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Tuttoscuola 5 aprile 2012
“Polemiche sulla chiamata diretta dei docenti”
░ La proposta di legge della Regione Lombardia che prevede la chiamata diretta dei docenti da parte delle scuole, sia pure limitatamente alle supplenze e a titolo sperimentale, trova la contrarietà dei sindacati.
Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, parla in una nota di “intervento che invade le competenze dello Stato in materia di reclutamento prefigurando una inaccettabile ‘balcanizzazione’ del sistema scolastico”.Durissimo anche Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, che chiede al ministro Profumo di “esprimere immediatamente un parere negativo” sulla legge regionale e parla di “deriva secessionista della Giunta Lombarda in materia d'istruzione”. L'Anief (Associazione professionale sindacale) annuncia che anche in questo caso farà ricorso in Tribunale per opporsi all'art. 8 della legge regionale, palesemente contrastante con la Costituzione. "La giunta lombarda, sostiene in una nota, si sta assumendo una responsabilità enorme nel contrastare le indicazioni della nostra Costituzione e dovrà spiegare le ragioni di questa insensata iniziativa direttamente ai giudici." Di “segnale molto positivo per tutto il mondo della scuola” parla invece Roberto Gontero, neo presidente di AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche), a cui giudizio “chi si oppone non lo fa per ragioni didattiche o pedagogiche, ma solo perché teme che possano venir meno quei superati meccanismi burocratici che regolano le assunzioni dei docenti in Italia, opponendosi a ogni volontà di reale cambiamento”. Assolutamente contrari alla chiamata diretta sono i precari, che annunciano una manifestazione per il 21 aprile prossimo. Un comunicato del coordinamento 3 ottobre di Milano, una delle loro organizzazioni, sostiene senza mezzi termini che “questa sperimentazione lombarda limiterà fortemente la libertà d'insegnamento dei docenti asservendoli ai dirigenti scolastici dei singoli istituti che avrebbero diritto di vita e di morte sui docenti neoassunti sempre più precarizzati e aumenterà il rischio di clientelismo e nepotismo nella selezione dei docenti”.

Il Sole 24 Ore – 6 aprile 2012
“Apprendistato, via di accesso anche nella Pubblica amministrazione”
░ Patroni Griffi punta sui contratti professionalizzanti e quelli per l'alta formazione; secondo la CGIL bisogna puntare, invece, sulla formazione lavoro, e chiudere la stagione del precariato.
Il documento predisposto dal Dipartimento della Funzione pubblica per il confronto aperto con i sindacati e le rappresentanze delle Regioni e degli enti locali punta molto sull'apprendistato come canale di accesso strategico dei giovani nelle amministrazioni. Il testo… cita in particolare due forme di apprendistato previste da nuovo Testo unico (dlgs 167/2011): l'apprendistato professionalizzante e quello di alta formazione e ricerca, entrambi applicabili al settore pubblico per il reclutamento di giovani tra i 18 e i 29 anni. Il ragionamento che fanno i tecnici di palazzo Vidoni sembra interessante perché, se dovesse fare breccia, può allineare le logiche di ingresso al lavoro di pubblico e privato in una prospettiva di lungo periodo rispettando, nel contingente, i vincoli di spesa. Per le nuove assunzioni dei giovani apprendisti si potrebbe utilizzare parte delle risorse che oggi sono destinate ai contratti flessibili (o ai tempi determinati) senza intaccare il blocco parziale del turn-over sulle nuove assunzioni, che è vincolato fino a tutto il 2013 al 20% dei pensionamenti. L'operazione apprendistato nella P.A. - che tra l'altro vanta buoni esempi in Europa, in particolare in Francia - potrebbe essere realizzata con una prima forma di reclutamento per concorso, nel rispetto quindi dei vincoli costituzionali sull'accesso nelle amministrazioni (articolo 97), cui potrebbe seguire un esame finale dopo il periodo di formazione per l'assunzione definitiva; un po' ricalcando e generalizzando il modello del «corso-concorso» che oggi viene utilizzato per il reclutamento della nuova dirigenza. Per attuare queste soluzione una strada normativa è già aperta: si tratta del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che… deve essere adottato entro il prossimo autunno d'intesa con Funzione pubblica, Lavoro ed Economia. … Sull'ipotesi di utilizzo dell'apprendistato come nuovo canale d'accesso alle amministrazioni la contrarietà maggiore arriva dalla Cgil, secondo cui senza inventarsi strade di difficile praticabilità, bisognerebbe invece utilizzare i contratti di formazione lavoro. La Cgil è poi contraria alla riduzione delle causali sui contratti a termine e chiede che il tema del recepimento della riforma Fornero nel settore pubblico venga accompagnato da un piano per l'assorbimento del precariato (oggi sono 120-130mila i lavoratori flessibili del settore pubblico) e per l'assunzione dei vincitori dei concorsi pubblici.

Tonino Russo Newsletter n.69 – 6 aprile 2012
“Il governo risolva il problema degli esodati e del personale Ata transitato allo Stato”
░ Due prese di posizione del deputato PD Tonino Russo, in sintonia con le battaglie dell’Anief anche in questi due casi.
Su una questione il governo non si è ancora espresso e non è un bene. Va, infatti, risolta al più presto la drammatica vicenda degli esodati, circa 350.000 persone, che sono prigionieri di un drammatico limbo: uomini e donne senza lavoro, senza ammortizzatori e senza tutele a cui va garantito un futuro. Non è pensabile che gli sia stata concessa l'opportunità di scegliere la pensione anticipata e che dopo poco, quando avevano lasciato il lavoro, lo Stato si sia rimangiato la promessa. Non è questo il modo in cui si trattano i cittadini. Anche su questo fronte stiamo dando battaglia e se non verremo ascoltati saremo pronti a valutare le conseguenze. Il Partito Democratico è dalla parte dei lavoratori. Infine, credo che questa possa essere anche l'occasione per affrontare, finalmente dopo più di un decennio, la triste vicenda del personale ata passato dagli enti locali allo stato, perdendo diritti e parte consistente dello stipendio oltre che la ricostruzione della posizione ai fini pensionistici. In tal ottica, credo che queste 70.000 persone a basso reddito devono essere risarcite, come prevede la sentenza della corte di giustizia europea di qualche settimana addietro. Per tale ragione, la scorsa settimana in VII commissione abbiamo audito i rappresentanti degli stessi e, come PD, ci siamo fatti promotori di una risoluzione che impegni il governo ad affrontare e risolvere il problema. Personalmente, penso che occorra più coraggio ed elaborare un emendamento da inserire nel dl lavoro che tratteremo nei prossimi giorni.

Italia Oggi – 10 aprile 2012
“Assunzioni dirette, già una realtà”
░ In Italia, tre scuole sono già da tempo autorizzate all’assunzione diretta dei docenti mediante concorso per titoli.
… I primi a scagliarsi contro la legge che porta la doppia paternità Roberto Formigoni e Valentina Aprea, sono i sindacalisti della FLC.CGIL e della CISL Scuola che parlano di una legge incostituzionale. Ma in verità da anni tre istituti pubblici, tutti di ispirazione di centrosinistra, sperimentano le assunzioni dirette…, la media a indirizzo musicale Rinascita-A Livi, di Milano, l’IC Scuola Città Pestalozzi, di Firenze, e l’istituto Don Milani-Colombo, di Genova. L’articolo della riforma lombarda incriminato recita: “Al fine di realizzare l’incrocio diretto tra domanda delle istituzioni scolastiche autonome e l’offerta professionale dei docenti, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi, differenziati a seconda del ciclo di studi, per reclutare il personale docente con incarico annuale. E’ ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola iscritto nelle graduatorie provinciali fino ad esaurimento…. Fu il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, nel 2006, ad autorizzare i tre istituti a sperimentare la chiamata diretta…. Le scuole redigono un bando per il reclutamento, lo pubblicano all’USP e sul proprio sito. I docenti interessati presentano la domanda con curricolo e sono valutati da un comitato eletto annualmente e composto da 4 docenti. Un colloquio orale accerta le competenze professionali in coerenza con le finalità della sperimentazione.

www.orizzontescuola.it – 10 aprile 2012
“Abilitazioni conseguite - a cascata. Le si vuole rinnegare per provare il TFA”
░ Si ha notizia del fatto che alcuni docenti tenteranno le prove di accesso per il TFA per classi di concorso per i quali risultano già abilitati, non direttamente, ma per effetto di "cascata". (LALLA)
Il dm 354/98, utilizzato a partire dal concorso ordinario del 1999 e poi nei cicli Ssis e nelle procedure di abilitazione riservata , ha aggregato alcune classi di concorso in ambiti, al fine di assicurare maggiore snellezza ed economicità alle procedure di abilitazione e di assicurare nel contempo, una più ampia mobilità professionale al personale docente. Gli ambiti disciplinari costituiti per le classi della tabella A sono:
A – AMBITI DISCIPLINARI (per aggregazione di classi di concorso prevalentemente in senso verticale): A.D. 1 – per aggregazione delle classi 25/A e 28/A; A.D. 2 – per aggregazione delle classi 29/A e 30/A; A.D. 3 – per aggregazione delle classi 31/A e 32/A; A.D. 4 – per aggregazione delle classi 43/A e 50/A; A.D. 5 – per aggregazione delle classi 45/A e 46/A; A.D. 6 – per aggregazione delle classi 75/A e 76/A.
B – AMBITI DISCIPLINARI (per aggregazione di classi di concorso in senso prevalentemente orizzontale): A.D. 7 – per aggregazione delle classi 36/A – 37/A; A.D. 8 – per aggregazione delle classi 38/A – 47/A – 49/A; A.D. 9 – per aggregazione delle classi 43/A -50/A – 51/A – 52/A. Ciò ha significato che il docente che ha acquisito l’abilitazione nella classe 52/A, in base a questo decreto, ha ottenuto l’abilitazione anche per le classi di concorso 51/A, 50/A, 43/A e l’iscrizione nelle rispettive graduatorie. Una volta acquisita, l’abilitazione è valida a tutti gli effetti, per cui i docenti hanno potuto lavorare anche nelle classi di concorso acquisite a cascata, senza alcuna limitazione. Conclusione: questi docenti sono in pieno possesso delle abilitazioni conseguite per ambito (a cascata), pertanto non rispondono al requisito di accesso previsto dal decreto 11 novembre 2011 per le prove del TFA: essere privi di abilitazione per la classe di concorso richiesta… Analizziamo la concreta possibilità di lavoro che deriverebbe dall’acquisire una seconda abilitazione per la stessa classe di concorso nella quale si dispone già di abilitazione. In base all’attuale normativa i docenti abilitati con il TFA saranno collocati nella II fascia delle graduatorie di istituto, riservata ai docenti in possesso di abilitazione ma non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Condizione quest’ultima che non potrebbe essere dimostrata dai docenti che conseguissero nuovamente un’abilitazione di cui sono già in possesso. Pertanto le opportunità lavorative non potrebbero derivare dall’inserimento in una nuova graduatoria (per giunta subordinata a quella in cui si trovano attualmente), impossibile da realizzare. Quanto alla possibilità invece di accedere al corso per avere un punteggio aggiuntivo derivato dalla nuova abilitazione (stabilito in 3 punti dall’attuale tabella di valutazione dei titoli) esso risulterebbe inficiato dalla non corretta applicazione della procedura di accesso al corso. Consigliamo ai colleghi di tentare il test di accesso al TFA per classi di concorso per le quali sono realmente privi dell’abilitazione, e in possesso dei crediti necessari per l’accesso. Invitiamo anche le organizzazioni sindacali ad intervenire per chiarire la questione.

La Tecnica della Scuola – 10 aprile 2012
“Docenti inidonei: assegnazione provvisoria nei ruoli ATA”
░ Con la nota prot. n. 2359 del 29 marzo scorso, il Miur ha fornito indicazioni in merito all’assegnazione della sede provvisoria per il personale docente parzialmente inidoneo per motivi di salute da inquadrare nei profili professionali di assistente tecnico e di assistente amministrativo. (Di Lara La Gatta).
Dopo una prima fase di individuazione del personale in questione, quella successiva consiste appunto nell’assegnazione della sede provvisoria per
il corrente anno scolastico, previa sottoscrizione di apposito contratto, al fine della partecipazione alle operazioni di mobilità, allo scopo della attribuzione della sede di titolarità, a decorrere dal 1° settembre 2012. In particolare, con riferimento a coloro che hanno presentato la domanda esprimendo la preferenza ad essere inquadrati nei ruoli Ata in provincia diversa rispetto a quella di servizio, il Miur sottolinea che l’accoglimento delle istanze da altra provincia non deve ingenerare situazioni di soprannumerarietà ed è, comunque, subordinato alla preventiva sistemazione di tutto il personale già in servizio nella provincia medesima. Sui posti accantonati, secondo le consistenze indicate all’atto dell’assegnazione dei contingenti provinciali per le immissioni in ruolo, sono stati stipulati contratti di lavoro a tempo determinato. Di conseguenza, i dirigenti scolastici dovranno revocare le nomine dei supplenti temporanei, senza soluzione di continuità rispetto all’assunzione in servizio del personale docente inidoneo. L’operazione di immissione nel ruolo Ata dovrà obbligatoriamente essere registrata sul Sidi, a cura dei dirigenti scolastici e contestualmente all’assunzione in
servizio, attraverso apposita funzione. Alla nota è allegato anche il modello di contratto che deve essere sottoscritto dall’interessato e dal dirigente scolastico della sede provvisoria di assegnazione e poi inviato, a cura della scuola, al competente ufficio del Mef. Le indicazioni di cui sopra – conclude la nota ministeriale - si riferiscono al personale che all’atto dell’entrata in vigore della legge n. 111/2011 si trovava già in utilizzazione in qualità di docente dichiarato permanentemente inidoneo all’espletamento alla funzione docente, ma idoneo ad altre mansioni. Per il personale dichiarato inidoneo all’insegnamento successivamente all’entrata in vigore di tale legge, si provvederà all’assegnazione della sede provvisoria anche in corso d’anno ed anche in soprannumero rispetto all’organico provinciale, tenuto conto che lo stesso personale, qualora intenda chiedere l’inquadramento nei profili Ata, deve presentare la relativa istanza nel termine di 30 giorni dalla dichiarazione di inidoneità, formulata dal competente organo sanitario.

Italia Oggi – 10 aprile 2012
“Esuberi, si tratta sotto Brunetta”
░ Al tavolo della Funzione pubblica, i sindacati fronteggiano i vincoli imposti dalla riforma dela Pubblica amministrazione. Per la Scuola, l’obiettivo è ricollocare, per il prossimo anno 10mila professori soprannumerari e in esubero. (di Antimo Di Geronimo).
Al via la ricollocazione dei soprannumerari e del personale in esubero. Il 2 aprile scorso sono iniziate le trattative tra sindacati e amministrazione per la stipula del contratto sulla mobilità annuale: il testo negoziale che dovrà regolare la ricollocazione dei circa 10mila docenti in esubero e degli altri che andranno in soprannumero nell’organico di diritto…. Quest’anno il negoziato parte con quelche motivo di preoccupazione in più. In primo luogo perché l’anno scorso l’amministrazione decise di bypassare il tavolo negoziale e procedere con ordinanza… E in secondo luogo perché dalla tenuta del sistema delle relazioni sindacali dipenderà anche la possibilità di scongiurare licenziamenti di massa nella scuola… Soluzione che esiste già… consente di ricollocare i docenti in esubero utilizzandoli secondo il titolo di studio posseduto. Dunque prescindendo dal possesso dell’abilitazione nella classe di concorso specifica, in forza della professionalità già acquisita sul campo…

Italia Oggi – 10 aprile 2012
“Per i neo immessi, niente utilizzazione”
░ La norma restrittiva non si applica a coloro che abbiano ottenuto la retrodatazione della immissione in ruolo al primo settembre 2010..
Quest’anno i neoimmessi in ruolo non potranno presentare l’utilizzazione o l’assegnazione provvisoria interprovinciale. E’ l’effetto dell’entrata in vigore dell’art.9 comma 21 della legge n.106/2011….Le nuove disposizioni sono state già applicate al contratto sui trasferimenti e i passaggi, me è stata comunque introdotta una deroga per quento riguarda i disabili e chi li assiste. L’utilizzazione è un provvedimento di mobilità annuale generalmente destinato ai docenti che hanno subito un trasferimento d’ufficio in quanto soprannumerari, oppure che non abbiano ancora ottenuto la sede definitiva, oppure ancora ad altre categorie di docenti elencate nel contratto sulle utilizzazioni… In ogni caso i destinatari dei movimenti sono solo docenti con contratto a t.i….. Le assegnazioni provvisorie sono provvedimenti di mobilità annuale destinati ai soggetti che intendano avvicinarsi alla famiglia….

Messaggero Veneto – 13 aprile 2012
“Concorso presidi, via agli orali tra i ricorsi”
░ I giudici del Tar hanno respinto la prima richiesta di annullamento delle prove regionali.
Gli esami orali del concorso per dd.ss. inizieranno oggi. Per il momento, quindi, proseguirà tutto come previsto, fatta salva l’appendice della sessione straordinaria già annunziata dalla direttrice dell’USR, Daniela Beltrame. Al momento, però, la sessione aggiuntiva vede iscritto un unico professore, ammesso con riserva dal tribunale amministrativo di Trieste. Ieri, invece, i giudici del Tar hanno respinto il ricorso presentato… per conto di un gruppo di professori che puntavano all’annullamento del concorso per presunte irregolarità della costituzione della commissione giudicatrice. Secondo i giudici, infatti, “poiché i ricorrenti non hanno chiesto l’ammissione con riserva alle prove orali, ma unicamente la sospensione delle stesse, nel bilanciamento degli opposti interessi appare preminente quello dell’Amministrazione e di chi ha superato la prova”.
 

La Tecnica della scuola n. 15 – 25 marzo 2012
“Formazione iniziale docenti, ancora tanti interrogativi”
░ Il Miur ha stabilito (D.M. n. 31 del 14 marzo 2012) per ogni regione i posti, le classi di concorso, le università che attiveranno i corsi TFA di docenza nella secondaria; si passa ora ai complessi adempimenti organizzativi per la preselezione di giugno. Riportiamo alcuni passi dell’articolo di C.Virzì.
… La nuova informazione consente ai diversi interlocutori (uffici scolastici regionali, università, Afam e scuole) di avviare, ognuno per la parte di competenza, l’iter istruttorio e definire le procedure necessarie per il concreto avvio dei corsi…. Ministero istruzione: deve predisporre la prima prova (test) selettiva uguale a livello nazionale che si terrà in tutte le sedi lo stesso giorno. E’ un’operazione molto delicata. In molte città avremo migliaia di concorrenti per una singola classe di concorso a fronte di 15-20 posti da assegnare. Ufficio scolastico regionale: l’Usr ogni anno ha il compito primario di definire in collaborazione con le scuole la programmazione del fabbisogno e comunicarla al Ministero per la successiva deliberazione e per l’emanazione del relativo decreto. Per quest’anno la partita è già chiusa, i 20mila posti sono (è più prudente, visti gli elenchi, dire sarebbero) il risultato di tale programmazione. Ogni Usr deve immediatamente procedere alla definizione dell’elenco telematico delle scuole disponibili e idonee a sottoscrivere la convenzione con cui verrà dato il via libera all’ospitalità dei tirocinanti e segnalare alle università i dirigenti scolastici e i docenti tutor (tutor organizzatori e tutor dei tirocinanti) che insieme ai docenti universitari e ai rappresentanti degli studenti tirocinanti daranno vita al consiglio di corso di tirocinio e avranno la responsabilità di condurre le azioni di tirocinio, indiretto e diretto. Università e Afam: devono affrontare la parte più complessa. Decidere quali facoltà o istituti coinvolgere, sulla base delle tipologie di abilitazioni che devono rilasciare e quali docenti e ricercatori nominare per la conduzione delle diverse attività. Inoltre devono definire, in collaborazione con le scuole convenzionate, il consiglio di tirocinio, costituito da docenti e ricercatori universitari o Afam, dirigenti scolastici, docenti di scuola secondaria e, infine, rappresentanti dei tirocinanti che entreranno a far parte del consiglio dopo l’avvio dei corsi. Sottoscrivere con le scuole che ospiteranno i tirocinanti la convenzione che regolerà la collaborazione scuola-università/Afam e decidere se gestire l’intera partita da sole o in rete con altre strutture di ateneo o di Afam. Il consiglio di corso di tirocinio, una volta insediato, deve procedere alla nomina della commissione d’esame per la selezione (test ministeriale, prova scritta e prova orale) dei candidati e deve elaborare un suo statuto che regoli il funzionamento e il ruolo delle diverse istituzioni. Scuole: le singole scuole devono inserire l’ospitalità del tirocinio nella propria programmazione con delibere dei propri organi collegiali e devono comunicare all’Usr le informazioni che gli uffici regionali devono pubblicare online a corredo dell’identità di ogni istituto scolastico: a) l’elenco degli insegnanti con contratto a t.i., disponibili a svolgere il compito di tutor, con il rispettivo curriculum vitae; b) il piano di realizzazione e d’inserimento nel Pof della scuola delle attività di tirocinio attivo; c) eventuali precedenti esperienze di tirocinio; d) esistenza di dipartimenti disciplinari o pluridisciplinari attivi; e) eventuale partecipazione dell’istituzione scolastica alle rilevazioni degli apprendimenti nazionali e, se campionata, internazionali; f ) presenza di laboratori attrezzati; g) altri elementi che possono concorrere alla valorizzazione delle esperienze delle scuole …
www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 317 – 29 marzo 2012
“La valutazione DISAL”
░ Riprendiamo in abstract, dal periodico dell’ASAS, un’articolata riflessione della DISAL, in tema di valutazione di sistema e sui progetti sperimentali MIUR in materia di valutazione delle scuole e della professionalità dei docenti e dei dirigenti scolastici.
Sul valutare. 1. Non solo riteniamo fondamentale e urgente ogni iniziativa di sistema o progetto sperimentale per introdurre e far crescere nella scuola italiana una cultura della valutazione complessiva ma sosteniamo che questo debba avviarsi nella prospettiva di un sistema nazionale che però riveda assolutamente l’impostazione data dalla Legge 10 del 26.2.2011, purtroppo non sostanzialmente modificata dal DL del 3.2.2012. 2. In generale comunque sosteniamo che la valutazione, per essere utile, realistica ed efficace debba procedere di pari passo tra scuola, dirigenti e docenti….3. Riteniamo che il riferimento scientifico, alla luce del quale condurre i percorsi sperimentali e l’istituzione del sistema nazionale, rimane a tutt’oggi il documento Ichino, Checchi e Vittadini INVALSI 2009, dal quale si debbono assumere in linea di massima suggerimenti generali: - la scuola dovrà essere valutata sui risultati che consegue in termini di apprendimenti degli studenti, più che sulla congruenza dei processi; - ogni progetto o metodologia per la valutazione deve mettere al centro i risultati ottenuti e quindi gli strumenti debbono in qualche modo osservare il “valore aggiunto” ovviamente tenendo conto delle condizioni di partenza del campo di azione; - la valutazione dei docenti dovrà fare riferimento ad un sistema misto di dati oggettivi e relazionali; - la valutazione dei dirigenti dovrà fare chiaro riferimento ai limiti posti dalle norme all’attuale azione professionale; - ogni valutazione esterna va promossa e coordinata con l’autovalutazione di istituto; - si dovrà costituire un ente “terzo” rispetto a scuole e Ministero; - occorrerà nel tempo rimediare all’assenza di un corpo tecnico di esperti valutatori; - qualsiasi percorso utilizzato dovrà prevedere modalità di restituzione e di diffusione dei risultati.
Su Vales scuole. 1. Condividendo in generale gli obiettivi indicati nella proposta, segnaliamo l’utilità che, nella prosecuzione Vales, si allarghi a contesti culturalmente disponibili alla sperimentazione…. 2. Rispetto all’impianto proposto riteniamo invece si debba disgiungere, per utilità e rispondenza all’attuale contesto normativo e contrattuale, il percorso valutativo della scuola da quello della dirigenza, che invece, pur avvenendo anche nella stessa istituzione e nella stessa durata, dovrà poter individuare strumenti e percorsi propri, anche in relazione al fatto che questi vengono collegati ad una futura efficacia contrattuale
(retribuzione di risultato). 3. Proposte: - vanno utilizzati in forma incrociata la rilevazione degli apprendimenti realizzata dalle scuole e quella effettuata dall’Invalsi, così che la valutazione delle scuole risulti alla fine fondata principalmente su una misurazione dell’apprendimento degli studenti; - ovviamente l’attenzione agli apprendimenti dovrà realizzarsi nell’ottica del “valore aggiunto” in relazione al contesto sociale e culturale della scuola. Per questo il solo ricorso ai dati INVALSI non appare sufficiente; - non è possibile valutare la scuola solo attraverso l’azione di soggetti esterni. Lo stimolo ad un’autovalutazione di istituto è altrettanto indispensabile in
quanto il Piano di miglioramento deve avere un soggetto interlocutore in grado di garantire, nella messa a regime in futuro, la valutazione delle istituzioni scolastiche; - va costituito un team interno di autovalutazione che deve essere diretto dal dirigente scolastico quale garante dell’unità di azione complessiva. Il team va coordinato con il gruppo di valutatori esterni, pur mantenendo questi la propria autonomia;
- pur lasciando alle scuole i criteri di scelta, tuttavia nel percorso valutativo debbono essere direttamente coinvolti i genitori, i soggetti sociali esterni che ordinariamente collaborano con la scuola e, nelle scuole superiori, gli studenti del triennio; - occorre trasparenza nella selezione dei team esterni di valutazione per evitare quanto è successo, ad esempio, per le vicende SiVaDis; - va garantita la pubblicizzazione dei risultati, magari utilizzando il sistema “Scuole in chiaro”; - se si eccettua il compenso ai membri dei team operanti, il supporto finanziario ai progetti nelle scuole (che dovrà essere gestito autonomamente dalla scuola che tuttavia ne dovrà rispondere pubblicamente) deve potersi diversificare in relazione ad almeno tre gradi di risultati in relazione ai LEP che assicurano l’unitarietà dell’ordinamento (eccellente, ordinario, insufficiente). Senza differenziazione non esiste interesse e stimolo alla valutazione; - occorre indicare criteri che alla fine conducano ad una differenza di risorse laddove ci siano evidenti e clamorosi discostamenti dagli obiettivi minimi che vanno assicurati come LEP; - il previsto gruppo di coordinamento USR dovrà attuarsi solo se coordinato da esperti INVALSI, non esistendo garanzia di tale livello….

www.governarelascuola.it - 1 aprile 2012
“Il controllo della pensione”
░ Efficace, come di consueto, il quadro di sintesi prodotto da Pietro Perziani, in un articolo del suo settimanale telematico.
Non è facile effettuare una verifica della correttezza dell’importo della pensione e della buonuscita… E’ però possibile effettuare almeno un controllo di massima, centrato sulla somma …delle diverse voci della retribuzione che in modo diverso concorrono a determinare la base su cui viene calcolata la pensione e la buonuscita…
1-GLI ADEMPIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE PER LA PENSIONE. L’Amministrazione deve produrre alcuni atti, tutti indispensabili; in genere sono gli Uffici Provinciali che provvedono a questi adempimenti. L’Amministrazione deve inviare una copia dei diversi atti agli interessati; nel caso non lo faccia, al massimo entro giugno ci si deve far dare una copia di tutti gli atti sotto riportati perché il primo controllo da fare è su tali atti
La ricostruzione di carriera. Prima di tutto, l’Amministrazione deve fare la ricostruzione della carriera, nel caso naturalmente non sia stata ancora fatta; stiamo parlando della ricostruzione di carriera ufficiale di competenza dell’USR, non delle comunicazioni provvisorie fatte dalle scuole…. I dati della ricostruzione di carriera e dell’inquadramento a dirigente vengono assunti dal sistema informatico e riprodotti in via automatica nei prospetti di cui parleremo a breve. La determinazione dei periodi contributivi In seconda battuta, l’Amministrazione deve procedere alla determinazione dei periodi contributivi utili per la pensione e la buonuscita.Nel caso non sia ancora stato fatto, vanno definite le pratiche di ricongiunzione, riscatto e computo per la pensione e per la buonuscita, naturalmente quelle di competenza dell’Amministrazione…. A quanto comunicato dall’Amministrazione, andranno aggiunti eventuali periodi riscattati dall’interessato direttamente all’Inps/Inpdap…
Il prospetto per la pensione. L’Amministrazione invia all’Inps/Inpdap un “Prospetto dati per trattamento di pensione”; si tratta di un modello meccanografico predisposto dal sistema informatico che riporta la situazione retributiva dell’interessato a partire dal 1993 fino alla data cessazione. Si segue questa procedura perché, anche se non tutti lo sanno, anche nel sistema retributivo il totale della pensione è determinato dalla somma di due quote: - una I quota, che va dall’inizio della contribuzione fino al 1992, che viene calcolata sulla base dell’ultimo stipendio, chiamata “Quota A”. - una II quota, che inizia dal 1 gennaio 1993 e dopo la riforma si ferma al 31 dicembre 2011, chiamata “Quota B”. A queste quote bisognerà aggiungere quella calcolata sistema contributivo, una “Quota C” dal primo gennaio 2012 al pensionamento….
2-GLI ADEMPIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE PER LA BUONUSCITA. Il prospetto è di sole due pagine. Nella prima vengono indicati i “Servizi e periodi valutabili”; importante: vengono indicati solo i periodi con versamenti all’Inps/Inpdap, a cui l’Ente aggiungerà gli eventuali servizi o periodi ammessi a riscatto. Nella II pagina vengono indicati: - La retribuzione…


La Repubblica – 1 aprile 2012
“Bankitalia: l’Italia,i dieci più ricchi hanno quanto i 3 milioni più poveri”
░ Stando ai dati di uno studio pubblicato negli Occasional papers di Bankitalia, la ricchezza è sempre più legata ai patrimoni e meno al reddito. Sono i giovani che si trovano in maggiore difficoltà.
L'Italia è ancora un Paese piuttosto ricco, ma la "dote" dei contribuenti è composta sempre più dal patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito. Negli ultimi anni inoltre, si è invertita la distribuzione della ricchezza tra le classi di età: oggi al contrario che in passato gli anziani sono più ricchi dei giovani che non riescono ad accumulare, rivela ancora lo studio. E se da un lato i dati evidenziano l'esistenza di un conflitto generazionale in termini di redditi, lo studio di Giovanni d'Alessio conclude che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri Paesi europei.

LA STAMPA – 2 aprile 2012
“Vecchiaia, addio ai quindici anni”
░ La riforma Monti-Fornero salva le agevolazioni per invalidi all’80%; ci si interroga sul futuro dei versamenti volontari.
La riforma Monti Fornero ha salvato le norme pensionistiche speciali relative ai non vedenti e agli invalidi all’80%. I ciechi possono ancora ottenere la pensione di vecchiaia : A) a 50 anni di età se donne, a 55 se uomini, non vedenti da prima di iniziare a versare i contributi Inps, o quanto meno da 10 anni di assicurazione e contribuzione dopo la cecità; b) a 55 anni le donne e a 60 gli uomini, negli altri casi…. Anche gli invalidi con una riduzione della capacità di lavoro di almeno l’80% possono ancora oggi andare in pensione di vecchiaia con 55 anni anni se donne e 60 se uomini. Eliminato, invece, il vantaggio riconosciuto nel 1992 ai lavoratori, allorché il requisito minimo contributivo iniziò gradualmente a salire dai 15 ai 20 anni. Fu deciso, a quell’epoca che chi avesse raggiunto già i 15 anni non fosse toccato dall’aumento. Ma ora la circolare Inps 85/2012 sostiene che “il diritto si consegue esclusivamente in presenza di un’anzianità contributiva minima di 20 anni”. Ma ci sono due fatti da chiarire: il primo è legato ai versamenti volontari, che se autorizzati entro il 1992 hanno permesso di andare in pensione con soli 15 anni di versamenti. E’ abolita anche questa eccezione, legata alla prima ? Il secondo riguarda la circolare 23/2012 del Miur che conferma la validità attuale dei 15 anni…

ITALIAOGGI – 3 aprile 2012
“Le cattedre saranno congelate”
░ Profumo firma il decreto sull’organico (nonostante l’aumento di alunni, i posti in organico restano 600.839), e chiede aumenti al Ministero dell’Economia (le diecimila assunzioni… da quando ?).
…per fare fronte all’aumento degli studenti in alcune regioni, come l’Emilia Romagna o la Lombardia, il ministro ha tagliato in altre, come la Basilicata e la Campania … Il problema è sempre lo stesso: cercare di smontare la clausola di salvaguardia fissata con il decreto n.89/2011 dall’allora ministro Tremonti, e ribadita dall’art.50 del decreto Semplificazioni del governo Monti….

ITALIAOGGI – 3 aprile 2012
“Autonomia si, ma con i fondi privati”
░ La novità della riforma degli organi collegiali, al rush finale, alla Camera (VII Commissione Cultura, dopo anni di attesa. Previste maggiori entrate per le scuole, grazie a fondazioni e imprese. (di Mario D’Adamo)
Autonomia statutaria riconosciuta alle istituzioni scolastiche per aumentarne la capacità di autogoverno; rispetto di determinati vincoli e criteri per costituire reti, associazioni e consorzi… e autovalutazione d’istituto obbligatoria… Niente nuovi finanziamenti provenienti dallo Stato… Nel giro di un mese, la riforma potrebbe diventare legge… La Commissione sta lavorando in sede referente ma… intende chiedere… la sede legislativa senza il passaggio in Aula, e subito dopo trasmettere il testo al Senato….Separazione tra funzioni di indirizzo, di gestione e funzioni tecniche… Il Consiglio di istituto cambia nome, diventa Consiglio dell’autonomia ma continua a essere presieduto da un genitore e mantiene le vecchie competenze cui si aggiunge quella relativa allo Statuto…. Il Consiglio dell’autonomia è l’organo di indirizzo ma se non c’è la relativa proposta del d.s. non può affrontare alcune materie (il pof, il programma annuale, il conto consuntivo e il regolamento di istituto)….Vi debbono essere rappresentati…– uno o due -delle realtà culturali, sociali professionali e produttive di riferimento… Il consiglio dura in carica tre anni… Il personale Ata non vi è rappresentato…. Il d.s. è organo di gestione e svolge ancora gli stessi compiti… L’organo tecnico è il Consiglio dei docenti, che opera anche per commissioni, dipartimenti e consigli di classe, dei quali non fanno più parte i genitori che, però, troveranno una loro rappresentanza negli organismi di partecipazione istituiti con lo Statuto. Nasce il nucleo di autovalutazione, da tre a sette membri compreso un soggetto estermo e un rappresentante delle famiglie. Esso opera con la collaborazione dell’Invalsi…. Confermando l’abrogazione di tutti gli organi collegiali territoriali, si istituisce il Consiglio nazionale delle autonomie scolastiche, che sostituirà il CNPI, mentre le regioni dovranno individuare luoghi di rappresentanza delle istituzioni scolastiche e e istituire la conferenza regionale del sistema educativo….

ITALIAOGGI – 5 aprile 2012
“Praticantato di 18 mesi anche per i diplomati”
░ La disposizione è contenuta nella legge 27/2012; il Consiglio Nazionale dei Periti industriali lo segnala ai collegi territoriali.
Nell’informatica, che in sostanza anticipa in via informale il contenuto dell’O.M., con la quale entro la metà di Aprile verrà indetta la sessione 2012 degli esami di abilitazione per l’esercizio della professione, si specifica che le nuove norme troveranno immediata applicazione anche per i giovani tirocinanti che, secondo la norma esistente in materi (17/90) non hanno ancora completato il periodo di praticantato stabilito in tre anni di attività tecnica subordinata in azienda, e in due anni presso uno studio professionale….

la Repubblica – 5 aprile 2012
“Nuove regole per 50mila precari; il prof lombardo diventa a chiamata”
░ Per i precari (nelle GE di Milano sono iscritti in 20mila) sparisce, adesso, la certezza del punteggio. I numeri della scuola in Lombardia: 1.143322 gli alunni; 92791 gli insegnanti di ruolo. Le nuove regole, valide per un triennio, vanno in vigore col prossimo a.s. I sindacati protestano; il coordinamento dei docenti scenderà in piazza il 21 aprile.
Una riforma che potrebbe cambiare le sorti di circa 50mila precari della scuola in tutta la Lombardia… sparigliando l’ordine delle graduatorie nelle quali sono inseriti ormai da anni…. Solo una piccola parte di chi è nella Graduatoria a Esaurimento riesce ad avere un posto: quest’anno, tra Milano e provincia sono 6470 i supplenti nelle scuole… posti che adesso potranno essere assegnati dai presidi delle scuole, attraverso concorsi interni…

left – 6 aprile 2012
“Scuola senza soldi”
░ L’assunzione sfumata di 10mila precari ? Non dipende dai “cattivi” del Tesoro; è che mancano le risorse. Così anche per il Tempo pieno. In compenso arrivano fondi europei al Sud per edilizia scolastica e un nuovo concorso per reclutare insegnanti, oltre alle graduatorie. Una intervista al sottosegretario Rossi Doria.
D. Sottosegretario, è soddisfatto del lavoro svolto in questi 4 mesi. E’ difficile smontare la riforma Gelmini ?
R…. Ci spetta provare a rendere le cose un po’ più semplici, alle scuole, e riaprire il dibattito sui processi educativi… E’ un lavoro sul merito delle questioni, di tipo artigianale…
D.Quali primi obiettivi sono stati raggiunti ?
R….Il Piano Coesione dei ministri Barca e Profumo, che rialloca i Fondi europei alle 4 regioni del Sud destinando circa un miliardo a edilizia, lotta alla dispersione, rafforzamento delle competenze di base, innovazione tecnologica delle scuole. Gli ulteriori 550 milioni sboccati dal Cipe per l’edilizia scolastica. Il tavolo Rom convocato dal ministro Riccardi.. Il tavolo che convocheremo a breve sulle pari opportunità e la cultura di genere. Il decreto semplificazioni, che introduce modalità più snelle per l’assegnazione degli organici alle scuole e alle reti di scuole. Un nuovo clima che ha consentito, dopo anni, di lavorare d’accordo, Governo e Parlamento, sul testo di governance della scuola. L’avvio del rush finale per la chiusura della lunga fase sperimentale delle Indicazioni del Curricolo delle scuola di base e la stesura di un testo definitivo…. La ripresa di una discussione di merito e propositiva, da parte di tutti, in Conferenza Stato-Regioni, sul Titolo V Cost… La creazione di tavoli di lavoro degli studenti sul diritto allo studio, presso il Miur. In 4 mesi non è poco.

ItaliaOggi – 6 aprile 2012
“Insegnanti supplenti per chiamata”
░ La riforma di Formigoni consentirà ai presidi di scegliere i docenti (il redattore di Italia Oggi ne è convinto, e lo è anche il dott.Colosio.
Sarà pure una mini-riforma, ma certo l'introduzione dalla chiamata degli insegnanti supplenti, approvata l'altro ieri dalla Lombardia di Roberto Formigoni, è l'unica cosa che si muove concretamente nella scuola italiana dopo tanti anni, anche perché l'ultima revisione dei cicli nella scuola superiore, voluta da Mariastella Gelmini, era solo una riorganizzazione amministrativa. E, per quanto piccolo, il cambiamento ha un effetto politico non secondario: far uscire il governatore dal cantuccio in cui le grane giudiziarie della sua maggioranza l'avevano relegato. Il provvedimento è stata inserito in una norma omnibus, battezzata Cresci Lombardia alla maniera montiana, che all'articolo 8 recita: «Le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi per reclutare il personale docente con incarico annuale». Una sperimentazione che dovrebbe essere avviata col prossimo anno scolastico, 2012-2013, previo accordo con lo Stato, vale a dire il ministero dell'Istruzione di Francesco Profumo. Insomma se prima i presidi, nelle supplenze annuali, dovevano sorbirsi il docente inviato dal provveditorato (ora ufficio scolastico provinciale) sulla scorta di una graduatoria stilata sostanzialmente sulla base dell'anzianità, oggi i capi di istituto lombardi potranno scegliere chi più gli aggrada, in base alle competenze reali, alla concreta capacità di insegnamento, alle qualità personali. Insomma se prima, volenti o nolenti, i presidi dovevano accontentarsi, potevano dire di no a un insegnante solo in casi gravi ed estremi, oggi possono mettersi un po' nei panni dei direttori delle risorse umane e provare a selezionare i migliori, seppure fra i supplenti…. L'uomo del ministro in Lombardia, vale a dire il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio, ha parlato alla cronaca milanese del Corsera di «una sperimentazione interessante». Perché, ha chiarito il dirigente, «il fatto che le istituzioni scolastiche possano avere voce in capitolo nell'utilizzo delle risorse è importante, naturalmente all'interno di regole chiare e condivise. In Lombardia abbiamo 100 mila insegnanti, la gestione diretta è una soluzione importante per tutti, e consentirà la valorizzazione dei docenti».

 

www.governarelascuola.it - 18 marzo 2012
“Il ddl 953 sull’autogoverno delle scuole”
░ Lo scorso 22 marzo è stata approvato il ddl 953, in Commissione Cultura alla Camera. Il testo è più stringato rispetto a quello originario. Il passaggio definitivo in Senato potrebbe avvenire prima dell’estate. Riportiamo l’abstract dei 13 articoli del ddl.
Capo I AUTONOMIA STATUTARIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE STATALI.
Art. 1.(L'autonomia scolastica e le autonomie territoriali).
1. L'autonomia delle istituzioni scolastiche, sancita dall'articolo 117 della Costituzione, è riconosciuta sulla base di quanto stabilito dall'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e succ. modif., e dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275. 2. Ogni istituzione scolastica autonoma, che è parte del sistema nazionale di istruzione, concorre ad elevare il livello di competenza dei cittadini della Repubblica e costituisce per la comunità locale di riferimento un luogo aperto di cultura, di sviluppo e di crescita, di formazione alla cittadinanza e di apprendimento lungo tutto il corso della vita. Lo Stato, le Regioni e le autonomie locali contribuiscono al perseguimento delle finalità educative delle istituzioni scolastiche esercitando le funzioni previste dal d.lgs 31 marzo 1998, n. 112, e succ. modif. Vi contribuiscono, altresì, le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, ciascuna secondo i propri compiti e le proprie attribuzioni. 3. Alle istituzioni scolastiche è riconosciuta autonomia statutaria, nel rispetto delle norme generali di cui alla presente legge. 4. Gli statuti delle istituzioni scolastiche regolano l'istituzione, la composizione e il funzionamento degli organi interni, le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica….
Art. 2.(Organi delle istituzioni scolastiche).
1. Gli organi delle istituzioni scolastiche sono organizzati sulla base del principio della distinzione tra funzioni di indirizzo, funzioni di gestione e funzioni tecniche… Sono organi delle istituzioni scolastiche:
a) il consiglio dell'autonomia…; b) il dirigente…, con funzioni di gestione; c) il consiglio dei docenti con le sue articolazioni: consigli di classe, commissioni e dipartimenti… ; d) il nucleo di autovalutazione…
Art. 3. (Consiglio dell'autonomia). 1. Il consiglio dell'autonomia ha compiti di indirizzo generale dell'attività scolastica. In particolare: …. 3. Il consiglio dell'autonomia dura in carica tre anni scolastici ed è rinnovato entro il 30 settembre successivo alla sua scadenza…. 5. Lo statuto deliberato dal consiglio dell'autonomia non è soggetto ad approvazione o convalida da parte di alcuna autorità esterna, salvo il controllo formale da parte dell'organismo istituzionale competente…. 6….
Art. 4.(Composizione del Consiglio dell'autonomia). 1. Il Consiglio dell'autonomia è composto da un numero di membri compreso fra nove e tredici. La sua composizione è fissata dallo Statuto, nel rispetto dei seguenti criteri: a) il dirigente scolastico è membro di diritto; b) la rappresentanza dei genitori e dei docenti è paritetica; c) nelle scuole secondarie di secondo grado è assicurata la rappresentanza degli studenti; d) del consiglio fanno parte membri esterni, scelti fra le realtà di cui all'articolo 1 comma 2, in numero non superiore a due;
e) un rappresentante dei soggetti di cui all'articolo 10, su invito, può partecipare alle riunioni che riguardano le attività di loro competenza, senza diritto di voto. 3. Il consiglio dell'autonomia è presieduto da un genitore, eletto nel suo seno…. 4. Il direttore dei servizi generali e amministrativi fa parte del Consiglio dell'autonomia senza diritto di voto e svolge le funzioni di segretario del consiglio. 5. Gli studenti minorenni che fanno parte del consiglio dell'autonomia non hanno diritto di voto per quanto riguarda il programma annuale e il conto consuntivo….
Art. 5. (Dirigente scolastico). 1. Il dirigente ha la rappresentanza legale dell'istituzione e, sotto la propria responsabilità, gestisce le risorse umane, finanziarie e strumentali e risponde dei risultati del servizio agli organismi istituzionalmente e statutariamente competenti.
Art. 6. (Consiglio dei docenti e sue articolazioni). 1. Al fine di programmare le attività didattiche e di valutazione collegiale degli alunni, lo Statuto disciplina l'attività del Consiglio dei docenti e delle sue articolazioni… 2. La programmazione dell'attività didattica compete al consiglio dei docenti, presieduto dal dirigente scolastico e composto da tutti i docenti. Il Consiglio dei docenti opera anche per commissioni e dipartimenti, consigli di classe e, ai fini della elaborazione del piano dell'offerta formativa, mantiene un collegamento costante con gli organi che esprimono le posizioni degli alunni, dei genitori e della comunità locale. 3. L'attività didattica di ogni classe è programmata e attuata dai docenti che ne sono responsabili, nella piena responsabilità e libertà di docenza e nel quadro delle linee educative e culturali della scuola e delle indicazioni e standard nazionali per il curricolo… 5. I docenti, nell'esercizio della propria funzione, valutano in sede collegiale, secondo la normativa e le Indicazioni nazionali vigenti, i livelli di apprendimento degli alunni, periodicamente e alla fine dell'anno scolastico, e ne certificano le competenze, in coerenza con i profili formativi ed i requisiti in uscita relativi ai singoli percorsi di studio e con il Pof dell'istituzione scolastica, presentato alle famiglie, e sulla base delle linee didattiche, educative e valutative definite dal consiglio dei docenti.
Art. 7. (Partecipazione e diritti degli studenti e delle famiglie).
1. Le istituzioni scolastiche, nell'ambito dell'autonomia organizzativa e didattica riconosciuta dalla legge, valorizzano la partecipazione alle attività della scuola degli studenti e delle famiglie, ne garantiscono l'esercizio dei diritti di riunione, di associazione e di rappresentanza.
Art. 8. (Nuclei di autovalutazione del funzionamento dell'istituto).
1. Ciascuna istituzione scolastica costituisce, in raccordo con l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione… un nucleo di autovalutazione dell'efficienza, dell'efficacia e della qualità complessive del servizio scolastico. Il regolamento interno dell'istituzione disciplina il funzionamento del nucleo di autovalutazione, la cui composizione è determinata dallo statuto da un minimo di tre fino a un massimo di sette componenti, assicurando in ogni caso la presenza di almeno un soggetto esterno, individuato dal consiglio dell'autonomia sulla base di criteri di competenza, e almeno un rappresentante delle famiglie. 2. Il Nucleo di autovalutazione, coinvolgendo gli operatori scolastici, gli studenti, le famiglie, predispone un rapporto annuale di autovalutazione…
Art. 9. (Conferenza di rendicontazione). 1. Sulle materie devolute alla sua competenza e sulle procedure e gli esiti dell'autovalutazione di istituto, il consiglio dell'autonomia promuove annualmente una conferenza di rendicontazione, aperta a tutte le componenti scolastiche ed ai rappresentanti degli enti locali e delle realtà sociali, economiche e culturali del territorio ed invia una relazione all'U.S.R.
Art. 10.(Costituzione di Reti e Consorzi a sostegno dell'autonomia scolastica). 1. Le istituzioni scolastiche autonome, nel rispetto … possono promuovere o partecipare alla costituzione di reti, consorzi e associazioni di scuole autonome… Le Autonomie scolastiche possono altresì ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico della loro attività… 2. I partner previsti dal comma 1 possono essere soggetti pubblici e privati, fondazioni, associazioni di genitori o di cittadini, organizzazioni non profit. 3. A tutela della trasparenza e delle finalità indicate al comma 1, le istituzioni scolastiche devono definire annualmente, nell'ambito della propria autonomia, gli obbiettivi di intervento e i capitoli di spesa relativi alle azioni educative cofinanziate… Contributi superiori a 5000 euro potranno provenire soltanto da enti che… hanno l'obbligo di rendere pubblico il bilancio.
Capo II RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE DELLE SCUOLE AUTONOME
Art. 11.(Consiglio delle autonomie scolastiche).1. Con proprio regolamento… il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca provvede ad istituire il Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche, composto da rappresentanti eletti rispettivamente dai dirigenti, dai docenti e dai presidenti dei consigli delle istituzioni scolastiche autonome, e ne fissa le modalità di costituzione e di funzionamento. Il Consiglio è presieduto dal Ministro o da un suo delegato e vede la partecipazione anche di rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, delle Associazioni delle Province e dei Comuni e del Presidente dell'INVALSI. 2. Il Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche è un organo di partecipazione e di corresponsabilità tra Stato, Regioni, Enti Locali ed Autonomie Scolastiche… 3. Le regioni, in attuazione degli articoli 117, 118 e 119 della Costituzione ed in relazione a quanto indicato nell'articolo 1 della presente legge, definiscono strumenti, modalità ed ambiti territoriali delle relazioni con le autonomie scolastiche… 4. Le Regioni istituiscono la Conferenza regionale del sistema educativo, scolastico e formativo, ne stabiliscono la composizione e la durata. La Conferenza esprime parere sugli atti regionali d'indirizzo e di programmazione… 6. Le Regioni istituiscono Conferenze di ambito territoriale che sono il luogo del coordinamento tra le istituzioni scolastiche, gli Enti locali, i rappresentanti del mondo della cultura, del lavoro e dell'impresa di un determinato territorio.
7. Le Regioni, d'intesa con gli Enti Locali e le autonomie scolastiche definiscono gli ambiti territoriali e stabiliscono la composizione delle Conferenze e la loro durata. Alle Conferenze partecipano i Comuni, singoli o associati, l'amministrazione scolastica regionale, le Università, le istituzioni scolastiche, singole o in rete, rappresentanti delle realtà professionali, culturali e dell'impresa. 8. Le Conferenze… Art. 12. Omissis… Art. 13.…. Omissis… Art. 14 Omissis…. Art. 14. (Clausola di neutralità finanziaria) 1. Le amministrazioni competenti provvedono all'attuazione della presente legge nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 316 – 22 marzo 2012
“Personale esonerato. Il Ministero smentisce Lucrezia Stellacci”
░ Nella home page del sito istituzionale, per alcuni giorni, ha campeggiato la notizia che sono 10075, e non 40503 (come aveva affermato un alto dirigente del MIUR), i docenti in servizio non di insegnamento. Adesso, una nota a firma del d.s. Roberto Tripodi, Presidente regionale ASASI, torna a ribaltare il dato.
Gentile dott.ssa Lucrezia Stellacci, Le esprimiamo piena condivisione per l’intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale così spiega i tagli all’organico della scuola: “sulla scuola pesano altri 41.503 stipendi. Sono professori o maestri che non insegnano, non vanno in classe. Sono distaccati presso altri ministeri oppure in permesso sindacale. Gli studenti non ne traggono beneficio, ma il loro stipendio è sempre a carico del nostro bilancio”. Per aver dichiarato la verità, è stata subissata dalle critiche… Il nostro centro studi ha elaborato dati che sono simili a quelli da lei denunciati, solo che noi abbiamo elaborato permessi, comandi, esoneri, utilizzazioni anche orari e giornalieri, trasformandoli in cattedre e posti di organico. Lo studio effettuato si riferisce a una proiezione concernente l’organico dei docenti nelle scuole statali per l’anno scolastico 2011/2012. Da 701.305 nel 2007/2008, i docenti di ruolo passano a 611.995 nel 2011/2012 con una perdita di 89.301 posti. A fronte di circa 115.225 supplenti si registrano 44.723 docenti assenti per esoneri, ferie, permessi…. Ogni mattina i dirigenti scolastici si trovano a dover sostituire 54.000 assenti (in media 6 in ogni scuola)… Non è vero che ci sono 41.000 docenti esonerati, ma è vero che a questa cifra si perviene trasformando in cattedre gli esoneri temporanei. Per esempio, se nelle scuole italiane ci sono 9.000 Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che godono di 40 ore di permesso annuale ciascuno, abbiamo 360.000 ore di permesso che divise per 18 ore settimanali e per 33 settimane equivalgono a 606 docenti esonerati. Dalla elaborazione dei dati emerge con chiarezza che la legge 104 ha un impatto fortissimo sulle assenze, perché corrisponde a 6.750 cattedre, altrettanto la concessione del diritto allo studio, che corrisponde all’assenza di 3.055 docenti. La situazione è analoga per il personale ATA. … I costi di esoneri, comandi e utilizzazioni equivalgono a € 1.335.787.626 l’anno… Totale assenti per comandi, esoneri, utilizzazioni, ferie, permessi 44.723.

www.istruzione.it – 23 marzo
“Atti di diffida alla cessazione del ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. n. 1032 del 1973 e succ. modific.”
░ Un chiarimento del Miur sul prelievo della ritenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione; riportiamo la nota della D.G. per le risorse umane del Ministero, acquisti e AA.GG. Uff. 7
“Oggetto:. Pervengono a questa Direzione Generale, atti di diffida volti ad ottenere la cessazione del prelievo della ritenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione, ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. n. 1032 del 1973 e successive modificazioni. In proposito si precisa che il MEF Dipartimento dell’Amministrazione Generale del Personale e dei Servizi, con nota del 13 febbraio 2012, ha chiarito che le modalità di calcolo del TFS non hanno subito, a decorrere dal 1° gennaio 2011, alcuna variazione. Peraltro, come è dato desumere dalle disposizioni dell’INPDAP emanate con Circolare n. 17 dell’8 ottobre 2010 e dal parere espresso dall’Ispettorato per la spesa sociale presso il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato per i dipendenti in regime di TFR la retribuzione netta percepita resta immutata, in virtù della considerazione che, per gli evocati dipendenti, la contribuzione del 2,5% a carico del lavoratore non è dovuta. Giova altresì richiamare il contenuto dell’art. 1 comma 3 del DPCM 20 dicembre 1999 secondo cui ”per assicurare l’invarianza della retribuzione netta complessiva e di quella utile ai fini previdenziali dei dipendenti …. la retribuzione lorda viene ridotta in misura pari al contributo previdenziale obbligatorio soppresso e contestualmente viene stabilito un recupero in misura pari alla riduzione attraverso un corrispondente incremento figurativo ai fini previdenziali e dell’applicazione delle norme sul trattamento di fine rapporto, a ogni fine contrattuale nonché per la determinazione della massa salariale per i contratti collettivi nazionali.”

L’Unità – 26 marzo 2012
“Dibattito importante, di scuola si parli in aula”
░ Un articolo di Giulia Rodano, responsabile Cultura dell’IDV, contraria all’approvazione del ddl 953 sull’autogoverno delle scuole.
Alla Camera dei deputati la presidente PDL della Commissione cultura ha chiesto di approvare definitivamente in commissione, senza la discussione nell’aula parlamentare, una proposta che cambia radicalmente il governo delle scuole pubbliche….Questa legge coinvolge infatti ameno tre questioni di rilevanza costituzionale: il diritto di tutti i cittadini di avere le medesime opportunità di formazione garantite dallo Stato, la libertà e l’autonomia dell’insegnamento, e le competenze in materia di istruzione e di organizzazione scolastica, rispettivamente dello Stato e delle Regioni…. Si vorrebbe trasformare la partecipazione democratica dei genitori e studenti in un governo sedicente manageriale, riducendo, ad un tempo il ruolo e la funzione dei docenti e aprendo il governo della fondamentale agenzia pubblica di formazione civile del Paese anche ad esponenti della produzione e del mercato. Si vorrebbe altresì affidare alle regioni la possibilità di definire atti di indirizzo sulla autonomia delle istituzioni scolastiche, sulle innovazioni ordina mentali, sui piani per l’offerta formativa e perfino sui criteri per la definizione degli organici delle istituzioni scolastiche….Il centrodestra vuol cancellare la scuola pubblica nazionale che forma alla cittadinanza, per inaugurare una scuola al servizio delle esigenze della produzione e di un non meglio definito “territorio”….

www.aipd.it/cms/schedenormative - 26 marzo 2012
“Somministrazione di farmaci ad alunni con e senza disabilità in orario scolastico (Nota 2312/05)”
░ Riportiamo alcuni passi della scheda n.198, redatta da Salvatore Nocera Responsabile dell’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD Nazionale.
Da circa 14 anni e cioè da quando venne in discussione quella che è divenuta la Legge-quadro sui diritti delle persone con disabilità n° 104/92, le associazioni hanno sempre più frequentemente chiesto che venisse regolamentata la somministrazione di farmaci a scuola ad alunni che ne avessero bisogno per la sicurezza della loro salute.
In alcune realtà si sono posti in essere accordi fra amministrazione scolastica e sanitaria locale per dare delle indicazioni operative che permettessero agli alunni di continuare a frequentare le lezioni, senza la necessità di doversi assentare per l’assunzione di farmaci da loro normalmente assunti in determinati orari… Il Dirigente scolastico può individuare, secondo una sequenza procedurale, personale docente o non docente, che sia spontaneamente disponibile ed abbia effettuato i corsi di formazione presso le AASSLL per la sicurezza della salute nelle scuole, solo dopo aver ricevuto formale richiesta scritta dalla famiglia e la certificazione e la prescrizione dell’ASL. In mancanza di disponibilità del personale scolastico e se non spontaneamente richiesta dai famigliari la somministrazione, egli dovrà rivolgersi alle istituzioni pubbliche locali (ASL, Comune) o ad enti ed associazioni non lucrative del privato sociale sulla base di accordi. In mancanza rappresenta il problema al comune. Ad avviso di chi scrive il Comune, ove non abbia personale preparato, deve rivolgersi all’ASL, che è tenuta a garantire, in questi casi, l’assistenza sanitaria a scuola, come hanno ormai affermato alcune sentenze dei tribunali…

Roma - 27 marzo 2012
“A scuola con le tecnologie”
░ Laboratori didattici e seminari alla Città delle scienze.
Due giorni dedicati alle tecnologie digitali per la didattica, a domani a Città delle Scienze; un nuovo appuntamento in linea con la 3giorni per la scuola, interamente dedicato alle nuove tecnologie per la didattica: Smart Education&Tecnology days risponde al bisogno della scuola e delle istituzioni di trovare un momento di incontro e confronto a livello nazionale sul tema delle tecnologie didattiche… La manifestazione è articolata in diversi momenti tra loro connessi, secondo un format ampiamente sperimentato…: una vasta area espositiva, con l’allestimento di laboratori didattici multimediali con presenza di aziende del settore…., presentazioni delle iniziative istituzionali, un programma di seminari di approfondimento scientifico e metodologico…. In cui discutere i fondamenti pedagogici dell’insegnamento attraverso le nuove tecnologie…

ItaliaOggi - 27 marzo 2012
“Art.18 e la grana degli esuberi”
░ Al tavolo con i sindacati, Patroni Griffi riapre la partita del settore pubblico: flessibilità in uscita. (Alessandra Ricciardi).
Nel balletto di dichiarazioni del governo, Patroni Griffi aveva aperto all’applicazione dell’art. 18 agli statali, scuola compresa, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero aveva smentito… da ultimo il ministro competente per il settore pubblico, Filippo Patroni Griffi ha detto che di flessibilità in uscita si parlerà con i sindacati, al tavolo aperto a Palazzo Vidoni su contratti e relazioni sindacali. Un polverone, quello sull’applicazione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori modificato nell’ambito della riforma del mercato del lavoro, che non tiene conto che nel settore pubblico i licenziamenti per motivi economici si possono già fare. E non solo perché il d.lgs. n.165/2001 richiama espressamente lo Statuto ma perché la Legge di Stabilità del 2012 disciplina proprio i licenziamenti nel pubblico impiego, in caso di esubero del personale. Una norma che finora non è stata mai applicata e che troverebbe proprio nella scuola il suo terreno di più immediato impatto. Nei primi incontri che si sono già tenuti tra Funzione pubblica e sindacati… si è parlato dei 10mila docenti in esubero, e del caso dei 4mila docenti inidonei a l’insegnamento… e che vanno riconvertiti…. Nel frattempo, il contratto sulle utilizzazioni della scuola ha disposto l’impegno dei prof in soprannumero nelle sostituzioni e nei progetti per il recupero dei ragazzi…

Avvenire - 29 marzo 2012
“Nuova sentenza della Cassazione sull’attività alternativa all’IRC”
░ E’ la n.4.961.
Questa volta la Corte è intervenuta sull’attività alternativa che uno studente può scegliere se non si avvale dell’IRC, riconoscendola ai fini pensionistici e di ricostruzione di carriera per una docente che, prima di diventare di ruolo, ha insegnato proprio in quell’ambito. Di fatto, la sentenza pare equiparare lo svolgimento di un’attività alternativa all’insegnamento di una disciplina scolastica, che è un vero e proprio programma ministeriale, a differenza dell’attività alternativa, che viene fissata di anno in anno dai singoli collegi dei docenti. Dunque, secondo la Cassazione, anche per la docenza delle materie alternative (ma in realtà sono “attività”) si avrà diritto all’anzianità pre ruolo. La sentenza della cassazione di fatto annulla la precedente decisione contraria assunta dalla Corte di appello di Brescia, forte quest’ultima di una circolare ministeriale e di un precedente verdetto del CdS.

Avvenire - 30 marzo 2012
“Compiti a casa ? Limitarli si può”
░ L’”apertura” del Ministro piace. A noi sembra un modo come un altro per esorcizzare i temi caldi del sistema Scuola.
Limitare i compiti a casa ? La proposta che si sta discutendo in Francia vede favorevoli il ministro dell’Istruzione, Profumo. “Credo che oggi, nella scuola i nostri ragazzi imparino solo una parte delle loro competenze. Molti input arrivano da altre sorgenti”. L’ipotesi trova apertura dall’associazione italiana genitori, se discussa e ben concertata con la scuola e le famiglie: “I compiti per casa hanno senso solo se sono finalizzati al rinforzo del lavoro svolto in classe, e quindi non al completamento di quello che si doveva fare a scuola”……

Giornale di Sicilia - 30 marzo 2012
“Semplificazioni, sì del Senato. Personale scolastico evitati altri tagli”.
░ Via libera alla fiducia sul maxiementdamento sostitutivo del dl sulle semplificazioni. Risolto il nodo del personale scolastico:ieri le commissioni della Camera hanno approvato il dl sulle semplificazioni passando la mano all’aula di Montecitorio.
Non arriveranno, per motivi di bilancio, i promessi 10mila posti in più nella scuola… Personale della scuola… La norma inserita nel dl congela l’organico a quello in vigore nell’a.s. 2011-2012: 724mila cattedre per gli insegnanti e 233.100posti per il personale ATA. Il loro numero potrà aumentare se dovesse aumentare il numero degli studenti. Entro 60 giorni, poi,un ulteriore decreto dovrà definire “per ciascuna istituzione scolastica, un organico dell’autonomia, funzionale all’ordinaria attività” e al “sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali” anche “al fine di un’estensione del tempo-scuola”. Dal 2013, le entrate statali dal Lotto e dagli altri giochi potranno concorrere a finanziare la scuola…. I professori che avevano vinto il concorso per diventare dd.ss. ma che non avevano partecipato al corso di formazione perché non rientranti nel contingente previsto, saranno immessi in ruolo dopo un corso di 4 mesi e dopo il superamento di un colloquio finale….
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www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 315 – 15 marzo 2012
“La valutazione dei docenti e delle istituzioni scolastiche”
░ Riportiamo la seconda parte dell’articolo, firmato da Paola Tonna, presidente dell’APEF, Associazione Professionale Europea Formazione.
… Carriera e Valutazione sono assolutamente complementari. Nella valutazione è necessario investire seriamente in maniera congrua. La valutazione deve avere, inoltre, la caratteristica di realizzare un sistema non meramente premiante (a noi non e mai piaciuto il termine “premio”, più adatto ad una categoria impiegatizia che a dei professionisti). Cercare di realizzare una dimensione “meritocratica di tipo funzionale” di sistema è la logica, quindi, con cui operare. Contemporaneamente si raggiungerà l’obiettivo di offrire una prospettiva di rivalutazione professionale in grado di rimotivare la categoria degli insegnanti fortemente in crisi: la carriera non sarà quindi un’opportunità per pochi ma una prospettiva professionale aperta a tutti. Ognuno avrà la possibilità di accedervi nel corso della propria vita lavorativa perche ciò è funzionalmente utile alle scuole, realizzando così anche una rilevante funzione di traino sul piano della crescita della qualità professionale: perche non potranno essere che insegnanti di grande qualità disciplinare, culturale e didattica, quelli in grado di guidare gli altri docenti nella progettazione di un percorso didattico efficace, e di facilitare la dimensione collegiale, essenziale in un’organizzazione autonoma. Nell’esperienza dei nostri partners europei, infatti, merito equivale a fascia differenziata di stipendio legata allo svolgimento di funzioni più complesse rispetto a quelle standard. Ed è acclarato che questo avviene anche in tutte le altre dimensioni professionali (area medica, giornalistica, P.A. etc.). Accanto al profilo professionale standard dell’insegnante, deve esserne disegnato uno ex-novo, portando a compimento quanto la legge 59/’97, istitutiva dell’autonomia scolastica, prevedeva (art. art.21, c.16) e che fino ad oggi è rimasto disatteso. Attraverso la diversificazione dei compiti e la costruzione di una carriera, anche la valutazione del “merito” troverà automaticamente una soluzione condivisa all’interno del mondo scolastico, senza rientrare nella logica meramente premiante del Concorsone di Berlinguer ma anche dei progetti avviati. In quest’ottica riteniamo la via legislativa come l’unica praticabile.

Left – 16 marzo 2012
“La lotteria dei precari”.
░ Al Tesoro risuona ancora la litania tremontiana: - non ci sono soldi.
Ogni anno le coperture dell’organico con incarichi annuali arrivano a 20mila, il doppio di quanto era stato previsto dal decreto. Dovrebbe pertanto essere ritenuta necessaria l’assunzione in ruolo di almeno 10mila insegnanti… Per regolarizzare 10mila precari della scuola, il PD aveva proposto, con un emendamento al decreto sulle Semplificazioni di aumentarle tasse sui giochi e le accise su vino e birra. Le commissioni Affari costituzionali e Attività produttive avevano approvato l’emendamento ma dal Tesoro è arrivato lo stop…. Dove sono andati a finire gli 8 miliardi e mezzo incamerati dal taglio di 87mila docenti e 45mila ata che il governo Berlusconi operò nel 2008 ?

IL MATTINO – 16 marzo 2012
“Crollo iscrizioni. La scuola perde 18mila alunni”.
░ E’ l’effetto del calo demografico che si verifica già alle elementari, e non pochi studenti medi rinunciano a iscriversi alle superiori.
La scuola perde per strada 4.479 studenti…, i ragazzi che oggi frequentano la terza media e che a giugno, fatto l’esame, chiuderanno per sempre libri e quaderni. Si tratta di un esercito che evade la scuola dell’obbligo e sceglie altro: la strada, piccoli lavori, una vita arrangiata con la complicità della famiglia. E’ questo il panorama che emerge dalle iscrizioni scolastiche che si sono chiuse due giorni fa. I numeri non promettono nulla di buono per nessuno. Per gli alunni: 18mila in meno. Per i docenti, la cui pianta organica avrà, alla luce delle iscrizioni, ricadute di non poco conto che si conosceranno quando sarà determinato l’organico di diritto, stabilito in base al numero di iscritti e di classi. C’è l’evasione scolastica e non solo questa….

LA STAMPA – 16 marzo 2012
“Salvate gli ultimi prof maschi”.
░ Un seminario di studi alla Bicocca di Milano evidenzia come il crollo del prestigio della professione docente distoglie dall’intraprenderne il percorso, per altro incerto e precario. Alle elementari, i maestri sono ormai meno del 5%. La preoccupazione sul piano pedagogico è che venga a mancare la figura educativa complementare alla maestra.
Le giovani generazioni rischiano di avere un’educazione tutta al femminile, fino all’università. … Con quali conseguenze, si è iniziato a discuterne… La presenza di figure educative di entrambi i generi… offrirebbe la possibilità di acquisire una maggiore complessità di visione del mondo, per stili di vita, emotività, fisicità, comunicazione: questa l’analisi di Stefania Ulivieri Strozzi docente di Teorie e modelli della consulenza pedagogica, organizzatrice del seminario alla Bicocca…

Il Manifesto – 16 marzo 2012
“Dal governo troppo discredito sui giovani”.
░ All’epoca del governo Berlusconi, si discreditavano gli insegnanti (per coprire l’operazione tagli), adesso si demonizzano i giovani. E’ la tesi di Giuseppe Calicetti, in questo articolo.
La campagna stampa è sempre più incalzante. Dopo aver promesso che tutti i sacrifici di oggi erano per dare un futuro migliore ai nostri figli, per non trasmettere un debito che non hanno contratto, ora ci si abbatte violentemente su di loro. Si dice che sono illusi a credere nel posto fisso…. Che sono mammoni e vogliono il lavoro vicino casa… Prima l’attacco ai docenti, ora agli studenti: pare proprio che queste due fasi facciano parte di un’unica strategia di abbattimento totale della scuola pubblica italiana…. Con Profumo non c’è alcuna svolta nella politica scolastica, la continuità con la visione economicistica che ha caratterizzato i precedenti ministeri all’Istruzione è fortissima.

www.governarelascuola.it - 18 marzo 2012
“Le circolari dell’Inps/Inpdap sulle pensioni”
░ L’articolo, accurato come consueto, di Pietro Perziani analizza: l’estensione del contributivo pro rata, il pagamento della buonuscita, la possibilità di scelta tra vecchia e nuova normativa, le finestre mobili.
IL CONTRIBUTIVO PRO RATA. Come noto, a partire dal primo gennaio 2012 il sistema contributivo pro rata è stato esteso a tutti, anche a coloro che in precedenza rientravano nel sistema retributivo; ne parlano sia la Circolare n. 35 che la n. 37, al punto 4; la prima però è più chiara, per cui ne riportiamo il testo: “Con riferimento a tali soggetti, la quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012 è calcolata secondo il sistema contributivo anziché retributivo previsto dalla previgente normativa. La pensione è calcolata secondo le regole del sistema misto e quindi l’importo è determinato dalla somma:
a) della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011, calcolata secondo il sistema retributivo;
b) della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012, calcolata secondo il sistema contributivo.”
Coloro che usufruivano del sistema retributivo, entrano nel sistema misto, per cui il totale della pensione sarà dato dalla somma di 2 quote:
-una quota, corrispondente a quanto maturato fino al 31/12/2011, con il sistema retributivo; -una seconda quota, corrispondente a quanto maturato dal 01/01/2012 fino al momento della pensione, calcolato con il sistema contributivo. Forse non tutti lo sanno, ma già adesso il totale della pensione è determinato dalla somma di due quote, ambedue però calcolate con il sistema retributivo; con il nuovo sistema ne avremo quindi addirittura tre, due con il retributivo ed una con il contributivo:
-prima quota con il sistema retributivo: dall’inizio della contribuzione fino al 1992, calcolata sull’ultimo stipendio; -seconda quota con il sistema retributivo: dal 01/01/1993 al 31/12/2011, calcolata sulla retribuzione media del periodo; -quota con il sistema contributivo: dal 01/01/2012 al pensionamento….
IL PAGAMENTO DELLA BUONUSCITA…. Rimane in vigore il D.L. 138/2011, convertito nella Legge 148/2011; all’art. 21, comma 22, si stabilisce che la buonuscita venga pagata: - dopo due anni in via ordinaria; - dopo sei mesi in caso raggiungimento dei limiti massimi di età o di contribuzione previsti dai rispettivi ordinamenti, nel caso della scuola 65 anni di età o 40 anni di contributi, come a tutti noto.Ora, il concetto di “anzianità massima contributiva” con la Legge 214/2011 non esiste più, per cui la buonuscita verrà pagata dopo sei mesi solo in caso di raggiungimento dei limiti per la pensione di vecchiaia, cioè 66 anni a partire dal 2012, più l’adeguamento alle aspettative di vita… Questo vuol dire che a chi andrà in pensione anticipata la buonuscita verrà pagata dopo due anni, come se si trattasse della vecchia pensione di anzianità. La norma è in vigore dal 13 agosto 2011, data di promulgazione del decreto legge; anche in questo caso sono stati fatti salvi i diritti acquisiti…:- lavoratori che hanno maturato i requisiti contributivi ed anagrafici per il pensionamento, sia di anzianità che di vecchiaia (raggiunti limiti di età o di servizio) prima del 13 agosto 2011; - personale del comparto scuola … che matura i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2011….
POSSIBILITA’ DI SCELTA TRA VECCHIA E NUOVA NORMATIVA…. E’ il singolo che sceglie tra vecchia e nuova normativa, sceglie quella più favorevole, perché stiamo parlando di diritti, non di obblighi. La Funzione Pubblica, nella Circolare n.2 che abbiamo commentato la scorsa settimana, ha affermato esattamente il contrario, traendone la conseguenza che a chi gode dei diritti acquisiti si applica la vecchia normativa anche in materia di pensionamento coatto, trasformano un diritto in una condanna. Noi abbiamo detto con chiarezza che questa posizione della F.P. non ha fondamento giuridico e l’INPS/INPDAP ci dà ragione.
FINESTRE MOBILI. Per chi rientra nella nuova normativa, le finestre mobili non si applicano più, mentre si continuano ad applicare per chi rientra nella vecchia. Questa è l’interpretazione che l’Inps/Inpdap dà delle disposizioni di cui all’art. 24, comma 5 della Legge 214/2011; chi scrive aveva qualche dubbio, perché anche le precedenti leggi prevedevano la salvaguardia dei diritti acquisiti, ma in effetti la legge stabilisce che le finestre non si applicano “esclusivamente” per chi rientra nella nuova normativa. La cosa ha effetti pratici solo per chi ha maturato i diritti tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2011, che dovrà aspettare un altro anno, mentre per chi li ha maturati in precedenza il posticipo di un anno, scolastico o solare per i soli dirigenti, ha già avuto effetto.

 

Giornale di Sicilia – 19 marzo 2012
“Superbatteria che dure tre mesi, al via un progetto italo-giapponese”.
░ Il ministro dell’Istruzione, Profumo plaude a questa collaborazione che mette insieme l’eccellenza del Distretto Veneto nelle nanotecnologie – nato nel 2003 dalla sinergia delle locali università con la Regione, con industrie private e con il Ministero della Ricerca) - e quella nipponica (della Nagano Techno Foundation) nel campo delle batterie.
Mettere in carica il proprio cellulare ed utilizzarlo per tre mesi senza bisogno di dovere ricaricare le batterie… e poter fare la stessa cosa con le auto elettriche e tanti elettrodomestici… Un progetto che prevede l’utilizzo delle nanotecnologie, come ad esempio, la cosiddetta tecnica del coating (rivestimenti nano strutturati).

Il Sole 24Ore – 19 marzo 2012
“Servizio civile verso la paralisi”.
░ La legge di stabilità n.183/2011 ha ulteriormente ridotto la dotazione finanziaria per i progetti compromettendone, per l’anno prossimo, l’avvio
A quarant’anni dalla legge che ha istituito l’obiezione di coscienza (la n.772(1972), il servizio civile nazionale rischia di chiudere i battenti per mancanza di fondi…. Per il momento, l’Ufficio nazionale per il servizio civile non ha, infatti, pubblicato alcuna data per il deposito di nuovi progetti da parte degli oltre 3500 enti accreditati…. Le possibilità per i giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico, in Italia o all’estero, con un compenso di 433,8° euro netti al mese, si sono progressivamente ridotte negli ultimi anni: dai 238 milioni del 2006 ai 68,8 di quest’anno. Il numero dei volontari avviati al servizio è così passato dai 45.890 del 2006 al 14.144 del 2010, e circa 19mila del 2011.

Giornale di Sicilia – 19 marzo 2012
“Incendiato il portone del liceo diretto dal preside antimafia”.
░ Il preside Fiordaliso è stato già in passato fatto segno a intimidazioni. L’ANIEF ha dato frequentemente notizia delle iniziative che instancabilmente promuove nella sua funzione di dirigente scolastico, per l’alto valore culturale e civile. Ci vergogna e ci rattrista che i siciliani che tentano di aprire prospettive ai giovani debbano essere tenuti in scacco da rozzi parassiti; è ora che lo Stato li acchiappi.
Ancora di mira il preside del Liceo Classico di Castelvetrano, Francesco Fiordaliso, chiamato “il preside antimafia”. Sabato sera, intorno alle 23,00, ignoti hanno cosparso di benzina il portone della scuola e appiccato il fuoco…. Da anni Fiordaliso è impegnato in un progetto volto all’educazione alla legalità. Quasi ogni settimana organizza convegni, con personaggi di spicco della magistratura, coinvolgendo gli alunni… A fine mese è previsto un incontro con il magistrato Salvatore Vella e ad aprile un corteo della legalità.

www.la repubblica.it– 23 marzo 2012
“No degli studenti al referendum sul titolo di studio”
░ Riportiamo i quindici quesiti della consultazione Miur sul valore legale dei titoli di studio. La consultazione telematica voluta dal prof.Monti è stata criticata per il registro e il contenuto dei quesiti.
1 Come giudicate la necessità di possedere uno specifico titolo di studio per poter esercitare una determinata professione ? 2 Come valutate la necessità di possedere uno specifico titolo di studio per l’ammissione all’esame di abilitazione per l’esercizio di una professione ? 3. Ritenete che vi siano professioni non regolamentate per le quali dovrebbe essere richiesto uno specifico titolo di studio attualmente non necessario ? 4. Ritenete che vi siano professioni per le quali il titolo di studio oggi richiesto sia eccessivo rispetto al tipo di prestazione ?
5 Ritenete necessario il possesso di uno specifico titolo di studio per l’accesso al pubblico impiego ? 6 Ritenete necessario un voto elevato per partecipare ai concorsi per l’accesso ad alcune tipologia di impiego e qualifiche nella pubblica amministrazione ? 7 Come giudicate le disposizioni dei bandi di concorso che attribuiscono punteggi aggiuntivi a chi ha conseguito un voto di laurea elevato ? 8 Ritenete che vi siano concorsi in cui pur non essendo attualmente prevista, dovrebbe essere richiesta una laurea ? 9 Ritenete che vi siano concorsi per i quali il titolo di studio oggi richiesto sia eccessivo rispetto al tipo di funzioni che si è chiamati a svolgere ? 10 Come giudicate la necessità che i dipendenti pubblici debbano possedere uno specifico titolo di studio i fini della progressione di carriera ? 11 Come giudichereste una differenziazione qualitativa di titoli di studio nominalmente equivalenti ? 12 Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti ? 13 Ai fini di una eventuale differenziazione di titoli di studio nominalmente equivalenti quali valutazioni dovrebbero rilevare ? 14 Ai fini di una eventuale differenziarne di titoli di studio nominalmente equivalenti chi dovrebbe operare le relative valutazioni ? 15 avete ulteriori osservazioni o proposte sul tema del valore legale del titolo di studio ?
In diretta tv, con un clic del ministro Profumo, sul portale del Miur è partita la consultazione pubblica on line a proposito del valore legale della laurea e del ruolo che il titolo universitario avrà in futuro nei concorsi pubblici per l’accesso alle professioni. I contributi potranno essere dati fino al 24 aprile…. Il ritorno immediato è stato però negativo. Gli studenti, dopo essersi avvicinati alla consultazione, l’hanno bocciata in toto: le domande sono tendenziose, hanno detto, faziose e vogliono farti dare la risposta gradita a questo governo: aboliamo il valore legale del titolo di studio. L’Unione degli Universitari chiede il ritiro immediato della consultazione: “E’ in corso un’operazione di mistificazione di massa. La Link dice: “La consultazione non può ridursi a un plebiscito finalizzato a legittimare una linea politica stabilita a priori”. Perplessità tra i docenti…

http://Blog.ilmanifesto.it – 23 marzo 2012
“Via alla consultazione-truffa”
░ Alcune osservazioni avanzate da Roberto Ciccarelli nel merito dei quesiti proposti per la consultazione pubblica. Non condividiamo però il giudizio “consultazione-truffa”
Il questionario a risposta multipla pubblicato ieri sul sito del ministero dell’istruzione e sottoposto al giudizio della cittadinanza è composto da 15 quesiti con due risposte certe e una tendenziosa. All’inizio, l’andamento è apparentemente neutrale («Come giudicate la necessità di possedere uno specifico titolo di studio per poter esercitare una determinata professione?», oppure: «Ritenete necessario il possesso di uno specifico titolo di studio per l’accesso al pubblico impiego?»).Dopo, …gli estensori perdono le remore e impostano una sequenza di domande che presuppongono l’abolizione del valore legale. Ad esempio: «Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?». E poi: «Ai fini di un’eventuale differenziazione di titoli di studio ... quali valutazioni ritenete che dovrebbero rilevare?». In questi casi, chi non intende rispondere A né B, poiché entrambe le risposte esprimono l’adesione alla prospettiva abolizionista, viene relegato in C, lì dove tutte le vacche sono nere. Così facendo il ministero inserisce i contrari in una percentuale di incerti che non potranno motivare le ragioni del loro voto. Al momento delle percentuali finali, dunque, queste persone verranno inserite nella categoria degli incerti, oppure dei «non so», insomma di coloro che non sanno cosa rispondere e sottoscrivono la terza via sempre perdente.

www.affaritaliani.it – 23 marzo 2012
“Laureati rifiutati dalle aziende/ "Chi ha meno parole nel suo vocabolario è più facilmente sfruttabile e spesso sottomesso"
░ Lavoratori rifiutati dalle aziende perché troppo "titolati". E sono numerosi quelli che si sono 'attrezzati' con una doppia versione del curriculum: con laurea e senza. Antonella Riem, docente di letteratura inglese all'Università di Udine e presidente della conferenza italiana permanente di lingue e letteratura straniere, commenta la vicenda della 29enne laureata, rifiutata a un colloquio di lavoro perché laureata.
D. Professoressa, che cosa pensa della consultazione online per i cittadini sul valore legale della laurea ? R."Consultare i cittadini è sempre una buona cosa, sempre che il sistema però permetta di esprimere veramente la propria opinione; invece sul sito del Miur non è possibile asserire il proprio convincimento di voler mantenere il valore legale del titolo di studio. Infatti molte associazioni studentesche si sono mobilitate. Le domande implicano l’idea che bisogna, per molte occupazioni, eliminare la centralità della laurea. Come nel caso della 29enne laureata che non trova impiego proprio a causa della laurea di cui si parla oggi. Diciamo che l’industria o il mondo economicista in genere troppo spesso pensano di non aver bisogno di persone qualificate e ‘titolate’, anche e soprattutto perché dovrebbero (forse?) pagarle (un po’) di più. Chi ha meno parole nel suo vocabolario è più facilmente sfruttabile e spesso sottomesso….
 

Più (Tempi) marzo 2012
“Didattica all’avanguardia”
░ Sul periodico milanese, un’intervista, realizzata da Claudio Mercandelli, a Emanuele Fidora, quaranta anni, direttore generale dell’Ufficio Studi, statistica e sistemi informativi del MIUR, responsabile del Piano Nazionale Scuola Digitale che porterà novità tecnologiche nella Scuola. L’aspetto più intrigante è quello della editoria digitale per la scuola; allo stato attuale la maggior parte dei testi adozionali hanno, per legge, il supporto informatico, e alcuni hanno tutto o parte del testo in formato digitale. Si tratta tuttavia, per lo più, di parti digitalizzate che sono derivate dal testo cartaceo e sono costruite secondo la struttura sintattica e semantica del formato originario. Gli e book di seconda generazione nasceranno invece secondo una logica nuova, con la struttura aperta on line, attingendo al web i percorsi tematici e alle biblioteche informatiche specialistiche, offrendo materiali video e risorse ragionate delle più diverse origini.
“Rischiamo di perderci i ragazzi, perché loro viaggiano a una velocità doppia rispetto ai loro insegnanti, e se non troveremo il modo di portare tra i banchi loro linguaggi, la scuola se la faranno da soli...”. Indigeni digitali, gli adolescenti sono abituati ad essere raggiunti ovunque da una quantità esorbitante di informazioni, ogni giorno, fatta eccezione per il luogo dove quelle informazioni avrebbero più senso… non usare i software di interazione tra docenti e studenti è come insegnare a nuotare senza piscina. “Ci stiamo attrezzando da anni per fornire alle scuole gli strumenti per un cambiamento della didattica… Il Piano Nazionale Scuola Digitale consiste in una pluralità di azioni coordinate finalizzate a creare ambienti di apprendimento nuovi e innovativi, in cui il tradizionale concetto di classe si arricchisca delle dotazioni tecnologiche specifiche per la didattica, dove sperimentare la trasformazione dei modelli, dell’organizzazione e dell’utilizzo di nuovi contenuti, materiali e strumenti…. Equipaggiata di dotazioni tecnologiche, l’aula diventa un laboratorio i cui confini possono trascendere la fisicità delle pareti… Abbiamo previsto a tal fine alcune azioni: la LIM (lavagna interattiva multimediale) in classe, l’azione Classi 2.0, l’azione Scuol@ 2.0. Nonché incoraggiare il ricorso all’editoria digitale… La realizzazione di queste azioni prevede l’uso, oltre alla lavagna multimediale, di un notebook per i docenti, nonché di un altro portatile per gli studenti… Si potrebbero utilizzare tablet poco reclamizzati ed economici, e magari qualche smartphone. La nostra ambizione è quella di capovolgere il concetto di scuola. La lezione non dovrà più svolgersi in classe. Il ragazzo seguendo le lezioni dei docenti studierà a casa per poi verificare in classe quanto ha appreso. Questo potrebbe consentire la creazione di percorsi di apprendimento personalizzati… i docenti potrebbero creare profili twitter, blog didattici, e farsi seguire dai propri studenti interagendo con essi in tempo reale… Stiamo poi cercando di creare un portale dove raccogliere le iniziative locali, come le lezioni virtuali messe in rete… I contenuti di una lezione potranno essere facilmente messi a confronto con altri reperiti sulla rete… Con il progetto Scuola in chiaro, nell’ottica della filosofia degli open data, sono stati messi a disposizione degli utenti tutti i dati già presenti nel sistema informativo del Ministero, ai quali si vanno ad aggiungere quelli che le scuole intendono pubblicare… Stiamo incoraggiando la ricerca nel campo della editoria digitale… vogliamo arrivare a testi digitali di seconda e terza generazione, con i quali non solo lo studente potrà trovare il link per accedere a contenuti da internet, con le lezioni scaricabili dai siti delle principali università ma potrà anche creare un proprio avatar con il quale girare, ad esempio, lungo il sistema circolatorio o calarsi in un ambiente storico”. Per stimolare, il Ministero ha bandito una ventina di gare da 150 mila euro per progettare nuovi strumenti con libri liquidi. Liquidi e mutevoli, come liquida è la realtà dove gli studenti di oggi sono nati e vivono… Liquidi come la società dove la scuola spesso annaspa. Liquidi come il bagno di umiltà che occorre… I contenuti del mondo liquido e della rete sono lì. Cercare di tenerli fuori a oltranza è come cercare di fermare le onde con le mani.

www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 314 – 8 marzo 2012
“Il giudice vuole ribattere sulle occupazioni studentesche”
░ Riportiamo un articolo a firma di Roberto Tripodi, Presidente regionale ASASi, Consulente della V Commissione legislativa dell’A.R.S.
A un anno e tre mesi di distanza dai fatti, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Palermo, dott.ssa Valeria Spadafora, ha deciso di fissare per il 26 marzo l’udienza per ascoltare, nella qualità di imputato, uno studente minorenne che aveva partecipato all’occupazione del proprio istituto. Desta meraviglia il fatto che ci siano voluti un anno e tre mesi per arrivare alla prima udienza di un procedimento semplicissimo, con prove evidenti e con un solo imputato…. Il procedimento si presenta appassionante e interessante per diversi motivi. Innanzitutto il G.I.P. attribuisce allo studente i reati di cui agli artt. 81 cpv, 110 e 340 c.p., 633 e 639 bis c.p.. In pratica lo accusa di aver impedito l’accesso ai locali a professori, studenti e impiegati, e di aver interrotto un servizio pubblico mediante la chiusura della porta d’ingresso con catene e lucchetti. Inoltre attribuisce allo studente l’aggravante di aver occupato un edificio destinato ad uso pubblico. Meraviglia, in tale procedimento, la posizione del Pubblico Ministero, che avrebbe il compito di sostenere l’accusa, che “chiede dichiararsi il non luogo a procedere per irrilevanza del fatto”…. Un semplice calcolo economico sulla mancata attività didattica per 20 giorni, se si considerano gli stipendi di docenti e ATA, porta a quantificare un danno all’Erario di circa € 296.000,00 solo come stipendi erogati senza la relativa prestazione, per non parlare degli studenti che si sono ritirati a seguito dell’occupazione, di quelli che hanno perso l’anno per aver superato il numero minimo di assenze e di quelli che arrivavano il mattino da paesi lontani e se ne dovevano tornare indietro senza poter entrare a scuola. Non parliamo poi dei progetti PON e POR bloccati, degli impegni istituzionali saltati, della dignità dei lavoratori calpestata….

www.istruzione.it – 8 marzo 2012
“Conferma degli incarichi di presidenza per l’a.s. 2012/2013”.
░ La D.G. per il Personale Scolastico ha trasmesso la direttiva n. 21 - 8 marzo 2012 (in corso di registrazione) concernente la conferma degli incarichi di presidenza nelle scuole primarie e secondarie di I grado, nelle secondarie di II grado e negli istituti educativi. Diamo l’abstract
Il Ministro dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca… emana la seguente direttiva per l’applicazione dell’art. 1 sexies D.L. 31/01/2005, n. 7, convertito, con modificazioni, nella legge 31.3.2005, n. 43.
Articolo 1 1. In applicazione dell’art. 1 sexies … dall’anno scolastico 2006/2007 non sono più conferiti incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti. 2. La conferma dei suddetti incarichi è disciplinata per l’anno scolastico 2012/2013 dalle disposizioni che seguono. 3. Le disposizioni contenute nella presente direttiva sono pubblicate dagli Uffici Scolastici Regionali – Uffici scolastici provinciali mediante affissione all’Albo il 20 marzo 2012 e diramate a mezzo reti INTERNET e INTRANET. Articolo 2 1. Gli incarichi di presidenza conferiti negli anni precedenti sono confermati a domanda sui posti residuati dopo eventuali nomine in ruolo e autorizzazioni allo accoglimento di istanze di riammissione e trattenimento in servizio. 2. Qualora si verifichi una riduzione dei posti vacanti e disponibili rispetto al numero degli aspiranti alla conferma sul posto ricoperto nell’a.s. 2011/2012, gli stessi possono essere assegnati a scuola o istituto in ambito di regione, secondo modalità previste art. 3, comma 2.
Articolo 3 1. Il Dirigente preposto all’USR o suo delegato fornisce alle OO.SS. l’informazione in merito alla situazione degli organici delle province e delle sedi vacanti e disponibili. 2. Gli aspiranti alla conferma dell’incarico debbono presentare domanda, in carta semplice, all’USR – Ufficio scolastico provinciale della provincia in cui hanno la sede di servizio in qualità di preside incaricato nel corrente a.s., nel periodo dal 21 marzo al 19 aprile 2012. Nella domanda sono indicati il punteggio conseguito nella graduatoria per il conferimento degli incarichi di presidenza relativo all’a.s. 2005/2006, le sedi preferite e le istituzioni scolastiche in cui gli aspiranti desiderino essere assegnati, e il possesso di eventuali titoli di precedenza nella scelta della sede di cui all’art. 3, c. 4, dell’O.M. n. 40/2005. 3. Va altresì espressamente indicata l’eventuale preferenza a essere prioritariamente confermati in sede di servizio occupata nell’a.s. 2011/12, ove disponibile, ovvero ad essere assegnati ad altra sede. Gli interessati, nel caso di mancanza di sedi nella provincia di appartenenza, devono dichiarare la propria eventuale disponibilità ad essere assegnati ad istituti disponibili in altra provincia della regione, indicando, nell’ordine, le province nell’ambito delle quali gli stessi desiderino essere assegnati. 4. Gli aspiranti che abbiano chiesto di permanere nella stessa scuola o istituto in cui ricoprano l’incarico di presidenza nell’a.s. in corso, qualora, in relazione ai posti disponibili, rientrino nel novero di coloro che abbiano titolo a conferma secondo la graduatoria formulata in base al punteggio attribuito nell’a.s. 2005/2006 e sia disponibile la sede di cui trattasi, sono confermati nel medesimo incarico, per esigenze di continuità di direzione. 5. Successivamente si procede alla assegnazione della sede in relazione ai posti conferibili - secondo il turno di nomina e tenendo conto delle precedenze di cui all’art. 3, c. 4, della cit. O.M. n. 40/2005 - sia per coloro la cui attuale sede d’incarico non sia più disponibile per conferma e sia nei confronti di coloro che desiderino essere assegnati ad altra sede. 6. Dopo le conferme degli incarichi di presidenza, in caso di riduzione dei posti vacanti e disponibili, il Direttore Generale dell’U.S.R, o suo delegato, acquisisce i nominativi degli eventuali docenti che non hanno trovato conferma sul posto ricoperto nell’a.s. 2011/2012 e che abbiano dichiarato di voler essere confermati anche in altra provincia, il punteggio ad essi attribuito nelle graduatorie relative all’a.s. 2005/06 e le province per le quali i medesimi abbiano espresso la disponibilità ad essere assegnati. 7. Il Direttore Generale dell’U.S.R. o suo delegato, acquisite le sedi vacanti e disponibili nell’ambito delle province della Regione, convoca i docenti che non hanno trovato conferma sul posto ricoperto nell’a.s. 2011/2012 e li invita a scegliere, seguendo l’ordine di punteggio, tra le sedi residue delle varie province, quella in cui gli stessi desiderino essere assegnati. 8. Gli interessati che abbiano ottenuto l’incarico negli anni precedenti a quello in corso possono presentare domanda, nei termini previsti dalla presente direttiva, direttamente al Direttore Generale dell’U.S.R. di appartenenza, indicando il punteggio conseguito nella graduatoria per il conferimento degli incarichi di presidenza relativa all’a.s. 2005/2006, il possesso di eventuali titoli di precedenza di cui all’art. 3, c. 4, dell’O.M. n. 40/2005, la sede di attuale titolarità, la sede nella quale hanno prestato l’ultimo incarico di presidenza, le province nell’ambito delle quali siano disponibili ad ottenere la conferma dell’incarico. 9. La fase di cui ai precedenti commi 6, 7 e 8 segue quella relativa alla conferma degli incarichi in atto nell’a.s. 2011/2012. 10. Ai fini delle conferme nelle scuole aventi particolari finalità hanno precedenza coloro i quali siano in possesso dei titoli di specializzazione di cui all’art. 325 del D.lgs. n. 297/1994. Articolo 4 1. I posti disponibili non assegnati per conferma ai sensi delle disposizioni contenute nei precedenti artt. sono successivamente conferiti con incarico di reggenza. La presente direttiva sarà trasmessa alla Corte dei Conti per il visto e registrazione.

La tecnica della scuola – 10 marzo 2012 nn.13/14
“Diventare maestri di inglese”.
░ A firma Amelia De Angelis, informazioni e considerazioni sul corso di formazione per l’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, attivato ai sensi del V comma art.10, D.P.R. n.81/2009.
Entro il prossimo 2 aprile prenderanno avvio i corsi di formazione per il 2° contingente di docenti di scuola primaria cui affidare l’insegnamento della lingua inglese. Questo è quanto indicato nella nota Miur del 20 febbraio 2012, prot. n. 1188…. Il Piano per la specializzazione “forzata” dei docenti di scuola primaria nella lingua d’Oltremanica, voluta dall’ex ministro Gelmini, ha già coinvolto 5.140 insegnanti. Il suo 1° contingente sta al momento, frequentando la sua seconda annualità di un percorso triennale, ma è già abilitato, per il dicastero, a svolgere attività di insegnamento della L2 (preferibilmente, specifica però il Miur, nelle prime due classi). Organizzato in modalità blended (parte in presenza e parte on line), il Piano di formazione triennale - che coinvolgerà questa volta circa 16.000 maestri - è articolato in due distinti percorsi: linguistico-comunicativo e metodologico-didattico. Il primo percorso, suddiviso in tre moduli (ca. 100 ore di formazione, di cui 60 in presenza, per i primi due e ca. 140 ore, di cui 60 in presenza, per il terzo), è finalizzato al raggiungimento del livello di competenza linguistica B1 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (Qcer). A tal fine, ciascun docente verrà inserito nei moduli a seconda del livello di competenza posseduto in ingresso e sarà tenuto, alla conclusione della formazione linguistica, a sostenere un esame di accertamento presso i Centri linguistici di ateneo (Cla). Al secondo percorso, metodologico-didattico (20 ore in presenza e 20 on line), invece, avranno accesso (preferibilmente, specifica però il documento) i corsisti che avranno raggiunto una competenza di livello A2…. Nella nota ministeriale viene tuttavia specificato che “i docenti in possesso di certificazioni nella lingua inglese almeno di livello B1 del Qcer, rilasciate da Enti certificatori riconosciuti dai governi dei Paesi madrelingua, nelle abilità di ascolto, parlato/interazione, scrittura, lettura” potranno accedere direttamente al percorso metodologico-didattico, e pertanto saranno esonerati anche dall’esame di accertamento delle competenze linguistiche presso il Cla…. Toccherà poi agli Usr individuare i docenti da formare tra quelli segnalati…: otterranno la precedenza i docenti neoimmessi in ruolo sprovvisti del titolo per l’insegnamento dell’inglese, i docenti con un livello di competenza superiore ad A1 ed i docenti la cui sede di titolarità risulta in province sprovviste di docenti specializzati. Per ognuna di queste categorie, inoltre, saranno favoriti i docenti più giovani.


www.ceripnews.it – 10 marzo 2012
“I motivi per impugnare urgentemente i preavvisi di pensionamento coatto”.
░ La Letterina ASASi n. 314 – 8 marzo 2012 pubblica l’articolo di Elio Palumbo già pubblicato su Ceripnews, periodico telematico di Informazioni scolastiche, diretto da Antonino Bonacasa. Lo riportiamo a nostra volta.
Primo - Il preavviso di pensionamento coatto non può essere general-generico, ma circostanziato nella forma e nella sostanza e, al di là degli errori formali rilevati in qualche nota, l’assenza di una fonte primaria di riferimento consente l’inapplicabilità parziale e-o totale del provvedimento stesso. Resta fino ad oggi una incognita la nota specifica che dovrebbe essere emanata dal MIUR d’intesa con la F.P.
Secondo - C’è una netta distinzione tra coloro che chiedono il pensionamento raggiunti i 40 anni al 31 dicembre 2011 e coloro che vengono obbligatoriamente collocati in quiescenza dall’Amministrazione loro malgrado. Il testo coordinato del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 all’art. 72 recita testualmente: “per gli anni 2009, 2010, 2011 il personale in servizio (…) può chiedere di essere esonerato dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell’anzianità massima contributi di 40 anni”. Il che non significa, per transitività, che coloro che hanno maturato 40 anni di contribuzione debbano essere pensionati d’ufficio ignorando tutto il disposto del citato decreto-legge che diventa cogente per l’Amministrazione mentre resta discrezionale per gli interessati in presenza di una sola condizione. Se così non fosse il provvedimento non darebbe facoltà alla stessa di accogliere o meno l’istanza a richiesta individuale. …
Terzo - Ne consegue che hanno titolo ad essere collocati in pensione coloro che hanno maturato 40 anni di anzianità contributiva e che al 31 dicembre 2011 hanno compiuto 65 anni di età e-o coloro che entro la stessa data sono in possesso del requisito combinato, e raggiungono quota 96 (anni contributivi + età). Situazione ben diversa è quella di coloro che hanno solo i 40 anni di contributi presunti, come vedremo appresso.
Quarto - Scontato che l’accertamento dell’età anagrafica sia di facile accesso per l’Amministrazione, molto meno quello dell’accertamento dei 40 anni certi di contribuzione. Si dà il caso che in questi giorni stiano fioccando preavvisi molto pasticciati in cui oltre agli anni pieni sono calcolati come riscattati, e quindi validi nel computo, anche i servizi pre-ruolo, gli anni di laurea e il servizio militare, ecc. calcolando quelli appena chiesti a riscatto ma non ancora accettati dal lavoratore…
Quinto - È legittima la rescissione unilaterale da parte della Amministrazione per i Dirigenti Scolastici che sono in vigenza di contratto triennale che scade il 1° settembre 2013? … In conclusione è appena il caso di ricordare che dal 1° gennaio 2012 il requisito minimo di anzianità contributiva per la quiescenza passa a 42 anni + 1 mese
per gli uomini e 41 anni + 1 mese per le donne ovvero 66 anni di età anagrafica per uomini e donne.

www.governarelascuola.it - 11 marzo 2012
“Ancora in tema di pensionamento coatto”
░ Riportiamo un altro articolo di Pietro Perziani in materia di pensionamento coatto: nel primo, segnalava che molti USR hanno inviato lettere di preavviso di rescissione del rapporto di lavoro, pur mancando disposizioni di livello nazionale; adesso che le disposizioni sono state emanate, con Circolare n.2/2012 della Funzione Pubblica, il responsabile del periodico telematico torna sull’argomento, in chiave critica .
Diciamo subito che le disposizioni relative al pensionamento coatto non ci convincono per niente; a nostra memoria è la prima volta che viene data una simile interpretazione in merito ad una normativa sui diritti acquisiti praticamente identica a tante altre emanate in passato. Analizziamo comunque la Circolare, punto per punto.
1-AMBITO DI APPLICAZIONE. La F.P. si occupa degli aspetti della riforma che impattano sul rapporto di lavoro, mentre gli aspetti relativi al trattamento pensionistico sono di competenza dell’INPS/INPDAP.
2-LIMITI DI ETA’ PER LA PERMANENZA IN SERVIZIO. La Circolare analizza la nuova normativa sui requisiti di accesso alla pensione, nelle nuove forme di pensione di vecchiaia e di pensione anticipata in modo analitico, dando disposizioni in linea con le interpretazioni finora prevalenti; la novità sta nella determinazione dei limiti di età per il collocamento a riposo d’ufficio. Seguiamo il ragionamento della F.P.: 1.Coloro che entro il 31/12/2011 hanno maturato i requisiti per la pensione a qualsiasi titolo (Vecchiaia, anzianità, massimo di contribuzione) rimangono soggetti al vecchio regime. 2.Di conseguenza, a costoro non si applica la nuova normativa, anche a loro richiesta, fatta eccezione per il contributivo pro-rata dal 01/01/2012. 3.La nuova normativa si applica solo a coloro che maturano i requisiti per l’accesso alla pensione a decorrere dal 01/01/2012. Le considerazioni della F.P. appaiono del tutto opinabili; la riforma Monti/Fornero avrebbe infatti creato due mondi incompatibili, cosa che se fosse vera sarebbe extra-costituzione: la legge è uguale per tutti, fino a prova contraria. Diverso è il discorso che la legge stessa riconosca un trattamento più favorevole a qualche categoria di persone su materie specifiche, sulla base di una motivazione che giustifichi tale trattamento di maggior favore. Naturalmente, il “trattamento privilegiato” è limitato alla fattispecie prevista dalla legge, per tutto il resto si applica la norma generale. Nel nostro caso, il trattamento più favorevole è motivato dal fatto che alcune persone hanno già maturato un diritto e viene loro riconosciuta la facoltà di continuare ad usufruirne, mentre per tutto il resto si applica anche a loro la normativa generale;nel 2012, quindi, sono in vigore le norme della Legge 214/2011, salvo che alcune categorie di persone non decidano di far valere un diritto soggettivo che la stessa legge riconosce loro.
I due mondi quindi non esistono, c’è un unico mondo…. Come esplicitamente riconosce la stessa Circolare, le norme di cui si sta parlando riguardano le condizioni per l’accesso alla pensione, non altro… Con un autentico volo pindarico, però, la F.P. passa dal diritto di accesso alla pensione al collocamento a riposo d’ufficio: continuando nel ragionamento dei due mondi, a chi rientra nella vecchia normativa per quanto riguarda i requisiti di accesso alla pensione si applicano anche i vecchi limiti di età per il collocamento a riposo d’ufficio. Per coloro quindi che hanno maturato il diritto a pensione entro il 31/12/2011 secondo la vecchia normativa, anche nel caso della pensione di anzianità a quota 96 o della pensione di vecchiaia per le donne a 61 anni, vale ancora anche il limite dei 65 anni per il collocamento a riposo d’ufficio, anche se i 65 anni li compirà fra dieci anni! Ad avviso di chi scrive, questo nella legge non c’è assolutamente: i diritti acquisiti riguardano l’accesso alla pensione e i diritti non possono essere trasformati in obblighi, un trattamento di miglior favore non può essere trasformato in una penalizzazione. Dal 2012, infatti, si va in pensione di vecchiaia a 66 anni, di conseguenza il limite per il collocamento a riposo sono appunto i 66 anni, per tutti…
3-I LIMITI ORDINAMENTALI. Al personale del Pubblico Impiego non si applica l’incentivazione della permanenza in servizio fino a 70 anni, perché rimangono i limiti ordinamentali per il collocamento a riposo propri di ciascun settore, in genere fissati a 65 anni come nella scuola, ora naturalmente innalzati a 66. Del pari, non esiste più il concetto di anzianità massima contributiva, per cui non vale più la possibilità di rimanere in servizio fino a 70 per chi era in servizio nel 1974 e non abbia maturato i 40 anni di contributi. In questo caso i due mondi non esistono… Dal primo gennaio 2012, però, il contributivo pro rata vale per tutti, per cui tutti possono migliorare la loro posizione e l’Amministrazione ci dovrebbe pensare bene prima di collocare a riposo d’ufficio delle persone che potrebbero avere una pensione più alta rimanendo in servizio. Questo però la F.P. non lo dice…
4-RESCISSIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO. In linea con quanto finora detto, per la F.P. i due mondi esistono anche per quanto riguarda la rescissione unilaterale del rapporto di lavoro; per chi usufruisce dei diritti acquisiti il limite rimane a 40 anni, mentre per chi rientra nella nuova normativa va rimodulato secondo le nuove disposizioni per l’accesso alla pensione anticipata. Quanto abbiamo detto per il pensionamento coatto a 65 anni di età vale naturalmente a maggior ragione per la rescissione unilaterale del rapporto di lavoro a 40 anni di contribuzione; ha ricevuto il preavviso gente che neanche arriva a 60 anni di età, alla faccia dell’incentivazione alla permanenza in servizio! A questo punto, mancano ancora le disposizioni specifiche per la scuola, confidiamo che il MIUR le emani al più presto, anche per evitare ulteriori comportamenti difformi da parte degli USR e conseguenti disparità di trattamento. Quanto disposto dalla F.P., però, vale anche per la scuola, per cui chi è stato colpito da provvedimenti che francamente riteniamo assurdi ed ha intenzione di rivolgersi al giudice del lavoro, farebbe bene a dare inizio ai ricorsi d’urgenza ex art. 700, in modo di avere un pronunciamento che gli permetta di organizzare la propria vita prima della fine dell’anno scolastico.

Scheda n. 371 AIDP Onlus12/03/2012
“Il TAR Liguria afferma il diritto al sostegno per tutta la
durata dell'orario scolastico (Sent. 350/12)”
░ La scheda è redatta da S. Nocera, responsabile dell’Area Normativo-Giuridica Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD Nazionale.
La Sentenza n° 350/2012 del TAR Liguria ha riconosciuto ad un alunno con grave disabilità di seconda media, al quale erano state ridotte da 18 a 15 le ore di sostegno, il diritto per l'anno in corso e quello conclusivo del primo ciclo il diritto al sostegno per tutte le ore di frequenza scolastica. Il TAR si è basato, oltre che sulle norme citate in ricorso (Costituzione e L. n° 104/92), anche sulla sentenza n° 80/10 della Corte Costituzionale e sulla sentenza n° 2231/10 del Consiglio di Stato che non escludono tale possibilità. La sentenza, basandosi su un accertamento sanitario ordinato, ha inoltre stabilito che, non essendovi prognosi di miglioramento dello stato di salute dell'alunno per il prossimo anno, le ore di sostegno in deroga massima vadano assegnate anche per l'anno successivo conclusivo degli studi del primo ciclo. Il tutto, ha precisato, senza contemporanea riduzione delle ore di sostegno assegnate ad altri alunni con disabilità. Ha invece negato il diritto al mantenimento dello stesso docente di sostegno per l'anno successivo, ostandovi il diritto al lavoro di altri docenti che avrebbero potuto avere punteggi superiori in base alla graduatorie. OSSERVAZIONI. La sentenza si segnala per la conferma dell'orientamento ormai consolidato al diritto alle deroghe nei casi certificati di gravità. Da sottolineare positivamente il riconoscimento del diritto allo stesso numero di ore di sostegno per l'anno successivo, sino alla fine del grado di studi, se è accertato che non vi sono possibilità di miglioramenti; e ciò in contrasto con quanto aveva invece affermato in modo un po' troppo frettoloso la sentenza n° 2231/10 del Consiglio di Stato. Lascia invece perplessi, come si è già sottolineato per altre sentenze, l'affermazione che il sostegno sia l'unica risorsa per l'integrazione scolastica e la mancanza di qualunque riferimento al ruolo didattico dei docenti curricolari, sia pure in via di principio. È vero che l'amministrazione scolastica non è in grado di provare che i docenti curricolari ricevano una formazione iniziale e/o in servizio idonea a svolgere tale compito, però la deriva della giurisprudenza degli ultimi anni, che si concentra solo sull'insegnante per il sostegno, crea preoccupazioni per l'affievolimento della stessa logica dell'integrazione costituita dalla presa in carico di tutto il consiglio di classe. Discutibile infine è il mancato accoglimento della richiesta alla continuità didattica con lo stesso docente per il sostegno in forza del pari diritto al lavoro di altri docenti e del diritto alla scelta alla sede del posto di lavoro. Infatti la conferma dell'attuale docente per continuità non preclude il diritto al lavoro di altri docenti, ma solo il loro diritto alla scelta di quella sede, se collocati in posizione migliore in graduatoria. L'attuale decisione del TAR Liguria contrasta con la giurisprudenza del Consiglio di Stato, il quale già con la sentenza n° 345/01 aveva affermato che nell'assegnazione del docente per il sostegno l'Amministrazione Scolastica può anche prescindere dalle graduatorie quando ciò giovi all'interesse dell'alunno e con la sentenza n° 3104/2009 aveva recentemente stabilito che l'Amministrazione Scolastica, nell'interesse dell'alunno, ha l'obbligo di garantire la continuità didattica dell'insegnante di sostegno, obbligo affermato anche nei confronti degli Enti Locali per la nomina degli assistenti educativi.

Il Sole 24Ore - 12 marzo 2012
“I sindacati: ora le nuove regole sul reclutamento”.
░ La necessità di stabilire il quadro delle regole, mentre già è avviata la procedura di attivazione dei corsi TFA
Il via libera del Tesoro, dopo quello di Palazzo Vidoni, farà partire entro giugno le prove preselettive per formare – probabilmente tra un anno)20mila nuovi abilitati all’insegnamento a Medie e Superiori. Tutto questo mentre Viale Trastevere non ha ancora sciolto il nodo del reclutamento (concorso pubblico, o chiamata diretta dei professori da parte delle scuole). … Di qui l’urgenza di correre nel definire le nuove regole sul reclutamento… Il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio è critico sull’organizzazione dei TFA che, nell’attuale formulazione dei decreti attuativi, affida la formazione dei futuri professori prevalentemente alle università…

ItaliaOggi – 13 marzo 2012
“Pensioni: tutto pronto per 60mila”.
░ ItaliaOggi anticipa i contenuti della CM che fissa modalità e termini per il pensionamento del personale scolastico; ad averne i requisiti ci sono 60mila dipendenti.
Conto alla rovescia per i 60mila, dirigenti scolastici, docenti, assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari che, potendo fare valere alla data del 31 dicembre 2011 i requisiti anagrafici e contributivi richiesti, devono decidere se presentare domanda di cessazione dal servizio, e di essere collocati a riposo, unitamente al trattamento pensionistico a valere, per gli effetti, dal primo settembre 2012…. Il decreto, e la relativa circolare, di cui ItaliaOggi è in grado di anticipare i contenuti, stanno per essere firmati dal ministro Profumo. Disco rosso, invece, alla richiesta sindacale di spostare al 31 agosto 2012 il termine entro il quale maturare i requisiti richiesti prima della riforma, per accedere al trattamento pensionistico il primo settembre 2012…. Nel senso richiesto dai sindacati c’è un ordine del giorno accolto dal Governo alla Camera…. La domanda di cessazione dal servizio deve essere inoltrata utilizzando la procedura web Polis “Istanze on line” disponibile sul sito del Miur (www.istruzione.it). Restano valide le domande presentate tramite Polis prima della pubblicazione del decreto ministeriale. Se presentate, invece, in forma cartacea devono essere ripresentate con la suddetta procedura….La domanda di accesso al trattamento pensionistico deve essere inviata direttamente all’ente previdenziale utilizzando gli appositi moduli predisposti dall’Istituto di previdenza mediante una delle seguenti modalità: 1- compilazione delle domande attraverso l’assistenza gratuita di un Patronato; 2- compilazione della domanda on line accedendo al sito dell’Istituto di previdenza, previa registrazione … nell’apposita sezione del sito www.inpdap.gov.it, a partire dal 12 maggio 2012. Due sono le condizioni per accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità con effetto dal primo settembre: 1) presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 30 marzo; 2) avere maturato alla data del 31 dicembre 2011 i requisiti anagrafici richiesti dalla normativa in essere prima del 6 dicembre 2011…; 3) maturare al 31 dicembre 2012 i nuovi requisiti richiesti dall’art.24 del d.l. 201/2011. …Pensione e servizio a part time. Coloro che potevano fare valere alla data del 31 dicembre 2011 i requisiti anagrafici e contributivi richiesti per accedere al trattamento pensionistico di anzianità possono, in alternativa alla cessazione dal servizio, chiedere entro il 30 marzo la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale con contestuale attribuzione del trattamento pensionistico, come dispone il decreto 29 luglio 1997 n.331…..
“Salta il trattenimento fino al massimo”.
Tra le domande che possono essere presentate dai docenti e dal personale Ata entro il 30 marzo c’è anche quella per il trattenimento in servizio oltre il sessantacinquesimo anno di età. All’istituto del trattenimento in servizio del personale della scuola, disciplinato dai commi 2,3 e 5 dell’art.509 del decreto legislativo 294/94 sono state apportate alcune rilevanti modifiche. Ad avviso del Miur non sarebbe più applicabile il disposto del citato comma 2, il quale consentiva al dipendente scolastico di essere, a domanda, trattenuto in servizio oltre i limiti di età (65 anni) fino alla maturazione dell’anzianità contributiva massima possibile, e comunque non oltre il settantesimo anno d’età. Resta invece in vigore il comma 3 che consente al dipendente di proseguire il servizio fino alla maturazione dell’anzianità contributiva minima (20 anni) utile ai fini del trattamento di pensione. Seppure con le limitazioni introdotte dal comma 7 dell’art.72 Legge 133/2008, rimane ancora in vigore il comma 5 del decreto 509 che riconosce al dipendente scolastico la facoltà di chiedere di permanere in servizio oltre i limiti di età e per un massimo di un biennio.L’accoglimento di tale domanda rimane soggetta alla discrezionalità dell’amministrazione scolastica…

www.repubblica.it – 13 marzo 2012
“Un esercito di prof imboscati? Ira dei sindacati: dati senza senso”.
░ Il dato di 41mila docenti distaccati, circolato in questi giorni dopo le prime dichiarazioni del capo dipartimento dell'Istruzione, viene contestato. La Cisl fa i conti e spiega che è un numero "fuori dalla realtà" anche se si tenesse conto di malati e dei tanti distaccati per coprire i buchi nell'organico dei provveditorati (di SALVO INTRAVAIA).
Sono davvero 41 mila i prof "imboscati" nella scuola, pagati anche se non mettono piede in classe da anni? L'accusa sta facendo rumore da giorni nel mondo della scuola, creando non poca irritazione. Ora la Cisl contesta il dato, citato dal neocapo dipartimento all'Istruzione, Lucrezia Stellacci. Il sindacato lo definisce "fuori dalla realtà". Eppure 41.503 unità di personale "distaccato" per le ragioni più disparate non può essere un numero inventato. E - dicono i sindacati - va chiarito, anche perché ad esso vengono legate le possibili 10 mila assunzioni della scuola, molto attese dai precari e su cui lo stesso ministro Francesco Profumo si è impegnato nelle scorse settimane. Il primo sindacato a rifare i conti, dicevamo, è la Cisl scuola: "Può darsi  -  dice Francesco Scrima  -  che l'emozione degli esordi abbia giocato un brutto scherzo al neo capo dipartimento, ma quel numero davvero non sta in piedi". Conteggiando tutto, dicono da via Bargoni, "e forse qualcosa in più, arriviamo a meno di 9 mila unità". Vediamo come. Innanzitutto, ci sono 5 mila docenti inidonei all'insegnamento per ragioni di salute, "per i quali sono state avviate procedure di mobilità verso altre mansioni o altri tipi di impiego". A questi vanno aggiunti 500 docenti "comandati" presso gli uffici centrali e periferici del ministero, di cui 120 a viale Trastevere, "200 in comando presso associazioni, 200 in aspettativa
per mandato parlamentare o amministrativo". In più, "500 insegnanti sono operanti negli staff di segreterie e gabinetti di ministri e sottosegretari, mentre non arrivano a mille - e non sono nemmeno tutti assegnati a docenti - i distacchi sindacali". Che potrebbero anche essere solo 500: erano mille tre anni fa, ma il governo Berlusconi li ha ridotti del 15 per cento ogni anno. Cioè del 45 per cento. Da dove esce fuori, quindi, il dato citato dal capo dipartimento, che ha fatto imbufalire sindacati e docenti stessi? Il motivo della protesta è semplice. La Stellacci ha detto chiaro e tondo che le immissioni in ruolo non si possono fare perché il ministero dell'Economia, sulla richiesta di autorizzare 10 mila assunzioni a tempo indeterminato, si è messo di traverso perché ci sono appunto oltre 41 mila "imboscati" che fanno sballare i conti del ministero dell'Istruzione. Una vera e propria doccia fredda per 244 mila precari in attesa della "buona novella" che consenta loro la stabilizzazione dopo anni di supplenze in giro per l'Italia. Non è che tra i 41 mila in questo modo si conteggiano anche i tanti docenti distaccati presso gli ex provveditorati e gli Uffici scolastici regionali, che i dirigenti chiamano per coprire i vuoti degli organici sottodimensionati del 50/70 per cento, ma che lavorano sempre per la scuola? O c'è ancora dell'altro?

ItaliaOggi – 13 marzo 2012
“Organico funzionale: paga il Merito”.
░ Un compromesso al ribasso: per assumere i docenti si userà null’altro che i soldi risparmiati nella Scuola, e sottraendo risorse alla valorizzazione economica riferibile a forme di carriera meritocratica. Insomma: la mediazione riuscita al gruppo PD in Commissione Bilancio poggia comunque sulla architrave di cui alla tremontiana legge 133/2008.
L’organico funzionale di scuola si farà, e a partire dal 2013, ma senza intaccare i tagli operanti con la Riforma Gelmini. E senza indicare numeri certi sui nuovi organici. Salta infatti l’assunzione a tempo indeterminato di 10.000 professori destinati a combattere il disagio e il bullismo. E’ con queste novità che l’emendamento presentato alla Camera dai Democratici, al Decreto Semplificazioni è stato approvato, e ora è all’esame del Senato per il via libero definitivo. L’emendamento finale… prevede che con decreto del ministro dell’Istruzione, di concerto con L’Economia, ogni tre anni, “nei limiti dei risparmi di spesa accertati con la procedura di cui al comma 9 dell’art.64 del d.l. n.122/2008, è definita la consistenza numerica massima degli organici delle autonomie di rete, sulla base della previsione dell’andamento demografico della popolazione in età scolare”. Si tratta di nuovi organici che superano la tradizionale distinzione tra organico di fatto e di diritto. Dovranno soddisfare tutte le esigenze, comprese le supplenze, senza più ricorrere al balletto dei contratti annuali, ma con assegnazioni almeno triennali sulle singole scuole o reti di scuole…. Se il numero dei ragazzi dovesse crescere e richiedere più personale, a questo si provvederà attraverso l’utilizzo del 30% dei tagli che il decreto Tremonti destinava a valorizzare il personale fino al 2012, e che il decreto semplificazioni dirotta sull’organico funzionale dei prossimi anni. E’ previsto anche un fondo aggiuntivo finanziato dai giochi, ma non è quantificato.

ItaliaOggi – 14 marzo 2012
“Premiato l’impegno del sindacato”.
░ All’indomani delle elezioni nel pubblico impiego per il rinnovo delle RSU, del 5-7 marzo, Massimo Battaglia, il segretario generale della CONFSAL UNSA Federazione della Confsal che opera nel comparto dei ministeri, rilascia un’intervista segnalando il successo nella tornata elettorale per il rinnovo delle RSU nei diversi comparti della P.A., e invitando stampa e TV ad accendere i riflettori sulla Federazione.
“Queste elezioni periodiche… garantiscono democraticità al mondo del lavoro perché l’operato delle diverse sigle sindacali è valutabile dai lavoratori con cadenza periodica attraverso il voto. Inoltre consentono di ridefinire i rapporti tra le organizzazioni sindacali sulla base della rispettiva rappresentatività… La Confederazione Confsal Unsa ha ottenuto un successo straordinario. Rispetto al 2007 nel comparto ministeri abbiamo aumentato il numero di consensi… Alla stampa chiedo più attenzione. Siamo la quarta forza sindacale del Paese… Per quanto riguarda il governo, abbiamo una lunga lista di richieste, per altro già direttamente espresse al ministro Patroni Griffi

www.repubblica.it - 15 marzo 2012
“A scuola con l'iPad: così l'hi-tech farà rinascere i vecchi manuali”.
░ (di MICHELE SMARGIASSI)Cominciano ad uscire le versioni per tablet di molti testi. L'Apple negli States e qui la Zanichelli hanno già lanciato i loro volumi in questo formato. E la didattica cambia
Nella Cyber-Classe multistrato e multi-supporto, dove analogico e digitale cercano di convivere, nella scuola 2.0 ancora incompiuta, arriva uno strepitoso ritrovato tecnologico che mette d'accordo tutti, attenua il digital divide, fa dialogare didattica analogica e digitale. Si chiama "libro". E ha più vite di un gatto….. sembrava dover evaporare nella nuvola di Internet, ed eccolo invece tornare al centro dell'aula, trionfalmente arricchito dalle sue appendici multimediali, ma ancora riconoscibilissimo. Richiamato in servizio, ed è uno dei paradossi del nuovo che avanza, dall'ultimo dispositivo sceso in campo: il tablet. La notizia è che, dal prossimo anno scolastico, gli insegnanti potranno adottare libri di testo multimediali che "girano" anche sulle tavolette digitali. Apple ha presentato la sua libreria scolastica con clamore (e polemiche con gli editori) qualche settimana fa negli Usa, in Italia è l'editore Zanichelli ad allungare il passo mettendo in catalogo quattordici titoli, di cui tre per le medie inferiori… Ogni studente che comprerà il libro di carta avrà in omaggio anche l'app con lo stesso libro da scaricare in versione per iPad o Android…. Per quanto riguarda i materiali di studio, dunque, una classe media italiana oggi somiglia a un sandwich con cinque o sei strati diversi: chi usa solo i libri di carta, chi infila il cd nel portatile, chi nel pc di casa, chi si collega online, per non parlare delle scuole fortunate che dispongono anche della Lim, la lavagna interattiva. In questo caos, l'arrivo del mobile textbook poteva aumentare l'entropia. Invece, a quel che sembra, potrebbe riportare miracolosamente la concordia. In formato tavoletta, i libri tornano infatti a sembrare libri: hanno pagine da sfogliare e le pagine hanno numeri, e quei numeri corrispondono alle pagine dello stesso testo nelle altre versioni, carta, cd, cloud… Il libro di testo versione touch è in omaggio, ma la tavoletta bisogna ancora farsela comprare… perfino negli Usa il tablet è per ora presente solo sull'1% cento dei banchi di scuola e sul 14% di quelli universitari.

 

LE PROSPETTIVE - LA TECNICA DELLA SCUOLA

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti