieta la monetizzazione delle ferie a dispetto di quanto previsto dalla direttiva 88/2003 nella causa C-218/22.
L’età del personale scolastico cresce. Anche tanto. Lo ha ravvisato l’Aran, l’Agenzia che opera per la PA, aggiornando i dati relativi agli occupati nella Pubblica Amministrazione per classi di età e genere. Nella scuola l’invecchiamento è evidente: su 1.183.442 lavoratori complessivi (di cui 933.945 donne e e 249.497 uomini), quasi la metà (ben 449.992) è compresa nella classe di età 50-59 anni. Nella PA la presenza di dipendenti appartenenti alla fascia anagrafica 50-59 anni è minore: su 3.238.744 lavoratori, solo 1.266.135 sono collocati in quel range. Nella scuola, se si guarda a tutti gli over 50 si scopre che oltre il 56,5% rientra in questa casistica. È emblematico anche che l’età media del personale scolastico, in prevalenza composto da insegnanti, è pari a 50,6 anni per gli uomini, 50,4 anni per le donne. Nei numeri dell’Aran c’è anche la mancanza di possibilità di fare carriera per chi lavora a scuola: su 1.183.442 lavoratori, ben 1.175.897 è personale non dirigente.
Sulla Carta del docente ancora una volta i legali Anief fanno il pieno di giustizia: al termine della loro azione giudiziaria per rivendicare i 500 euro annui per sei supplenze annuali svolte dal docente, il giudice del lavoro di Livorno gli ha dato piena ragione risarcendo l’insegnante con 3.000 euro e condannando il Ministero dell’Istruzione e del Merito anche al pagamento delle spese processuali pari a ben oltre 1.000 euro.
Sono molteplici i lati positivi e innovativi introdotti con il Contratto collettivo nazionale 2019/2021 riguardante i comparti Istruzione, Università e Ricerca: uno di questi riguarda gli assistenti tecnici del primo ciclo a cui è stata assegnata un’indennità di disagio, il cui tetto massimo – arrivato a 800 euro lordi annui - è stato aumentato proprio su richiesta dell’Anief. In pratica, i circa mille assistenti tecnici introdotti dall’anno scolastico 2021/22, destinati ai laboratori “Informatica” delle scuole dell’infanzia e primarie.
“Il Contratto collettivo nazionale 2019/2021 dei comparti Istruzione, Università e Ricerca ha prodotto diversi aspetti positivi, sia di tipo economico che normativo”: lo ha ricordato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, replicando in questo modo a chi ancora accusa i sindacati firmatari dell’intesa sottoscritta lo scorso 18 gennaio di non avere fatto il bene di circa un milione e mezzo di lavoratori.
Sulla Carta del docente c’è un’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea, emessa dalla VI Sezione il 18 maggio 2022 nella causa c-450/2, che ha superato il comma 121 della legge 107 del 2015 che negando il bonus di 500 euro al personale a termine contrasta “con la clausola 4 dell’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (recepito con Direttiva 1999/70/CE). Pertanto la quota annuale per l’aggiornamento va assegnata anche ai precari. E questo stanno facendo i giudici. Anche quello di Livorno, che ha accordato i 1.500 euro della Carta docente ad un insegnante della scuola secondaria superiore che tra il 2021 e l’anno scolastico in corso ha stipulato tre supplenze annuali con scadenza 31 agosto e 30 giugno.
Partendo dall’assunto legislativo introdotto con la Legge n. 107/2015 che la formazione degli insegnanti è “obbligatoria, permanente e strutturale”, per quale motivo i docenti precari non hanno accesso alla Carta del docente utile all’aggiornamento professionale? È chiaro che si tratta di un errore del legislatore. A questa conclusione è arrivato il giudice del lavoro di Livorno che ha accolto in pieno il ricorso prodotto dai legali Anief in difesa di un insegnante che nell’ultimo triennio scolastico ha lavorato come supplente, con contratti in scadenza 30 giugno e 31 agosto, senza ricevere un euro per la sua formazione.
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